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martedì 28 luglio 2015

L'Est che poteva essere (Parte I): Regno di Polonia 1916-1918


Nota introduttiva: Questo è il primo di una serie di articoli nei  quali verrà presentata una panoramica geopolitica dell'Est Europa sotto controllo degli Imperi Centrali tra il 1916 ed il 1918. Si analizzeranno le istituzioni politiche nate con l'appoggio degli Imperi Centrali e in conseguenza al crollo dell'Impero Russo.



Introduzione all'argomento

Bandiera Regno di Polonia

Stemma Regno di Polonia
 

Il Regno di Polonia, anche chiamato Reggenza del Regno di Polonia (in polacco Królestwo Regencyjne), fu lo stato proposto dalla Legge del 5 novembre 1916 istituita dall'Impero Tedesco  e dall'Impero d'Austria-Ungheria. Venne creato all'interno del Regno del Congresso (anche se non con confini ben definiti) nel 1916.


Regno di Polonia: un indipendenza ritrovata.


Regno di Polonia: in azzurro la zona sotto amministrazione
tedesca; in verde la zona sotto amministrazione austriaca.


La decisione di entrambi gli imperatori permise la creazione di un Consiglio della Reggenza (in polacco Rada Regencyjna) a cui furono date autonomie di amministrazione dei territori controllati dall'esercito tedesco e il cui compito era di eleggere un nuovo monarca. La personalità che aveva le maggiori credenziali per diventare Re era l'Arciduca Carlo Stefano d'Asburgo-Teschen, le cui due figlie si erano sposate con aristocratici polacchi: i principi Olgierd Czartoryski e Hieronim Radziwiłł, che parlavano correntemente il polacco e che vivevano a Żywiec in Galizia. L'Arciduca era più che disposto ad accettare la corona, ma essendo parte della Casata Imperiale d'Austria, aveva bisogno del permesso del Capo della famiglia, l'Imperatore e Re Carlo I d'Austria, che acconsentì alla richiesta. Fu reistituita la lingua polacca in tutto il territorio del Regno del Congresso e le istituzioni politiche ed educative bandite dalla Russia nel 1830 e 1863 furono ricreate. Fu creato un esercito di supporto degli Imperi Centrali ( chiamato, in tedesco, Polnische Wehrmacht) per supportare lo sforzo bellico tedesco, anche se il reclutamento, data la situazione critica portata dal conflitto, non ottenne molti volontari: l'esercito contava infatti poco più di  5.000 uomini alla fine del periodo della Reggenza. Il Regno ottenne una sua moneta, chiamata Marka polska (Marco polacco) e fu redatta una costituzione, il 12 settembre 1917, che introdusse la monarchia, un parlamento bicamerale, nessuna responsabilità politica per i ministri.


L'Arciduca Carlo Stefano d'Asburgo-Teschen
 
Marco Polacco: banconota da 10 marchi del 1917. 
 



Molte "leggende nere" furono raccontate riguardo ai piani tedeschi nei confronti della Polonia e dei polacchi: tra queste vi è un fantomatico progetto di creazione di una regione che avrebbe potuto essere facilmente sfruttata e in cui allo stesso tempo avrebbe potuto operare la germanizzazione tramite la sottomissione del popolo polacco con il lavoro forzato. In realtà, tra le  principali ragioni che spinsero l'Impero Tedesco ad appoggiare la creazione (o meglio Restaurazione) del Regno di Polonia vi erano:

1) Ottenere un nuovo alleato per vincere la guerra;

2) Ottenere nuove risorse e vie commerciali in modo da tamponare le perdite recate dal blocco navale imposto dagli Alleati.

3) Frenare la "peste rossa" che dilagava dalla Russia

Certamente non si trattava di una pura opera assistenziale nei confronti dei polacchi ad opera dell'Impero Tedesco, ma nemmeno una tirannica occupazione. I polacchi si dimostrarono collaborativi e riconoscenti per la buona amministrazione apportata dagli imperiali; amministrazione superiore e assai più tollerata rispetto alla precedente russa. Anche i nazionalisti polacchi sembrarono tolleranti avendo ritrovato una sorta di "indipendenza nazionale".

Anche se i primi progetti riguardanti il Regno erano di collaborazione con l'Austria-Ungheria, a causa delle crescenti difficoltà causate dal protrarsi del conflitto essi passarono esclusivamente all'Impero Tedesco. L'appoggio all'economia polacca, la gestione delle sue risorse e dell'esercito erano di competenza  della Germania.
Nella mappa viene mostrata la striscia di frontiera polacca.


