giovedì 7 giugno 2012

I dè Medici-Ottajano: Quando essere pretendenti al Trono è una moda

Stemma dei Medici-Ottajano


Ultimamente nell'ambiente delle rivendicazioni sui vari Troni d'Europa , e dei diritti correlati, è emersa una questione che non veniva trattata più da  285 anni . Mi sto riferendo alla successione legittima al Trono del Granducato di Toscana dove il ramo collaterale dei Medici-Ottajano campa dei diritti in contrapposizione con la famiglia degli Asburgo-Lorena di Toscana. Prima di iniziare a rancontare la faccenda nel dettaglio è d'obbligo riportare il resoconto dei fatti inerenti la situazione del Granducato di Toscana nella prima metà del XVIII Secolo.

File:Coat of arms of the House of de' Medici.png
 Arma dei Medici di Firenze

 
Nel 1722  Gian Gastone de Medici  assunse per la prima volta incarichi governativi come reggente, date le cattive condizioni di salute dell'ottantenne Cosimo III. L'anno successivo Cosimo III morì e Gian Gastone salì al trono.
 

Gian Gastone de' Medici, di Franz Ferdinand Richter (1737).


Poiché l'omosessualità di Gian Gastone era nota a livello europeo, i suoi quattordici anni di regno furono caratterizzati dai numerosi progetti delle potenze europee per la futura successione vacante al trono in Toscana: in un primo tempo il granducato fu destinato ad un figlio cadetto di Filippo V di Spagna, Don Carlo di Borbone, che fece il suo ingresso a Firenze nel 1732 ben accolto dal Granduca. Ricevendolo a Palazzo Pitti, Gian Gastone commentò bonariamente:
« Andiamo a vedere di chi m'han fatto padre a sessant'anni le potenze europee »


File:Molinaretto 2.jpg
 

Don Carlo di Borbone(Futuro Re Carlo VII di Napoli e di Sicilia)



Successivamente  Don Carlo di Borbone sarebbe diventato Re di Napoli e di Sicilia e  la Toscana , con accordo stipulato anche con lo stesso granduca, sarebbe andata a Francesco Stefano di Lorena, fidanzato di Maria Teresa d'Austria. Gian Gastone de' Medici, conscio di ciò , non  oppose nessuna  resistenza o alternativa ai progetti  delle potenze europee.
Gian Gastone ebbe lo stesso la forza di effettuare alcune buone riforme. Odiava invece la propria sorella Anna Maria Luisa de' Medici, che considerava la responsabile del suo matrimonio.

Anna Maria Luisa de' Medici


Gian Gastone, pigro e flaccido, non amava il potere ma amava il libertinaggio : quando l'arcivescovo di Firenze gli reclamò l'applicazione di alcune leggi ecclesiastiche in contrasto con il codice granducale, Gian Gastone gli ordinò di occuparsi degli affari suoi, cioè dell'anima. Inoltre, quando il papa gli impose di licenziare il ministro Rucellai, notoriamente anticlericale, il Granduca non gli rispose nemmeno.
La salute del granduca Gian Gastone, oramai minata da anni, peggiorò sensibilmente nel giugno del 1737. Il principe di Craon, arrivato in quel mese a Firenze in rappresentanza del futuro granduca Francesco Stefano di Lorena, scrisse a quest'ultimo: «Ho trovato il Granduca in condizioni da fare pietà: non era in grado di alzarsi dal letto, aveva la barba lunga, i lenzuoli sudici, la biancheria in disordine e senza trine, la vista annebbiata e indebolita, la voce bassa e stentata, e nel complesso dava l'impressione di non avere un mese di vita».

