domenica 8 settembre 2013

La tolleranza teologica: scienza degli egoisti e privilegio degli incapaci

La tolleranza teologica: scienza degli egoisti e privilegio degli incapaci
 
 
Signori! Tutte le religioni sono buone!” Quando l’indifferente ha pronunciato questa pomposa parola, non gli domandate più nulla. Egli non ragiona più. Ma io potrei subito rispondere: se tutte le religioni sono buone, perché cercate di far tanti proseliti in mezzo a noi, perché cercate di far proseliti presso i figliuoli del povero popolo, perfino pagandoli?
Se tutte le religioni sono buone, sarà buona anche la nostra. Lasciateci allora in pace, e non vi preoccupate sulla nostra sorte. Anche il cattolicesimo è una religione. Dunque se tutte le religioni sono buone, anche il cattolicesimo è buono. Per conseguenza non lo dovete perseguitare; non affaticatevi di abbandonarlo al disprezzo. Siate conseguenti ! Rispettatelo !
Ma a questo punto si sente dire: « Tutte le religioni sono buone, eccetto il cattolicesimo ». Ah sventurati ! Non vedete che allora provate che il cattolicesimo fa da sé una religione a parte? Non vedete che ne fate un’eccezione ? Se lo escludete, è perché lo temete. E se lo temete, è perché esso è vero.
E questa, fratelli miei, sarebbe, mi pare, una risposta perentoria. Ma vediamo un po’ meglio affondo la questione.
Ebbene: tutte le religioni sono buone. Rappresentatevi una vasta galleria, che comprenda non già una collezione completa di quadri e di capolavori di Belle Arti, ma una collezione completa di tutte le religioni, di tutti i culti, ecco Brahama, il Talmud, Maometto, Marte, Giove, Lutero, Calvino, Buddha e poi una moltitudine inesauribile di figure grossolane in pietra, di animali ; un vero Olimpo. Ebbene, se tutte queste forme, che il sentimento religioso ha rivestito successivamente, sono tutte buone, tutte hanno dovuto nascere, morire, rinnovarsi, modificarsi per rispondere ai bisogni dei tempi, dei luoghi, degli uomini. Ma tutte sono santissime, tutte meritano il vostro rispetto.
Che vi pare di questa teoria? E questa è, fra le teorie, la più infernale, che si sia mai veduta; è incompatibile con qualsiasi religione. Le distrugge tutte e sulle loro rovine alza un idolo all’ateismo.
Questa teoria non offende la ragione, la moralità dell’uomo, la civiltà dei popoli, e l’onore di Dio?
Offende la ragione. Infatti ogni religione, come tutto ciò in cui si eleva il pensiero, deve essere necessariamente o vera o falsa. Se vi fosse in questo uditorio qualcuno che facesse la professione che tutte le religioni sono buone, gli domanderei: « Fratello mio, queste religioni, che dite tutte buone, sono esse tutte vere o tutte false? Oppure ve ne ha alcune vere e alcune false? 0 ve ne ha una sola vera e tutte le altre false? Bisogna che mi rispondiate ».
Se mi rispondesse: sono tutte false, od alcune sono vere, e alcune false — e molto più se mi rispondesse: una sola è vera e tutte le altre sono false — allora gli risponderei: ma voi, con ciò, insultate la Divinità, prendete il manto dell’ipocrisia. Se mi dicesse: sono tutte vere, allora gli risponderei: con qual nome volete che “battezzi” la vostra follia ? Perché, osservate bene, queste religioni, che si dividono la terra, non sono d’accordo. Quello, che è adorato da una dall’altra è bestemmiato; ciò che è incensato da una è dall’altra calpestato.
Pretendere che tutte siano vere, è pretendere che il sì sia il no, che il bianco sia il nero. Secondo voi, sarebbe vero credere, col cattolico, alla Chiesa e coi fratelli separati, non credervi. Secondo voi, sarebbe vero credere che Gesù Cristo è Dio per i cristiani, come sarebbe vero credere con gli Ebrei che è un impostore. Il meno che dica colui che afferma questo, è una grande bestialità, perché è lo stesso che dire che ogni e qualunque atto di queste diverse religioni debba salire accetto a Dio. Se tutte fossero buone, bisognerebbe concludere che è una stessa cosa conoscere l’onore e il disonore di Dio, l’adorar Dio o il Demonio. Signori, quando vi trovate in faccia a delle religioni che si contraddicono e pretendete che tutte siano buone è negare Dio, è negare la Verità!
Se ammettere buone tutte le religioni è un assurdo in faccia alla logica, bisogna convenire con Rousseau, il quale diceva: « Di tante religioni che si escludono, ma sola è la buona ». La verità di una sola religione è voluta dalla ragione. Aggiungo ancora, la verità di una sola religione è voluta dalla moralità dell’uomo e dalla civiltà dei popoli.
Sarebbe errore grossolano persuadersi che la religione non è che un trastullo, fatto per divertire e ricreare l’immaginazione dell’uomo. La religione è un crogiuolo, dove si fondono le virtù di un uomo e di un popolo, e dove assume la sua forma caratteristica.
[Indifferentismo, quindi ateismo]
