Il rabbino capo di Russia, Berel Lazar, ha criticato la leadership ebraica ucraina per aver condannato l'azione di Mosca in Crimea. Lazar, da tempo amico di Putin, ha sempre vigorosamente sostenuto l'annessione della penisola. Si è anche detto preoccupato degli episodi di antisemitismo registratisi in Ucraina dalla data del colpo di Stato.
Lazar ha in certo modo replicato alla "lettera aperta" indirizzata a Putin dalla comunità ebraica ucraina, in uno spazio a tutta pagina sul New York Times del 27 marzo, sul National Post canadese e sulla testata israeliana Haaretz. La lettera critica fortemente il presidente russo, accusato di selezionare scientemente le informazioni sulla situazione ucraina, per darne un'immagine falsa. Non ci sarebbero state, a detta degli estensori, limitazioni nei diritti civili dei russofoni, né una crescita degli episodi di antisemitismo, che vengono invece rinfacciati alla Russia. I nazionalisti ucraini non avrebbero attitudini xenofobe o antisemite, e sarebbero tenuti validamente sotto controllo dalla società civile e dal nuovo governo ucraino, a differenza dei neo-nazi russi, "incoraggiati" dal Cremlino.
[fonti: JTA, Tablet]