martedì 19 giugno 2012

REGALIA: UN VIAGGIO FRA SIMBOLI, OGGETTI E FEDE (III Parte)

LA SACRA ANGELICA APOSTOLICA CORONA DI SANTO STEFANO
La Corona di Santo Stefano, o Sacra Angelica Apostolica Corona del Regno d’Ungheria, dopo la Corona ferrea (che abbiamo trattato nella seconda tappa del nostro viaggio ideale), è un’altro vero e proprio unicum nella storia europea.
Unicum per molteplici aspetti: per la sua singolare fattura (che ricorda molto quella dell’antico elmo/corona dell’Imperatore Costantino il Grande); unicum per la sua preziosità (in Europa, è la sola a conservare tutti i gioielli medievali che la compongono); unicum per la sua storia che l’ha sublimata da insegna del potere a fonte stessa del potere.
Tradizionalmente, questa Corona sarebbe stata inviata dal Papa Silvestro II inviò a Stefano accompagnandola con la croce apostolica ed una lettera di benedizione, riconoscendo così ufficialmente Stefano come il re cristiano d’Ungheria. L’incoronazione, celebrata secondo il rito pontificale, ebbe nel passaggio d’anno fra il 1000 e il 1001 (secondo alcune fonti, il Natale del 1000; secondo altre, il I Gennaio 1001).
Da quella volta, l’Ungheria, divenuta a tutti gli effetti Regno Apostolico, riconoscerà nella Corona di Santo Stefano il simbolo e l’origine del potere: non si potrà avere sovranità sull’Ungheria senza prima aver cinto, con rito pontificale, la Corona, insieme con gli altri Regalia: tra questi, anche la croce inviata dal Pontefice, a due braccia (esattamente come la stauroteca di Gerusalemme), e la lancia, un evidente richiamo alla Sacra Lancia appartenuta già a Costantino: ancora una volta, un richiamo esplicito ai Regalia/reliquie della Passione.
Di notevole interesse è tuttavia la fattura della Corona stessa. al di là della sua preziosità, i più recenti studi hanno dimostrato come in realtà l’oggetto a noi pervenuto sia l’unione (avvenuta probabilmente nel XIII secolo) di due corone: una greca e una latina.
La parte inferiore infatti è di fattura bizantina, come sembrano dimostrare sia le immagini, sia le scritte greche presenti sulla corona: oltre agli Arcangeli e a Santi Militari, sono raffigurati Costantino (con in capo la Corona Ferrea, riconoscibile dai fioroni e illustrata sulla moneta che già abbiamo riportato)
e un sovrano Ungherese, il Re Geza (qui definito di Turchia, come anche era anticamente chiamata l’Ungheria), cui questa parte di Corona venne donata dall’imperatore romano d’Oriente Michele VII di Bisanzio (sul trono tra 1071 e 1078)
Questa ipotesi dunque conduce chiaramente a questa conclusione: la parte superiore della Corona, ossia la parte Latina, è la Corona inviata dal Papa Silvestro a Santo Stefano, o almeno una parte di essa.
(La Corona vista dall’alto evidenzia la parte latina, a quattro archi)
Gli smalti da cui è composta sono di fattura occidentale, e le scritte in lingua latina che illustrano le immagini degli Apostoli comprovano questa teoria.


(Le due placche con gli Apostoli Pietro e Paolo)
Interessante notare come, a imitazione della Corona ferrea, la parte latina della Corona di Santo Stefano fosse composta da un cerchio sormontato da due archi incrociati.
Caratteristica della Sacra Corona è poi la croce inclinata: tuttavia, lungi dal ricercare spiegazioni simboliche o superstiziose, si è potuto appurare come tale inclinazione sia dovuta a un danno subito dal manufatto stesso, o per una caduta, o per la sua riposizione in un contenitore non adatto.
Quel che rende del tutto speciale la Sacra Corona d’Ungheria è tuttavia il suo significato sacrale e legale: infatti non si può essere Sovrani legittimi d’Ungheria senza prima aver ricevuto la Corona. Ad esempio, Carlo I d’Ungheria dovette essere incoronato tre volte finché non lo fu con la Corona di Santo Stefano, nel 1310: solo in questo modo il re fu veramente legittimato.
Vacante il Trono, la sovranità ungherese sarebbe comunque garantita dalla Corona, simbolicamente segno della Sovranità celeste della Beata Vergine Maria sulle Terre di Santo Stefano, e venerata col titolo di Magna Domina Hungarorum.
Il più recente esempio del potere legale e sovrano della Corona fu che l’Ungheria – dopo che l’ultimo Re Apostolico d’Ungheria, il Beato Carlo IV cercò e fallì la restaurazione del trono nel 1921 – rimase un regno senza re fino al 1946. Era infatti comune opinione che l’Ammiraglio Horty, di confessione protestante, potesse esercitare solo materialmente il governo, essendo la sovranità appannaggio formale della Corona. Tale fu il motivo per cui la Sacra Corona venne portata, durante gli anni dell’invasione comunista, negli Stati Uniti d’America (per essere poi riconsegnata all’Ungheria solo nel 1978).
Attualmente, a far tempo dal I Gennaio del 2000 (in occasione del millenario del Regno Apostolico d’Ungheria), la Sacra Corona e altri Regalia sono stati riposti nel Parlamento Ungherese: solo chi possiede la Corona è legittimato a governare l’Ungheria.
Gli Asburgo, legittimi titolari del Regno Apostolico d’Ungheria, cinsero fino allo scorso secolo la Sacra Corona: ultimo fra tutti, il Beato Imperatore e Re Apostolico Carlo (IV in Ungheria).





La Sua Incoronazione, avvenuta secondo il Rito Pontificale e con tutte le particolarità peculiari al Regno Apostolico d’Ungheria, fu l’ultima incoronazione rituale di un Sovrano Cattolico in Europa e nel Mondo
(Un momento dell’Incoronazione del Beato Carlo come Re Apostolico d’Ungheria)
Santo fu il Primo Re della Nazione Ungherese, Santo fu l’ultimo: entrambi rivestiti dei Regalia, non ne dimenticarono come il mistero di gloria e di dolore di questi oggetti li metteva in contatto con quelli gloriosi e dolorosi del Cristo, Re dei re morto e risorto.
(Diego Zoia)