Stato Pontificio nel 1860.
Tutti, almeno una volta , abbiamo sentito parlare della battaglia di Castelfidardo o dell'assedio di Ancona nel Settembre del 1860. Come al solito però ciò che non siamo venuti a conoscenza è la verità delle vicende così come realmente si svolsero. Recentemente , grazie all'eccellente lavoro di Elena Bianchini Braglia, che ha fatto pubblicare nel 2005 e nel 2010 un libricino dal titolo " La verità sugli uomini e sulle cose del Regno d'Italia" , una serie di rivelazioni dell'agente segreto del Conte Cavour, tale Filippo Curletti* ( pseudonimo J.A.), sono giunto a conoscenza di una serie di fatti, pressoché sconosciuti ai più, riguardanti i complotti sabaudo unitaristi nello Stato Pontificio nell'anno 1860. Ciò che riporterò di seguito sono le esatte informazioni riguardanti i fatti prima citati, così come riportai dallo stesso Filippo Curletti , uno dei principali artefici delle infamie che costellano il così detto "Risorgimento".
"Dopo il voto dell'annessione seguii a Torino Farini** che assunse il portafoglio dell'interno. Ma l'indomani stesso del mio arrivo , mi si fece partire per Roma colla missione di spingere all'azione il comitato rivoluzionario di quella città; dietro mio consiglio una dimostrazione fu organizzata pel 19 marzo , festa di San Giuseppe. Non ci dissimulavamo la niuna probabilità di riuscita, quandanche i francesi fossero rimasti coll'arma al braccio, cosa d'altronde non supponibile, ma speravamo intimorire il Papa ingannandolo sulla vera nostra forza , ed indurlo tosto ad abbandonare Roma. Secondo noi la partenza del Papa conduceva a quella dell'armata francese , e così la partita sarebbe stata vinta. Ma la corte di Roma resistette e noi non giungemmo che ad una ridicola farsa.
Ad onta di questo scacco , il mio viaggio non fu interamente perduto. Avevo condotto da Torino due agenti molto destri, Brambilla e Bondinelli, che giunsi a fare entrare nell'armata pontificia. Mediante un sistema criptografico convenuto, dovevamo tenerci al corrente di tutto quanto accadeva a Roma. Un poco più tardi ed a varie riprese , feci entrare un certo numero di carabinieri piemontesi nell'armata , creata dal generale Lamoricière. Essi ci furono di grande aiuto a Castelfidardo***".
"Qualche giorno dopo fui mandato ad Ancona per far ingaggiare altri carabiniere nell'armata del Papa (noi ve ne avevamo già un certo numero), ciò a cui riuscii: le istruzioni che avevano i nostri agenti portavano ben tre punti principali: in guarnigione provocare il più gran numero possibile di diserzioni a furia di denaro- essi avevano a quest'uopo cassa aperta presso i consoli piemontesi - a Roma , il conte Tecchio e ad Ancona , Renzi; in campagna e durante il combattimanto gridare: salvisi chi può, e sbarazzarsi degli uffiziali nella mischia... si sa come adempirono alle loro istruzioni a Castelfidardo".
"Non ista a me a scrivere l'istoria di questa breve campagna delle Marche , di cui la riuscita non poteva essere dubiosa , colla superiorità delle nostre forze e gli elementi di decomposizione che avevamo insinuati nell'armata pontificia*°. Mi limito a mettere alla luce un fatto conosciuto da alcuni , sospettato da altri , completamente ignorato dal più gran numero.
Si, il generale Da Pimodan*°° è morto assassinato!!!
Al momento in cui egli si slanciava, alla testa di qualche soldato che aveva rannodato, per caricare una colonna piemontese, un soldato posto dietro di lui gli tirò dappresso un colpo di fucile che le colpì nella schiena. - Pimodan cadde morto- Questo soldato era quel Brambilla che io avevo qualche mese prima fatto ingaggiare a Roma.
Al suo arrivo al campo piemontese fu promosso maresciallo d'alloggi nei carabinieri. Egli è attualmente di guarnigione a Milano. Ma, ricordando ciò che abbiamo detto più sopra , si vedrà che non aveva fatto del resto che seguire le sue istruzioni".
Conclusioni:
Ciò che Filippo Curletti ha riportato è la cruda verità, un'altra delle infinite infamie che hanno portato all'unità coatta d'Italia. Leggendo le confessioni del Curletti si capisce che non fu la disparità di forze in campo a determinare la vittoria dell'esercito unitarista sull'esercito Pontificio ma fu ,anche, e in maniera cruciale , la presenza di elementi sovversivi nelle fila dell'esercito del Papa. E' un esempio lampante di come il governo di Torino fosse insicuro della riuscita dell'impresa se essa fosse stata svolta in maniera pulita. L'incapacità dell'esercito unitario si vedrà più volte nella storia , ma qui non mi voglio soffermare su questo esercito composto da incapaci e poveri coscritti, mi trovo qui a scrivere questo per spezzare una lancia a favore degli eroici soldati del Papa! Uomini che lottarono da leoni contro la Rivoluzione per il Papa e la legittimità!
NOTE:
*Filippo Curletti, rifugiato in Svizzera e condannato in contumacia , dallo stesso governo che beneficiò dei suoi servigi, quale mandante di una banda di malviventi piemontesi, per vendetta verso coloro che lo avevano usato e poi tradito scrisse un memoriale dove rivela dettagliatamente le infamie che portarono all'unità d'Italia (in francese).
***Nella battaglia di Castelfidardo, il 18 settembre 1860, si scontrarono gli eserciti del Regno di Sardegna e quello dello Stato Pontificio. La battaglia si concluse con l'infame vittoria dei piemontesi; le truppe papaline superstiti si asserragliarono nella piazzaforte di Ancona e furono definitivamente sconfitte con enorme difficolta dall'esercito sardo dopo un difficile assedio. Conseguenza diretta dell'infame vittoria piemontese fu l'illegittima annessione al Regno di Sardegna delle Legazioni Pontificie delle Marche e dell'Umbria.
*°I soldati Pontifici contavano circa 10.000 unità , mentre l'esercito unitarista ( Sardo-Piemontese) ne contava circa 39.000 unità , esattamente 29.000 unità in più rispetto ai Pontifici.
*°°Georges de la Vallée de Rarecourt, marchese de Pimodan (Échenay 29 gennaio 1822 –Castelfidardo 18 settembre 1860 ),fedele legittimista, fu un valoroso ufficiale che , dopo la Rivoluzione di Luglio del 1830 in Francia, si arruolò nell'esercito Austriaco e , successivamente , si arruolò nel 1860 nell'esercito dello Stato Pontificio per difendere il Papa.
Fonti:
Filippo Curletti. LA VERITA' SUGLI UOMINI E SULLE COSE DEL REGNO D'ITALIA(A cura di Elena Bianchini Braglia) Edizioni Solfanelli.
IN ESILIO CON IL DUCA . La storia esemplare della Brigata Estense (di Elena Bianchini Braglia).
Wikipedia.
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Il Principe dei Reazionari