Esperienza veramente fuori
del comune quella dell'autore di questo libro, il pastore protestante Richard
Wurmbrand (1909-2001). Rumeno di nascita, ateo e marxista fino all'età di
trent'anni, convertito al cristianesimo, imprigionato per vari anni, prima dai
nazisti, poi dai comunisti, tra maltrattamenti di ogni sorta, cacciato dalla
patria perché dissenziente irriducibile, si è trovato in prima fila nella
polemica contro il marxismo, tra il malcelato imbarazzo dei benpensanti dell'uno
e dell'altro schieramento. Convinto anch'egli, come Lenin, che il comunismo si
spiega soprattutto col marxismo, ma che «neppure un marxista può vantarsi di
avere veramente capito Marx», si è messo a indagare su alcuni aspetti meno
noti della personalità non solo di Marx, ma anche dei suoi amici Engels, Hess, e
dei suoi discepoli Lenin e Stalin.
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Prima di
diventare un economista e un comunista di fama, Marx era un umanista. Oggi un
terzo dell'umanità è marxista. Il marxismo in una forma o in un'altra, è
adottato anche da molti nei paesi capitalisti. Marx, si dice, era profondamente
umano. Era dominato da una sola idea: come aiutare le masse sfruttate. Ciò che
le impoverisce, a quanto egli sosteneva, è il capitalismo. Una volta rovesciato
questo sistema corrotto, dopo un periodo transitorio di dittatura del
proletariato, emergerà una società in cui ognuno lavorerà in ragione delle
proprie capacità, in fabbriche e aziende agricole appartenenti alla
collettività, e sarà ricompensato in ragione delle proprie necessità. Non vi
sarà uno Stato che governi gli individui; non vi saranno guerre, non
rivoluzioni, ma soltanto una fratellanza eterna, universale. Affinché le masse
conseguano la felicità, occorre qualche cosa di più che la semplice distruzione
del capitalismo. Marx scrive: «L'abolizione della religione,
come illusoria felicità dell'uomo, è un requisito della loro reale
felicità» 1. Marx era antireligioso perché
la religione impedisce l'adempimento dell'ideale comunista, che egli considerava
come la sola soluzione dei problemi del mondo: così i marxisti spiegano la loro
posizione. Nella sua prima gioventù, Karl Marx si professava cristiano. La sua
prima opera scritta è intitolata L'unione dei fedeli con Cristo. In essa
leggiamo queste bellissime parole: «Attraverso l'amore di Cristo volgiamo al
tempo stesso i nostri cuori verso i nostri fratelli che sono intimamente a noi
legati e per i quali Egli dette se stesso in sacrificio» 2. Così Marx conosceva un modo perché gli uomini
diventassero fratelli gli uni con gli altri: il cristianesimo. Egli continua:
«L'unione con Cristo potrebbe dare un'intima elevazione, il conforto del
dolore, una fiducia tranquilla e un cuore suscettibile all'amore umano, ad ogni
cosa che sia nobile e grande, non per amore di ambizione e gloria, ma soltanto
per amore di Cristo» 3. Pressappoco nello stesso
tempo, Marx scrive nella sua tesi Considerazioni di un giovane sulla scelta di
una carriera: «La religione stessa ci insegna che l'Ideale verso il quale
tutti tendono, sacrificò Se stesso per l'umanità, e chi mai oserà contestare
questa aspirazione? Se abbiamo scelto la posizione nella quale possiamo compiere
quanto è più possibile per Lui, allora non potremo mai essere schiacciati dal
nostro fardello, perché sono soltanto sacrifici fatti per il bene di
tutti» 4. Finanche in un libro astruso di
economia politica come Il Capitale, nel quale le considerazioni circa la
religione sono ovviamente di scarsa importanza, il maturo ed anti-religioso Marx
scrive, completamente fuori dal contesto: «Il cristianesimo è la forma più
idonea di religione» 5.
Poco dopo che Marx ebbe ricevuto il
diploma, nella sua vita accadde qualche cosa: divenne profondamente,
appassionatamente anti-religioso. Incominciò a emergere un nuovo Marx. Egli
scrive in un poema: «Desidero vendicarmi contro quell'Uno che regna
lassù» 6. Così era convinto che lassù ci
fosse Uno che regna. Era in lite con Lui. Ma quell'Uno lassù non gli aveva fatto
nulla di male. Marx apparteneva a una famiglia relativamente benestante, non
aveva sofferto la fame nella propria infanzia. Stava molto meglio di molti suoi
compagni di scuola. Che cosa aveva prodotto questo terribile odio contro Dio? A
una età in cui ogni giovanotto normale ha sogni di far del bene agli altri e di
preparare una bella carriera per se stesso, perché dovrebbe aver scritto questi
versi nel suo poema Invocazione d'un disperato?
Su in alto
costruirò il mio trono,
Fredda e tremenda sarà la sua vetta. Terrore superstizioso ne sarà il baluardo, Suo ministro, l'angoscia più nera. Chi lo guarderà con occhio sano Distoglierà pallido e muto come morto lo sguardo, Afferrato da forza di morte cieca e tremante. Possa la buona sorte scavargli la tomba 7. |
Marx sognava di rovinare il mondo creato
da Dio. In un altro poema diceva:
Potrò allora
marciare in trionfo,
Come un dio, fra le rovine del loro regno. Ogni mia parola è fuoco e azione Il mio petto è uguale a quello del Creatore 8. |
Le parole «Su in alto costruirò il
mio trono» e la confessione che da colui che siede su questo trono,
emaneranno soltanto terrore e angoscia, ci rammentano l'orgogliosa vanteria di
Lucifero: «Io salirò in cielo, eleverò il mio trono al disopra delle stelle
di Dio» (Is 14, 13). Ma perché Marx desidera questo trono? La
risposta si trova in un dramma poco conosciuto che compose anche durante i suoi
inni da studente. Si intitola Oulanem. Per spiegare questo titolo bisogna
fare una digressione. Esiste una «chiesa satanica». Uno dei suoi riti è
la messa nera, che i satanisti recitano a mezzanotte. Nei candelieri sono
poste candele nere rovesciate. Il «sacerdote» dice tutto ciò che è prescritto
nel libro di preghiere, ma le legge dalla fine verso il principio; i nomi della
divinità vengono letti pronunciandoli alla rovescia. Un crocifisso è
fissato pure alla rovescia, oppure viene calpestato. Durante la messa nera viene
bruciata una Bibbia. Tutti i presenti promettono di commettere ogni peccato, e
di non fare mai nulla di buono. Segue un'orgia. È caratteristico che
Oulanem sia un'inversione del nome biblico di Gesù (Emanuele) che
in ebraico significa «Dio con noi». Simili inversioni di nomi sono
caratteristici della magia nera; saremo capaci di capire il dramma
Oulanem soltanto alla luce di una strana confessione che Marx fece in un
poema chiamato Il giocatore 9, più tardi
rappresentato da lui stesso e dai suoi seguaci:
Sorgono i vapori
infernali e mi riempiono il cervello
Sin che impazzisco e mi si cambia il cuore. Vedi tu questa spada? Me l'ha venduta il prìncipe delle tenebre. Per me batte l'ore e dà i segni. Sempre più audacemente suono la danza della morte. |
Questi versi assumono uno speciale
significato, quando apprendiamo che nei riti della più alta iniziazione nel
culto satanista viene venduta al candidato una «spada incantata» che garantisce il
successo. Egli la paga firmando un patto col sangue estratto dai suoi polsi, per
cui la sua anima, dopo morte, apparterrà a Satana. Cito ora dal dramma
Oulanem:
Ed essi son anche Oulanem,
Oulanem.
Il nome risuona ancora come la
morte,
Risuona ancora sino a spegnersi miseramente 10. Ho però nelle mie giovani braccia, Di che stringervi e schiacciarvi (l'umanità personificata) Con la forza d'una tempesta, Mentre per entrambi l'abisso si disserra nel buio. Sprofonderai, ed io ti seguirò ridendo, Sussurrandoti all'orecchio,
«Discendi,
Vieni con me, amico»! 11 |
Marx desidera trascinare tutta l'umanità
nell’abisso riservato per il diavolo e i suoi angeli (Ap 20, 3). Chi
parla attraverso Marx in questo dramma? È ragionevole attendersi che un giovane
studente mantenga come sogno della sua vita la visione dell'umanità, mentre
penetra nell'abisso delle tenebre eterne, mentre egli stesso ride seguendo
coloro che ha guidato verso l'incredulità? In nessun luogo al mondo questo
ideale è coltivato, eccetto che nei riti iniziatici della chiesa satanista, ai
suoi gradi più elevati. Viene il momento della morte, per Oulanem. Le sue
parole sono:
Rovina, rovina.
Il mio tempo è trascorso.
L'orologio s'è fermato, la minuscola casa è crollata. Presto stringerò al mio petto l'eternità Presto ululerò colossali anatemi sull'umanità 12. |
Erano piaciute a Marx le parole di
Mefistofele nel Faust: «Tutto ciò che esiste, merita
d'essere distrutto». Tutto: compreso il proletariato e i
compagni. Marx citava queste parole in Il 18 Brumaio 13. Stalin (1878-1953) si è fondato su
quelle, e ha distrutto la sua stessa famiglia. La sètta satanista non è
materialista: crede nella vita eterna. Oulanem, la persona in nome della
quale Marx parla, non contesta la vita eterna. Egli la afferma, però come una
vita d'odio esaltato all'estremo. Merita osservare che eternità, per i demoni,
significa «tormento». È lo stesso per Marx:
Ah!
L'eternità! È il nostro perpetuo dolore,
Un'indescrivibile, incommensurabile Morte 14. |
Incominciamo a capire che cosa sia
accaduto al giovane Marx. Era partito da convinzioni cristiane, ma non aveva
condotto una vita ad esse adeguata. La sua corrispondenza col padre dà
testimonianza del suo sperperare grandi somme di danaro in divertimenti e del
suo continuo contestare l'autorità paterna circa questo ed altro. Allora
verosimilmente può essere avvenuto il suo indottrinamento nella chiesa altamente
segreta di Satana, e che sia stato iniziato ai suoi riti. Satana, che i suoi
adoratori vedono nelle loro orge allucinanti, parla per loro bocca. Così Marx ne
è soltanto il portavoce quando nel suo poema Invocazione d'un disperato
pronuncia le parole: «Io desidero vendicarmi contro quell'Uno che regna
lassù». Ed ecco la fine di Oulanem:
Se vi è
qualcosa che possa distruggere,
Vi piomberò dentro, anche se porterò il mondo Nella rovina. Il mondo che sorge fra me e l'abisso, Lo farò a pezzi, con le mie Durevoli maledizioni. Stringerò fra le mie braccia la sua dura realtà, Abbracciandomi, il mondo perirà in silenzio, E sprofonderà nell'estremo nulla. Perire, senza esistenza: questo sarebbe Realmente vivere 15. |
Marx è stato ispirato probabilmente
dalle parole del marchese de Sade (1740-1814): «Aborro
la natura [...], vorrei spaccare il suo pianeta, ostacolare
il suo procedere, arrestare le orbite degli astri, rovesciare i
globi che galleggiano nello spazio, distruggere ciò che serve la
natura, proteggere ciò che le nuoce, in una parola desidero
insultarla nelle mie opere [...]. forse saremo capaci di attaccare il
Sole, privarne l'Universo o adoperarlo per dar fuoco al mondo. Questi
sarebbero veri delitti». Perché de Sade e Marx volevano propagare cose
tanto orribili? Il primo lo dice. Egli loda gli scrittori che hanno come unico
scopo, quando stampano i loro spaventevoli sistemi, di estendere dopo la loro
morte il numero dei loro delitti. Non possono più commetterli, ma i loro scritti
maledetti fanno sì che gli uomini li compiano, e questa «dolce idea» li conforta
sul letto di morte. In Oulanem Marx segue l'obiettivo del diavolo:
consegnare alla dannazione l'intera razza umana. Oulanem è probabilmente
l'unico dramma al mondo in cui tutti i personaggi sono consapevoli della loro
corruzione, e la ostentano e la celebrano con convinzione. In questo dramma non
c'è bianco e nero, non vi esistono Claudio e Ofelia, Jago e Desdemona. Qui tutti
son neri e rivelano aspetti mefistofelici. Tutti sono satanici, corrotti e
dannati dal destino.
l Strani riti nella famiglia di Marx
Quando scriveva queste cose Marx, un genio prematuro, aveva diciott'anni. Il programma della sua vita era già stabilito. Non vi era accenno di servire l'umanità, il proletariato o il socialismo. Desiderava portare il mondo in rovina. Desiderava costruire per sé un trono la cui difesa doveva essere il brivido di paura degli uomini. La seguente citazione è tratta da un epigramma di Marx su Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831) 16:
Quando scriveva queste cose Marx, un genio prematuro, aveva diciott'anni. Il programma della sua vita era già stabilito. Non vi era accenno di servire l'umanità, il proletariato o il socialismo. Desiderava portare il mondo in rovina. Desiderava costruire per sé un trono la cui difesa doveva essere il brivido di paura degli uomini. La seguente citazione è tratta da un epigramma di Marx su Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831) 16:
Perché ho
scoperto il più alto,
E perché ho trovato il più profondo, con la meditazione, Son grande come un Dio; Come Lui, mi rivesto dell'oscurità 17. |
Nel suo poema La vergine pallida 18 Marx scrive:
Così ho perduto il
cielo, Lo so ben io.
