mercoledì 2 maggio 2012

La Monarchia sacra Parte Seconda :IL ‘TOCCO’ GUARITORE DEI RE: L’inizio del tocco in Inghilterra

Enrico II
Enrico II Plantageneto (Le Mans, 5 marzo 1133Chinon, 6 luglio 1189) fu duca di Normandia dal 1150, conte d'Angiò e del Maine dal 1151, duca consorte del ducato d'Aquitania, e del ducato di Guascogna dal 1152, e infine re d'Inghilterra dal 19 dicembre 1154 sino alla sua morte, il 6 luglio 1189.



“Confesso che assistere il Re equivale [per un chierico] compiere una cosa santa; perché il re è santo; egli è l’Unto del Signore; non invano ha ricevuto il sacramento dell’unzione, la cui efficacia, se per caso qualcuno la ignorasse o la mettesse in dubbio, sarebbe ampiamente dimostrata dalla scomparsa di quella peste che colpisce l’inguine e dalla guarigione delle scrofole”.
Così scriveva, sul finire del secolo XII, riferendosi a Re Enrico I I d’Inghilterra (1154- 1189) Pietro di Blois, un chierico d’origine francese presso la corte di Londra.
È la prima testimonianza documentata del tocco reale in terra inglese, ove è espressa anche la dottrina ufficiale con cui si spiegava il prodigioso potere. Il Re è santo, ossia sacro, poiché, a seguito dell’unzione ecclesiastica, è divenuto l’unto del Signore, un alter Christus.
L’effetto soprannaturale della sacralità del potere regale, palesato dalla cerimonia dell’Unzione consacrante, è provata, appunto, dalla guarigione miracolosa delle malattie. La facoltà taumaturgica del medico reale è, quindi, un fatto d’ordine spirituale, e non la magica ed oscura eredità di una famiglia, o di una stirpe.
Enrico I I Beauclear, primo rappresentante coronato della dinastia anglonormanna dei Plantageneti, è, dunque, anche il primo sovrano d’Oltremanica che certamente s’applicò alla miracolosa medicazione della scrofolosi.
Lo scritto di Pietro di Blois, tuttavia, lascia intendere che l’attitudine medicinale del monarca inglese fosse a quel tempo, come già in Francia, il frutto di una lunga e prestigiosa consuetudine.
Durante il regno di Enrico I (1110- 1135) infatti, penultimo sovrano della dinastia normanna discendente da Guglielmo il Conquistatore (1066- 1087) s’andò formando una tradizione che individuava nella figura del Santo Re Edoardo il Confessore (1042- 1066) l’autorevole iniziatore, sulle rive del Tamigi, del tocco miracoloso.
Un episodio della sua vita in particolare, narrato in maniera identica dalle varie fonti, accreditava l’universale opinione. Si raccontava, infatti, che una giovane donna, afflitta da un’inesplicabile e vistosa enfiagione al collo, che le sfigurava il viso e da cui emanava un lezzo nauseabondo, avvertita in sogno, si recò presso il sovrano per essere guarita.
Dio premiò la sua fede, poiché S. Edoardo, anziché rimandarla, dopo aver asperso le dita in un vaso pieno d’acqua, toccò le piaghe purulente, benedicendole con il segno di croce. Subito il sangue marcio iniziò a fuoriuscire dalla piaga, mentre il gonfiore diminuiva, fino a scomparire del tutto in capo ad una settimana.
Questo episodio, attestato da un’antichissima tradizione, è non a torto considerato come il primo esempio inglese del rito di guarigione delle scrofole.
Shakespeare, cinque secoli più tardi, in una scena del Macbeth, si riferiva a quell’antica e unanime credenza quando metteva in bocca ad un personaggio della tragedia questi versi:
“Della gente afflitta da strane malattie, tutta gonfia ed ulcerosa, che fa pietà a vederla, vera disperazione della medicina, egli [Re Edoardo] la guarisce, appendendo al loro collo una medaglia d’oro, con sante preghiere; e si dice che ai re suoi successori trasmetterà questa benedetta virtù guaritrice”.
In conclusione si può affermare che Enrico I I Plantageneto (1154-1187) era solito eseguire pubblicamente la cerimonia guaritrice. Nulla esclude, tuttavia, che la meravigliosa prerogativa rimontasse a S. Edoardo il Confessore, un centinaio d’anni prima, sovrano che un’opinione universalmente accettata, indicava come l’autentico progenitore della potenza taumaturgica dei suoi successori inglesi.