( Di Angela Pellicciari, da Il Tempo, 17-03-2011)
In giro per conferenze faccio anche la turista. Alla Venaria Regia di Torino ho ascoltato una guida ricordare il motto di Vittorio Amedeo II di Savoia: “L’Italia è un carciofo da mangiare foglia a foglia”. Vittorio Amedeo aveva ragione. Ma non sapeva quanto indigesto fosse il carciofo una volta mangiato.
Per scongiurare la soppressione delle monache di clausura e degli ordini mendicanti (francescani e domenicani), don Bosco aveva scritto al sovrano raccontandogli un sogno: a corte ci sarebbe stato un funerale. Dopo una settimana don Bosco aveva aggiornato il sogno: non uno, ma più funerali. Vittorio Emanuele II non si fa spaventare e nel giro di due mesi accompagna al cimitero la madre, la moglie, il fratello e l’ultimo nato. Nell’imminenza della firma alla legge, don Bosco fa stampare un libro in cui si scrive: “La famiglia di chi ruba a Dio non arriva alla quarta generazione”. Vittorio Amedeo II aveva ragione ma don Bosco era un profeta.
A metà dell’Ottocento, in Italia, c’è una generale aspirazione all’unità e all’indipendenza. Ma i Savoia vogliono “fare da sé”. Si muovono con l’appoggio delle potenze liberali (Inghilterra e Francia) che vogliono rendere l’Italia una colonia. Per giustificare l’attacco sistematico e violento alla chiesa cattolica (e agli italiani, tutti cattolici), i liberali ed i Savoia proseguono la “congiura all’aria aperta” inventata da Massimo D’Azeglio, massone, conosciuto come cattolico. Che significa congiura all’aria aperta? Significa che, siccome non ci sono le forze per fare la guerra, bisogna combattere con la penna. Bisogna riscrivere la storia d’Italia trasformandola in una “congiura contro la verità” (Leone XIII). Si tratta di raccontare come la presenza della Santa Sede e del suo governo abbia ridotto gli italiani in un popolo di schiavi; schiavi dell’obbedienza al Magistero.
La memoria della classicità greco-romana salvata dai monaci; i barbari evangelizzati e romanizzati; la limitazione dello strapotere imperiale arginato; la difesa delle libertà comunali; la promozione di tutte le arti; la diffusione capillare della bellezza; la nascita dell’università; la creazione di una miriade di opere di carità; l’organizzazione della difesa contro l’islam? Bazzecole. Il governo della chiesa è il più barbaro e brutale che si possa immaginare.
Risultato? La propaganda anticattolica, che ha continuato imperterrita senza argini anche negli ultimi decenni, ha fatto degli italiani un popolo di “utili idioti”. Una nazione che non sa più nulla del proprio passato, che è stata tirata su a slogan, che disprezza sé stessa. Dicevo che sto girando l’Italia per conferenze. A Salerno mi sono imbattuta in uno spettacolo che non avrei immaginato: in una bella piazzetta c’è una chiesa sconsacrata. Ai lati del portale ci sono due enormi gigantografie: rappresentano due vescovi con tanto di mitria. Al posto della testa hanno un teschio, gli occhi sono spiritati e la bocca è spalancata con enormi fila di denti pronti per azzannare. Una scritta spiega le immagini: Inquisizione.
Non mi risulta che, a Salerno, la popolazione sia insorta, sdegnata. Non mi risulta che il caso sia diventato di dominio nazionale. Ormai, per quello che riguarda la chiesa cattolica e la sua storia, siamo assuefatti a tutto. Accettiamo tutto come un’ovvietà. Benigni a cavallo basterà a salvare l’Italia? Ne dubito. Il male è radicale e le uniche medicine sono, ancora una volta, l’evangelizzazione e la cultura che da essa deriva. Viva l’Italia.