La mia anima, un tempo fedele a Dio, È destinata all'inferno. |
Non c'è bisogno di commenti. All'inizio,
Marx aveva ambizioni artistiche. I suoi poemi e il dramma sono importanti in
quanto rivelano il suo stato d'animo; ma essendo privi di valore letterario non
ricevettero nessun riconoscimento. La mancanza di successo nel dramma ci ha dato
un Joseph Goebbels (1897-1945), il
ministro nazionalsocialista della propaganda; l'insuccesso in filosofia, ci ha
dato un Alfred Rosenberg (1893-1946), il
filosofo del razzismo tedesco; la mancanza di successo in pittura ed
architettura ci ha dato un Adolf Hitler (1889-1945). Anche
Hitler era poeta. Si può star certi che non abbia mai letto le poesie di Marx,
la somiglianza però è sorprendente. Nei suoi poemi egli cita le stesse pratiche
sataniste. Ne cito una:
Nelle notti
tempestose vado talvolta
Alla quercia di Wotan nel silente giardino Per stringere un patto con le forze oscure [...]. Il chiaro di luna fà apparire caratteri runici Tutti coloro che erano straordinari durante il giorno Diventano piccoli di fronte alla formula magica 19. |
Wotan è il dio principale della
mitologia tedesca. I caratteri runici erano i segni che a quei tempi si usavano
per scrivere. Hitler abbandonò ben presto la carriera poetica; così Marx, che la
cambiò per quella di un rivoluzionario in nome di Satana, contro una società che
non aveva apprezzato i suoi poemi. Questo, è in modo persuasivo un motivo per la
sua ribellione; un altro motivo, l'essere disprezzato per le sue origini
ebraiche. Due anni dopo le preoccupazioni espresse da suo padre, nel 1839, il giovane Marx scrisse «La differenza fra la
filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro», nella prefazione
della quale si allineava con Eschilo: «Nutro odio contro tutti gli
dèi» 20. Egli specificava dicendo di essere
contro tutti gli dèi in terra e in cielo che non riconoscono
l'autoconsapevolezza umana come la divinità suprema. Marx era un nemico
dichiarato di tutti gli dèi, un uomo che aveva acquistato la sua spada dal
principe delle tenebre, al prezzo della propria anima. Aveva dichiarato che il
proprio scopo era l'attirare tutta l'umanità nell'abisso, e seguirla ridendo.
Sua figlia Eleanor (1855-1898) dice che, quando erano bambine, Marx aveva
raccontato molte storie a lei e alle sue sorelle. Quella che le piaceva di più
parlava di un certo Hans Rockle. «Il racconto di quella storia durava mesi e
mesi, perché era una storia lunga, lunga, e non finiva mai. Hans Rockle era
una strega [...] che aveva un negozio con giocattoli e molti debiti
[...] Benché fosse una strega, era sempre in ristrettezze finanziarie.
Perciò doveva vendere, contrariamente alla propria volontà, tutte le sue cose
belle, l'una dopo l'altra, al diavolo [...]. Alcune di queste
avventure erano orribili, e facevano rizzare i capelli» 21. È normale per un padre raccontare ai suoi bambini
piccini storie terrificanti circa il vendere al diavolo i proprî tesori più
cari? Robert Payne (1911-1983), nel suo libro Marx (1968) 22, racconta anche lui di questo fatto con ampi
particolari, come riferiti da Eleanor. Come l'infelice Rockle, la maga, vendesse
i giocattoli con riluttanza. Tenendoseli stretti fino all'ultimo momento. Ma
dato che aveva fatto un patto col diavolo, non c'era scampo. Il biografo di Marx
continua: «Scarsi dubbi possono esservi che quelle storie interminabili
fossero autobiografiche [...]. Egli aveva la visione del mondo del
diavolo, e la sua malignità. Talvolta sembrava sapesse che stava compiendo opere
di male» 23. Quando Marx aveva finito
Oulanem e gli altri suoi primi poemi in cui scriveva di avere un patto
col diavolo, non pensava al socialismo. Addirittura lo combatteva. Era redattore
di una rivista tedesca, la Rheinische Zeitung 24, che «non concede alle idee comuniste neppure una
validità teorica nell'attuale forma, tanto meno desidera la loro realizzazione
pratica, che ad ogni modo considera impossibile [...]. I tentativi da
parte delle masse di applicare le idee comuniste, possono trovar risposta col
cannone non appena diventino pericolosi».
Dopo di aver raggiunto questa fase del
suo pensiero, Marx conosce l'ebreo Moses Hess (1812-1875), l'uomo che
rappresentò la parte più importante nella sua vita, e che gli fece abbracciare
l'ideale socialista. Hess lo chiama «il dottor Marx, il mio idolo, che
darà l'ultimo calcio alla religione» 25. Ecco, dunque, il suo primo scopo era dare un calcio
alla religione, non era il socialismo. Georg Jung, altro amico di Marx in
quell'epoca, nel 1841 scrive ancor più chiaramente che Marx di certo scaccerà Dio dal suo cielo e gli farà addirittura
causa. Queste erano dunque le aspettative di coloro i quali iniziarono Marx alle
profondità del satanismo. Non era affatto vero che Marx albergasse ideali
sociali elevati al proposito di aiutare l'umanità, che la religione fosse un
ostacolo per l'adempimento di questo ideale, e che per questa ragione Marx
avesse abbracciato un atteggiamento antireligioso. Marx già odiava ogni nozione
di Dio, e in particolare il cristianesimo. Era disposto ad essere l'uomo che
avrebbe cacciato Dio. Tutto ciò prima ancora che avesse aderito al socialismo.
Il socialismo era soltanto l'esca per indurre proletari e intellettuali ad
abbracciare questo diabolico ideale. Quando i sovietici, ai primi tempi,
adottarono lo slogan «scacciamo i capitalisti dalla terra e Dio dal
cielo», non facevano che adempiere il retaggio di Karl Marx. Una delle
peculiarità della magia nera, come abbiamo già detto, sta nell'inversione dei
nomi. Le inversioni permeavano a tal punto tutto il modo di pensare di Marx, che
egli le adoperava dovunque. Rispose alla Filosofia della miseria di
Pierre-Joseph Proudhon (1809-1865) con un altro volume intitolato
La miseria della Filosofia; scrisse anche «Dobbiamo usare anziché
l'arma della critica, la critica delle armi» 26, ecc... Marx non parlava molto, pubblicamente, di
metafisica, ma possiamo dedurre il suo modo di vedere dalle persone con le quali
si incontrava. Uno dei suoi compagni nella Prima Internazionale era l'anarchico
russo Mikhail Bakunin (1814-1876), che scriveva: «Il maligno
rappresenta la ribellione satanica contro l'autorità divina,
ribellione nella quale vediamo il germe fecondo di tutte le emancipazioni umane,
la Rivoluzione. I socialisti si riconoscono l'un l'altro con le parole: "Nel
nome di Colui al quale è stata commessa una grande ingiustizia". Satana è
l'eterno ribelle, il primo libero pensatore ed emancipatore dei mondi. Egli fà
sì che l'uomo si vergogni della sua bestiale ignoranza e obbedienza; lo
emancipa, imprime sulla sua fronte il suggello della libertà e dell'umanità,
spronandolo a disobbedire e a mangiare il frutto della
conoscenza» 27. Bakunin non si limita a
lodare Lucifero; ha un programma concreto di rivoluzione, ma non tale da
liberare il povero dallo sfruttamento. Egli scrive: «In questa rivoluzione
dovremo risvegliare il diavolo nelle persone, dovremo attizzare in loro
le più basse passioni. La nostra missione è distruggere, non
edificare. La passione per la distruzione è una passione
creativa». Karl Marx formò la Prima Internazionale insieme con Bakunin,
e avallò questo strano programma.
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Da sinistra: Moses Hess,
Pierre-Joseph Proudhon e Mikhail
Bakunin.
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Marx e Friedrich Engels
(1820-1895) dissero ne Il Manifesto del Partito Comunista che il
proletario vede la legge, la moralità e la religione, come «altrettanti
pregiudizi borghesi, dietro i quali si nascondono in agguato altrettanti
interessi borghesi» 28. Bakunin rivela che
Proudhon, un altro dei principali pensatori socialisti, che in quell'epoca era
amico di Karl Marx, «adorava anche lui Satana» 29. Hess aveva presentato Marx a Proudhon, che aveva
adottato per la sua capigliatura lo stesso stile tipico della sètta satanica del
XIX secolo di Joanna Southcott (1750-1814). Proudhon ne La filosofia
della miseria, dichiarava: «Vieni, Satana - egli esclama -
calunniato dai piccoli e dai re. Dio è stupidità e codardia; Dio è
ipocrisia e falsità; Dio è tirannia e povertà; Dio è
malvagio [...]. Io giuro, Dio, con la mano distesa verso il cielo,
che non sei niente più che l'esecutore della mia ragione, lo scettro della mia
coscienza» 30. Simili pensieri non
sono originali, sono il contenuto usuale delle prediche nel culto satanista. Più
tardi Marx litigò con Proudhon, e scrisse un libro per contraddire La
filosofia della miseria. Ma Marx contraddiceva soltanto dottrine economiche
di minore importanza. Non aveva obiezioni alla ribellione demoniaca di Proudhon.
Heinrich Heine (1797-1856), il celebre poeta ebreo tedesco, era un terzo
amico intimo di Marx. Era anche lui un appassionato di Satana, che descriveva
come «delizioso e affascinante» 31.
Marx la pensava come queste persone del suo ambiente. Anatoly Lunacharsky
(1875-1933), un filosofo eminente che era stato ministro dell'Educazione
nell'Unione Sovietica, scrisse in Socialismo e Religione che Marx aveva
messo da parte ogni contatto con Dio e aveva portato Satana alla testa delle
colonne in marcia del proletariato 32. A questo
punto è essenziale dichiarare fermamente che Marx e i suoi compagni, sebbene
«anti-Dio», non erano atei come si descrivono i marxisti attuali. Infatti,
sebbene inveissero apertamente contro Dio e lo insultassero, essi odiavano un
Dio nel quale credevano. Non è la sua esistenza che viene contestata; ma la sua
supremazia. Quando la rivoluzione scoppiò in Parigi nel 1871, il comunardo
Flourens dichiarò: «Il nostro nemico è Dio. L'odio
verso Dio è il principio della saggezza». Marx lodava altamente i
comunardi, che proclamavano apertamente questo fine. Ma che cosa ha a che fare
tutto ciò con una più equa distribuzione dei beni, o con migliori istituzioni
sociali? Queste sono soltanto bardature esteriori per nascondere lo scopo reale:
lo sradicamento totale di Dio e del suo culto. Le prove di ciò sono nei Paesi
come la Cina Rossa, l'Albania, la Corea del Nord, dove sono state chiuse tutte
le chiese.