I confini del Regno di  Polonia subirono alcune mutazioni.  Gli ufficiali tedeschi chiesero una "Striscia di Frontiera Polacca", che avrebbe portato all'annessione di alcune parti dei territori polacchi che erano stati parte della Russia a seguito della Spartizione della Polonia. Alla fine del 1916 l'Impero Tedesco annesse circa 30.000 km² di territorio; queste terre erano popolate da tedeschi. Richieste di annessione furono proposte anche dalla minoranza tedesca nell'area di Łódź, che protestava per la decisione del 5 novembre e che chiedeva al governo tedesco di annettere la Polonia occidentale, insieme ovviamente alle aree popolate da tedeschi.

Il generale Hans Hartwig von Beseler


 Il Consiglio della Reggenza non riuscì mai a eleggere ufficialmente un sovrano, anche perché le sue iniziative erano spesso frenate dal Governatore Generale del Regno, il generale tedesco Hans Hartwig von Beseler. L'11 novembre 1918, dopo che la Rivoluzione aveva sovvertito l'Impero Tedesco e la guerra era terminata a favore degli Alleati, il Consiglio cedette i suoi poteri a Józef Piłsudski, sciogliendosi tre giorni dopo. I membri del Consiglio erano:
  • Aleksander Cardinal Kakowski, arcivescovo di Varsavia
  • Principe Zdzisław Lubomirski, proprietario terriero
  • Józef Ostrowski, proprietario terriero, ex deputato polacco alla Duma di San Pietroburgo.
Il buon Arciduca Carlo Stefano d'Asburgo-Teschen non regnò mai, e il suo Regno venne cancellato dai settari che avevano vinto la guerra e che avevano manovrato i mercenari della così detta "sollevazione della Grande Polonia" del 1918-19. Con la fine del Regno, per la Polonia iniziò un lungo travaglio istituzionale tra nazionalismo e comunismo.



Fonte:

Bogdan von Hutten-Czapski: Sechzig Jahre Politik und Gesellschaft. 2 Bände. Mittler, Berlin 1936.




Scritto dal Presidente e fondatore A.L.T.A. Amedeo Bellizzi

lunedì 20 maggio 2013

Intervista al Presidente e fondatore dell'A.L.T.A. dell'Organizacja Monarchistòw Polskich (legittimisti polacchi).




Logo dell'Organizacja Monarchistòw Polskich .
Il mese scorso siamo stati contattati dall'Organizacja Monarchistòw  Polskich (legittimisti polacchi) interessata a collaborare con Noi e  a fare un intervista al Presidente e fondatore dell'A.L.T.A. Amedeo Bellizzi. L'intervista è stata recentemente pubblicata sul loro sito internet.
 Qui di seguito riportiamo l'intervista in lingua italiana:



I. Si prega di descrivere a noi l'Associazione Legittimista Trono e Altare: la sua storia, attività, idee principali e soci.

 

L'Associazione legittimista Trono e Altare è un' associazione/movimento politico e cultuale, Monarchico legittimista , Tradizionalista e Cattolico, senza scopo di lucro, che non divulga soltanto la verità storica/sociale, ma punta a realizzare il suo scopo in maniera reale e concreta.

