Giacomo II Stuart (Londra, 14 ottobre 1633 – Saint-Germain-en-Laye, 16 settembre 1701) re legittimo d'Inghilterra, Scozia, Irlanda e re titolare di Francia dal 1685 al 1701. Fu l'ultimo monarca cattolico a regnare sui tre regni britannici, illegittimamente spodestato da una congiura Protestante l'11 dicembre 1688. Come re di Scozia è conosciuto con il nome di Giacomo VII.
Con la temporanea caduta della monarchia ad opera dei settari calvinisti di Cromwell (1649-1660) pure cessò in terra inglese, se pur momentaneamente, la cerimonia delle scrofole. Lo spirito protestante infatti non poteva che veder di malocchio la sopravvivenza d’un rito marcatamente ‘papista’ e cattolico.
Gli Stuart, d’altra parte, una volta reinsediati sul trono (1660) edotti dalla severa lezione della guerra civile, compresero che il più saldo appoggio e sostegno della monarchia restaurata era il ritorno alla religione cattolica. L’eresia protestante infatti aveva dimostrato a sufficienza, nella sua sanguinaria versione puritana, l’odio antimonarchico.
Se infatti la nuova dottrina eterodossa postulava l’inutilità della mediazione della Chiesa docente in ordine alla retta pratica cristiana, a maggior ragione, inutile e nociva era pure la mediazione politico-sociale rappresentata dall’istituto monarchico nell’ordine temporale. Ci si era sbarazzati dell’autorità spirituale, forse, per sottomettere la religione - ragionavano coerentemente i fautori di Calvino - ad un potere terreno, ad una Chiesa di Stato?
Gli Stuart compresero la gravità della situazione, e, prima timidamente, poi con maggior convinzione, improntarono la loro politica religiosa al ritorno in seno alla Chiesa romana.
Era noto che Carlo I I era morto ‘papista’. Suo fratello e successore, Giacomo I I (1685- 1688; + 1701) s’era convertito al cattolicesimo romano prima della salita al trono. Era il primo sovrano cattolico inglese dai tempi di Maria Tudor (1553-1558).
Il rito inglese delle scrofole rientrò così nel suo alveo naturale. Giacomo non mancò al suo dovere di guaritore. Dal marzo al dicembre 1685 toccò 4442 scrofolosi.
Il 28 e il 30 agosto 1687, nel coro della cattedrale di Chester, gli s’accostarono rispettivamente 350 e 450 ammalati189. Dal 1686 il clero cattolico, anziché quello anglicano, lo assisteva nel rito. Il messale cattolico in latino dei tempi di Enrico VI I (+1509) venne ristampato.
Giacomo pensava addirittura di resuscitare la cerimonia di benedizione dei cramp-rings, quando la reazione protestante guidata da Guglielmo d’Orange, marito di Maria Stuart, figlia anglicana di primo letto del sovrano, lo costrinse all’esilio (Gloriosa Rivoluzione, 1688).
L’usurpatore, calvinista convinto, non volle saperne di toccare le scrofole. Un articolo di cronaca della “Gazette de France” datato 28 aprile 1689 riferiva:
“Il 7 di questo mese il principe d’Orange ha desinato presso Mylord Newport. Quel giorno, secondo l’usanza ordinaria, egli avrebbe dovuto compiere la cerimonia del tocco dei malati e lavare i piedi a molti poveri. Ma egli dichiarò che credeva che queste cerimonie non era esenti da superstizione; e diede solamente ordine che venissero distribuite le elemosine ai poveri secondo l’usanza”.
Guglielmo era salito al trono, dopo la breve guerra civile, chiamatovi dalla fazione calvinista, che mal tollerava, dopo la nascita a Giacomo di un erede cattolico, che l’Inghilterra fosse governata da una dinastia ‘papista’. Lo Stuart aveva infatti sposato nel 1673, dopo la morte della prima moglie anglicana, che gli aveva dato due figlie, pure educate nella religione protestante (Maria ed Anna), la duchessa Maria Beatrice d’Este (1658-1718), da cui aveva avuto Giacomo I I I , detto il Gran Pretendente.
Dopo la morte di Gugliemo I I I (1688- 1701), salì al trono inglese Anna Stuart (1702- 1714), figlia protestante di Giacomo I I . Anna ripristinò il tocco reale nel marzo-aprile 1703, seppure con una cerimonia ancor più semplificata rispetto al passato: i malati passavano davanti al sovrano una sola volta, ricevendo immediatamente dopo il tocco la medaglia che ricordava l’evento191. Il 12 aprile 1714, pochi mesi prima di morire, la regina toccò gli scrofolosi per l’ultima volta. Fu anche l’ultima
volta che la cerimonia ebbe luogo nell’isola.
La cricca protestante che dominava la Corte, ottenne che il fratellastro cattolico di Anna Stuart, che viveva in esilio sul continente, Giacomo I I I , il Gran Pretendente, fosse escluso dalla successione. Venne chiamato a regnare sull’Inghilterra un lontano cugino degli Stuart, Giorgio I (1714- 1727), principe elettorale dell’Hannover, pure protestante. Egli non toccò mai le scrofole.
Giacomo I I tuttavia continuò a compiere il rito guaritore nel suo esilio francese, a Parigi e Saint-Germain, ove morì nel 1701193. Suo figlio Giacomo I I I (1688-1766) fece lo stesso. Gli Stuart cattolici, infatti, si consideravano i legittimi sovrani della Gran Bretagna, e, come tali, non mancarono al loro officio di Re guaritori. Giacomo III toccò i malati a Parigi, Avignone, Bagni di Lucca e Roma.
I sudditi inglesi intraprendevano lunghi viaggi per raggiungere i loro sovrani spodestati, ma ancora dotati del singolare privilegio taumaturgico. Nel 1716 il Gran Pretendente sbarcò in Scozia per tentare la riconquista del trono. Vi tentò di nuovo nel 1745 Carlo Edoardo il Giovane Pretendente (1720- 1788), figlio di Giacomo I I I , ma dopo promettenti inizi, dovette ritornare nel suo esilio italiano.
Succeduto al padre, Carlo Edoardo proseguì ad accogliere gli scrofolosi. Toccò a Firenze, Pisa ed Albano nel 1770 e nel 1786. Alla sua morte, non avendo avuto figli, gli successe il fratello minore Enrico IX (1725- 1807) Vescovo di Tuscolo e Cardinale di York, che non dimenticò il celebre rito e lo praticò a Roma fino alla morte avvenuta nel 1807. Con lui s’estinse la casata reale degli Stuart e cessò definitivamente il tocco guaritore operato da principi inglesi.
La fine del tocco nel Regno d’Inghilterra era in certo senso strettamente connesso alla concezione politica rivoluzionaria che vi prese piede. Nota giustamente Marc Bloch:
“La Gran Bretagna dovette il consolidamento del suo regime parlamentare, all’avvento, nel 1714, di un principe straniero, che non poteva appoggiarsi né al diritto divino né su alcuna popolarità personale. Gli dovette anche, certamente, d’aver eliminato, più presto che in Francia, l’elemento soprannaturale dalla politica mediante la soppressione del vecchio rito, nel quale s’esprimeva così perfettamente la regalità sacra dei vecchi tempi”.