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Da sinistra: Friedrich
Engels, Heinrich Heine e Anatoly
Lunacharsky.
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Nei poemi di Marx Invocazione di un
disperato e Orgoglio umano, la suprema invocazione dell'uomo è per la
propria grandezza. Se l'uomo è condannato a perire attraverso la propria
grandezza ribelle, sarà una catastrofe cosmica, ma egli morirà come un essere
divino, compianto dai demoni. La ballata di Marx Il Giocatore registra le
lamentele del cantore contro Dio. Emerge dai tenebrosi abissi dell'inferno
«che tormenta la mente ed ammalia il cuore, e la sua danza è la danza della
morte» 33. Il menestrello sguaina la sua spada
e la getta nell'anima del poeta. L'arte che emerge dai tenebrosi abissi
dell'inferno, e tormenta la mente... Questo ci ricorda le parole del
rivoluzionario ebreo americano Jerry Rubin (1938-1994) in Do It!: «Abbiamo combinato gioventù,
musica, sesso, droga e ribellione, col tradimento: e questa è una combinazione
difficile da battere» 34. Nel suo poema
Orgoglio umano Marx ammette che il suo scopo non è di migliorare il
mondo, riformarlo o rivoluzionarlo, ma semplicemente di rovinarlo e godere al
vederlo andare in rovina:
Con sdegno lancerò
il mio guanto
Sulla faccia del mondo, in pieno, E vedrò il crollo di questo pigmeo gigante La cui caduta non spegnerà il mio ardore Andrò poi, come un dio vittorioso, alla ventura Tra le rovine del mondo E dando alle mie parole forza d’azione Mi sentirò pari al Creatore 35. |
Arnold Künzli (1832-1908), nel
suo volume Karl Marx: uno psicodramma 36
descrive la vita di Marx, nella quale sono inclusi i suicidi di due figlie e di
un genero. Tre figli morirono di malnutrizione. Anche la figlia Laura
(1845-1911), sposata col socialista Paul Lafargue (1842-1911), vide
morire tre dei suoi figlioli. Quindi lei e il marito si
uccisero insieme. Un'altra figlia, Eleonor, decise di fare lo stesso col marito.
Essa morì, lui si ritirò all'ultimo momento. Marx non sentì nessun obbligo di
guadagnarsi di che mantenere la propria famiglia, benché avesse potuto farlo
facilmente data la sua vasta conoscenza delle lingue. Visse accattando da
Engels. Ebbe un figlio illegittimo da una delle sue donne di servizio, e più
tardi lo attribuì a Engels, che accettò di prestarsi al gioco. Beveva forte.
David Ryazanov (1870-1938),
Direttore dell'Istituto Marx-Engels di Mosca, ammette questo fatto nel
suo libro Karl Marx, uomo, pensatore e rivoluzionario 37. Visto che abbiamo citato Engels, è opportuno dire
qualche parola a suo proposito. Engels era stato educato in una famiglia
pietista, e nella sua gioventù aveva composto bellissimi poemi cristiani. Dopo
che ebbe conosciuto Marx, scrisse di lui: «Chi si dà alla caccia con ardore
selvaggio? Un uomo tenebroso di Treviri» (luogo di nascita di Marx); «Un
notevole mostro. Non cammina né corre, balza sui talloni e infierisce, pieno
d'ira come se volesse afferrare la tenda ampia dei cieli e gettarla sulla terra.
Distende le braccia in alto nell'aria; stringe i pugni minacciosi e infuria
incessantemente, come se diecimila diavoli lo trascinassero per i
capelli» 38. Engels cominciò ad allontanarsi
dalla fede cristiana dopo aver letto il libro dell’eretico Bruno Bauer
(1802-1882), dopodiché si associò a colui che egli stesso aveva definito
«un mostro posseduto da diecimila diavoli» 39. Bruno Bauer era un teologo liberale, creatore del
«cristianesimo materialistico», che affermava che Gesù era un uomo qualunque.
Bauer scriveva al suo amico Arnold Ruge (1802-1880), anche lui amico di
Marx e di Engels, il 16 dicembre 1841: «Qui all'Università tengo le mie
lezioni dinanzi a un vasto pubblico. Non riconosco me stesso quando pronuncio
dalla cattedra le mie bestemmie! Sono tanto grandi che questi ragazzi, che
nessuno dovrebbe offendere, alla fine hanno i capelli ritti [...]. Il mio
spirito blasfemo sarà soddisfatto soltanto se sarò autorizzato a predicare
apertamente come professore del sistema ateo» 40. L'uomo che convinse Engels a diventare comunista fu lo
stesso Moses Hess che aveva già convinto Marx. Dopo aver conosciuto Engels a
Colonia, Hess scrive: «Si separò da me come un comunista ultrazelante. È così
che produco devastazioni» 41. Produrre
devastazioni: era questo lo scopo supremo di Hess nella vita? Rolv Heuer
descrive la vita finanziaria sregolata di Marx, in Genio e ricchezze:
«Mentre era studente a Berlino, il figlio di papà Marx riceveva
settecento talleri l'anno come assegno» 42.
Questa era una somma enorme perché a quell'epoca soltanto un 5% della
popolazione aveva un reddito annuo superiore ai trecento talleri. Durante il
corso della sua vita Marx ricevette da Engels circa sei milioni di franchi
francesi (cifre dell'Istituto Marx-Engels). Egli bramava sempre qualche
eredità. Mentre un suo zio era in agonia, Marx
scrisse: «Se quel cane morisse, io sarei fuori dai guai» 43, al che Engels rispondeva: «Mi congratulo con voi per
la malattia di colui che ostacola un'eredità, e spero che la catastrofe accada
adesso» 44. Quindi il «cane» morì. Marx scrive,
in data 8 marzo 1855: «Un evento molto lieto. Ieri ci è stato detto della
morte dello zio novantenne di mia moglie. Mia moglie riceverà circa cento lire
sterline; anche di più, se il vecchio cane non ha lasciato una parte del suo
danaro alla signora che amministrava la sua casa». Non aveva sentimenti più
gentili per coloro che gli erano molto più vicini di quello zio. Non era in
relazione con la propria madre. Nel dicembre 1863 scrisse a Engels: «Due ore
fa è arrivato un telegramma per dirmi che mia madre è morta. Il Fato aveva
bisogno di prendere un membro della famiglia. Io avevo già un piede nella tomba.
In queste circostanze, sono più necessario io che la vecchia donna. Debbo
andare a Treviri per l'eredità» 45. Questo è
tutto ciò che aveva da dire a proposito della scomparsa di sua madre. Marx
perdette molto denaro alla Borsa, dove lui, l'economista, sapeva soltanto
perdere. Dato che la sètta satanista è strettamente segreta, esistono solo pochi
indizi sulla possibilità che Marx le fosse legato. Un altro anello della catena
di prove già considerate potrebbe trovarsi nella sua stessa vita sregolata. Marx
era un intellettuale di grosso calibro, e così anche Engels. Ma la loro
corrispondenza è piena di oscenità, non comuni davvero in quella classe sociale.
Il turpiloquio vi abbonda, e non c'è una sola lettera nella quale si senta un
idealista che parla del suo sogno umanistico o socialista. Benché fosse ebreo,
quanto a stirpe, Marx scrisse un libro anti-ebraico intitolato La questione
ebraica. Nel 1856, scrisse sulla New York Tribune un articolo
intitolato «Il prestito russo» nel quale leggiamo: «Sappiamo che
dietro ogni tiranno c'è un ebreo, come c'è un gesuita dietro ogni papa. Come
l'esercito dei gesuiti uccide ogni libero pensiero dal quale il desiderio degli
oppressi potrebbe avere possibilità di successo, così l'utilità delle guerre
promosse dai capitalisti cesserebbe, se non fosse per gli ebrei che rubano i
tesori dell'umanità [...]. Il fatto che gli ebrei siano diventati tanto
forti da mettere in pericolo la vita del mondo, ci induce a svelare la loro
organizzazione, i loro scopi, affinché il loro lezzo possa risvegliare i
lavoratori del mondo a combatterli e ad eliminare un simile cancro» 46. Forse che Hitler diceva di peggio? Molti altri
comunisti ebrei imitarono Marx nel suo odio contro gli israeliti.
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Da sinistra: Arnold
Künzli, Laura Marx e Paul Lafargue.
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L'ebrea Ruth Fisher (1895-1961), ben nota
dirigente comunista tedesca, membro del Parlamento, disse: «Schiacciate i
capitalisti ebrei, appiccateli alle lanterne; calpestateli sotto i vostri
piedi» 47. Perché soltanto i capitalisti ebrei
e non anche gli altri? è una
domanda che rimane senza risposta. Marx odiava gli ebrei, ma anche i tedeschi.
Egli parlava dello «stupido popolo tedesco [...], la disgustosa
ristrettezza mentale nazionale dei tedeschi», e diceva che «tedeschi,
cinesi ed ebrei debbono essere paragonati a venditori ambulanti e piccoli
commercianti» 48. I russi, li chiamava
«mangiacavoli» 49. I popoli slavi
«rifiuti etnici» 50. Nel suo riepilogo
annuale del 1848, Marx scrive della «plebaglia slava», in cui sono
compresi russi, cèchi e croati. Queste «razze retrograde» non potevano
attendersi nulla dal destino, all'infuori «dell'immediato compito di perire
nella tempesta rivoluzionaria del mondo. La futura guerra mondiale farà
scomparire dalla faccia della Terra non solo le
classi reazionarie e le dinastie, ma interi popoli reazionari. E questo sarà il
progresso. Il loro stesso nome scomparirà» 51.
Engels scriveva seguendo lo stesso filone: «La prossima guerra mondiale sarà
causa della scomparsa di molti popoli reazionari. Anche questo è
progresso» 52. Marx identificava la gente nera
con l'espressione «idioti» e nella corrispondenza privata faceva uso del termine
nigger («negro»), che in America è considerato offensivo. Chiamava il suo
rivale, Ferdinand Lassalle (1825-1864), «the jewish nigger», come
chi dicesse «quel negraccio giudaico», e precisava chiaramente che non lo
intendeva come epiteto di disprezzo per una sola persona. «Mi appare ora
assolutamente chiaro che, come dimostrano tanto la forma della sua testa che la
struttura dei suoi capelli, discende dai negri che presero parte alla fuga di
Mosè dall'Egitto (a meno che sua madre o sua nonna dal lato paterno non abbiano
avuto un'ibridazione con un negro) [...]. L'indiscrezione con la quale si fà
avanti è anche tipicamente negresca». Marx difendeva anche lo schiavismo
nord-americano. Per questo litigò col suo amico Proudhon. Quest'ultimo aveva
preconizzato l'emancipazione degli schiavi negli Stati Uniti. Marx aveva
risposto: «Senza lo schiavismo, l'America del Nord, il Paese dove è maggiore
il progresso, si trasformerebbe in un Paese patriarcale. Cancella l'America del
Nord dalla carta del mondo, e avrai l'anarchia: il completo decadimento del
commercio e della civiltà moderni. Abolisci la schiavitù ed avrai cancellato
l'America dalla carta delle nazioni» 53. Marx
scrisse anche To the devil the British («Al diavolo i britannici»)
54. Ralph Buultjen pubblicò un libro intitolato
Il segreto mortale di Karl Marx. In esso dimostrava che Marx aveva
generato un figlio illegittimo e occultò il fatto, conformandosi così alla
morale vittoriana. Engels accettò di far passare il bambino come suo, ma non se
ne occupò mai; cosicché crebbe in povertà. Ne Il Manifesto del Partito
Comunista Marx aveva inveito contro i capitalisti, «che avevano a loro
disposizione le mogli e le figlie dei loro proletari». Marx aveva avuto
questo bambino dalla sua donna di servizio Helen Demuth (1820-1890). La
figlia preferita di Marx era Eleanor. La chiamava Tussy, e diceva frequentemente
«Tussy è come me». Essa fu sconvolta quando seppe di quel fatto da Engels
sul letto di morte. Si uccise più tardi, come fece anche sua sorella Laura. C'è
anche una macchia ancor più oscura nella vita del grande rivoluzionario Karl
Marx. Il periodico tedesco Reichsruf, del 9 gennaio 1960, pubblicò la
notizia che il Cancelliere austriaco Raabe aveva regalato a Nikita
Kruscev (1894-1971), allora dittatore dell'Unione Sovietica, una lettera
originale di Karl Marx. Kruscev non la gradì, perché era una prova che Marx era
stato un informatore prezzolato della Polizia austriaca, che spiava sui
rivoluzionari. La lettera era stata trovata accidentalmente in un archivio
segreto. Dimostrava che Marx, informatore della polizia, forniva notizie contro
i suoi compagni durante il suo esilio a Londra. Per ogni notizia riceveva
venticinque dollari. Le sue comunicazioni riguardavano gli esuli rivoluzionari
in Londra, Parigi e nella Svizzera. Uno di coloro contro i quali informava era
Ruge, che si considerava un amico intimo di Marx. Esistono ancora lettere fra
Marx e Ruge improntate a una relazione di cordiale amicizia. Con l'approvazione
di suo padre, Eleanor sposò Edward Aveling (1849-1898), un amico della
teosofa Annie Besant (1847-1933); egli era
una personalità spiccata nel satanismo. Faceva conferenze su argomenti come
La malvagità di Dio 55. Nelle sue
conferenze, egli tentava di dimostrare Dio è «un incoraggiatore della
poligamia e un istigatore del furto», e pretendeva il diritto a
bestemmiare 56.
