mercoledì 7 marzo 2012

La Monarchia sacra Parte Prima :I RITI DI CONSACRAZIONE DELLA MONARCHIA CRISTIANA:La rinascita dell’unzione dei Re nella Spagna Visigota (secolo VII)

Wamba
Wamba (672- 680), re cattolico dei Visigoti di Spagna.


A Ponente dunque, nel mondo romano-germanico, troviamo i primi esempi di Consacrazione dell’autorità monarchica da parte della gerarchia ecclesiastica secondo il modello vetero-testamentario dell’Unzione con Olio santo.
Per rintracciare la prima prova certa del rito dell’Unzione reale dobbiamo trasferirci nella Spagna visigota del secolo VII. Nel settembre del 672, infatti, fu unto Wamba (672- 680), re cattolico dei Visigoti di Spagna.
Alla morte di Re Recesvindo (653- 672) i grandi del regno lo avevano scelto come nuovo sovrano per reprimere una rivolta di Goti scoppiata in Settimania. San Giuliano, più tardi Vescovo di Toledo, racconta nel suo Liber de historia Galliae che il Re “non volle essere unto dai sacerdoti prima d’essere ritornato alla sede della città regia [Toledo]”. Quando rientrò vittorioso a Toledo, ricevette così l’Unzione dal Vescovo Quirico nella Chiesa palatina, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, nota come Ecclesia praetoriensis.
“Non appena giunse nella Chiesa del Pretorio, ossia quella dedicata ai Santi Pietro e Paolo, là dove doveva ricevere il segno della santa unzione, ponendosi davanti all’altare divino in tutto lo splendore della pompa regale, secondo il costume prestò giuramento al popolo. Poi, inginocchiatosi, per mano del sacro Vescovo Quirico fu cosparso sul capo d’olio santo e ricevette una copiosa benedizione”26.
Anche di Re Egica (694- 701) un anonimo cronista menziona la Consacrazione coll’Olio:
“Il nostro signore Egica è stato unto Re nella Chiesa del Pretorio dedicata ai Santi Pietro e Paolo domenica 8 dicembre 687”27.
Il testo di San Giuliano mostra come fossero due gli elementi sostanziali del rito:
(1) il giuramento; (2) l’Unzione. Il 3° Canone del VI Concilio di Toledo prescriveva, a riguardo del giuramento del re, in questo modo:
“Stabiliamo che a chiunque in futuro toccherà il vertice del regno, non possa salire al trono prima d’aver promesso, tra le altre condizioni del giuramento, di non permettere che gli Ebrei violino la fede cattolica”.
Per quel che riguarda l’Unzione - lo si è visto – il sovrano, dopo aver prestato il solenne giuramento, s’inginocchiava dinanzi al Vescovo, che gli versava sulla testa l’Olio santo.
Probabilmente già al tempo dei Re Visigoti, la cerimonia dell’Unzione era accompagnata da una Messa appropriata alla circostanza, come lascia intendere la Lectio de Ordinatione Regis, un manoscritto che contiene le letture tratte sia dal Nuovo che dall’Antico Testamento, adatte per la cerimonia di Consacrazione.
Per quel che riguarda invece le preghiere e benedizioni che il Vescovo pronunciava sul Re al momento dell’Unzione, queste dovettero essere assai simili a quelle recitate dal prelato all’indirizzo del sovrano in occasione della convocazione di un Concilio, come si leggono nell’Ordo de celebrando Concilio.

Rex Deus, a quo Regum regitur regnum,
quo gubernante sublime, quo deserente
fit fragile, famulo tuo illo solers
miserator adsiste. Da ei, Domine, fidei
rectitudinem firmam et legis tuae custodiam
indefessam: ita morum honestate
praepolleat, ut tuae Maiestati complaceat;
ita nunc praesit populis ut coronetur
post transitum cum electis. - Pater
noster.
Benedictio: Benedicat tibi, serenissime
Princeps, virtutum Dominus et omnipotens
Deus. Amen. Inspiret tibi facere misericordiam
et temperare iustitiam.
Amen.
Qui tibi tribuit regnum, ipse cor tuum
conservet inlaesum a nocivitate omnium
populorum. Amen.
Et qui conventum nostrum pro Domino
veneraris, cum tuis omnibus post longa
saecula coroneris. Amen. Per Dominum
nostrum etc.


Sovrano Iddio, che reggi il regno dei re,
tu che lo rendi sublime col tuo governo, e
senza di Te diviene fragile, assisti con sollecita
misericordia questo tuo servo; dagli, o
Signore, la ferma rettitudine della fede e
l’indefessa custodia della Tua legge; così
che eccella per l’onestà dei costumi in modo
da compiacere alla maestà tua; e governi i
popoli in modo da meritare, dopo la morte,
la corona fra gli eletti.
Padre nostro.
Benedizione: Ti benedica, serenissimo
Principe, il Signore delle virtù e onnipotente
Iddio. Così sia. T’ispiri d’essere misericordioso
e moderare il rigore della giustizia.
Chi ti concesse il regno, ti conservi
un cuore incolume dalla malvagità dei popoli.
Tu che onori il nostro concilio per il Signore,
possa dopo una lunga successione di
secoli essere coronato con i tuoi. Così sia.
Per il Signore nostro ecc.


Non v’è traccia, invece, nel rito spagnolo, della consegna delle insegne del potere sovrano, anche se la monarchia visigota conosceva certamente la corona come emblema per eccellenza della potestà regale.
Le fonti attestano che l’Unzione di Wamba del 672 non fu la prima, essendo già frutto di consuetudine.32 Alcuni hanno voluto far rimontare l’esordio della cerimonia a Recaredo (586- 601), primo sovrano cattolico dei Visigoti spagnoli. Mancano, tuttavia, prove certe. Sta di fatto che, se non Recaredo, qualche suo successore immediato iniziò a farsi ungere Re dal Vescovo di Toledo, così che al tempo di Wamba (672), il rito poteva già apparire come consuetudinario.
Dopo la catastrofe del 713, quando Re Rodrigo (710- 713) fu sconfitto ed ucciso dai musulmani nella battaglia di Segoyguela a ovest di Salamanca, e il regno visigoto scomparve per sempre, nei regni cristiani del nord, che erano sopravvissuti alla invasione islamica, non si perse il ricordo della cerimonia dell’Unzione. Così nell’866 Alfonso III il Grande (866- 910) fu certamente unto.