La decisione di fondare questa associazione nasce e matura nel tempo. Dal momento in cui mi avvicinai al revisionismo storico , alla ricerca della verità, alla fede Cattolica , e mentre il mio cammino politico diventava più deciso, feci una profonda riflessione riguardante le associazioni, comitati e movimenti  che da vent'anni a questa parte sono sorti un po' in tutta la Penisola italiana. A quel punto , approfondendo gli scopi di questa miriade di realtà, mi accorsi che nessuna, o almeno la maggior parte,  aveva idee politiche concrete; non abbracciavano una causa che andasse oltre la divulgazione della verità storica o del raggiungimento del mero indipendentismo. Inoltre, notai che tutte  queste realtà cozzavano tra di loro : specie se si trattava di un movimento fondato al Nord e uno al Sud : i primi denigrano con la solita retorica i secondi e successivamente i secondi attaccano ,  giustamente, i primi mettendoli di fronte alla realtà incontestabile.
Giunto alla conclusione che la semplice divulgazione senza presa di posizione è totalmente sterile, e da convinto legittimista, pensai che il modo migliore per migliorare davvero le cose era , ed è, quello della collaborazione tra le varie realtà unendole con la dottrina legittimista e con uno scopo concreto e comune. Quando fondai l'A.L.T.A  (il suo nome alla nascita non era questo) per prima cosa , per  prova, cominciai il tutto aprendo un gruppo su uno dei social network più conosciuti della rete, Facebook. Era il 14 Aprile 2011 e improvvisai chiamando il gruppo "Movimento per l'indipendenza degli Stati legittimi". Il nome in futuro cambiò un paio di volte prima di raggiungere la sua "forma" definitiva. Il nome che poi diventò quello ufficiale fu Associazione legittimista Trono e Altare  perché , per l'appunto, l'associazione  era nata per unire, attraverso credo e ideali , tutti i legittimisti della Penisola senza distinzioni dettate dalla longitudine o latitudine, dal Lombardo al Duo Siciliano , con lo scopo principale di collaborare per il bene comune: perché senza collaborazione , in questo ambito soprattutto , è una battaglia contro i mulini a vento.
 Io sono un giovane ragazzo e questo condizionò , nei primi periodi, parecchie persone che giudicavano la faccenda come una perdita di tempo giovanile, quasi nessuno pensava che la faccenda era seria semplicemente perché erano condizionate da fattori anagrafici e dal mio lavoro. Successivamente le cose sono cambiate ma ancora oggi qualcuno si fa erroneamente condizionare da le prima citate faccende .



Gli scopi principali dell'Associazione legittimista Trono e Altare , e le attività che promuove , sono:

 

1)Divulgazione delle verità storiche.

2)Riscoperta della nostra vera identità.

3)Comprendere realmente chi siamo e chi siamo stati.

4)Riscoprire e capire il funzionamento e i vantaggi sociali, economici, e culturali che caratterizzano la Monarchia Tradizionale.

5)Ritrovare l'identità Cristiana- Cattolica che per più di 1500 anni ci ha tenuti spiritualmente uniti.

6)Collaborare per il bene comune.

7)Divulgare la reale corruzione che divora la decadente società liberale, con le sue Repubbliche neo-giacobine e i loro massoni burattinai.

8)Fare luce sulla massoneria e su tutte le sue diaboliche opere passate, presenti, e future. Capire il suo reale intento e come essa agisce. Estirparla da ogni singolo strato della società, impedendogli di operare per il suo fine e cioè: la schiavitù e la sottomissione dell'uomo a colui che chiamano "Grande architetto dell'Universo", distruggendo tutto ciò che c'è di buono e giusto.

9)Far comprendere che la volontà dell'uomo, se ben usata, può cambiare il corso degli eventi in maniera positiva, rimediando anche agli errori del passato per creare un futuro migliore per l'intera società.

10)Divulgare il pensiero "Confederalista/Municipalista" , facendo comprendere gli enormi vantaggi che, un "unità" Confederale può portare rispetto ad un governo unitario, centrale e povero di autonomie, sia a livello amministrativo che economico.

11)Far conoscere e comprendere nella sua interezza la dottrina legittimista, divulgandone la storia e il pensiero, mostrandone le enormi virtù che in essa sono rappresentate.


12)Far comprendere il grande inganno chiamato "Democrazia", divulgandone i principali errori e soprattutto spiegando il motivo per cui essa non può essere applicata all'interno di una società civilizzata, e come essa sia una "favoletta" vecchia di millenni.

13)Far comprendere la falsità e la quasi totale inutilità per il popolo della Costituzione classica che ci hanno ormai rifilato dal 1789 ad oggi.

14)Divulgare ciò che è oggettivamente buono e ciò che è oggettivamente cattivo, insegnando che la verità è una sola, ed essa non è un punto di vista.

15)Far capire che non serve a nulla piangersi addosso rimpiangendo ciò che fu, ma bisogna fare di ciò che realmente fu un prezioso elemento ed esempio per migliorare un mondo corrotto dalle menzogne.

16)Divulgare l'importanza del tradizionalismo il quale dev'essere mantenuto intatto, come nella  religione Cristiana-Cattolica, impedendo che il "cancro" modernista filo-Protestante la corrompa irrimediabilmente.

17)Difendere le tradizioni di ogni singolo popolo, che esso sia del Nord o del Sud , collaborando in pace pur mantenendo da entrambe le parti piena autonomia della propria terra e identità.

18)Far capire cos'è la vera libertà, e qual è la falsa libertà.

19)Far comprendere con esattezza come funziona e come si presenta una società di stampo tradizionale, con i suoi pregi da applicare, comparandola con l'inorganicità di una società che promette libertà ma che in realtà rende schiavi.