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Da sinistra: Ferdinand
Lassalle, Helen Demuth ed Edward
Aveling.
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Un altro possibile indizio è contenuto
in una lettera scritta a Marx dal figlio Edgar (1847-1855) il 31 marzo 1854.
Incomincia con parole stupefacenti: «Mio caro diavolo» 57. Chi ha mai visto un figlio rivolgersi così al proprio
padre? Tuttavia è così che un satanista apostrofa i suoi cari. Non è meno
significativo che la moglie di Marx Jenny Westphalen (18414-1881) si
rivolga a lui come segue: «La tua ultima lettera pastorale, o gran
sacerdote e vescovo di anime, ha di nuovo dato un tranquillo riposo alla tua
povera pecorella». La lettera è del 31 marzo 1854 58. Marx aveva espresso il suo desiderio, ne Il
Manifesto del Partito Comunista, di abolire tutte le religioni; il che
dovrebbe implicare anche l'abolizione del culto satanista. Tuttavia, sua moglie
parla di lui come gran sacerdote e vescovo. Di quale religione? La sola
religione europea che abbia gran sacerdoti, è la satanista. Quali «lettere
pastorali» scriveva Marx, l'uomo creduto ateo? Dove sono? Questa è una parte
della vita di Marx sulla quale non si è indagato.
l Testimonianze dei
biografi
Alcuni biografi di Marx potrebbero aver avuto un'intuizione a proposito della connessione fra il culto del diavolo e il soggetto del loro volume, ma, non avendo la necessaria preparazione spirituale, non avrebbero potuto capire i fatti che avevano dinanzi agli occhi. Tuttavia la loro testimonianza è interessante. Il marxista Franz Mehring (1846-1919) scriveva nel suo libro Karl Marx: «Sebbene il padre di Karl Marx fosse morto pochi giorni dopo il ventesimo compleanno del figlio, sembra che abbia osservato con segreta apprensione il demonio nel suo figlio favorito» 59. «Henry Marx non pensava e non poteva aver pensato che il ricco retaggio di cultura borghese che lasciava al figlio, come preziosa eredità per la vita, sarebbe valso soltanto a trasmettere il demone che temeva» 60. Marx morì nella disperazione, come avviene per tutti i satanisti. Il 25 maggio 1883 scriveva ad Engels: «Come inutile e vuota è la vita, ma quanto desiderabile»! 61. Vi è un segreto dietro Marx, che solo pochi marxisti conoscono. Lenin (1870-1924) scrisse: «Dopo mezzo secolo, nessuno fra i marxisti ha compreso Marx» 62. Vi è anche un segreto dietro la vita di Lenin. Egli scrive così sullo Stato sovietico: «Lo Stato non funziona come desideravamo. Come funziona? La macchina non obbedisce. C'è un uomo al volante, e sembra che la guidi, ma la macchina non si dirige nella direzione voluta. Si muove secondo i desideri di un'altra forza» 63. Qual'è questa altra forza misteriosa che si sostituisce finanche ai piani dei capi bolscevichi? Si sono essi venduti a una forza che speravano di padroneggiare, ma che si è dimostrata più potente di quanto essi prevedessero, e che li ha portati alla disperazione? In una lettera del 1921 Lenin scrive: «Spero che verremo impiccati con una corda puzzolente. E non ho perduto la speranza che ciò accadesse, perché non possiamo condannare questa sporca burocrazia. Se ciò accadrà, sarà ben fatto» 64. Questa era l'ultima speranza di Lenin dopo un'intera vita di lotta per la causa comunista: essere giustamente impiccato su una corda puzzolente. Questa speranza non si realizzò durante la sua vita, ma quasi tutti i suoi collaboratori alla fine vennero giustiziati da Stalin, dopo di aver confessato pubblicamente di aver servito altre potenze piuttosto che il proletariato che avevano finto di aiutare. Quale confessione da Lenin: «Spero che verremo impiccati con una corda puzzolente»!
Alcuni biografi di Marx potrebbero aver avuto un'intuizione a proposito della connessione fra il culto del diavolo e il soggetto del loro volume, ma, non avendo la necessaria preparazione spirituale, non avrebbero potuto capire i fatti che avevano dinanzi agli occhi. Tuttavia la loro testimonianza è interessante. Il marxista Franz Mehring (1846-1919) scriveva nel suo libro Karl Marx: «Sebbene il padre di Karl Marx fosse morto pochi giorni dopo il ventesimo compleanno del figlio, sembra che abbia osservato con segreta apprensione il demonio nel suo figlio favorito» 59. «Henry Marx non pensava e non poteva aver pensato che il ricco retaggio di cultura borghese che lasciava al figlio, come preziosa eredità per la vita, sarebbe valso soltanto a trasmettere il demone che temeva» 60. Marx morì nella disperazione, come avviene per tutti i satanisti. Il 25 maggio 1883 scriveva ad Engels: «Come inutile e vuota è la vita, ma quanto desiderabile»! 61. Vi è un segreto dietro Marx, che solo pochi marxisti conoscono. Lenin (1870-1924) scrisse: «Dopo mezzo secolo, nessuno fra i marxisti ha compreso Marx» 62. Vi è anche un segreto dietro la vita di Lenin. Egli scrive così sullo Stato sovietico: «Lo Stato non funziona come desideravamo. Come funziona? La macchina non obbedisce. C'è un uomo al volante, e sembra che la guidi, ma la macchina non si dirige nella direzione voluta. Si muove secondo i desideri di un'altra forza» 63. Qual'è questa altra forza misteriosa che si sostituisce finanche ai piani dei capi bolscevichi? Si sono essi venduti a una forza che speravano di padroneggiare, ma che si è dimostrata più potente di quanto essi prevedessero, e che li ha portati alla disperazione? In una lettera del 1921 Lenin scrive: «Spero che verremo impiccati con una corda puzzolente. E non ho perduto la speranza che ciò accadesse, perché non possiamo condannare questa sporca burocrazia. Se ciò accadrà, sarà ben fatto» 64. Questa era l'ultima speranza di Lenin dopo un'intera vita di lotta per la causa comunista: essere giustamente impiccato su una corda puzzolente. Questa speranza non si realizzò durante la sua vita, ma quasi tutti i suoi collaboratori alla fine vennero giustiziati da Stalin, dopo di aver confessato pubblicamente di aver servito altre potenze piuttosto che il proletariato che avevano finto di aiutare. Quale confessione da Lenin: «Spero che verremo impiccati con una corda puzzolente»!
A questo punto può essere interessante
dare un'occhiata a qualche marxista moderno. Nikolai Bukharin
(1888-1938), segretario generale dell'Internazionale comunista e uno dei
principali dottrinari marxisti di questo secolo, nella sua biografia scrive che,
sin dall'età di tredici anni, aspirava a diventare l'Anticristo.
Rendendosi conto che l'Anticristo doveva essere figlio dell'apocalittica grande
meretrice, aveva insistito affinché sua madre confessasse di essere stata una
meretrice. Bukharin si rese conto troppo tardi in quali mani fosse caduto. In
una lettera che fece imparare a memoria a sua moglie, poco prima del suo arresto
e della sua esecuzione, diceva: «Sto lasciando la vita. Sto chinando la
testa [...]. Avverto la mia impotenza di fronte a una macchina
infernale» 65. Aveva cooperato a far
erigere una ghigliottina - lo Stato sovietico - che aveva ucciso milioni di
persone, soltanto per venire a sapere alla fine che il suo progetto era stato
fatto nell'inferno. Aveva desiderato di essere l'Anticristo: ne era invece
diventato una vittima. Quando in Cecoslovacchia, un comunista fu nominato capo
del Consiglio di Stato per gli affari religiosi, un'istituzione il cui scopo è
di spiare i credenti e perseguitarli, egli assunse il nome di Hruza, che
in lingua slovacca significa «orrore», un appellativo che si adopera per
«diavolo». Uno dei capi di un'organizzazione terrorista in Argentina, assunse lo
pseudonimo di «Satanowsky». Lazar Moiseevic Kaganovic (1893-1991),
cognato di Stalin e suo stretto collaboratore, scrive a proposito di lui nel
proprio diario: «Ho incominciato a capire come Stalin sia riuscito a fare di
sé un dio. Egli non aveva neppure una sola caratteristica umana [...].
Anche quando esibiva qualche emozione, nessuna di queste appariva appartenergli.
Erano false, come la bilancia sulla cima di un'armatura. E dietro questa
bilancia era lo stesso Stalin: un pezzo d'acciaio. Per una ragione o per
l'altra, ero convinto che sarebbe vissuto eternamente [...]. Non era
affatto umano». «Rosa (sua moglie) dice che le ordina di
arrampicarsi su un albero, con niente addosso tranne le calze. Ho la
sensazione che non sia affatto umano. È troppo insolito per essere un essere
umano regolare, sebbene abbia l'aspetto di un uomo comune. Quale enigma. Ma che
cosa sto mai scrivendo? Sono pazzo da legare anch'io»? Stalin descriveva
così a Kaganovic i suoi «esercizi spirituali»: «Quando debbo salutare
qualcuno, mi rappresento tale persona a quattro zampe, e mi diventa disgustoso.
Qualche volta mi sento affezionato a una persona che dovrebbe essere rimossa per
il bene della causa. Che cosa pensi che io faccia? Immagino questa persona
mentre sta defecando, emanando fetore, flatulenze, vomitando [...]. Più
presto cesserà di puzzare su questa Terra, tanto meglio. E cancello questa
persona dal mio cuore». Milovan Gilas (1911-1995), eminente dirigente
comunista iugoslavo, che personalmente ben conosceva Stalin, scrisse: «Forse
non è che il potere demoniaco e l'energia di Stalin consistono in questo,
che egli fece che il movimento (comunista) e ogni suo componente
arrivassero a uno stato di confusione e di stordimento, creando e assicurandosi
così il suo regno della paura»? 66. Egli dice
anche, a proposito dell'intera classe dominante dell'Unione Sovietica: «Fanno
mostra di credere nell'ideale del socialismo, in una futura società senza
classi. In realtà, non credono in nulla se non nel potere organizzato» 67. Stalin, come giovane, aveva avuto la peggiore eredità,
la peggiore educazione e sviluppo possibili.
