Cos'era il Regno delle Due Sicilie
prima dell'Unità d'Italia?
di
Domenica
Canna
Semplicemente era uno
degli stati più evoluti d'Europa, non tanto e non soltanto in termini di
ricchezza pro-capite (i 2/3 della ricchezza dell'intera penisola, appartenevano
al Regno delle due Sicilie), quanto in termini di ricchezza sociale, culturale,
scientifica.
Possiamo citare il minor
carico tributario erariale d'Europa, la più alta percentuale di medici per
numero di abitanti d'Italia, la prima scuola di psichiatria, la prima facoltà
d'economia (nel mondo), la prima ferrovia (la celeberrima Napoli-Portici), la
prima flotta mercantile d'Europa, assegnazione di case popolari, sanità
gratuita, scuole ed asili nido, teatri, musei tutto questo faceva, del regno
delle due Sicilie.
Quindi uno Stato
illuminato e dedito alla cultura ed al sapere.
Poi, con il benestare
della massoneria e dei grandi potentati esteri (Inghilterra in primis), il prode
Garibaldi avviò l'annessione coatta, compiendo i crimini più efferati e senza
dichiarazione di guerra.
Con l'annessione ed il
successivo smantellamento del sistema industriale e culturale, con la razzia di
tutte le ricchezze del meridione da parte dei vincitori, con l'aumento siderale
del carico tributario ed il conseguente impoverimento della popolazione,
soprattutto nelle campagne, cominciò la (secondo me legittima) resistenza, che
la storia, scritta dai vincitori, fece passare col nome di brigantaggio, per
combattere il quale, furono compiuti crimini e stragi, rimaste, per troppo
tempo, nell'oblio. (Cialdini, un nome su tutti).
Ora scriviamo pure che il
brigantaggio fu una guerra dei poveri, scriviamo che erano gruppi di malfattori
riuniti in una zona delimitata. Diciamo che erano razziatori, ladri, delinquenti
che agivano al di fuori della legalità, appartenenti alla malavita organizzata.
Tuttavia non dimentichiamo di citare le modificazioni che apportarono i
Piemontesi nel Meridione, attraverso l'applicazione dello Statuto Albertino,
delle Leggi Siccardi e della Legge Coppino che andavano a penalizzare fortemente
la vita dei contadini.
Parliamo di quanto la
Monarchia Borbonica fosse lieve nella tasse e di come permettesse il pascolo o
il tagliar legna dovunque. Poi però aggiungiamo pure di come il Governo
Piemontese introdusse nelle campagne la figura dell'esattore delle tasse, della
guardia campestre e del carabiniere.
Menzioniamo la
corruzione e la connivenza che albergavano tra i politici e i potenti locali,
tra i nobili latifondisti che non volevano fossero frammentate le loro
proprietà. Citiamo l'assurdo comportamento di alcuni generali che tradirono il
Re Borbone impedendo di fatto ai loro soldati di combattere contro Garibaldi,
rendendo vano tutti i tentativi di formare un esercito regolare da schierare
contro un nemico che non dichiarò nemmeno la guerra, in pieno contrasto con il
diritto internazionale tra Stati Sovrani. L'invasione fu preparata con la
complicità di altri Stati Italiani e stranieri che miravano, esattamente come
Cavour, alle ricchezze economiche ed a quelle del suolo meridionale. Basti
sapere che il Regno delle Due Sicilie aveva due volte più monete di tutti gli
altri Stati della Penisola uniti assieme! Ciò basterebbe a spiegare l'intervento
della Flotta Inglese che impedì a quella Borbonica di contrastare lo sbarco dei
Mille a Marsala.
I leghisti oggi? Mi
verrebbe da dire: dopo averlo saccheggiato (il Sud) ora vogliono liberarsene,
poichè non hanno più alcunché da rubare!
Difendiamo l’Unità
d’Italia certamente, ma restituiamo i fatti alla storia, non solo quella dei
vincitori, ma anche quella dei vinti.
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