Il
carattere religioso della reazione
La
Rivoluzione fu uno dei maggiori flagelli caduti sull'umanità e una delle
principali vittorie del demonio
nella sua lotta contro la Chiesa. Impregnata dello spirito protestante e del
filosofismo del secolo
XVIII, essa doveva necessariamente combattere la Chiesa, essendo questa lotta
l'asse di tutto il
movimento del 1789.
Lo spirito satanico fu la vera anima della Rivoluzione, che, in nome della libertà, combattè la Religione, si impossessò dei beni ecclesiastici, perseguitò i sacerdoti fedeli al Papa. Chi non avesse apostatato veniva deportato o ucciso. Voler prescindere dalla questione religiosa, equivale a non capire la dinamica più profonda della Rivoluzione e le ragioni della reazione che suscitò. Certamente però la sua opera sarebbe completamente da condannare anche se non avesse attaccato la Chiesa, come fece. La Contro-Rivoluzione cattolica si verificò principalmente nell'ovest, in una zona che coincide con quella della predicazione di san Luigi Maria Grignon de Montfort. Il gran devoto di Maria Santissima percorse, all'inizio del XVIII secolo, l'ovest della Francia predicando la vera devozione a Nostra Signora, l'amore alla Croce e al Rosario. Quasi un secolo dopo, i contadini della Vandea, del Maine, della Bretagna, dell'Anjou e del Poitou, andavano a combattere recitando la Corona, cantando le litanie, avendo come stendardo la bandiera del Re con il Sacro Cuore di Gesù in mezzo. In particolare la Vandea, regione dove aveva predicato S. Luigi Maria, suscita ammirazione per la sua grandezza e il suo martirio. Quando la Rivoluzione si mostrò apertamente nemica della Chiesa, nacque la congiura del marchese de Romarie, che cercò di far insorgere tutto il nord-ovest contro i giacobini.
La
"chouannerie"
Vi
furono uomini che, nonostante non avessero avuto occasione di compiere gesta
importanti come quelle
della Vandea, si distinsero in modo straordinario per il loro coraggio e
dedizione: furono i primi
ad innalzare lo stendardo della fedeltà e gli ultimi a sottomettersi. Le loro
azioni non ebbero, almeno
all'inizio, grande rilevanza militare, ma lo spirito con cui combattevano li
elevò a tal punto, che
non avevano nulla da invidiare ai grandi capi vandeani: furono gli "chouans",
del Basso Maine. La
loro azione restò nota col nome di "chouannerie", indicando tutta la reazione
cattolica nel Maine e
in Bretagna. Il
Basso Maine è una regione cosparsa di colline e ben irrorata da fiumi. I
contadini erano soliti trattare
gli alberi in modo tale che questi crescevano con lunghi rami e tronchi vuoti,
usati come
nascondigli;
numerosi fossi e palizzate ostacolavano l'attraversamento dei campi. Tutte
queste cose rendevano
la regione adatta alla guerriglia.
I
contadini erano legati ai loro costumi e profondamente pii, caritatevoli e
ospitali. Un proverbi locale
dice che Dio fa pagare il triplo l'elemosina rifiutata. Veneravano i loro
sacerdoti, che consideravano
come rappresentanti del buon Dio. Nel 1792, moltiplicandosi gli attacchi
sacrileghi alle
chiese e al clero, i "manceaux" insorsero con energia. Alcuni cantoni, tuttavia,
appoggiarono la Rivoluzione,
in generale quelli i cui parroci avevano apostatato. In
totale, gli insorti non superavano i 6.000 uomini, che maneggiavano
alternativamente le armi o gli
strumenti di lavoro. Combattevano in piccoli gruppi, tendendo
imboscate. Avevano
un aspetto rude e i capelli lunghi; sul cappello a larghe falde molti
collocavano un pennacchio
bianco, simbolo della monarchia. Altri vi appendevano dei bianchi pezzi di
stoffa, nei quali
si leggevano sentenze monarchiche o frasi pie. Vestivano una casacca di pelle di
capra che li proteggeva
contro la pioggia e il freddo. Portavano cucita ai vestiti l'immagine del Sacro
Cuore, e la Corona
del Rosario al collo. Le loro armi erano vecchi fucili da caccia, ma,
all'inizio, alcuni possedevano
soltanto un lungo palo, la "ferte", che in tempo di pace veniva usato per
saltare palizzate
e fossi: gli "chouans" lo maneggiavano abilmente ed affrontavano con esso
persino dei soldati
armati di sciabola.
I
rivoluzionari cercarono di rendere odioso il nome degli "chouans", attribuendo
loro massacri e rapine.
Giunsero a pagare dei banditi perchè si vestissero come essi e compissero dei
crimini, per comprometterli.
E' certo che anche tra gli "chouans" vi furono dei cattivi elementi, ma questa
non era
una cosa comune, tanto più che ladri e assassini avrebbero avuto un futuro
maggiore servendo la Rivoluzione:
basta analizzare superficialmente gli uomini che governavano allora per vedere
da che parte
stavano i banditi.
Gli
"chouans" erano, di regola, molto pii: la Corona era la loro preghiera preferita
per chiedere la vittoria
prima del combattimento. Questa stessa preghiera era recitata in ringraziamento
dopo la lotta.
Nei nascondigli passavano tutto il tempo in preghiera. Molti
anni dopo la Rivoluzione, fu rinvenuto nella regione uno scheletro dentro un
albero cavo: un fucile
al fianco e la Corona attorcigliata alle ossa della mano indicavano che
quell'uomo era uno "chouan".
