Ludovico I, detto Ludovico il Pio , re dei Franchi e imperatore dell'Impero carolingio dal 814 all'840.
La consegna della corona imperiale, ereditata dai Romani dalle antiche monarchie orientali, era divenuta a Costantinopoli l’emblema della suprema potestà sacra dell’Imperatore Romano e Cristiano. Questa ritornò in Occidente col medesimo significato.
Il fatto che Carlo, il Natale dell’800, non sia stato unto con l’Olio santo, ma solo incoronato alla maniera orientale, dice, nel linguaggio simbolico del rito, l’idea di rinnovare e restaurare il Sacro Impero Romano nella sua persona.
Era inevitabile, poi, che a tale gesto s’affiancasse nel cerimoniale anche quello occidentale dell’Unzione col sacro Crisma. Tale rito venne, infatti, a fondersi ed unirsi armoniosamente con la prassi della consegna della corona.
Così l’Unzione e la consegna della Corona divennero i due elementi essenziali ed indispensabili del cerimoniale d’intronizzazione del nuovo Imperatore. Tali rimasero fino al cessare del rito, molti secoli dopo.
Carlo era già stato unto come Re, ma non come Imperatore, perché – più volte lo si è detto –l’Imperatore Romano riceveva la Corona e non l’unzione con Olio santo, estranea al cerimoniale orientale cui, sia Carlomagno, sia Leone III, s’ispirarono nel Natale dell’800.
Era tuttavia logico che i due riti s’incontrassero già nella cerimonia d’intronizzazione di Ludovico il Pio (814-840), erede di Carlo. Questi era già stato consacrato Re d’Aquitania coll’Olio santo, alla maniera franca, a Roma nel 781 da Papa Adriano I (771-795). Il sovrano, tuttavia, fu nuovamente unto nell’anno 816 a Reims dal Pontefice Stefano V. In quell’occasione egli ricevette la corona imperiale.
Tutte le fonti rilevano che quella cerimonia riguardava l’intronizzazione del nuovo Imperatore; si trattava, vale a dire, della consacrazione imperiale.
Nella sua Vita Hludovici, il cronista Thégan è assai esplicito:
Consecravit eum et unxit eum ad imperatorem
et coronam auream quam secum
adportaverat posuit super caput eius. Et
Irmingardam reginam appellavit Augustam
et posuit coronam auream super caput
eius.
Il papa lo consacrò e lo unse imperatore e
pose sul suo capo la corona d’oro che aveva
portato con sé. Anche la Regina Ermengarda
chiamò Augusta e pose pure sul suo capo
la corona d’oro.
Anche Ermoldo il Nero, nel suo poema In honorem Ludowici, accenna ai medesimi elementi:
Unguine suffuso, hymnisque ex ordine
dictis,
Caesareo capiti mox decus imposuit.
Dopo averlo unto coll’olio e celebrato il rito
secondo il suo ordine, impose sul cesareo
capo la corona.