20)Divulgare la saggezza di chi in passato a saputo opporsi al vero dispotismo senza accomodamenti ne compromessi, ricordando che ci fu un tempo in cui anche il più umile dei contadini sapeva vedere più lontano dei dotti.

21)Ottenere risultati concreti utili a migliorare il nostro presente e futuro, e il futuro delle generazioni che verranno.

 

 

Ovviamente nel tempo si è aggiunto un nuovo scopo tra quelli che l’Associazione legittimista Trono e Altare persegue ; la collaborazione non si limita più alla sola Penisola italiana ma si è allargata all’Europa ( Carlisti, Giacobiti, ecc…).

 

I membri dell’A.L.T.A. provengono da diverse zone. La stragrande maggioranza risiede nelle Due Sicilie ; un’altra buona parte è distribuita nella zona del Lombardo-Veneto. Altri membri risiedono in  Toscana, nel parmense e  nel modenese: una parte minoritaria è distribuita tra Lazio, Marche, Umbria, e Romagna. L’età degli associati è variabile e si aggira tra i 18 e i 50 anni.

 

II. Qual è la condizione del movimento legittimista nell'Italia moderna? E 'in qualche modo riconosciuto dai moderni italiani, è  parte della vita politica?

 

Al momento della fondazione dell’A.L.T.A. il legittimismo in Italia era in una fase di “criogenesi”: le ultime vestigia si limitavano alla divulgazione tramite articoli , senza esporre manifestatamente il pensiero legittimista, oppure tramite iniziative strettamente campanilistiche come nel caso del veronese.

In Italia , al momento della fondazione dell’A.L.T.A. , non esisteva più un movimento legittimista esplicitamente politico da quasi un secolo: il XX secolo , con i suoi orrori ed errori , aveva lobotomizzato quei popoli d’Italia che si ritrovarono privati della memoria storica e dell’orgoglio millenario.

Parliamoci chiaro , gli “Italiani” non esistono ma esistono i Popoli d’Italia. Il termine “italiano” è un termine assai generico come lo è quello di “europeo”. Comunque, i così detti “italiani moderni” tendono a rinnegare tutto ciò che rappresenta l’opposto dell’anarchia liberale nella quale sono stati educati e cresciuti. Fortunatamente , esistono quegli “italiani” che , resisi conto della tragica situazione odierna, hanno compreso la retta via e che si accostano con entusiasmo al legittimismo.

In politica non è accettato per una semplice ragione: il sistema settario non vuole in nessun modo che un ideale totalmente opposto al loro , e che ha sempre rappresentato l’avversario più temuto, prenda piede in politica e nella società.

In Italia , gli unici “monarchici” tollerati sono quelli di matrice Rivoluzionaria/liberale; quelli che sostengono l’unità d’Italia ( Regno d’Italia) e Casa Savoia : una parte della massoneria italiana (Grande Oriente d’Italia) appoggia Casa Savoia e il nefasto Regno d’Italia.

Il legittimismo risorto dalle ceneri sta però prendendo terreno.

 

III. Alcune delle organizzazioni monarchiche nell'Europa di oggi non sono politicamente determinate e impegnate - preferiscono concentrarsi solo sulla storia, genealogia e araldica. Sembra che (per esempio) i  giacobiti inglesi e alcune associazioni della Germania hanno preso questa strada. Ma sulla tua pagina possiamo vedere che voi promuovete apertamente e seriamente  certe vedute di estrema destra, reazionarie. Potrebbe commentare questo in qualche modo? Pensi che applicare ndo il legittimismo solo in una specie di innocua società storica è uno spreco di potenziale?

 

Se il legittimismo si limita nelle sue azioni al pari di una semplice società storica perde gran parte della sua essenza , tende a far passare ancora di più il legittimismo come una cosa “passata” e non più “attuabile” : cosa che non è!.

Le persone non hanno bisogno di sole storie ma hanno bisogno anche di fatti, di progetti concreti. Molti sono coloro che , dopo una conferenza tenuta da uno dei tanti gruppi revisionisti  torna a casa come se non fosse successo nulla.
Il divulgare la verità storica deve essere esplicitamente utilizzato per rieducare e spingere le persone alla Reazione.

Sono pienamente consapevole che nell’Europa odierna questa battaglia non sia facile ma non è nemmeno impossibile. Se non tentiamo non cambierà mai nulla! Se non troviamo il coraggio di perorare la causa fino in fondo sarà solo tempo sprecato! Il tempo delle chiacchiere è finito!
Il “moderatismo” ha portato soltanto al declino non solo in campo politico ma anche in campo religioso (Concilio Vaticano II).
Secondo il mio punto di vista, un esempio da prendere  a modello è il Carlismo che sempre ha dimostrato coerenza e grandezza.

 

 

IV. Si prega di descriverci le relazioni tra l'organizzazione (o altri legittimisti d'Italia) e i pretendenti legittimisti (sovrani).
 

Noi dell’A.L.T.A. siamo in contatto diretto con altri movimenti filo-legittimisti italiani come il “Circolo del Regno Lombardo Veneto” il quale è in contatto con la famiglia Imperiale degli Asburgo-Lorena. Siamo in contatto anche con Carlo di Borbone delle Due Sicilie tramite i Neoborbonici, e con Sisto Enrico di Borbone-Parma attraverso la CTC (Comunione Tradizionalista Carlista).
Stiamo allacciando contatti con le segreterie dei pretendenti al Trono del  Granducato di Toscana , del Ducato di Parma e il Ducato di Modena.

Purtroppo, fatta eccezione per Sisto Enrico di Borbone-Parma, tutti i pretendenti sembrano essersi imborghesiti e accomodati a tal punto da non volersi mettere in gioco in modo diretto.
Penso che quando Restaurazione sarà , altre Casate nasceranno dando inizio a nuove e grandi dinastie come un tempo successe agli Asburgo e ai Borbone.

 

V. Spesso si legge sui giornali che c'è un conflitto o di animosità tra italiani del Sud e italiani del Nord. Cosa ne pensi di questo problema? Voglio dire, non vi è alcun tipo di cooperazione tra, ad esempio, legittimisti di Napoli e quelli di Parma o Modena? O forse anche del Piemonte ...?

 

Come ho detto in precedenza , l’A.L.T.A. è nata per unire, attraverso credo e ideali , tutti i legittimisti della Penisola senza distinzioni dettate dalla longitudine o latitudine, dal Lombardo al Duo Siciliano , con lo scopo principale di collaborare per il bene comune. Le divisioni dettate dalla locazione della nostra Patria non deve minare una possibile e, indispensabile,  fruttuosa collaborazione.

L’Associazione legittimista Trono e Altare ha determinato l’inizio della collaborazione tra abitanti del Nord, del Centro , e del Sud della Penisola italiana.

 

 VI. Cosa pensano i legittimisti in Italia  del fascismo e dei movimenti post-fascista  nazional-rivoluzionario che sono emersi dopo la seconda guerra mondiale (MSI, Nuclei Armati Rivoluzionari, Ordine Nuovo o - al giorno d'oggi - Casa Pound)? Che cosa pensano del tuo movimento? E qual era la posizione del legittimismo durante gli anni di piombo?
 

Il legittimista vero, in quanto tale, non vede di buon occhio movimenti che esprimono ideali figli della Rivoluzione sovversiva mischiandoli con il sacro. Il Fascismo , e tutte le sue diramazioni, sono figlie dirette della Rivoluzione e in quanto tali sono contrarie al legittimismo e alla sua dottrina.  Di conseguenza , questi pseudo-conservatori, ci considerano “anacronistici” nello stesso momento in cui loro si rifanno ad un’ideologia malata che esalta il nazionalismo imperialista e che ha dimostrato di essere sbagliata e di conseguenza realmente anacronistica.

Durante gli “anni di piombo” , come si può capire da ciò che ho precedentemente detto, il legittimismo era in uno stato di “sospensione” : i pochi che ancora ne portavano i sacri principi erano maggiormente emarginati rispetto ad oggi.

 

VII. Liberali, socialisti e democratici spesso affermano che quasi ogni vecchia monarchia in Italia è stata (poco prima del Risorgimento) corrotta, arretrata, stantia e ingiusta - soprattutto nell'Italia meridionale (Regno delle Due Sicilie, Stato Pontifico). Allora, qual è la verità?

 

La verità , in verità , è che ciò non è assolutamente vero! Per esempio, lo Stato Pontificio era uno Stato senza poveri perché , essendoci sul suo territorio una miriade di congregazioni religiose le quali possedevano terreni coltivabili che il contadino più povero aveva la possibilità di utilizzare per sfamare la propria famiglia il tasso di miseria era praticamente nullo.