La
Vandea
Nel
1793 la Vandea insorse contro la Rivoluzione a causa delle persecuzioni contro i
sacerdoti che non
accettavano la Costituzione Civile del Clero, il tentativo di reclutare i
contadini per il servizio militare
nell'esercito rivoluzionario e la notizia dell'assassinio del Re. I
primi gruppi di vandeani furono guidati da uomini del popolo, come Stofflet,
impiegato in un castello,
e Cathelineau, venditore ambulante. Essi
conquistarono Cholet, Saumure minacciarono Nantes.
Il movimento crebbe, ed in esso affluirono vari nobili, come d'Elée, Lescure, de
Charette, e il
ventenne Henri de La Rochejaquelein.
Le vittorie si succedettero: i vandeani costituirono tre eserciti, dei quali il più importante fu la Grande Armata Cattolica e Reale, che giunse a contare 80.000 uomini. Nonostante tutto l'eroismo dimostrato, la mancanza di artiglieria, la necessità di tornare a lavorare i campi al tempo del raccolto, ed altri fattori avversi pregiudicarono l'esercito cattolico. Le sconfitte di Le Mans e Savenay dispersero l'esercito vandeano. La reazione cattolica, frattanto, continuava nel Morbihan, sotto la direzione di Georges Cadoudal, che si dimostrò un abile organizzatore. Quando era quasi tutto pronto per l'azione, si realizzò una conferenza di pace fra monarchici e rivoluzionari, a Prévalay. Nel 1795, 12.000 nobili sbarcano nella penisola di Quiberon. Svariati tradimenti portarono la spedizione al più completo disastro; in conseguenza di ciò più di 1.000 monarchici furono imprigionati e fucilati. Il generale Hoche, dopo aver inflitto ai monarchici la sconfitta di Quiberon, iniziò una politica di conciliazione, rendendo ai cattolici una relativa libertà. Molti, illusi e sfiduciati, lasciarono la lotta. Il Conte di Provenza, fratello di Luigi XVI e futuro Luigi XVIII, comandò, inoltre, di "risparmiare il sangue dei suoi sudditi", perchè confidava che la monarchia sarebbe tornata grazie al suffragio popolare. Infatti, nel 1797, quasi tutta la Francia desiderava il ritorno della monarchia; il prestigio della Rivoluzione era profondamente scosso: la vittoria della destra alle prossime elezioni era certa, ma Luigi XVII non avrebbe dovuto dimenticare la mala fede dei suoi avversari. I candidati della reazione vinsero le elezioni, ma queste furono annullate con un colpo di Stato, e le persecuzioni ai contro-rivoluzionari raddoppiarono di intensità.
Le vittorie si succedettero: i vandeani costituirono tre eserciti, dei quali il più importante fu la Grande Armata Cattolica e Reale, che giunse a contare 80.000 uomini. Nonostante tutto l'eroismo dimostrato, la mancanza di artiglieria, la necessità di tornare a lavorare i campi al tempo del raccolto, ed altri fattori avversi pregiudicarono l'esercito cattolico. Le sconfitte di Le Mans e Savenay dispersero l'esercito vandeano. La reazione cattolica, frattanto, continuava nel Morbihan, sotto la direzione di Georges Cadoudal, che si dimostrò un abile organizzatore. Quando era quasi tutto pronto per l'azione, si realizzò una conferenza di pace fra monarchici e rivoluzionari, a Prévalay. Nel 1795, 12.000 nobili sbarcano nella penisola di Quiberon. Svariati tradimenti portarono la spedizione al più completo disastro; in conseguenza di ciò più di 1.000 monarchici furono imprigionati e fucilati. Il generale Hoche, dopo aver inflitto ai monarchici la sconfitta di Quiberon, iniziò una politica di conciliazione, rendendo ai cattolici una relativa libertà. Molti, illusi e sfiduciati, lasciarono la lotta. Il Conte di Provenza, fratello di Luigi XVI e futuro Luigi XVIII, comandò, inoltre, di "risparmiare il sangue dei suoi sudditi", perchè confidava che la monarchia sarebbe tornata grazie al suffragio popolare. Infatti, nel 1797, quasi tutta la Francia desiderava il ritorno della monarchia; il prestigio della Rivoluzione era profondamente scosso: la vittoria della destra alle prossime elezioni era certa, ma Luigi XVII non avrebbe dovuto dimenticare la mala fede dei suoi avversari. I candidati della reazione vinsero le elezioni, ma queste furono annullate con un colpo di Stato, e le persecuzioni ai contro-rivoluzionari raddoppiarono di intensità.
Nel
1799 la guerra civile ricominciò. In tre settimane i vandeani e gli "chouans"
conquistarono Le Mans,
Mayenne, Bayeux, Pont-Chateau, Guérande, Craon, Laval, ChateauGontier,
Saint-Brieuc, Ancenis,
Candé e Nantes. Mancava solo lo sbarco di un Borbone per unire tutti gli sforzi
e raggiungere
la vittoria totale: la Rivoluzione era perduta. Ma fu allora che giunse
Napoleone e la salvò.
Sostituendo il Direttorio col Consolato, egli si presentò come il restauratore
dell'autorità e dell'ordine.
Cadoudal,
che si era rifugiato in Inghilterra dopo l'ascesa di Bonaparte, nel 1800 tentò
di organizzare
una congiura per abbattere il Primo Console. Si mise in contatto con due
generali scontenti,
Pichegru e Moureau, ma si rese conto che quest'ultimo voleva abbattere Napoleone
solo per
mettersi al suo posto, non per restaurare i Borboni, cosa che invece era il suo
obiettivo. Bonaparte
volle comprare Cadoudal e gli offrì il posto di Generale della repubblica con
un'alta pensione.
Egli rifiutò e continuò a combattere la Rivoluzione; tradito, fu catturato e
"giustiziato" il 25
giugno del 1804. Con lui finiva l'epopea della "chouannerie" e della
Vandea.
Fonte: