venerdì 23 marzo 2012

Eroi del legittimismo: Louis Marie de Lescure "il santo di Poitou"

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Louis Marie de Lescure



Louis-Marie de Salgues, marchese di Lescure (Versailles, 13 ottobre 1766La Pellerine, 4 novembre 1793), è stato un generale Monarchico legittimista  francese che si oppose alla repubblica, combattendo nelle Guerre di Vandea. Fu soprannominato "il santo di Poitou" (in francese le saint du Poitou).
Nacque da Marie-Louis-Joseph di Lescure e da Jeanne de Durfort de Givrac, a Versailles, il 13 ottobre 1766. La famiglia di Lescure era originaria di Albi, dove si trovava  prima della rivoluzione francese il  castello di famiglia al confine con la provincia di Tarn. Era un uomo , come di norma, con alcuni difetti, che lasciò la sua fortuna in grande disordine (aveva il vizio del gioco e vi perse molto denaro). Veniva da una famiglia benestante ma non ricchissima, Louis Marie de Lescure tuttavia fece un bel matrimonio sposando nel 1791 sua cugina Victoire de Donnissan de La Rochejacquelein. Era anche cugino di Henri du Vergier de La Rochejaquelein, altro protagonista delle guerre di Vandea.
Fu educato in una scuola militare. Entrò a far parte  del mondo dell'alta società all'età di sedici anni, che gli sembrò ben diverso da ciò che  i giovani ragazzi del suo stato sociale immaginavano. Era sinistro, timido e silenzioso; viveva, per così dire, isolato in mezzo ad una società brillante, frivola ed animata: era molto religioso senza per nulla ostentarlo; anche questa era una caratteristica  che lo contradistingueva in un epoca infettata dall'illuminismo. Lo trovavano strano e selvaggio per i suoi modi di fare, però la sua singolarità gli veniva perdonata grazie alla sua inalterabile dolcezza e della sua benevolenza che metteva in tutte le sue relazioni; l'unico rammarico era dovuto al fatto che un uomo del suo rango sociale, si stesse allontanando dalla strada che lo avrebbe condotto al successo.
Ottenne, poco tempo prima della rivoluzione francese, una compagnia di cavalleria del reggimento reale-Piemonte.

File:AduC 113 Lescure (L.M., marquis de, 1766-1793).JPG

Agli inizi della rivoluzione, questo giovane ufficiale, molto portato per lo studio, che parlava tre lingue e dotato di una grande cultura, non era completamente contrario alle nuove idee, ma alla maggioranza di esse era fortemente contrario. Già, allora, l'emigrazione era cominciata. Lescure e molti gentiluomini del Basso-Poitou non seguirono quest'esempio. Tuttavia, dopo la mancata messa in salvo del re a Varennes, la sua fedeltà alla famiglia reale gli fece temere di venire arrestato così anche lui emigrò per un breve periodo, nel giugno 1791.
Al suo ritorno, fu uno dei difensori di Luigi XVI alle Tuileries, in occasione della presa del palazzo il 10 agosto 1792. Si ritirò allora nel suo castello di Clisson, nel comune di Boismé, a Poitou. Là, venne accolto dai suoi genitori ed amici che si mettevano in salvo lasciadosi alle spalle  Parigi  fuggendo dal  Terrore.  I contadini di Poitou, già feriti nella loro fede religiosa e fedeli alla Monarchia, subirono l'ennesima angheria repubblicana che richiedeva la leva obbligatoria di 300mila uomini . Ma, giustamente, non vollero affatto obbedire e si ribellarono; il loro primo pensiero fu quello di fare diventare capi, i loro signori: i contadini dei dintorni di Châtillon andarono a Clisson, per cercare Lescure, e suo cugino La Rochejaquelein, che aveva le sue proprietà in una delle loro parrocchie.
Lescure non esitò affatto ad accettare il suo ruolo, stessa cosa valse per il cugino La Rochejaquelein che si diresse verso Châtillon; i contadini dei dintorni di Clisson chiesero a Lescure, di non allontanarsi dai suoi possedimenti, dove cioè la sua influenza poteva essere utile, ma restarono ugualmente esposti alle persecuzioni delle autorità repubblicane: con tutta la sua famiglia, fu portato in prigione a Bressuire. Sebbene fosse venerato dagli abitanti di questa borgata, e che gran parte di loro non desiderava altro che salvarlo, fu quasi per miracolo che sfuggì alle violenze dei soldati corsi per combattere gli insorti.
Dopo alcuni giorni fu liberato  dall'esercito vandeano che si impossessò di Bressuire. Di conseguenza divenne tra i primi capi di quest'esercito, al quale si aggiunsero i contadini della sua regione. Prese parte attiva alle missioni più pericolose di questa vasta insurrezione.
Quando il trionfo della rivoluzione fu deciso, andò  a organizzare la prima insurrezione vandeana. Fin dall'inizio della rivolta della Vandea, e su richiesta dei suoi contadini, si mise alla testa dell'insurrezione. Fin dai primi giorni stupì i vandeani per il suo coraggio, lanciandosi per primo all'attacco e da solo, su un ponte barricato e occupato dalle truppe repubblicane davanti Thouars (25 maggio 1793). A Fontenay (16 maggio 1793), entrò nella città praticamente dasolo ,  liberò anche i prigionieri vandeani che erano imprigionati nella città.

