martedì 19 giugno 2012

REGALIA: UN VIAGGIO FRA SIMBOLI, OGGETTI, FEDE. (II parte)

LA CORONA FERREA
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La Corona Ferrea o Corona del Ferro è l’antica e preziosa corona che venne usata dall’Alto Medioevo fino al XIX secolo per l’incoronazione dei Re d’Italia prima, e del Regno Lombardo Veneto da ultimo. Per lungo tempo, gli imperatori del Sacro Romano Impero ricevettero anche questa incoronazione, con la più sacra e venerabile Corona esistente al mondo, perché forgiata con uno dei tre Chiodi che trafissero Cristo Crocifisso.
Rinvenuti da S. Elena durante le sue ricerche archeologiche gerosolimitane, i Chiodi entrarono a far parte dei Regalia imperiali di Costantino essendovi dunque impiegati materialmente nella loro fabbricazione. Come testimoniano alcune monete, la Corona era ben più complessa, e sovrastata da due archetti di ferro (ottenuti con l’impiego di un Chiodo Sacro), e forgiata in modo da poter essere eventualmente indossata anche sopra un elmo.
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(L’Imperatore Costantino calza l’elmo coronato con la corona ferrea, allora sovrastata degli archetti di ferro)

Oggi il prezioso cimelio è in lega di argento e oro all’80% circa, ed è attualmente composto di sei placche legate fra loro da cerniere verticali; ha il diametro di cm 15 e l’altezza di cm 5,5; il peso è di 535 grammi.
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(una delle placche della Corona ferrea)
È adornata di ventisei rose d’oro a sbalzo, ventidue gemme di vari colori e ventiquattro placchette floreali a smalto cloisonné. Le gemme rosse sono granati, viola sono ametiste, il corindone è blu scuro. Altre decorazioni sono in pasta vitrea.
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(le placche della Corona ferrea oggi, senza quelle mancanti, fra cui la centrale; cf. elmo di Costantino)
Secondo l’accurata e autorevolissima ricostruzione di Valeriana Maspero (Ospite a un nostro Convegno di Studi), in origine le placche d’oro avevano soltanto la gemma centrale, come si vede in alcune monete che ritraggono Costantino con il suo elmo in testa. Le lastrine colorate con le altre pietre furono aggiunte presumibilmente da Teodorico, il quale fece rimontare il diadema su un altro elmo, in sostituzione di quello trattenuto dai bizantini. Carlo Magno fece poi sostituire alcune delle lastrine che si erano rovinate.
La lamina circolare che tradizionalmente si identifica con il Sacro Chiodo (è in realtà una lamina d’argento) corre lungo la faccia interna delle sei placche.
Le due placche mancanti furono probabilmente rubate mentre la corona era in pegno agli Umiliati, che la conservavano nel loro convento di Sant’Agata (nell’attuale piazza Carrobiolo a Monza).
L’aspetto della corona successivo al restauro di Carlo Magno è testimoniato dai documenti dell’incoronazione di Federico Barbarossa: essa non era più montata su un elmo, ma portava ancora i due archetti di ferro sulla sommità (alcune fonti ne mostrano uno): archetti realizzato col Sacro Chiodo della Crocifissione.
(Incoronazione del Barbarossa con la Corona ferrea)
(Sigismondo del Lussemburgo con i paramenti da Sacro Romano Imperatore e la Corona ferrea, illustrata da Dürer ancora con gli archetti)
Aveva dunque ancora la dimensione adatta ad essere portata sulla testa; mentre documenti successivi al XIV secolo infatti la descrivono come “piccola”. Effettivamente, così come si presenta oggi, la Corona è troppo piccola per cingere la testa di un uomo: questo confermerebbe perciò come in origine fosse composta di otto placche invece che sei. Quel che è certo, è che nel 1345 essa fu affidata per un secondo restauro all’orafo Antellotto Bracciforte, il quale le diede l’aspetto attuale.
Quale fu la sorte degli archetti di ferro? non è dato saperlo. Certamente, la Corona ferrea conserva ancora abbondanti tracce del ferro degli archetti nei fori dove gli stessi erano fissati: per questo la possiamo ancora definire Reliquia della Passione di Cristo, oltre che della Testimone della Storia: fu posta sul capo di Imperatori, profanata dall’usurpatore Bonaparte e bramata dagli invasori Savoia (che pare vagheggiassero una effettiva incoronazione): ultimo a cingerla ritualmente e materialmente, fu il Capo del Re legittimo, Ferdinando I d’Asburgo, Re del Lombardo Veneto (per l’occasione, data la dimensione ridotta, dovette essere realizzata una speciale acconciatura per reggere la Corona).
(l’usurpatore Bonaparte, con la Corona ferrea)
(Il Re legittimo, Ferdinando I, con la Corona ferrea e i Regalia del Lombardo Veneto:in realtà la Corona fu posta sopra una particolare acconciatura per reggerla, considerate le sue ridotte dimensioni)
La Corona Ferrea, reliquia della Passione, testimone della Storia, prima versione sacrale e simbolica della Corona del Cristo e del trionfo secolare e terreno del Risorto come massimo simbolo dell’Autorità Imperiale, è oggi custodita e venerata nel Duomo di Monza.
A essa, recentemente, si ispirerà la massima onorificenza del Regno del Lombardo Veneto; da sempre, ad essa si ispirerarnno le altre Corone di spettanza alla Casa d’Asburgo: successivamente , tratteremo di quella di Santo Stefano.