sabato 16 febbraio 2013
La Curia apre all'ipotesi di un papato a termine: la piaga del modernismo minaccia ancora il Trono di Pietro
La cosiddetta "rivoluzione" innescata da Benedetto XVI potrebbe avere come conseguenza il papato a termine. In pratica un limite di età superato il quale il Pontefice va in pensione. Si sta discutendo anche di questo in questi giorni in Curia. E sono molti gli alti prelati che si dicono favorevoli. Anche perché un'età pensionabile è già prevista per i vescovi, che a 75 anni smettono di guidare una diocesi o un uffucio, e per i cardinali che a 80 perdono il diritto di voto in conclave e lasciano la guida dei dicasteri. Tra i primi a lanciare la proposta sono stati l'americano Thimoty Dolan e il tedesco Hans Kung. Quest'ultimo, teologo ribelle da sempre critico con la Chiesa di Roma, ha spiegato a Repubblica quanto secondo lui sia negativo che un Papa resti in carica troppo a lungo. D'accordo con loro si è detto anche il cardinale Raffaele Farina e lo svizzero George Cottier, teologo emerito della Casa Pontificia, che non ravvisa alcun problema di "ecclesiologia". Per altri invece, e qui diamo pienamente ragione, la decisione deve spettare solo al Pontefice: "E' lui e solo lui che può rinunciare al papato". "Un Papa a termine", ha tuonato il cardinale Elio Sgreccia, "non è compatibile con la natura del pontificato". Sulla stessa lunghezza d'onda l'arcivescovo Gianfranco Girotti: "E' una proposta assurda, lontana anni luce dal diritto canonico", e il cardinale Josè Saraiva Martins secondo il quale non si può mettere in discussione un principio in vigore da duemila anni. Nonostante questo coro dei contrari, le fila di chi vorrebbe mandare in pensione il Papa per limiti di età però aumenta tristemente . E i teologi di una e dell'altra scuola di pensiero stanno studiando cosa è meglio per la "nuova" Chiesa cattolica. Quando sentiamo frasi del genere(nuova Chiesa cattolica) ci vengono i brividi e ci nasce una certa preoccupazione.