Filippo Howard
Londra, Inghilterra, 1557 - 1595
Filippo Howard, primogenito del quarto duca di Norfolk, dunque rampollo della più importante famiglia aristocratica d’Inghilterra, nacque a Londra nel 1557. Dopo l’ascesa al trono della regina Elisabetta I la famiglia Howard fu costretta ad abiurare la fede cattolica per aderire al nascente anglicanesimo. In tale contesto fu dunque cresciuto Filippo, affidato al tutore Giovanni Knox. La sua famiglia cadde però in disgrazia quando il duca suo padre fu giustiziato per tradimento, coinvolto in un complotto volto a deporre la regina.
Il giovanissimo Filippo divenne pupillo di lord Burghley, primo ministro del regno, e nel 1576 conseguì a Cambridge la laurea in Lettere. Fu allora introdotto a corte, ove divenne uno dei prediletti dalla regina, ottenendo quattro anni dopo il titolo di conte di Arundel. Si creò quindi una certa reputazione conducendo una vita sociale assai sregolata, ma ciò non si rivelò che un lento cammino verso una svolta radicale nella sua esistenza. Appena dodicenne fu combinato il suo matrimonio con Anna, figlia di lord Tommaso Dacre, ma egli per lunghi anni la trascurò completamente, finchè un giorno si riconciliò con lei e la moglie divenne addirittura una delle persone decisive nella sua scelta di conversione al cattolicesimo, avvenuta nel 1584. Tre anni prima, Filippo aveva assistito ad una conversazione tra Sant’Edmondo Campion ed alcuni teologi protestanti, notando come il gesuita avesse ragione sui tutti i vari punti oggetto di discussione.
Tra il 1584 ed il 1585 furono approvate in Inghilterra leggi ancor più severe contro i cattolici ed ai coniugi Howard non restò che lasciare l’isola, essendo giunto al punto in cui doveva “scegliere tra la sicura uccisione del corpo e l’evidente rischio per l’anima”, come ebbe a scrivere alla regina. Tuttavia già l’abbandonare il paese senza il consenso regale costituiva di per sè un’offesa e perciò Filippo fu arrestato in mare e rinchiuso nella Torre di Londra. Accusato di alto tradimento, la pena si limitò però ad una multa di diecimila sterline e ad un ordine di custodia la cui durata era a discezione della sovrana.
Nuovamente accusato di tradimento nel 1589, per aver pregato per il successo dell’Armata spagnola ed aver intrattenuto una corrispondenza epistolare con il cardinal Allen. Nonostante i giudici avessero asserito che la preghiera in se non costituisse un vero e proprio atto di tradimento, Filippo fu comunque ritenuto colpevole e condannato a morte. La sentenza non fu però eseguita e l’imputato rimase rinchiuso nella Torre sino alla morte, giunta dopo una lunga malattia nel 1595.
Durante la prigionia aveva indirittazo una lettera assai commovente alla moglie, invocando ancora perdono per le offese recatele in passato: “Chiamo Dio a testimone di quanto io sia addolorato per non poter rimediare in questo mondo ale offese che ti ho arrecato; ma se a Dio fosse piaciuto concedermi una vita più lunga, senza dubbio sarei stato per te un buon marito [...] per sua grazia, come sono stato cattivo in precedenza [...] [Dio] sa che il passato è un chiodo nella mia coscienza [...]. Ti supplico per amore di Dio di farti coraggio qualsiasi cosa accada, e soprattutto di rendere grazie per quello che più piacerà a Dio e che sarà sua volontà far succedere”.
Ancor oggi è visibile l’incisione fatta dal santo sulla parete della sua stanza nella torre Beauchamp. Le sue reliquie sono custodite nella cattredale di Arundel. Filippo Howard fu beatificato nel 1929 in infine canonizzato da Papa Paolo VI nel 1970 comunemente al gruppo dei Quaranta Martiri di Inghilterra e Galles.
Scritto da :
Il Giacobita