venerdì 29 giugno 2012

La Monarchia sacra Parte Seconda :IL ‘TOCCO’ GUARITORE DEI RE : La fine del tocco reale in Francia (XVIII-XIX secolo)

Luigi XV di Borbone-Francia (Versailles, 15 febbraio 1710Versailles, 10 maggio 1774),   ventenne, dipinto di Hyacinthe Rigaud




Nel corso del secolo dei ‘lumi’ la cerimonia del tocco regio non perse nulla della propria notorietà.
Luigi XV (1715- 1774) il 29 ottobre 1722, giorno della sua consacrazione, trovò una folla di duemila scrofolosi ad attenderlo nel parco di Saint-Rémi a Reims.
Almeno in tre occasioni il sovrano, a causa della sua cattiva condotta, si vide rifiutare dal confessore l’accesso alla Comunione (Pasqua 1739, Pasqua 1740 e Natale 1744) di modo che non esercitò il tocco.
Luigi inoltre modificò leggermente, probabilmente senza alcuna intenzione recondita, la formula tradizionale che accompagnava il venerando rito. Anziché, come per il passato, dire: Il Re ti tocca, e Dio ti guarisce (con il modo indicativo) egli pronunciò:
Il Re ti tocca, Dio ti guarisca (al condizionale), espressione che rimase in uso anche presso i successori.
Dinanzi al progredire dell’incredulità insufflata dall’Enciclopedismo scettico ed anti-cristiano dei seguaci di Voltaire, i fedeli monarchici inviavano spesso a Corte i certificati di guarigione.
Così, poco dopo l’incoronazione di Luigi XV (ottobre 1722) il Marchese d’Argenson, amico di Voltaire e intendente reale nell’Hainaut, venne a conoscenza di una guarigione miracolosa:
“Alla consacrazione del Re a Reims – scrive nelle sue Mémories – un uomo d’Avesnes, che aveva scrofole terribili, andò a farsi toccare dal Re. Egli guarì perfettamente, intesi dir questo. Io feci fare un processo e presi informazione del suo stato precedente e susseguente,
il tutto ben autenticato. Fatto ciò, inviai le prove di questo miracolo a De La Vrilliére, segretario di Stato della provincia”.
Luigi XVI (1775- 1793), incoronato il 7 luglio 1775, non fu da meno. Dovette toccare 2400 ammalati! Anche per lui abbiamo dei certificati di guarigione che attestano la permanenza del miracolo reale.
Un tal Rémy Rivière, parrocchiano di Matougues, fu toccato dal sovrano a Reims in quell’occasione. Riacquistò la salute. L’intendente della provincia, Roullé d’Orfeuil, il 17 novembre 1775 fece stendere un certificato sottoscritto dal risanato, dal medico locale e dal parroco. Tra il novembre e il dicembre del medesimo anno vennero stilati altri quattro certificati di guarigione riguardanti quattro ragazzi guariti dopo la cerimonia reale.
Il monarca continuò certamente, come i suoi avi, a toccare i malati nelle grandi solennità. Poi venne il 1789 e la prigionia. Infine, nel gennaio 1793, la ghigliottina pose fine alla sua vita. Il tocco però non morì con lui, ma sopravvisse all’uragano rivoluzionario, e rifece capolino nel nuovo secolo.
Nel 1825, a differenza del fratello Luigi XVI I I (1814- 1824), che non volle essere consacrato a Reims, Carlo X (1824- 1830) fedele ai propri convincimenti realisti, decise di rinnovare l’antica liturgia. Così venne unto e incoronato more antiquo con il Crisma della Santa Ampolla.
Come un tempo, gli scrofolosi si presentarono al sovrano per essere toccati, ma questi rifiutò, limitandosi a far loro una generosa elemosina:
“Molte persone erano d’avviso di sopprimere questa cerimonia per togliere un pretesto alle derisioni dell’incredulità, e si diede ordine di rimandare gli scrofolosi. Essi si lamentarono, il Re inviò una somma di denaro da distribuir loro. Essi dissero che non era affatto ciò che volevano. L’abate Desgenettes, allora Parroco della parrocchia delle Missioni Estere, più tardi Parroco di Nôtre-Dame de la Victoire, che era alloggiato a Saint- Marcoul, vedendo la loro desolazione, si recò a perorare la loro causa, e il re annunziò la sua visita per il 31 maggio all’ospizio. I malati furono visitati dal sig. Noël, medico dell’ospizio, e dal sig. Dupuytren, primo chirurgo del re, a fine di non presentare che i malati veramente colpiti da scrofole. Rimasero cento trenta. Essi furono presentati successivamente
al Re dai dottori Alibert e Thévent de Saint-Blaise. Il Re li toccò pronunciando la formula tradizionale. Il primo guarito fu un fanciullo di cinque anni e mezzo, Giovanni Battista Comus; egli aveva quattro piaghe; la seconda fu una giovine sedicenne, Marie Clarisse Fancherm; essa aveva una piaga scrofolosa alla guancia fin dall’età di cinque anni. La terza, Susanna Grévisseaux, di undici anni. Essa presentava delle piaghe e dei tumori scrofolosi. La quarta, Maria Elisabetta Colin, di nove anni, aveva molte piaghe.
La quinta, Maria Anna Mathieu, d’anni cinque aveva un tumore scrofoloso e una piaga nel collo. Si stese processo verbale di queste guarigioni e si aspettò cinque mesi prima di chiuderlo e di pubblicarlo, per assicurarsi che il tempo le confermasse”.
Nonostante il felice esito della mano sovrana, lo spirito incredulo del tempo prevalse. Carlo X non rinnovò più il rito venerando.
Pochi anni dopo, nel luglio 1830, la marea rivoluzionaria rinascente lo travolgeva. Cessava così con l’antica cerimonia delle scrofole, anche la monarchia legittima di Francia.