Il Regno delle Due Sicilie era la 3° potenza navale del mondo ( dopo Inghilterra e Francia) , possedeva il più alto numero di industrie di tutti gli altri Stati italiani messi insieme. La povertà era a livelli minimi e le tasse erano le più basse d’Europa mentre il lavoro abbondava a tal punto che gente da tutta Europa emigrava nel Regno per lavoro, tutto grazie al saggio governo dei Borbone delle Due Sicilie.

La leggenda nera sullo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie è frutto della propaganda liberale anticlericale e che venne diffusa dal governo Inglese.

L’unico Stato ridotto in miseria era il Regno di Sardegna dove il governo liberale del Cavour e del Savoia avevano ridotto il popolo alla fame.

 

VIII. Qui in Polonia  vi era una lunga tradizione  pre-modernamonarchia decentrata con una forte posizione della nobiltà. Qualcosa di simile c'è nella dottrina carlista spagnola - che addirittura afferma che se il re risultasse un tiranno può essere rovesciato. Ma in alcuni paesi le cose sono diverse - Francia, Russia e Prussia svilupparono nei secoli XVII-XVIII l'assolutismo, burocratico e centralizzatore . Che cosa si potrebbe dire delle legittime monarchie in Italia in questo contesto? Qual è la tua opinione riguardo l'assolutismo?

 

Nel Carlismo il Sovrano perde la sua legittimità quando calpesta le differenze e le Tradizioni che si trovano nei suoi domini: così come avviene nella dottrina legittimista. La decentralizzazione dello Stato è necessaria perché ogni popolo è diverso e di conseguenza ha necessità differenti che il Sovrano deve rispettare e mantenere. La Monarchia Assoluta è una degenerazione della vera Monarchia , la Monarchia Tradizionale nata nel periodo Medievale. L’Assolutismo , anche se migliore di altre forme di monarchia “moderna”, tende a centralizzare lo Stato, a omologare tutti i popoli soffocandone l’autonomia e le Tradizioni: un esempio di Monarchia Tradizionale per eccellenza è stata quella degli Asburgo di Spagna estintisi nel 1700 con Carlo II .
Noi siamo promulgatori della Monarchia Tradizionale  che rappresenta l’unica vera Monarchia ; la quale deve essere legittimata sia per via di sangue che, cosa ancora più importante,  istituzionalmente (legittimità d’esercizio).

In Italia Noi siamo gli unici a perseguire in modo genuino e coerente l’ideale di Monarchia Tradizionale.

 

IX. Si prega di raccontarci il fenomeno del sanfedismo all'inizio del XIX secolo e del Brigantaggio dopo il Risorgimento. Molte persone pensano  che  in entrambi i movimenti, in molti casi,  (e soprattutto il Brigantaggio), fossero solo delle forme di banditismo e di rapina, che utilizzavano simboli monarchici per giustificare i crimini. Ma qual era la verità?

 

Il così detto fenomeno del  “brigantaggio” , che ebbe il suo apice tra il 1861 ed il 1870, mostra una miriade di realtà , realtà che mutarono mano a mano che il tempo passava : All’inizio erano in prevalenza le bande armate di legittimisti ; dopo il 1865 queste diminuirono ma non scomparvero del tutto per far posto a bande che combattevano anche solo per sfuggire al governo sabaudo che aveva gettato il popolo nella miseria più nera . In mezzo ai patrioti delle Due Sicilie vi erano anche dei veri briganti ma ciò accade spesso durante una guerra ( e comunque rappresentavano una minima e insignificante parte).  Ecco qual è la verità.

 

 

X. La nostra organizzazione sostiene con forza le idee di libero mercato di scuola austriaca, a volte simile al libertarismo. Quali sono le vostre opinioni su economia, tasse, welfare ecc? Supportate anche le idee di libero  mercato o forse preferite idee come corporazionismo , distributismo, feudalesimo?
 

 

Questa domanda dovrebbe essere applicata ad uno specifico contesto: se parliamo di mercato con altri Stati noi siamo d’accordo ad un liberismo severamente controllato nel quale si esaltano le produzioni realizzate all’interno dei confini del proprio Stato cercando di raggiungere l’autosufficienza su diversi campi. Noi ci rifacciamo all’economia a seconda del territorio interessato: per esempio , nelle Due Sicilie l’economia migliore sarà nettamente diversa rispetto a quella del Piemonte o della Lombardia.

Le tasse, ovviamente,  devono essere mantenute sempre al minimo; e questo avviene se l’economia dello Stato è correttamente gestita secondo le sue caratteristiche.

 

 

XI. Qual è il tuo atteggiamento verso lo stato italiano ? Pensi che i legittimisti devono essere in alcun modo fedeli a questo stato? Siete favorevoli a tendenze separatiste?

