DOPO 148 ANNI DAL REFERENDUM DI ANNESSIONE DEL VENETO, L’ITALIA BLOCCA ANCORA LA VERIFICA E L’ACCESSO ALLE SCHEDE!
Sono trasalito: com’è possibile non siano consultabili? Il regno d’Italia unì a sé il Veneto solamente dopo che, con il Trattato di Vienna del 3 ottobre 1866, s’era esplicitamente impegnato a ricevere “il consenso delle popolazioni [del Lombardo-Veneto] debitamente consultate”. In altre parole: né Napoleone III, imperatore dei Francesi, né Francesco Giuseppe, imperatore d’Austria, cedevano la sovranità direttamente all’Italia, ma la trasmettevano al Popolo Veneto, il quale avrebbe potuto liberamente e sovranamente decidere il suo avvenire, se unirsi o meno all’Italia.
Questo, ripeto, è quanto sottoscritto dall’Italia a Vienna; ma lo fece già con l’intenzione di tradire, sia la Francia, che l’Austria e il Popolo Veneto. Dieci giorni dopo, infatti, nel proclama di indizione del referendum e quindi prima dei risultati, l’Italia definiva sé stessa come liberatrice, il Popolo Veneto era ormai declassato a sue province e l’Austria (bella correttezza!) era definita una tirannide; insomma, una catena di falsità e calunnie per tutte le parti in causa, eccetto che per sé stessa.
Fu così che si guardò bene dal permettere che la messinscena del referendum trovasse una minima verifica internazionale; e dopo 148 anni si dice che le schede non sono ancora consultabili?
Sarebbe nell’interesse stesso dell’Italia poter dimostrare che dal 1866 è in Veneto per la corretta applicazione del Trattato di Vienna, da essa sottoscritto, e non per un tradimento del diritto internazionale; tradimento che, invaliderebbe all’istante la dichiarata legittimità della presenza dell’Italia sul territorio veneto.
[Comunicato n.1666 - Il libero maso de I coi] - http://vivereveneto.com/ -