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Da sinistra: Nikolai
Bukharin, Lazar Moiseevic Kaganovic e Yuri
Andropov.
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Diventò quello che indica il suo
pseudonimo: «Stalin» significa un «uomo d'acciaio», senza la minima emozione
umana o pietà. Yuri Andropov (1914-1984) ha prodotto la stessa
impressione di Stalin. Il Ministro degli Esteri francese Claude Cheysson, che lo ha
conosciuto, ha descritto Andropov in Le Monde come «un uomo privo di
calore dell'anima, che lavora come un computer [...], non mostra
emozioni [...], è estremamente spassionato [...]. È accurato nelle
parole e nei gesti come un computer». Quando incominciò a scrivere da
rivoluzionario, i primi pseudonimi di cui fece uso furono
«Demonoschwili» 68 che significa qualche
cosa come «il demoniaco» in lingua georgiana, poi
«Besoschwili» 69, «il diabolico».
Troitskaja, la figlia del maresciallo sovietico Mikhail Tukhachevsky
(1893-1937), uno degli uomini
principali dell'Armata Rossa, fucilato poi da Stalin, scrisse che suo padre
aveva nell'angolo orientale della sua camera dove gli ortodossi pongono
generalmente le loro icone un'immagine raffigurante il diavolo. Nicolae
Ceausescu (1918-1989), il dittatore comunista rumeno, è stato un altro
personaggio stalinista. È stato oggetto di culto della personalità, essendo
stato paragonato a Giulio Cesare, Alessandro il Grande, Pericle, Cromwell,
Napoleone, Pietro il Grande e Abraham Lincoln. Sembra però che non basti: così è
stato anche chiamato «il nostro dio laico» 70. La Romania comunista, che non consentiva congressi
religiosi internazionali, nella primavera del 1979 in Curtea de Argesh ha
consentito un congresso di streghe. Anatole France (1844-1924) fu il
celebre scrittore comunista francese che portò al comunismo alcuni dei più
grandi intellettuali di Francia. A un'esibizione di arte demoniaca a Parigi, uno
dei pezzi esposti fu lo speciale seggio usato da quello scrittore comunista per
presiedere ai riti satanici: i braccioli e le gambe del seggio, decorate
con corna, erano ricoperte di pelli di capra 71. Il
centro del satanismo britannico è il cimitero di Highgate a Londra, dove è
sepolto Karl Marx. Presso questa tomba vengono celebrati riti di magia nera
72. Da questo luogo partì l'ispirazione per il
cosiddetto «vampiro di Highgate», che nel 1970 assaliva le ragazze 73. Ma anche Hua Kuo-Feng (1921-2008),
dittatore della Cina rossa, rese omaggio a quella tomba. Ulrike Meinhoff (1934-1976), Gudrun Ensslin (1940-1977) e altri
terroristi rossi tedeschi erano coinvolti nell'occulto 74. A Vitebsk, nell'ex Unione Sovietica, Zoia
Titova, componente dell'organizzazione della Gioventù sovietica, fu sorpresa
mentre praticava riti di magia nera. Quando il suo processo fu portato di fronte
all'Assemblea della Gioventù comunista, questa rifiutò all'unanimità di punirla,
mentre i membri che decidono di venerare Iddio vengono espulsi. I comunisti
considerano erroneo il credere in Dio; per tale «delitto» circa 10.000 bambini
sono stati separati dalle loro famiglie e sono mantenuti in speciali campi di
concentramento, ma il diavolo è considerato accettabile. Il suo culto è
consentito 75. Una delle più antiche sètte
adoratrici del diavolo, gli yezidi di Siria, è descritta in una rivista
sovietica ateistica 76. Era la sola descrizione di
una sètta religiosa che non contenesse la benché minima espressione critica.
Aleksandr Solgenitsin (1918-2008) in Arcipelago Gulag 77, rivela che il divertimento dell'ebreo Genrikh
Yagoda (1891-1938), Ministro degli Interni dell'Unione Sovietica, era di
sparare alle immagini di Cristo e dei Santi. In quanto a Mao
Tse-Tung (1893-1976), egli scrisse che dall'età di otto anni odiava
il suo dio: «Con tutto il mio cuore desideravo una cosa sola: distruggerlo,
proprio dalle fondamenta» 78. È normale che un
bambino, all'età di otto anni, desideri soltanto la distruzione del proprio dio?
Pensieri simili appartengono alle personalità demoniache.
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Mao
Tse-Tung
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Mikhail
Tukhachevsky
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Nicolae
Ceausescu
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Anatole
France
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Hua
Kuo-Feng
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Genrikh
Yagoda
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Secondo la dottrina marxista ufficiale
che, come abbiamo dimostrato, non è che un camuffamento, non esistono né Dio né
il diavolo. Entrambi sono fantasie. In base a questa dottrina, i cristiani sono
perseguitati dai comunisti. Ad ogni modo, il giornale sovietico Kommunisma
Uzvara, dell'aprile 1974, scrive che nella Lettonia rossa sono stati creati
nelle scuole molti circoli ateistici. Il nome che si dà ai bambini in questi
circoli è, dalla IV alla VI classe, «Piccoli Diavoli»; mentre quelli
della VII classe sono chiamati «Servitori del Diavolo». In un'altra
scuola, ragazzi dell'VIII classe sono chiamati «Fedeli figli del
Diavolo». Alle adunate i bambini vengono vestiti da diavoli, con corna e coda 79. Cosicché è vietato adorare Iddio, ma è consentito ed
anzi incoraggiato fra i bambini di età scolare un pubblico culto del diavolo.
Questo era l'obiettivo celato dai comunisti quando si impadronirono del potere
in Russia. Più ancora, i comunisti volevano trasformare i loro capi in pubblici
adoratori di Satana. Il prete russo-ortodosso Platonov (1899-1951), un agitatore
antisemita, passò ai comunisti quando assursero al potere in Russia. Lo
nominarono Vescovo, ed egli diventò un Giuda che denunciava i componenti del suo
gregge alla Polizia segreta, ben sapendo che sarebbero stati perseguitati. Un
giorno incontrò su un autobus la propria sorella Alexandra. Era una badessa, che
era stata arrestata più volte, evidentemente cosa nota al fratello. Egli le
chiese: «Perché non mi parli? Forse che non riconosci tuo fratello»? Essa
rispose: «E mi domandi il perché? Nostro padre e nostra madre sussulterebbero
nelle loro tombe. Tu servi Satana». Sebbene fosse ufficialmente un Vescovo
ortodosso nell'Unione Sovietica, egli rispose: «Forse sono io stesso
Satana» 80. Non c'è il minimo dubbio che egli
fosse dominato dall'ideologia satanista. Come si spiegherebbe altrimenti la
seguente citazione da una sua lettera allo scrittore russo Maxim Gorky
(1868-1936), in data 13-14 novembre 1913: «Milioni di peccati, malignità,
oppressioni ed epidemie fisiche sono più facilmente scoperte dal popolo e perciò
meno pericolose, che l'idea più debole di un piccolo dio spirituale, anche se
camuffato nell'abbigliamento più decoroso» 81.
La rivista Pravoslavnaia Rus scrive: «La cattedrale ortodossa di
Odessa, tanto amata dagli odessiti, poco dopo l'assunzione del potere da parte
dei comunisti diventò il punto d'incontro dei satanisti [...]. Essi si
riunivano anche in Slobodka-Romano e nell'antica abitazione del conte
Tolstoi». Segue poi il resoconto particolareggiato delle messe sataniche
dette dal diacono Serghei Mihailov, della proditoria «chiesa vivente», un
ramo ortodosso stabilito in connivenza con i comunisti. Un astante descrive la
messa satanica come «una parodia della liturgia cristiana, in cui per la
comunione si fà uso di sangue umano». Queste messe si svolgevano nella
cattedrale, dinanzi all'altar maggiore. Anche ad Odessa, nel Museo degli Ateisti
veniva esibita una statua di Satana, che era chiamato Baphomet. La notte,
i satanisti si riunivano nel Museo per le loro preghiere e canti di fronte alla
statua 82. Finanche la figlia di Stalin,
Svetlana Alliluyeva, che non aveva mai saputo nulla delle profondità di
Satana, scrisse: «Beria (il ministro degli Interni sovietico) sembra
abbia avuto un vincolo diabolico con tutta la mia famiglia [...].
Beria era un demonio malvagio, spaventoso [...]. Un
demone terribile aveva preso possesso dell'anima di mio padre». Svetlana
ricorda inoltre che Stalin considerava la bontà e l'amore misericordioso
peggiori del più grande delitto 83. Un simile clero
satanico domina su più di metà dell'umanità, e ordina atti di terrorismo per
tutto il mondo.
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Da sinistra: Maxim
Gorky, Svetlana Alliluyeva e Lavrenti
Beria.
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Si può capire che i comunisti
arrestassero preti e pastori perché li consideravano contro-rivoluzionari. Ma
perché i preti venissero costretti dai marxisti nella prigione romena di
Piteshti a dir Messa sullo sterco e l'urina? Perché venivano torturati cristiani
col far loro prendere la Comunione usando questi come elementi? Perché lo
scherno osceno della religione? E perché al prete romeno-ortodosso Roman
Braga, che conoscevo personalmente e allora era prigioniero dei comunisti -
attualmente risiede negli Stati Uniti - perché gli vennero schiantati i denti ad
uno ad uno con una verga di ferro, per renderlo blasfemo? I comunisti
avevano spiegato a lui e ad
altri: «Se vi uccidiamo, cristiani, andate in paradiso. Ma non vogliamo che
vi diano la corona del martirio. Dovrete prima bestemmiare Iddio, e poi andare
all'inferno». Nella prigione di Piteshti i comunisti costringevano un
prigioniero molto religioso ad essere «battezzato» ogni giorno con l'immergergli
il capo nel «bugliolo» nel quale i prigionieri facevano i loro bisogni; e
frattanto obbligavano gli altri prigionieri a cantare le funzioni battesimali.
Uno studente di teologia dovette rivestire lenzuoli bianchi (per imitare le
vesti di Cristo) e gli fu appeso al collo un'immagine blasfema di Cristo. I
cristiani venivano picchiati fino a farli impazzire per costringerli a
inginocchiarsi di fronte a quell’immagine. Dopo di averla baciata, venivano
costretti a recitare parte della liturgia 84. I
prigionieri venivano costretti a togliersi i calzoni e sedersi con i glutei nudi
su Bibbie aperte 85. Simili cose vennero perpetrate
per almeno due anni con la piena conoscenza delle gerarchie superiori del
Partito. Che cosa ha a che fare tutto ciò con il socialismo e col benessere del
proletariato? Non sono, queste indegnità, puri e semplici pretesti per
organizzare orge e blasfemi satanici? Si suppone che i marxisti siano atei che
non credono nel paradiso e nell'inferno. In queste estreme circostanze il
marxismo si è tolto la maschera ateistica rivelando il proprio vero volto, che è
il satanismo. La persecuzione comunista della religione può avere una
spiegazione umana: la furia di questa persecuzione oltre ogni ragione, è
satanica. Così è accaduto anche nelle prigioni romene e nell'Unione Sovietica,
dove monache che non vollero rinnegare la loro fede furono sodomizzate, e
ragazze battiste furono violentate 86. Molti
morirono come martiri, ma ciò non soddisfaceva i comunisti. Mediante la tecnica
luciferina fecero che i martiri morissero blasfemi, nel delirio provocato dal
parossismo delle torture. La dissacrazione satanista di chiese cattoliche si è
avuta nel 1970 in Upyna, Dotnuva, Zanaiciu, Kalvarija, Sede, ecc..., località
della Lituania sovietica. L'ultima di cui ci risulta è avvenuta in Alsedaai il
22 settembre 1980 87. Nel 1923, c'erano stati
nell'Unione Sovietica finti processi a Dio, alla presenza di Lev Trotsky (1879-1940) e di
Lunacharskij 88. Ma queste non sono soltanto cose
d'altri tempi. Nel suo libro Psychiatric Hospital 14 Moscow, Georgi
Fedorov racconta della conversazione col suo psichiatra Dr. Vladimir
Levitskij a proposito del cristiano Argentov che era detenuto in
quell'ospedale. Il medico disse: «Voi volete tirare il vostro amico Eduard
verso Dio, e noi verso il diavolo. Così io mi valgo dei miei diritti come
psichiatra di inibire a voi ed ai vostri amici l'accesso a lui». A Chiasso,
nell'Angola comunista, i marxisti macellarono animali nella chiesa e ne posero
le teste sull'altare e sul pulpito. Un manifesto proclamava: «Questi sono gli
dèi che voi adorate». Il pastore Aurelio Chicanha Saunge fu ucciso
insieme con centocinquanta suoi parrocchiani 89. Il
prete cattolico lituano Eugene Vosikevic è stato ucciso. Evidentemente i
comunisti avevano svolto un rito satanista, perché si trovò che la sua bocca era
stata riempita di pane 90. Vetchennaia
Moskva, un giornale comunista, ebbe un lapsus calami, un errore
involontario di penna; infatti, scrisse: «Noi non combattiamo contro i
credenti e neanche contro i preti. Combattiamo contro Dio per portargli via credenti» 91. La lotta contro Dio per portargli via i suoi credenti è
la sola spiegazione logica della lotta comunista contro il battesimo. Le parole
del giornale sovietico non ci stupiscono. Marx l'aveva già detto nel suo libro
Ideologia germanica, chiamando Dio «lo Spirito Assoluto» come
aveva fatto il suo maestro Hegel, e scrisse: «Ci troviamo di fronte a una
domanda altamente interessante: la decomposizione dello Spirito Assoluto».