François Vincent Marc de Beauvau-Craon principe di Craon


Alcuni giorni dopo l'elettrice Anna Maria Luisa, "preoccupata" per la salute del fratello (che aveva ordinato di non farla entrare nei propri appartamenti), riuscì a entrare nella camera del granduca attraverso un passaggio segreto. Gian Gastone, nonostante l'agonia, non appena la vide riuscì a gridarle di andarsene e le rivolse parole offensive[9]. Tuttavia, Gian Gaston  le mandò le sue scuse.
Alle due e venti pomeridiane del 9 luglio Gian Gastone de' Medici, ultimo granduca di Toscana della sua dinastia, spirò serenamente. Erano passati duecento anni da quando nel 1537 era asceso al potere Cosimo I de' Medici, secondo duca di Firenze e primo granduca di Toscana, colui che aveva fatto la fortuna della casata.
Il principe di Craon, reggente in nome del nuovo granduca Francesco Stefano, comandò al generale Wactendonck di prendere ordini dall'elettrice Anna Maria Luisa per organizzare le esequie di Gian Gastone, affinché avvenissero secondo le forme e l'abituale sfarzo di Casa Medici.

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Granduca Francesco Stefano di Lorena

Per garantire l'indipendenza alla Toscana e non renderla una regione dell'Impero, il Granduca  Francesco Stefano di Lorena, stabilì di tenere separate le due corone, mantenendo per il primogenito della casata degli Asburgo-Lorena il titolo imperiale, mentre per il secondogenito quello granducale. Visitò la Toscana solo per tre mesi nel 1739 e la governò soltanto per mezzo di rappresentanti, peraltro capaci ed intelligenti. Suo figlio Pietro  Leopoldo d'Asburgo-Lorena alla morte del padre prese possesso del Trono Granducale mantenendo la sua residenza stabilmente nella Capitale del Granducato Firenze. Gli Asburgo-Lorena rispettarono le tradizioni del Granducato di Toscana senza sopprusi e senza oppressione.


Pietro Leopoldo, Granduca di Toscana (a sinistra), e Giuseppe II Imperatore durante un soggiorno a Roma in un ritratto di Pompeo Batoni.

 
Vediamo un cenno storico della famiglia de Medici-Ottajano  la  quale  mette in dubbio la legittimità Lorenese :


