Il Principato di Seborga ha catturato di recente il mio interesse dopo che, grazie a una "soffiata" di un gentile amico e collaboratore , lessi sul sito ufficiale del Principato in questione la , al quanto ridicola, situazione che oggi lo caratterizza. Qui di seguito voglio esporvi la "questione" del Principato di Seborga.
Già nel 400 veniva chiamato Castrum Sepulcri, nel 600, dagli occitani, Sepulcri Burgum, poi Sepolcarum, Serporca (Castello dei 4 Bastioni), infine Seborga.
Da tempo immemorabile, luogo Sacro ai Catari che qui tumulavano, anticamente, i loro grandi Sacerdoti ; divenne Feudo dei Conti di Ventimiglia.
Questi ultimi i quali, secondo accreditati studi, pare che proprio da Seborga traessero le loro origini, cedettero il Castello dei Quattro Bastioni e la Chiesa di San Michele in Ventimiglia, con ampio territorio annesso, ai Monaci Benedettini di Lerino nel 954.
Nel 1079 Seborga, unitamente ai territori annessi, fu consacrata “Principato del Sacro Romano Impero”.
Dal 1118, dopo che S.Bernardo di Clairvaux istituì a Seborga i primi 9 cavalieri del Tempio, il Principato divenne l’unico Stato Sovrano Cistercense sino al 20 Gennaio del 1729, anno in cui fu acquistato da Vittorio Amedeo Secondo, con atto fatto a Parigi : Atto mai registrato, né dal Regno Sardo, né dalla Casa Sabauda.
Con il Trattato di Aquisgrana del 1748 Seborga non entrò a far parte della Repubblica di Genova, così come non passò, dopo il Congresso di Vienna del 1814, al Regno di Sardegna. Nel 1861 non fu compresa nel Regno d’Italia e godette, fino al 1946 del diritto di “ NULLIUS DIOCESIS”, ne’ esiste menzione che, nel 1946, il territorio del Principato sia stato assegnato alla costituente che ha formato la Repubblica Italiana.
A partire dagli anni cinquanta del XX secolo[15] alcuni membri della comunità di Seborga hanno rivendicato un'indipendenza dalla Repubblica Italiana, in virtù di un presunto antico status di Principato di cui la località anticamente avrebbe goduto, ritenendo non valida l'annessione al regno di Sardegna.
I cittadini di Seborga eleggono perciò anche un "principe" con funzioni prettamente simboliche (dal 14 maggio 1963 fino al 25 novembre 2009, data della sua morte[16], ha "regnato" Giorgio I, al secolo Giorgio Carbone, e dal 25 aprile 2010 "regna" Marcello I, al secolo Marcello Menegatto[17]), che è coadiuvato da un consiglio di 9 "ministri", privi di potere legale.
Il "Principato" conia una "moneta", chiamata Luigino (nome ispirato a quello delle monete coniate nel XVII secolo), senza alcun valore legale, ma utilizzata come buono spendibile in città; ciò ha suscitato un certo interesse nel mondo del collezionismo numismatico[18]. Il valore dato al cosiddetto luigino è fissato in 6 dollari statunitensi.
Seborga ha anche proprie "targhe automobilistiche" che, però, non possono essere utilizzate se non a latere di quelle italiane. Vengono poi distribuiti ai richiedenti "passaporti" e "patenti di guida" recanti l'effigie e i timbri del "principato", che hanno unicamente funzione folcloristica e di promozione turistica.
La pretesa indipendenza del "Principato" sarebbe, secondo molti compreso il sottoscritto , soltanto una trovata pubblicitaria per attirare turisti e investitori[19].
La notizia di una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia, pubblicata anche da Il Giornale, edizione online n. 134 del 08-06-2006[20], è stata però smentita dallo stesso portavoce del "Principato" e sul sito della Corte Internazionale non si trova traccia del protocollo citato dal quotidiano[21], né di alcuna azione intrapresa relativamente a Seborga.
Personalmente mi avrebbe fatto piacere se questa "indipendenza" fosse stata reale e legittima sotto tutti i punti di vista, ma, purtroppo, ho avuto la palese conferma che si tratta di una sceneggiata diretta da un pugno di Borghesi locali affamati di potere e visibilità. Si tratta solamente di una pseudo Repubblichetta chiamata Principato che gioca, ed è davvero il caso di dirlo, all'elezione di sedicenti Principi che, oltre a non avere una goccia di nobiltà nelle vene, non hanno alcuno scopo concreto fatta eccezione per lo scopo simbolico. In conclusione il Principato di Seborga, oggi, con la sua pseudo indipendenza e il suo pseudo governo è una paggliacciata buona per far vendere souvenir ma che non ha niente a che fare con il legittimismo.
Fonti:
http://www.principatodiseborga.com/storia.htm
Wikipedia
Scritto da :
Il Principe dei Reazionari