Ogni anno negli odierni Stati Uniti numerosi libri vengono pubblicati su qualsiasi aspetto della guerra civile; circa 40 mila cittadini partecipano alle rievocazioni storiche e il campo di battaglia di Gettysburg lo scorso anno è stato visitato da 1,7 milioni di visitatori.
Negli ultimi tempi tale capitolo della storia nazionale è stato riscoperto anche dai produttori del grande e piccolo schermo. Dopo le 12 candidature agli Oscar del discusso film su Lincoln di Steven Spielberg è in arrivo a breve sulla tv statunitense una serie che intende far rivivere il drammatico scontro finale tra gli Stati del Nord (unionisti) e quelli del Sud (confederati) attraverso i due suoi generali protagonisti: Ulysses S. Grant e Robert E. Lee.
Grant vs Lee (in precedenza intitolato To Appomattox) è il titolo della serie storica prodotta e scritta da Michael Frost Beckner (già produttore di CSI e The Agency), Thomas Augsberger (già produttore di Twilight e Mr Brooks ) e Mikael Salomon (produttore di serial tv come Rome e Band of Brothers ) e racconta in otto puntate le vicende accadute durante l’epica Campagna di Appomattox (29 marzo – 9 aprile 1865), una serie di battaglie combattute in Virginia che culminarono con la resa dell’Armata Confederata della Virginia Settentrionale comandata da Lee, che segnò di fatto la fine della Guerra civile americana.

Supportato da una squadra di storici della guerra civile (tra i quali il discusso Gordon Rhea) il format non nasconde le analogie tra l’America di ieri e quella d’oggi. Girato in piena campagna elettorale nel luglio 2012 (ben prima della riconferma di Obama e dal fenomeno delle petizioni secessioniste respinte recentemente dal presidente), introduce i fatti accaduti 150 anni fa descrivendo la popolazione come divisa su ogni questione politica e sociale.
Nella Casa Bianca si trova il presidente più odiato della storia americana, ritenuto da più della metà dei cittadini come illegittimo vincitore del suo primo mandato, in corsa per la sua rielezione egli è invischiato in un conflitto interno inizialmente ritenuto di breve durata ma in realtà lungo e di non facile vittoria grazie alla tenacia e resistenza sudista. Oltre alle battaglie militari sui campi di battaglia si registra l’opposizione del Congresso relativo alla condotta bellica degli yankee nei territori ribelli.
Benché l’abolizione della schiavitù non fosse la ragione principale del conflitto e nonostante le laceranti devastazioni prodotte, tra le quali 750 mila caduti militari e civili (quasi tre volte il numero di americani che persero la vita durante la seconda guerra mondiale, in percentuale della popolazione di oggi sarebbero più di 5 milioni di americani!), l’America verrà da allora in avanti percepita come il faro di speranza per il mondo ponendo le premesse per il successivo secolo americano.