I Principi di Ottajano sono un  ramo collaterale della dinastia Granducale di Toscana; insieme con i marchesi Medici-Tornaquinci sono l’unico stipite del casato ancora esistente e anche, tra i due,  quello che si avvicina di più all’estinto ramo Granducale.
Il capostipite dei Medici Principi di Ottajano fu Ottaviano de’ Medici, sposato a Bartolomea Giugni, dalla quale ebbe Bernardetto e Costanza, Contessa di Donoratico, mentre in seconde nozze sposò Francesca Salviati, nipote di Lorenzo il Magnifico, dalla quale ebbe un altro figlio, Alessandro, futuro papa Leone XI;
Bernardetto sposò Giulia de’ Medici, figlia del Duca di Firenze Alessandro, discendente quindi dal ramo di Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico, e fu il primo a trasferirsi a Napoli, ove acquistò nel 1565 il feudo di Ottajano(attuale Ottaviano -NA) da Cesare Gonzaga, Principe di Molfetta.
La famiglia nel 1608 fu’ iscritta al Real Monte Manso, nel 1686 fu aggregata al Patriziato del Seggio di Montagna e, dopo l’abolizione dei Sedili (1800), fu iscritta nel Libro d’Oro napoletano.
Fu insignita dei titoli di Principi di Ottajiano (1600), Duchi di Sarno (1693) e di Miranda (per successione casa Caracciolo-Gaetani).I Medici di Ottajano ottennero anche le onorificenze del Grandato di Spagna di 1^ classe, del Reale Ordine di S. Gennaro e dell’Ordine di S. Ferdinando e del Merito.
Giuseppe de’Medici di Ottajano nel 1737 ereditò dalla Casa Granducale di Toscana il titolo di Principe di Toscana ma non ne divenne mai Granduca.
Dopo la morte del Granduca di Toscana Giangastone , avvenuta appunto nel 1737, Giuseppe, per ambizione di guadagno,  si portò infatti a Vienna per chiedere, o meglio elemosinare,  alla Corte Imperiale che gli venisse riconosciuto il proprio diritto a succedere sul trono di Toscana,ma le sue richieste non furono accolte sebbene fossero supportate dalla Corona di Spagna accesa rivale dell'Impero. C'è da sottolineare che Gian Gastone de Medici non menziono mai i suoi lontani parenti come possibili suoi successori , nemmeno in vece testamentale.
Giuseppe morì a Livorno il 18 Febbraio 1743 esattamente lo stesso giorno in cui morì anche Anna Maria Luisa de’Medici, Elettrice Palatina.
Questa coincidenza, unita al fatto che esisteva a Firenze ed in Toscana un piccolo partito mediceo supportato ,dall'antagonista Imperiale , Spagna che cercava di far valere i diritti medicei di succesione al Granducato per scopi che riguardavano la disputa tra le due dinastie e non l'affetto alla famiglia de Medici-Ottajano, ha sempre fatto supporre, falsamente, che Giuseppe, in realtà, venne avvelenato per evitare che egli costituisse una minaccia alla supremazia degli Asburgo Lorena che si erano "impossesati" del Granducato di Toscana. Questa teoria è totalmente ridicola e lascia il tempo che trova, sopratutto,  perchè non vi era alcun bisogno di ricorrere all'avvelenamento.
Fra i discendenti di Giuseppe de’Medici di Toscana si fece particolarmente onore in politica il nipote Luigi dè Medici di Toscana di Ottajano(Napoli,1759†Madrid,1830), il quale fu infatti primo Ministro del Regno delle Due Sicile per molti anni.
Alessandro de’Medici (1777†1843) di Toscana, nipote del predetto Luigi, fu invece Maresciallo di Campo dell’esercito napoletano di Gioachino Murat ed ottenne dal Murat per i propri meriti un feudo, di dubbia legittimità,  a Macerata dove vissero i suoi eredi per due generazioni. Alessandro sposò Francesca d’Aquino (†1871) ed i loro discendenti divennero in seguito Marchesi di Acquaviva con Goffredo de’Medici per successione dalla Casa Carmignano
Edoardo de’Medici di Toscana, (1857†1938) nipote del predetto Alessandro nonchè cugino di Goffredo, fu Generale di divisione nell' Esercito unitario ed i suoi doveri di servizio gli imposero di trasferirsi da Napoli in Piemonte ove visse nel Castello di Monale d’Asti e sposò Paola Scarampi, dei Conti di Monale, da cui nacque Paolo (1896†1973)
Paolo de’Medici di Toscana, figlio del predetto Edoardo, fu Tenente Colonnello dell'Esercito unitario e dopo il congedo dall’esercito, avvenuto nel 1918, si trasferì dal Castello di Monale d’Asti a Milano dove divenne imprenditore e fondò nel 1923 una importante azienda industriale che diresse fino al 1970, tre anni prima della sua morte avvenuta nel 1973.
Paolo de’Medici di Toscana sposò Fanny Kuster da cui nacquero Lorenza (1925) e Cosimo (1929†1981)
Cosimo de’Medici di Toscana, figlio del predetto Paolo, segui le orme paterne come imprenditore ed amministrò l’azienda di famiglia fino al 1981, anno della sua morte.
Cosimo de’Medici di Toscana sposò Francesca Romana Sella, figlia del banchiere Venanzio Sella della omonima banca; dal matrimonio nacquero Ottaviano,Costanza e Paolo
Ottaviano de’Medici di Toscana, figlio del predetto Cosimo, è il primo della Casata Medicea ad aver riportato nel 2001 la sede della famiglia a Firenze dopo oltre quattro secoli e mezzo trascorsi fra Napoli (1569/1894), Monale d’Asti (1894/1923) e Milano (1923/2001).
Il principe Ottaviano, dopo il trasferimento a Firenze, è divenuto, o meglio si è nominato,  l’attuale rappresentante Dinastico titolare della Casa Granducale Medicea in quanto legatario della Primogenitura Dinastica stabilita per testamento da S.A.E. Anna Maria Luisa de’ Medici, Elettrice Palatina che oltretutto non ne aveva facoltà.
Il Principe Ottaviano è attualmente divorziato ed ha tre figli: Cosimo (n. 3/6/91), Guglielmo ( n. 2/6/92), Lorenzo (27/9/09)