 

In sintesi lo Stato italiano è illegittimo per tre ragioni principali:

 

1)      È nato in seguito ad una serie di usurpazioni territoriali di Stati legittimi e secolari tra il 1859 ed il 1918 .

2)      È nato in seguito ad una guerra contro i Popoli della Penisola italiana e contro la Chiesa Cattolica.

3)      È una creazione liberal-settaria la cui realizzazione è stata possibile grazie all’intervento militare e finanziario delle potenze liberali e massoniche quali Inghilterra e Francia.

 

Il legittimista , in quanto tale, non deve in alcun modo avere a che fare con la politica corrotta di uno Stato illegittimo come quello italiano: astensione dal voto e reazione politica esterna al sistema (una sorta di “Non expedit”). In definitiva, un legittimista non deve prestare fedeltà ad un abominio istituzionale.

Noi non siamo separatisti ma “Confederalisti”; ciò vuol dire che Noi , per quanto riguarda l’Italia, abbiamo un progetto che prevede la Restaurazione degli Stati legittimi italiani (Lombardo-Veneto, Granducato di Toscana, ecc.)  e la formazione di una Confederazione Italiana (nel nostro blog è pubblicato il progetto di Confederazione Italiana).  


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Per accedere all'intervista sul sito dell'Organizacja Monarchistòw Polskich  cliccare sul link sottostante:
 
 
 
 
 
 
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Di:
 
Redazione A.L.T.A.

giovedì 25 aprile 2013

Stanislao II Augusto Poniatowski : l'ultimo Re di Polonia

File:Royal Monogram of King Stanislaus II Augustus of Poland.svg
Monogramma Reale di Stanislao II Augusto Poniatowski
 



Primi anni:
Stanislao II
Stanislao II di Polonia
in un ritratto di
Marcello Bacciarelli
Stanislao II Augusto Poniatowski (Voŭčyn, 17 gennaio 1732San Pietroburgo, 12 febbraio 1798) nacque nel villaggio di Wołczyn, in Bielorussia. All'età di vent'anni, nel 1752, come deputato alla Dieta (Camera dei deputati della Polonia), Poniatowski aveva già attratto l'attenzione nazionale su di sé grazie alla sua spiccata oratoria. Per proseguire nella propria carriera, ad ogni modo, si appoggiò al proprio zio, appartenente alla potente famiglia degli Czartoryski, che nel 1755 lo inviò a San Pietroburgo, in Russia, assieme all'ambasciatore inglese Sir Charles Hanbury-Williams. Qui, attraverso l'influenza del Cancelliere russo Aleksej Petrovič Bestužev-Rjumin, ottenne l'accreditazione come ambasciatore della corte russa in Sassonia. Per merito di Hanbury-Williams entrò in contatto con la Granduchessa Caterina, che, famosa per il suo atteggiamento di insaziabile cacciatrice di uomini,  era irresistibilmente attratta dal giovane nobile polacco, preferendolo a tutti i suoi amanti. Divenne stolnik litewski nel 1755 e successivamente starost przemyski.





Ascesa al trono

Elezione di
Stanislao Augusto Poniatowski
(dettaglio), Bernardo Belotto.
Dopo il colpo di stato perpetrato in Polonia dalla famiglia Czartoryski — supportato dalle truppe russe per volere di Caterina II  — il 7 settembre 1764, Poniatowski venne eletto Re della Confederazione Polacco-Lituana. L'incoronazione avvenne a Varsavia il 25 novembre 1764. La famiglia Czartoryski avrebbe preferito l'altro nipote, il Principe Adam Kazimierz Czartoryski, il quale però aveva rifiutato l'incarico.
Stanislao Augusto - come si definì egli stesso - o "Ciołek", come venne chiamato dai contemporanei controllava quindi all'epoca tutti i paesi confinanti con la Russia e si apprestava ad esserne un potente alleato. Egli inaugurò inoltre molti cambiamenti economici, supportando anche le armate russe nella guerra della Confederazione di Bar, tra il 1768 ed il 1772.