Non era una lotta contro una falsa credenza in un Dio inesistente ciò che lo
preoccupava. Egli credeva nell'esistenza di Dio, e desiderava di veder
decomporsi questo Spirito Assoluto, come molti prigionieri dei comunisti
venivano fatti marcire nelle prigioni. In Albania, il prete Stephan Kurti
fu condannato a morte per aver battezzato un solo bimbo. Il battesimo deve
essere eseguito in segreto nella Cina rossa e nella Corea del Nord. Nell'Unione
Sovietica, i battesimi possono essere officiati soltanto dopo la registrazione.
Persone che desiderano esser battezzate o che vengano battezzati i loro figli,
debbono presentare i loro documenti d'identità al rappresentante del consiglio
della chiesa, che a sua volta deve riferirne alle autorità dello Stato. Ne
risulta la persecuzione. I kolkhoznik (lavoratori nelle fattorie
collettive) non hanno carta d'identità, e perciò possono far battezzare i loro
bambini solo segretamente 92. Molti pastori
protestanti hanno avuto condanne alla prigione per aver battezzato persone. La
lotta comunista contro il battesimo presuppone che si creda nel suo valore per
un'anima. Stati come il Pakistan, fondati in relazione con una determinata
religione, si oppongono al battesimo cristiano, in nome di un diverso punto di
vista religioso. Ma per gli atei - quali i comunisti dichiarano di essere - il
battesimo non dovrebbe significare proprio niente. Si deve supporre che non
benefichi o non danneggi il battezzato. Perché dunque questi comunisti
combattono contro il battesimo? È perché i comunisti combattono contro Dio per
strappargli credenti. La loro ideologia non è realmente ispirata dall'ateismo.
Qualche cosa di più sulle relazioni fra il marxismo e l'occultismo si può
trovare in Psychic Discoveries Behind the Iron Curtain 93, di Sheila Ostrander e Lynn Schroeder. È
stupefacente scoprire che l'Oriente comunista è molto più progredito
dell'Occidente in fatto di ricerca sulle forze oscure manipolate da Satana
94. In Cecoslovacchia, Bulgaria, ecc..., il Partito
Comunista spende somme colossali per ricerche segrete in questo campo. Vi è una
«Cortina di Ferro» che impedisce all'Occidente di sapere ciò che accade nei
venti istituti parapsicologici situati nell'Unione Sovietica.
Quale fu il contributo specifico di Marx
al piano di Satana per l'umanità? Fu importante. La Bibbia insegna che Dio creò
l'uomo (Gn 1, 26). Fino ai tempi di Marx, l'uomo continuò ad essere
considerato come la corona della creazione. Marx fu lo strumento prescelto da
Satana perché facesse perdere all'uomo la stima di sè stesso, la convinzione di
discendere da alti luoghi e di essere destinato a ritornare ad essi. Il marxismo
è la prima filosofia sistematica e particolareggiata che riduce bruscamente la
nozione dell'uomo. Secondo Marx, l'uomo è innanzitutto un intestino, che deve
essere riempito costantemente e ripetutamente. Gli interessi prevalenti
dell'uomo sono di natura economica. Egli produce per sopperire alle proprie
necessità. Per questo scopo egli entra in relazioni sociali con altri uomini.
Questa è la base della società, quello che Marx chiama l'infrastruttura.
Matrimonio, amore, arte, scienza, religione, filosofia, tutto ciò che esula
dalle necessità dell'intestino, sono sovrastrutture, determinate in ultima
analisi dallo stato dell'intestino. Nessuna meraviglia che Marx si sia molto
rallegrato leggendo il libro di Charles Darwin (1809-1882) sull'origine
delle specie, un altro colpo da maestro per far dimenticare agli uomini la loro
natura spirituale e i loro fini divini. Darwin diceva che l'uomo derivava dal
mondo animale e non aveva altri scopi all'infuori della mera sopravvivenza. Il
re della natura era stato detronizzato da quei due. Satana non poteva
detronizzare Dio, quindi svalutò l'uomo. Si era «dimostrato» che l'uomo era un
servo dell'intestino, ed era progenie di animali. Marx scrisse a Ferdinand
Lassalle il 16 gennaio 1861: «Il libro di Darwin è molto importante e mi
serve di base nelle scienze naturali per la storica lotta di classe». Il
genero di Marx, Paul Lafargue, in Socialism and the Intellectuals dice:
«Quando Darwin pubblicò il suo volume "L'origine delle specie" tolse a Dio la
parte di creatore nel mondo organico come Franklin lo ha spogliato del suo
fulmine» 95. Più tardi, l'ebreo Sigmund
Freud (1856-1939) avrebbe completato l'opera di quei due giganti satanici,
riducendo l'uomo basilarmente a un impulso sessuale, volta a volta
sublimato nella politica, nell'arte o nella religione.
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Da sinistra: Charles
Darwin, Fedor Sologub e Valery
Briusov.
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Fu lo psicologo svizzero Carl Gustav Jung (1875-1961) che
ritornò alla dottrina biblica, secondo la quale l'impulso religioso è quello
fondamentale dell'uomo. Il darwinismo appare come una teoria scientifica, che
può essere giusta o sbagliata, ma che non ha addentellati economici o politici.
Molti sarebbero disposti ad accettare che Dio abbia creato il mondo che
conosciamo attraverso un lungo processo di evoluzione. I tempi di Marx furono
tempi di esplosione satanista in molte sfere
della vita. Era il periodo in cui il poeta francese Charles Baudelaire
(1821-1867) scriveva Les Fleurs du Mal («I fiori del male»), proclamando
apertamente di essere dalla parte dell'immoralità. Il poeta russo Fedor
Sologub (1863-1927) scrisse: «Mio padre è il diavolo»; un
altro poeta russo, Valery Briusov (1873-1924), scriveva: «Io glorifico
egualmente Dio e il diavolo». Marx era un figlio dei tempi che ci dettero
anche Friedrich Nietzsche (1844-1900) - il filosofo favorito di Hitler e
di Benito Mussolini (1883-1945) - Max Stirner (1806-1856), un
anarchico estremista, e Oscar Wilde (1854-1900), il primo
teorico della libertà per l'omosessualità. La Russia venne preparata per la
vittoria del marxismo. Quelli della Rivoluzione furono tempi in cui amore,
sentimenti buoni e sani, erano considerati mediocri e retrogradi. Le fanciulle
nascondevano la loro innocenza, i mariti la loro fedeltà. La distruzione era
lodata come buon gusto, la nevrastenia come il segno di una mente raffinata.
Questo insegnavano nuovi scrittori improvvisamente comparsi dal nulla. Gli
uomini inventarono vizi e perversioni, prendendosi cura di non lasciare
l'impressione di essere morali. Come mai quindi Stalin diventò rivoluzionario
dopo aver letto Darwin? 96 Come studente nel
seminario ortodosso ebbe da Darwin l'impressione che non siamo creature di Dio,
ma il risultato di un'evoluzione in cui regna una concorrenza spietata.
Sopravvive il più forte e il più crudele. Imparò che i criteri morali e
religiosi non rappresentano una parte nella natura e che l'uomo è altrettanto
parte della natura quanto un pesce o una scimmia antropomorfa. Quindi, evviva la
spietatezza e la crudeltà. Darwin aveva scritto un libro scientifico. Il suo
risultato finale è stato l'uccisione di decine di milioni di innocenti. È
diventato il padre spirituale dei più grandi assassinii di massa della Storia.
Più ancora fu l'influsso della Rivoluzione Francese, spiritualmente molto simile
a quella russa. Durante lo svolgersi degli eventi in Francia, Anacharsis Clootz (1755-1794), uno
dei capi dei rivoluzionari e un Illuminato, si dichiarò «nemico personale
di Gesù Cristo». Di fronte alla Convenzione il 17 novembre 1792 affermò:
«Il popolo è il sovrano e il Dio del mondo [...]. Soltanto gli
sciocchi credono in un qualsiasi altro Dio, in un Ente Supremo». Quindi la
Convenzione emise un decreto, proclamando «la nullificazione di tutte le
religioni».
I comunisti hanno l'abitudine di crearsi
organizzazioni di facciata. Tutto ciò che abbiamo detto più sopra suggerisce la
probabilità che i movimenti comunisti siano a loro volta organizzazioni di
facciata per un satanismo occulto. Ciò verrebbe anche a spiegare perché tutte le
armi politiche, economiche, culturali e militari impiegate contro il comunismo
si siano dimostrate tanto inefficaci. I mezzi per combattere il satanismo sono
spirituali, non materiali; altrimenti, mentre un'organizzazione di facciata satanista, come il nazismo, viene sconfitta, ne
sorgerà un'altra per una vittoria più grande. Heinrich Himmler
(1900-1945), il Ministro degli Interni della Germania nazionalsocialista,
credeva di essere una reincarnazione dell'imperatore Enrico
l'Uccellatore (876-936); egli pensava che fosse possibile imbrigliare
i poteri occulti perché servissero l'esercito nazista. Diversi capi
nazionalsocialisti erano coinvolti in riti di magia nera. Un organismo colossale
è stato creato dalla Polizia segreta sovietica per distruggere le Chiese del
mondo intero. Il loro primo obiettivo è di eliminare o minimizzare l'ostilità
delle religioni contro il comunismo. In secondo luogo essi cercano alleati
nell'interno della Chiese in modo da potersi valere del prestigio del clero per
portare la massa dei credenti nel campo della rivoluzione. Il nome di questo
dipartimento è Orginform (pronuncia Orghinform). Esso ha
cellule segrete in ogni Paese, in ogni grande organizzazione religiosa. Certo è
che il loro principale bersaglio sono le organizzazioni e missioni anticomuniste
che operano dietro la Cortina di ferro. Agenti comunisti specializzati in
propaganda e provocazione si infiltrano nelle Chiese e nelle missioni per
preparare il disarmo ideologico dei fedeli. Il suo primo direttore, Vassilij
Gorelov, era precedentemente un prete ortodosso, un apostolo diventato
Giuda. Il quartier generale è a Varsavia. Il capo attuale è Theodor
Krasky. L'organizzazione ha una scuola a Feodosia (in Crimea) per
l'addestramento degli agenti nei Paesi latini, ed una a Mosca per l'America
settentrionale. Gli agenti per la Gran Bretagna, l'Olanda, la Scandinavia,
ecc..., vengono addestrati a Siguel (in Lettonia) e quelli per i Paesi musulmani
a Constantza (in Romania). Queste scuole preparano falsi preti, i quali
comprendono perfettamente le rispettive teologie. L'autore di L'Io e la sua
proprietà era uno degli amici di Marx. Egli scrisse: «Io sono
legittimamente autorizzato a fare ogni cosa di cui sono capace». Solgenitsin
in Arcipelago Gulag rivela alcuni degli orribili risultati del comunismo
nelle anime e nelle vite delle persone. Ripeto che sono consapevole del fatto
che le prove che io riporto qui sono soltanto indiziarie. Ma ciò che ho scritto
qui è sufficiente a mostrare che quanto i marxisti dicono di Marx, è un mito.
Egli non fu indotto dalla povertà del proletariato per la quale la rivoluzione era
l'unica soluzione. Non amava i proletari. Li chiamava «zucconi», «stupidi»,
«asini», «furfanti» 97, e, sì, adoperava epiteti
osceni (corrispondenza con Engels) 98; Marx non
amava i suoi compagni nella lotta per il comunismo. Chiamava Ferdinand
Failigrath (1810-1876) «il suino» 99,
Lassalle «negraccio giudeo» 100, Bakunin
«uno zero teorico» 101. Un combattente
della rivoluzione del 1848, il tenente Cecov, che trascorse notti bevendo
con Marx, commentò che il narcisismo di Marx aveva divorato quanto di buono
c'era stato in lui. Marx non amava l'umanità. Giuseppe Mazzini (1805-1872), che
lo aveva conosciuto bene, scrisse: «Aveva uno spirito distruttivo.
Il suo cuore scoppia di odio piuttosto che d'amore per gli
uomini». Giuseppe Mazzini fu carbonaro solo per brevissimo tempo, nella
sua giovinezza. Questa organizzazione era stata fondata nel 1815 da Antonio
Maghella, un massone genovese, e dichiarava che il «suo scopo finale era
quello di Voltaire e della Rivoluzione Francese: il completo annientamento
del cattolicesimo e infine, del cristianesimo». Era incominciata
come una operazione italiana ma in seguito ebbe un orientamento europeo più
ampio. Benché Mazzini criticasse Marx, mantenne rapporti con lui.
L'Enciclopedia ebraica dice che Mazzini e Marx ebbero l'incarico di
preparare l'indirizzo e la costituzione della Prima Internazionale. Non conosco
testimonianze in contrario da parte di contemporanei di Marx. Quest'ultimo, come
filantropo è un mito costruito soltanto dopo la sua morte. Marx non odiava la
religione perché costituisse un ostacolo sulla via della felicità dell'umanità.
Al contrario, egli desiderava rendere infelice l'umanità sia qui che attraverso
l'eternità. Proclamava questo come suo ideale. Il suo fine era la distruzione
della religione. Il socialismo, la preoccupazione per il proletariato,
l'umanitarismo... questi non erano che pretesti. Dopo aver letto The Origin
of Species di Charles Darwin, Marx scrisse a Lassalle una lettera in cui
esultava che a Dio - per lo meno nel campo delle scienze naturali - fosse stato
dato «un colpo mortale» 102. Quale idea
precedeva tutte le altre nella mente di Marx? Erano forse le tristi condizioni
del povero proletariato? In tal caso, quale possibile valore aveva la teoria di
Darwin? Oppure può darsi che lo scopo principale di Marx fosse la distruzione
della religione? Il bene dei lavoratori era soltanto una finzione? Dove i
proletari non combattono per gli ideali socialisti, i marxisti sfrutteranno le
differenze razziali o il cosiddetto generation gap, il salto di
generazione. La cosa principale è che la religione dev'essere
distrutta.
l Robin
Goodfellow
Marx scrisse: «Nei segni che sconcertano la classe media, l'aristocrazia e i profeti della regressione, riconosciamo il nostro valoroso amico, Robin Goodfellow, la vecchia talpa che può operare così velocemente nella Terra: la Rivoluzione» 103. Chi ha letto questa frase evidentemente non ha indagato circa l'identità di questo Robin Goodfellow, il valoroso amico di Marx, che lavora per la Rivoluzione. Nel XVI secolo usare il nome «Robin Goodfellow» per indicare il diavolo 104. William Shakespeare (1564-1616), nel suo Sogno d'una notte di mezza estate lo chiama «lo spirito maligno che fuorvia il viandante notturno, e ride del suo danno» 105. Così, secondo Marx, considerato «il padre del comunismo», un demonio era l'autore della rivoluzione comunista ed era suo amico personale. In Argentina gruppi di terroristi comunisti rapivano industriali e ricavavano milioni con i riscatti. Questo danaro veniva moltiplicato in banche capitaliste da un certo Graiver, il quale convinceva anche la povera gente ad affidargli i loro risparmi. Con i profitti egli finanziava i terroristi. Quindi andò in bancarotta rovinando i poveri. Suoi complici erano ex-presidenti dell'Argentina e grandi giornalisti, fra i quali un uomo che aveva preso il nome di Satanovsky. Vale la pena ricordare qui che Stalin aveva incominciato a scrivere sotto lo pseudonimo di «Figlio del diavolo» e «Figlio del demonio».
Marx scrisse: «Nei segni che sconcertano la classe media, l'aristocrazia e i profeti della regressione, riconosciamo il nostro valoroso amico, Robin Goodfellow, la vecchia talpa che può operare così velocemente nella Terra: la Rivoluzione» 103. Chi ha letto questa frase evidentemente non ha indagato circa l'identità di questo Robin Goodfellow, il valoroso amico di Marx, che lavora per la Rivoluzione. Nel XVI secolo usare il nome «Robin Goodfellow» per indicare il diavolo 104. William Shakespeare (1564-1616), nel suo Sogno d'una notte di mezza estate lo chiama «lo spirito maligno che fuorvia il viandante notturno, e ride del suo danno» 105. Così, secondo Marx, considerato «il padre del comunismo», un demonio era l'autore della rivoluzione comunista ed era suo amico personale. In Argentina gruppi di terroristi comunisti rapivano industriali e ricavavano milioni con i riscatti. Questo danaro veniva moltiplicato in banche capitaliste da un certo Graiver, il quale convinceva anche la povera gente ad affidargli i loro risparmi. Con i profitti egli finanziava i terroristi. Quindi andò in bancarotta rovinando i poveri. Suoi complici erano ex-presidenti dell'Argentina e grandi giornalisti, fra i quali un uomo che aveva preso il nome di Satanovsky. Vale la pena ricordare qui che Stalin aveva incominciato a scrivere sotto lo pseudonimo di «Figlio del diavolo» e «Figlio del demonio».
Mi rivolgo ai gregari del marxismo: voi
non siete animati dallo spirito che controllava Hess, Marx, Engels. In realtà,
voi amate l'umanità, la rispettate e intendete adoperarvi per il bene
universale. Non è vostro desiderio essere uno strumento di qualche sètta. Per
voi questo libro può essere utile. Il marxismo satanico ha una filosofia
materialista che acceca i suoi seguaci alle realtà spirituali. Esiste qualche
cosa di più della materia. Esiste una realtà dello spirito, della verità, della
bellezza, e degli ideali. Esiste
anche un mondo di spiriti decaduti, il cui capo è Satana. Cadde dal cielo per il
suo orgoglio e trascinò giù con sé un'armata di angeli. Dopo la caduta, il suo
inganno è stato perpetuato e accresciuto attraverso ogni concepibile congegno,
finché oggi vediamo la bellissima creazione di Dio devastata dalle guerre
mondiali, dalle rivoluzioni e controrivoluzioni, dalle dittatura, dallo
sfruttamento, dal razzismo di diversi tipi, dalle false religioni, e
dall'agnosticismo e ateismo, delitti e imbrogli, infedeltà in amore ed amicizia,
matrimoni infranti, figli ribelli. L'umanità ha perduto la visione di Dio. Ma
che cosa ha preso il posto di questa visione? Forse qualche cosa di meglio?
L'uomo deve e vuole avere qualche religione. Se rifiuta di volgersi a Dio, avrà
la religione di Satana e perseguiterà coloro che non adorano Satana. Soltanto
pochi fra i grandi dirigenti del comunismo sono stati e sono satanisti
consapevolmente, ma esiste anche un satanismo inconscio. Uno può essere
satanista inconsapevolmente, senza neanche sapere che esista un simile culto.
Egli è tale se odia la nozione di Dio e il nome di Cristo, se vive come se fosse
soltanto materia, se nega i principî spirituali e morali. Sono nello stesso
pericolo coloro i quali si dedicano all'occultismo. A Francoforte, la domenica
vanno più persone alle riunioni spiritiche, nelle quali vengono evocati i
defunti, che non alle funzioni di chiesa. Vi sono chiese sataniste a Monaco e
Dusseldorf 106. Ve ne sono anche molte in Francia,
in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e in altri Paesi. Gli esseri umani possono
aver abbandonato Dio, ma Dio non ha mai abbandonato le Sue creature. Egli ha
inviato nel mondo il Suo Figlio unigenito Gesù Cristo. Amore e grazia incarnati
vissero sulla Terra la vita di un povero bambino, poi la vita di un umile
carpentiere, e infine la vita di un Maestro di rettitudine. L'uomo oppresso non
può salvarsi, come non può trarsi dalle acque un uomo che annega. Così Gesù,
pieno di comprensione per i nostri intimi conflitti, prese su di Sé tutti i
nostri peccati, ivi compresi i peccati di persone come Marx e i suoi seguaci, e
sopportò Egli stesso la condanna per quello che abbiamo fatto. Egli espiò i
nostri peccati morendo su una croce sul Golgota, dopo aver sofferto la più
terribile umiliazione e dolore. Egli non rifiuta nessuno, quale che sia il suo
passato. Vale la pena osservare che due Premi Nobel sovietici, Boris Pasternak (1890-1960) e
Solgenitsin, entrambi ex comunisti, dopo aver descritto i parossismi di delitto
ai quali conduce il marxismo satanico, hanno posto la loro fede in Cristo.
Svetlana Alliluyeva Stalina, la figlia del peggiore assassino di massa marxista,
è diventata anche lei cristiana. Ricordiamo che l'ideale di Marx era scendere
negli abissi dell'inferno lui stesso, e trascinarvi dentro con sé tutta
l'umanità. Non seguiamolo su questo sentiero vizioso, ma piuttosto volgiamoci a
Cristo che ci ama e può guidarci verso l'alto delle vette di luce, saggezza e
amore, a un cielo di ineffabile gloria.
Note
1 Cfr. K. Marx-F. Engels, Zur Kritik der
Hegelschen Rechtphilosophie, Einleitung («Critica della filosofia del
diritto Hegeliana», Introduzione), MEGA I, i (1), pagg. 607-608.
2 Cfr. R. Oestreicher, Sermons from Great St.
Mary's, Londra, Fontana, 1969, 278-280.
3 Cfr. K. Marx, Die Vereinigung der Glàubigen
mit Christo («L'unione dei fedeli con Cristo»), MEW, supplemento, vol. I,
pag. 600.
4 Cfr. K. Marx, Betrachtung eines Jùnglings bei
der Wahl eines Berufes («Considerazioni di un giovane sulla scelta di una
carriera »), MEW, supplemento, vol. I, pag. 594. Anche in Payne, pag. 34.
5 Cfr. K. Marx, Das Kapital («Il
capitale»), New York, Cerf & Klopfer, The Modern Library, 1906, pag. 91.
6 Cfr. K. Marx, Des Werzweiflenden Gebet
(«Invocazione di un disperato»), pag. 30.
7 Ibid. pagg.
30-31.
8 Cfr. Deutsche
Tagespost, del 31 dicembre 1982.
9 Cfr. K. Marx, Spielmann («Il giocatore»),
pagg. 57-58.
10 Cfr. K. Marx, Oulanem, Atto 1, scena 1,
pag. 60.
11 Ibid., Atto 1,
scena 2, pag. 63.
12 Ibid., Atto 1,
scena 3, pag. 68.