Qui di seguito è presentato uno schema in cui i de Medici-Ottajano tentano di legittimarsi




Ma chi è questo Ottaviano de’ Medici di Toscana di Ottajano che dopo 285 anni è arrivato addirittura a scrivere un libro per delegittimare i Lorena di Toscana e legittimare se stesso ed i suoi successori? Ecco la piccola presentazione presente nel sito "Associazione internazionale Medicea" e da noi "corretta" con delle piccole aggiunte chiaritrici:

 Ottaviano de’ Medici di Toscana di Ottajano

Il Principe don Ottaviano de’ Medici di Toscana di Ottajano, Presidente dell’Associazione Internazionale Medicea, è l’attuale rappresentante Dinastico Titolare della storica Casa Medicea di Toscana in quanto legatario della primogentura stabilita per testamento da S.A.E Anna Maria Luisa de’Medici, Elettrice Palatina, a favore dell’Agnazione Medicea* ( *parenti prossimi) . *Ribadiamo che il documento non ha valore legittimo, lo avrebbe avuto solamente se fosse stato Gian Gastone a ratificarlo.
Il Principe discende direttamente per via maschile da don Giuseppe de’ Medici, Principe di Toscana Titolare, Principe di Ottajano e Duca di Sarno, il quale nel 1737, dopo la morte del Granduca Gian Gastone de’Medici, si portò a Vienna per richiedere per se e per i suoi eredi la successione al trono Granducale di Toscana in virtù dei diritti che gli derivavano dalla Bolla Papale di investitura data a Cosimo 1° de’Medici nel 1569 dal Pontefice Pio V°. *Peccato che tale Bolla perde il suo valore dal momento che l'ultimo granduca Mediceo non ha opposto la minima resistenza ne per farla rispettare e nemmeno l'ha menzionata, la responsabilità , se c'è, e di Gian Gastone.
La bolla papale prevedeva allora, e lo prevede tuttora visto che non è mai stata abrogata da nessun Pontefice, che in caso di estinzione della linea famigliare di Cosimo 1°, cosa che avvenne appunto nel 1737, il trono Granducale di Toscana fosse trasmesso in infinito al parente più prossimo della famiglia Medici, anche se di grado lontano. *Dubito fortemente che il Pontefice abroghi una bolla che perse il suo valore legittimo dal momento in cui Gian Gastone non si preoccupò di farla rispettare, e sopratutto,  da quando tutti i Pontefici non hanno lamentato alcun soppruso ai Lorena di Toscana.
Sulla famiglia Medici di Toscana, e sulle vicende storiche che la videro coinvolta attraverso i secoli, storici e romanzieri di tutto il mondo hanno versato fiumi d’inchiostro, ma, per quanto l’argomento sia stato più volte sfiorato, non si sono mai approfondite le ragioni della sua dichiarata estinzione. Evento, peraltro, non trascurabile, se è vero che costituì il pretesto ufficiale per aprire la via del granducato alla dinastia austriaca degli Asburgo-Lorena, salita al trono dopo la scomparsa dell’ultimo granduca mediceo, Gian Gastone, avvenuta nel 1737. *I fiumi d'inchiostro li ha versati il sig. Ottaviano cercando di convincere le persone che gli Asburgo-Lorena siano usurpatori che hanno imbastito una sorta di falsa storia per legittimarsi, ricordo al sig. Ottaviano che gli Asburgo-Lorena non sono i Savoia-Carignano!.Il popolo di Toscana e del resto d’Europa, ma non esisteva ancora un’opinione pubblica, accettò senza reazioni palesi questa motivazione, né gli storici si diedero da fare per verificarla. È vero che dal grande albero mediceo alcuni rami si sono seccati nel tempo, e tra questi, il più glorioso, quello che aveva cinto la corona granducale Toscana dal 1569 al 1737, ma è altresì vero che sia la bolla imperiale di Massimiliano II, sia quella papale di Pio V, il cui testo è riportato in parte nel libro ” Storia della mia Dinastia”, prevedevano che, in assenza di continuità dinastica, la corona passasse ‘in infinito’, al ramo agnato più prossimo, che era, a quel tempo, ed è tuttora, quello a cui appartiene il presidente dell’Associazione, principe Ottaviano de’Medici di Toscana. Ciò che in realtà avvenne non fu altro che la conquista di un piccolo stato, la Toscana, da parte di uno più potente, l’Impero Asburgico, evento frequente, quasi banale, tanto nella storia del passato quanto in quella recente. In realtà la scomparsa di Gian Gastone, ultimo granduca mediceo, morto senza lasciare figli, fornì agli Asburgo-Lorena un ottimo pretesto per impossessarsi della Toscana evitando di apparire brutali conquistatori…
*L'ignoranza è una brutta bestia, prima di tutto perchè il Granducato non fu affatto conquistato ma venne concesso agli Asburgo-Lorena attraverso trattati legali! in secondo luogo il Granducato di Toscana non venne annesso all'Impero ma mantenne la sua indipendenza , le sue tradizioni, ottenendo grandi benefici dal cambio di Governo. Continuando a tirare fuori la famosa bolla il sig. Ottaviano dovrebbe capire che se la bolla in questione fosse stata contestata i primi ad opporsi sarebbero stati i Pontefici! Dovrebbe anche rendersi conto che la reazione al cambio di Governo non ci fù perchè non vennero calpestate ne le tradizioni ne le usanze Toscane!.

