Troppe volte mi imbatto in persone che fanno del pensiero astratto e relativistico la base portante della loro intera esistenza. Indottrinati da un sistema settario fin dalla più tenera età, questi schiavi inconsapevoli, ragionano, pensano e parlano a seconda della modalità dettata da un meccanismo lercio di ideologia totalitaria e rivoluzionaria.
Uno di questi astratti ragionamenti riguarda il termine "Patria"; codesto termine presenta delle palesi corruzioni sistemiche che ne impediscono oggi la corretta comprensione. Questo termine assai importante per comprendere la politica attuale e non solo, è stato corrotto affinchè risultasse favorevole al pensiero e alla dottrina rivoluzionaria fin dal XVIII secolo.
Quante volte vi è capitato di sentire da qualcuno l'affermazione "sono italiano" o "la mia patria è l'Italia" ? Diverse volte immagino, specie per televisione. Ma codeste persone dicono il vero? Comprendono realmente cosa sia la Patria? Per rispondere a questa domanda bisogna conoscere cosa sia veramente la Patria.
- La Patria (dal latino = la terra dei padri) è qualcosa di estremamente concreto. Essa consiste nella terra (circoscritta ad una regione , paese o citta) dove i Nostri padri sono nati , hanno vissuto e sono morti; e dove i loro resti riposano. Ricordiamoci infatti che fino all'editto di Napoleone , che vietava le sepolture entro le mura cittadine (un caso?) , i morti trovavano il proprio luogo di sepoltura nelle Chiese o nel Campo Santo all'interno del centro abitato d'origine. La Patria è un territorio ben circoscritto dove la popolazione condivide la storia, le Tradizioni socio-culturali e religiose, e la lingua. La Patria è composta dalle case dove siamo nati , dagli altari, dalle tombe di chi ci ha preceduto , da tutto ciò che i nostri padri hanno amato prima di noi, la Patria è la nostra fede,la nostra terra. La Patria sta sotto i nostri piedi , la si può toccare con mano , la si può sentire nell'aria, la si può vedere.
- La patria nominale è il risultato di un progetto ideologico, di un'astrazione figlia del capriccio. Essa esiste solo nella mente dei suoi fautori. Essa è figlia dell'ideologia giacobina che l'ha esportata in tutta Europa attraverso le armate napoleoniche, fin dal 1796. La patria nominale nasce e muore la dove termina la fantasia di chi la vorrebbe concreta.
La "patria nominale" si distingue nettamente dalla "Patria reale" , che , con le parole di Luigi Tapparelli d'Azeglio, viene amabilmente descritta così:
- "La Patria reale nasce dal focolare domestico e sale mano a mano per vie di naturale incrementi fino al governante supremo. Tutto in questa Patria è naturale; la famiglia donde germoglia, il municipio in cui si sviluppa, gli interessi ed affetti che molti municipi collegano, la persona visibile che tutti li governa".
Nonostante la chiarezza di codeste terminologie, diversi individui si ostinano a non comprendere la Verità semplicemente perchè, come un bambino che scopre l'inesistenza di un idolo , non li aggrata. Ma la Verità è quella che è , piaccia o non piaccia ai figli della Rivoluzione.
Codeste persone dovrebbero farsi una ragione del fatto che l'Italia , intesa per il suo vero significato terminologico , non è ne più ne meno che una Penisola! Si può comunque comprendere che tali convinzioni sono uno dei frutti avvelenati che un secolo e mezzo di incessanti manipolazioni terminologiche , e svariate altre mistificazioni , hanno creato.
Alcune persone, oggi, arrivano addirittura ad affermare di essere "europee"! Segno inconfondibile dell'avanzare del cancro ideologico-rivoluzionario. Parlando con queste persone sedicenti "italiane" o addirittura "europee" ne viene fuori un dialogo simile al seguente:
Io: I suoi padri vivevano contemporanemente a Milano , Firenze , Roma e Napoli ?
Lui/lei: No.
Io: I suoi padri parlavano lombardo, veneto o napoletano ?
Lui/lei: No, parlavano italiano.
Io : E cos'è l'Italiano?
Lui/lei: Una lingua.
Io: Ma qual'è la sua origine? E' forse nata da un fantomatico e mai esistito "popolo italiano"?
Lui/lei: Non saprei, so solo che è la lingua di questo paese.
Io: L'Italiano non è altro che "Fiorentino letterario", imposto come lingua comune per far capire un Sardo con un Piemontese o con un Pugliese. Codesta è semplicemente una lingua senza altre valenze. Lo capisce questo?
Lui/lei:Si, ma ormai quel che è fatto e fatto.
Io: Quel che è fatto e fatto? Direbbe mai ad un malato "non si curi perchè tanto quel che è fatto e fatto"?
Io: Quel che è fatto e fatto? Direbbe mai ad un malato "non si curi perchè tanto quel che è fatto e fatto"?
Lui/lei: Cosa c'enta questo?
Io: C'entra e come! L'errore non ha diritto ad esistere! La causa del male va sempre estirpata!
Lui/lei: Non so cosa dirle...
Questo è solo un esempio di conversazione che io ho avuto con un "italiano" convinto. Alcune conversazioni sono sfociate in discussioni molto accese che hanno visto affermazioni , da parete dell'interlocutore, di natura così fittizia e amorfa da non meritare alcuna risposta.
E' ovvio che certi figuri , probabilmente , non cambieranno mai idea, rimanendo cementificati nelle loro astratte convinzioni. Ma ciò è un problema per coloro che lottano per la libertà della propria Patria? No, rappresenta soltanto una lieve barricata composta per lo più da apatici e codardi facilmente superabile.
Comunicato Presidente e fondatore A.L.T.A.
Amedeo Bellizzi.
Biella, 6 Aprile 2014.