13 Cfr. K. Marx, Louis Bonaparte («Il 18
Brumaio»), MEW VIII, pag. 119; K. Marx, Oulanem, Atto 1, scena 3,
MEGA I, i (2), pag. 68.
14 Cfr. K. Marx, Oulanem, Atto 1, scena 3,
pag. 68.
15
Ibid.
16 Cfr. K. Marx, Hegel, pagg. 41-42.
17 Cfr. Deutsche
Tagespost, 31 dicembre 1982.
18 Cfr. K. Marx, Das bleiche maedchen («La
fanciulla pallida»).
19 Cfr. Muller-Schoenhausen, La soluzione
dell'enigma Adolf Hitler.
20 Cfr. K. Marx, Ueber die differenz der
demokritischen und Epikurischen Naturphilosophie, Vorrede («La differenza
fra la filosofia naturale di Democrito ed Epicuro», prefazione), pag.
10.
21 Cfr. J. Von Westphalen, Mohr und General,
Erinnerungen an Marx und Engels («Il moro e il generale, ricordi di Marx ed
Engels»), Berlino, Dietz Verlag, 1964, pagg. 273-274.
22 Cfr. R. Payne, Marx, New York, Simon
& Shuster, 1968, pag. 317.
23 Ibid.
24 Cfr. K. Marx, «Il Comunismo e il Giornale di
Augsburg», in Die Rheinische Zeitung («Il Giornale renano»), MEGA I,
i (1), pag. 263.
25 Cfr. M. Hess, Lettera del 2 settembre 1841 a
Berthold Auerbach, MEGA I, 1 (2), pag. 261.
26 Cfr. K. Marx, Zur Kritik der Hegelschen
Rechtsphilosophte, Einleitung («Critica della Filosofia hegeliana del
diritto, introduzione»), MEGA I, i (1) pag. 614.
27 Cfr. M. Bakunin, God and the State («Dio
e lo Stato»), Dover Publications, New York 1970, pag. 112.
28 Cfr. R. Guk, Dzerjinskij, Parigi 1936,
(in russo), pag. 81.
29 Cfr. H. Enzensberger, op. cit.,
407.
30 Cfr. P.-J. Proudhon, Philosophie de la
Misere, Union Generale d'Editions, Parigi 1964, pagg. 200-201.
31 Cfr. P. Carus, History of the Devil
(«Storia del diavolo»), Bell Publications Co., pag. 435.
32 Cfr. C. Boyer, The Philosophy of
Communism («La filosofia del comunismo»), pag. 10; I. Giordani, L'ateismo politico del
comunismo, Fordham Univ. Press, New York 1952, pag. 134.
33 Cfr. K. Marx, Spielmann, MEGA I, i (2),
pag. 50.
34 Cfr. J. Rubin, Do it, Simon &
Schuster, New York 1970, pag. 249.
35 Cfr. K. Marx, Menschenstolz («Orgoglio
umano»), MEGA I, i (2), pag. 50.
36 Cfr. A. Künzli, Karl Marx, Eine
Psychographie, Europa Verlag, Zurigo 1966.
37 Cfr. D. Ryazanov, Karl Marx, Man, Thinker and
Revolutiomst («Karl Marx, uomo, pensatore e rivoluzionario»), Intern.
Publishers, New York 1927.
38 Cfr. F. Mehring, Karl Marx: Geschichte seines
Lebens («Karl Marx: storia della sua vita»), Dietz, Berlino 1954, pagg.
99-100.
39 Ibid., pag.
100.
40 Cfr. B. Bauer, Lettera del 6 dicembre 1841 ad
Arnold Ruge, MEGA I, i (2) pag. 263.
41 Cfr. A. Melskij, Evangelist Nenavisti
(una vita di Karl Marx in russo), Za Pravdu Ed., Berlino 1933.
42 Cfr. R. Heuer, Genie und Reichtum («Genio
e ricchezza»), Bertelsmann, Vienna 1971, pagg. 167-168.
43 Cfr. K. Marx, Lettera del 27 febbraio 1852 a
Friedrich Engels, MEW XXVIII, pag. 30.
44 Cfr. F. Engels, Lettera del 2 marzo 1852 a
Karl Marx, pag. 33.
45 Cfr. K. Marx, Lettera dell'8 marzo 1955 a
Friedrich Engels, pag. 438.
46 Cfr. K. Marx, Lettera del 2 dicembre 1863 a
Friedrich Engels, MEW XXX, pag. 376.
47 Cfr. O. Flechtsheim, Il Partito Comunista di
Germania, nella repubblica di Weimar, Offenbach 1948.
48 Cfr. A. Künzli, op. cit., pag.
187.
49 Cfr. B. Wolfe, Marxism: One Hundred Years in
the Life of a Doctrine («Il marxismo: cento anni nella vita di una
dottrina»), The Dial Press, New York 1965, pag. 32.
50 Cfr. K. Marx-F. Engels, The Russian Menace to
Europe («La minaccia russa all'Europa»), The Free Press, Glence 1952, pag.
63.
51 Cfr. B. Wolfe, op. cit.
52 Cfr. F. Engels, M.E.W., volume VI, pag.
176.
53 Cfr. N. Weyl, Karl Marx Racist («Karl
Marx razzista»), Arlington House.
54 Cfr. K. Marx, M.E.W., volume XXXV, pag.
122.
55 Esattamente come fanno
i satanisti; ricordiamo che a differenza degli atei, essi non negano l'esistenza
di Dio, se non pubblicamente per ingannare gli altri; sanno della Sua esistenza,
ma amano descriverlo malvagio.
56 Cfr. C. Tsuruki, The Life of Eleanor Marx
(«La vita di Eleanor Marx»), Clarendon Press, Oxford 1957, pag. 85.
57 Cfr. E. Marx, Lettera del 31 marzo 1854 a
Karl Marx, MEW II, pag. 18.
58 Cfr. J. Marx, Lettera datata dopo l’11 agosto
1844, a M. Marx, MEW, Suppl., vol. I, pag. 652.
59 Cfr. F. Mehring, op. cit., pag.
18.
60 Cfr. F. Mehring, Karl Marx: The Story of his
Life, Covici, Friede, New York 1935, pag. 32.
61 Cfr. K. Marx, Lettera del 20 maggio 1882 a
Friedrich Engels, MEW, XXXV, pag. 65.
62 Cfr. W. Kaufmann, Hegel, Doubleday,
Garden City 1965, pag. 288.
63 Cfr. V. I. Lenin, Opere complete (in russo),
Casa ed. di letteratura politica, Mosca 1964, vol. XLV, pag. 86.
64 Ibid., vol.
LIV, pagg. 86-87.
65 Cfr. G. Katkov, The Trial of Bukharin
(«Il processo di Bukharin»), T. Batsford Ltd., Londra 1969, I, pag.
29.
66 Cfr. M. Gilas, «Strani tempi», in
Kontinent, nº 33, pag. 25.
67
Ibid.
68 Cfr. Avtorkhanov-Abdurakhman, Criminds in
Bolsbevism («Criminali nel bolscevismo»), Possev Verlag (in russo),
Francoforte, grani nn. 89-90, pagg. 324-325.
69 Cfr. Avtorkhanov-Abdurakhman, The
Provenience of Partocracy («La provenienza della partitocrazia»), Possev
Verlag, Francoforte 1973 (in russo), pagg. 198-201.
70 Cfr. The Wall
Street Journal di New York, del 10 giugno 1980.
71 Cfr. Expres di
Parigi, del 6 ottobre 1979.
72 Cfr. Il Tempo
di Roma, del 1 novembre 1979.
73 Cfr. P. Underwood, The Vampire's Bedside
Companion, Ed. Frewin.
74 Cfr. H. Knaust, The Testament of Evil
(«Il testamento del male»).
75 Cfr. Znamia
Junosti, del 19 agosto 1979.
76 Cfr. Nauka I
Religia, luglio 1979.
77 Cfr. A. I. Solzhenitsyn, The Gulag
Archipelago, Harper & Row, New York 1973, vol. I-II, pag.
173.
78 Cfr. M. Zach, Mao Tse-Tung, Bechtle
Esslingen 1969, pag. 13.
79 Cfr. Kommunisma
Uzvara («Vittoria del comunismo»), Riga, aprile 1974 (in
lituano).
80 Cfr. A. Levitin-Krasnov, Bòse Jahre
(«Anni cattivi»), Rex Verlag, Lucerna 1977, pagg. 144-145.
81 Cfr. V. I. Lenin, op. cit., vol. IIL, pagg.
226-227.
82 Cfr. Prasvoslavnaia
Rus («Russia ortodossa»), «Adoratori satanisti», n° 20 del 1977 (in
russo), San Francisco, pagg. 9-12.
83 Cfr. S. Alliluyeva, Twenty Letters to a
Friend («Venti lettere ad un amico»), Hutchinson, Londra 1977, pag. 64 e
ss.
84 Cfr. D. Bacu, Pitesbti, Colectia
Dacoromania, Madrid 1963, 71, pag. 187 (in rumeno).
85 Cfr. Cuvantul
Romanesc, Canada, febbraio 1980.
86 Cfr. H. Hartfeld, Irina.
87 Cfr.
Catacombes, Francia, settembre 1980.
88 Cfr. A. Reghelson, The Tragedy of the Russian
Church («La tragedia della Chiesa russa»).
89 Cfr. Impact,
Svizzera, febbraio 1981.
90 Cfr. Chronicle of
the Lituanian Catholic Church («Cronaca della Chiesa cattolica lituana»), nº
44, 1981.
91 Cfr. Dutko, O nashem upovanti («Sulla
nostra speranza»), YMCA Press, Parigi 1975, pag. 51 (in russo).
92 Cfr. I. Shafarevitch, La législation sur la
religion en URSS («La ligislazione sulla religione in Unione Sovietica»),
Seuil, Parigi 1974, pagg. 67-71.
93 Cfr. S. Ostrander-L. Schroder, Psychic
Discoveries Behind the Iron Curtain («Scoperte psichiche dietro la Cortina
di Ferro»), Prentice Hall, Englewood Cliffs 1970.
94 Cfr. «La
parapsicologia nell'Unione Sovietica», in Novie Russkoie Slovo
(«Nuova lingua russa»), 30 luglio 1975 (in russo). New York, pag. 2.
95 La cosa terribile è
che Darwin è stato strumentalizzato: non era stata affatto sua intenzione
nuocere alla religione. Aveva scritto infatti: «Vi è una grandiosità in
questa visione della vita, con i suoi numerosi poteri, inspirati originariamente
in poche forme o in una sola». Per dare maggior enfasi alla sua posizione,
Darwin inserì la frase «dal Creatore» dopo «ispirati» nella
seconda edizione. E vi rimase in tutte le edizioni successive che egli
pubblicò.
96 Cfr. M. Hyde, Stalin, Rupert Hart-Davis,
Londra, pagg. 28-29.
97 Cfr. D. Rjazanov, Karl Marx ah Denker, Mensch
und Revolutionaer («Karl Marx come pensatore, uomo e rivoluzionario»),
Verlag fuer Literatur und Politik, Vienna 1928, pagg. 149-150.
98 Cfr. A. Künzli, op. cit., pag.
352.
99 Cfr. M. Glickson, The Jewish Compless of Karl
Marx (« Il complesso ebraico di Karl Marx»), Herzl Press, opuscolo n° 20,
New York 1961, pag. 40.
100 Cfr. A. Künzli, op. cit., pag.
361.
101 Ibid., pagg.
372-373.
102 Cfr. K. Marx, Lettera del 16 gennaio 1961 a
Lassalle, MEW XXX, pag. 578.
103 Cfr. R. Payne, op. cit., pag.
306.
104 Cfr. Oxford
English Dictionary, Clarendon Press, Oxford 1933, vol. VIII, pag.
735.
105 Cfr. W. Shakspeare, Complete Works
(«Opere complete»), Foreman, Glenview, Scott 1973; Midsummer Nights
Dream, atto Il, scena I, 33-34, 189.
106 Cfr. Idea,
del 3 giugno 1983.