Il libro di bassa lega  scritto da
Ottaviano de’ Medici di Toscana di Ottajano

Conclusione sulla vicenda
 ("Il Principe dei Reazionari"):


Io , e non soltanto, mi domando dov'erano questi Medici-Ottajano nel 1859 quando il Granducato di Toscana perse la sua indipendenza. Mi domando dove fossero quando scoppiarono i moti antiunitari in Toscana dal 1859 al 1866. Mi domando il motivo per il quale solo ora, al mutare della marea, essi sono rispuntati fuori. La risposta che mi sono dato è  semplice : Una volta che i movimenti indipendentisti e autonomisti sono rifioriti anche in Toscana hanno pensato bene di cogliere la palla al balzo per cercare di guadagnare qualcosa, cercando addirittura di creare un Nazionalismo Toscano che appoggi le loro pretese.
Osservando attentamente la loro storia recente, e mi riferisco sopratutto dal 1860/1861 in poi , si può vedere che essi  hanno collaborato con il Governo unitario fregandosene della Toscana o dei loro diritti sul Trono Granducale! . Alcuni tendono a paragonare questo caso con Luigi XX e la successione legittima sul Trono di Francia ma lasciatemi dire che le due cose non hanno nulla in comune. In  definitiva , e in particolare mi riferisco al  promotore di questa ridicola campagna, si tratta di una piccola famiglia dell'Aristocrazia imborghesita desiderosa più di fama che di giustizia.
Diffidate di chi spaccia il Nazionalismo per legittimismo e sopratutto di chi segue una moda e non una vocazione volta a grandi fini. Se vogliono guadagnarsi la loro presunta legittimità farebbero bene ad iniziare combattendo in prima linea per la Restaurazione invece di occuparsi solo  di monumenti.


Scritto da:

Redazione A.L.I. in collaborazione con il Principe dei Reazionari