 
 
 
Le spartizioni del regno



Stanisław August Poniatowski
di Giovanni Battista Lampi, dopo il 1788.
Il 22 ottobre 1770, la Confederazione di Bar lo proclamò detronizzato. Poniatowski venne presto imprigionato dopo essere stato rapito nel 1771 ed estradato da Varsavia.
Dapprima si oppose alla Prima spartizione della Polonia (1772), quando venne privato di ogni diritto senza potersi opporre e venne costretto a rimettersi nelle mani dell'ambasciatore di Russia, il tedesco Otto Magnus von Stackelberg.
Nel 1791 venne adottata una nuova costituzione nazionale, la cosiddetta Costituzione del 3 Maggio, alla cui stesura il sovrano collaborò attivamente riunendo attorno a sé il "meglio" dell'élite culturale illuminista polacca del tempo. Poco dopo venne fondata la Confederazione di Targowica che riunì i nobili polacchi nel tentativo di rovesciare la costituzione. I confederati si allinearono con Caterina II di Russia e le armate russe invasero la Polonia, iniziando la Guerra Russo-Polacca. Dopo una serie di battaglie, Poniatowski, su consiglio di Hugo Kołłątaj ed altri, aderì alla confederazione. Questo modificò l'assetto della reazione polacca, guidata ora da Tadeusz Kosciuszko e dal nipote stesso del Re, Jozef Poniatowski. Alla fine del conflitto la Polonia venne smembrata nuovamente.

 

Riforme e politica



File:Krafft Stanislaus Augustus.jpg
Stanislao II Augusto Poniatowski
Il Re Stanislao Augusto rimase una figura controversa dopo questi atti. Venne accusato da molti di puntare all'assolutismo, nel tentativo di rovesciare l'influenza della chiesa cattolica nel paese; secondo altri fu invece debole e succube degli eventi che contraddistinsero la sua epoca ed il suo paese. Ad ogni modo, egli si dedicò maggiormente alla cultura ed all'educazione, fondando ad esempio una Scuola di Cavalleria per la formazione dei cadetti, che funzionò stabilmente dal 1765 al 1794 e che ebbe tra i propri alunni Tadeusz Kościuszko; fondò la Commissione d'Educazione Nazionale (1773), il primo ministero dell'educazione al mondo in ordine cronologico. Nel 1765 aiutò la fondazione del Monitore, un periodico dell'illuminismo polacco e lo sviluppo del teatro nazionale. Sotto l'aspetto industriale supportò lo sviluppo delle manifatture e il lavoro in miniera. Egli rimodellò il Castello Reale di Varsavia in forme barocche aggiungendovi un parco di gusto romantico. Creò una grande collezione numismatica, una galleria d'arte e una sala delle stampe.




Gli ultimi anni



Dopo la terza spartizione della Polonia, Stanislao Augusto venne costretto ad abdicare (25 novembre 1795) ed a rifugiarsi a San Pietroburgo. Qui, malgrado fosse "virtualmente" prigioniero, percepiva una pensione annua concessagli da Caterina II la Grande, riuscendo comunque a morire indebitato. Venne sepolto nella Chiesa Cattolica di Santa Caterina a San Pietroburgo. Nel 1938 le sue spoglie vennero trasferite nella chiesa di Wołczyn, suo luogo di nascita, e nel 1995 alla Cattedrale di San Giovanni di Varsavia.


File:Death of Stanisław August Poniatowski.PNG
Stanislao II Augusto Poniatowski  sul letto di morte
 



File:Coat of Arms of Stanisław August Poniatowski with colland of Order of White Eagle.PNG
Stemma di
Stanislao II Augusto Poniatowski

La discendenza


Nel 1783/1784 sposò morganaticamente l'amante Elżbieta Szydłowska (1748-1810), il cui primo marito era stato Jan Jerzy Grabowski che fu general inspektor wojsk litewskich, e che le aveva lasciato un solo figlio, nato prima del matrimonio, il conte Stanisław Konopnicy-Grabowski (1780-Dresda, 1845), che sposò dapprima Cecylia Dembowska (19 dicembre 1787-17 gennaio 1821), e in seconde nozze, l'8 maggio 1822 la contessa Julia Zabiello; lasciò discendenza nei Conti Konopnicy-Grabowski. Agendo in questo senso, Poniatowski si augurava di aumentare la propria autorità.














Fonte:

Wikipedia

  • Otto Forst De Battaglia, Stanisław August Poniatowski und der Ausgang des alten Polenstaates, Berlin, 1927 (trad. it. Poniatowski, l'ultimo re di Polonia, Milano, 1930, trad. di Mario Benzi)
  • Alberto Macchi, Irene Parenti, pittrice e poetessa fiorentina vissuta nella seconda metà del XVIII secolo: atto unico teatrale fra realtà e ipotesi, Aetas, Roma 2006 (Note)

  • Scritto da:

    Redazione A.L.T.A.