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Battaglia di Thouars 1793


A Saumur venne ferito. Nella Battaglia di Tiffauges, che fu l'ultimo successo dei vandeani sulla riva sinistra della Loira, e dove i loro sforzi eroici riuscirono a ritardare l'arrivo per alcuni giorni delle truppe agguerrite e assetate di sangue del generale Kléber, si vide Lescure battere il piede sul terreno gridando ai contadini scoraggiati: "Ci sono 400 uomini abbastanza coraggiosi da venire a perire con me?" - "Sì, signor marchese!" rispose la gente della parrocchia di Echaubrognes; e, alla loro testa, resistette  per due ore. Dopo lo sterile attacco di Nantes (29 giugno 1793) che segnò una svolta nella guerra di Vandea, si accampò a Bussières dove tentò invano di raccogliere le truppe disperse dell'esercito cattolico e reale.
Cacciato dal suo quartiere generale dal generale François-Joseph Westermann,  si prese la sua rivincita a Tiffauges. Ferito gravemente, raggiunto da una pallottola alla testa, nella battaglia di La Tremblaye, venne portato agonizzante dai suoi uomini nelle retrovie dell'esercito vandeano, dopo il disastro della battaglia di Cholet, che portò con sé la triste fuga della  popolazione .
Lescure, la cui ferita lasciava qualche speranza, aiutò ancora con consigli e costanza i suoi compagni. Contribuì a fare nominare La Rochejaquelein capo dell'esercito. Dopo il passaggio della Loira, seguì la  marcia dei vandeani attraverso Anjou e la Bretagna. Le cure commoventi di sua moglie, gli omaggi dell'esercito, non potevano impedire l'effetto di tanti dolori estenuanti, e la sua ferità si infettò .

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 Lescure viene trasportato dai suoi uomini  attraverso la Loira

Occorre leggere, nelle memorie di sua moglie, lo strazio di quest'agonia lenta che lo portò alla  morte. Quello che chiamavano il "santo di Poitou" morì il 4 novembre 1793 nella carrozza che lo trasportava, a Besnardières vicino a La Pellerine sulla strada tra Ernée e Fougères, dopo un lungo e penoso calvario. Suo suocero, il generale de Donissan, lo fece seppellire in un luogo che è rimasto sconosciuto. Per evitare al cadavere gli oltraggi da parte dei repubblicani, come era accaduto per il corpo di Bonchamps, morto nella stessa battaglia. Sua moglie che la aveva seguito in Vandea divenne più tardi una grande celebrità, sotto il nome di Signora La Rochejacquelein, venne mandata in l'esilio fino al 1816.

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Monumento a ricordo di Lescure

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Dettaglio del monumento

La trascrizione in italiano significa:

QUI MORÍ IL 4 NOVEMBRE 1793
IL GENERALE VANDEANO L.M. de LESCURE
"HO SEMPRE SERVITO DIO CON FEDE
HO COMBATTUTO E SONO MORTO PER LUI"
OMAGGIO DEI VANDEANI OMAGGIO DEI CHOUANI
30 MAGGIO 1955
 
 
Fonti:
 
Wikipedia
 
Storia libera
 
 
Scritto da:
 
Il Principe dei Reazionari