Gl’indifferenti, per esempio, sanno bene che il giorno nel quale prevalesse la loro dottrina, sarebbe battuta l’ora suprema per la religione ! Ma essi non hanno aspettato l’ora dei funerali per liberarsi dalla religione. Questi uomini, che, secondo i loro principii, dovrebbero vivere in conformità alla religione del paese in cui vivono, non sono nè cattolici, nè protestanti, nè ebrei, nè maomettani. Non obbediscono alle leggi della Chiesa, nè a quelle di qualunque altra società religiosa.
Si son fatti una religione a modo loro, e ne dispongono come di una veste che si allarga e si restringe a piacere; una religione senza vita, senza forza. Ecco l’abisso, in cui farebbero discendere tutte le religioni. Se tutte le religioni sono buone, ditemi, qual è quel Dio che adorate? È un Dio infinito nella sua perfezione?
Ma dal momento che mettete un limite nella sua perfezione, voi negate Dio. Un Dio che approva tutte le religioni è un Dio stupido, un Dio imbecille ! Perchè, che cosa farebbe questo Dio? Coprirebbe della sua approvazione tutto ciò che vi è di più assurdo sulla terra.
Il pagano alzerebbe gli occhi al cielo e direbbe:
« Tu che ti chiami Dio, sei un impudico, un ladro, un furibondo, come Marte, Mercurio, Venere ».
Il cattolico giustamente dice :
« Oh Dio ! io credo che tu ti trovi presente nell’Eucaristia ; l’Eucaristia è l’oggetto dei miei sospiri, è la mia gioia, la mia consolazione ! »
Il calvinista a sua volta esclamerebbe :
« Oh Dio! io credo che tu non sia presente nell’Eucaristia, che è l’oggetto della mia derisione, delle mie bestemmie ».
E Dio direbbe:
« Avete ragione tutti e due; il vostro culto è pieno di amore, di tenerezza veramente ammirabile ; tutti e due sarete i miei eletti ».
Il selvaggio esclama:
« Dio, tu non sei che una belva, una pietra, ed io ti sacrificherò delle vittime umane. Gran padre dell’umanità non disprezzare questa forma di preghiere! »
E Dio risponderebbe:
« È un poco dura, ma che importa la forma ?… Il fondo è eccellente ».
Ecco il Dio dell’indifferente. Questo Dio è un tiranno del cielo e non vi sarebbe più freno alle passioni, non più amore, ma odio fra gli uomini. Da tutte le parti io non vedo che la visione dell’inferno.
E dopo questo, costoro si presentano agli uomini sorridendo e dicendo: Basta esser giusti, il resto è nulla. Basta esser giusti!
Ma è per questo che si combatte la vostra teoria! Non è il giusto colui il quale insulta la Divinità, come non è giusto che non abbia la punizione di chi distrugge l’edificio della religione.
Ma sapete cosa concludono costoro ? « Che tutte le religioni sono false, perchè escono dalla fabbrica dell’uomo ». Un giorno predicavo in una città, e mi si diceva: vi siete forzato a convincerci, ma noi conveniamo perfettamente con voi, perchè tutte le religioni sono azioni degli uomini.
Per rispondere a costoro, basterebbe ricordare che l’esistenza di una vera religione è la conseguenza necessaria dell’esistenza di Dio, che continua a manifestarsi, sempre, ed anche con prodigi inspiegabili. (torneremo sull’argomento in futuro)
[...] Esaminate i fatti ; studiate le cause e non troverete giustificata nessuna conclusione contro la vera religione. Vedrete anzi dimostrato che la Chiesa ha ragione. E poi si abusa di termini!
Non vi è nessuna parola di cui si sia tanto abusato come la parola: tolleranza. Vi sono tre sorta di tolleranze: la tolleranza civile; la tolleranza personale e la tolleranza teologica.
Io non devo parlare della tolleranza civile, la Chiesa si è pronunziata da sè. La tolleranza personale consiste nell’amar le persone, ed è questa la dottrina della nostra religione. 
Non vi sono che i piccoli spiriti, i quali accusino la Dottrina Cristiana d’intolleranza fanatica. [...] Quanti delitti si sono commessi in nome della libertà in tutti i tempi, in tutti i luoghi? Ebbene, vorrete voi per questo accusare la libertà? Quanti delitti si sono commessi in nome del progresso? Ebbene volete voi accusare il progresso?
Bisogna lasciare quelle accuse, che si vedono sui giornali. Sono accuse formulate senza buona fede.
La tolleranza teologica consiste nel mettere sullo stesso altare Confucio, Maometto, Gesù Cristo, la Massoneria, il Talmud, l’oroscopo, ecc … Signori miei! Questa tolleranza non sarebbe che un rispetto ipocrita, rispetto, che, sotto la forma dell’estensione, chiude la negazione.
Ordinariamente noi abbiamo poca simpatia per quelli che non prendono nessun partito, abbiamo poca simpatia anche nelle cose di questo mondo per gl’inetti, per la neutralità.
Infatti la neutralità è la scienza degli egoisti, è il privilegio degli incapaci.
In Atene si punivano coloro che, in tempo di rivoluzione, non si ascrivevano a fazione alcuna ; perché non si voleva lasciare all’uomo il benefizio di un astensione interessata. Or bene, se non ci è permesso di restare indifferenti nelle cose che riguardano la vita sociale, vorremmo noi accettare una indifferenza dogmatica, come privilegio della nostra scienza, dei nostri lumi? Se in politica, se in filosofia, noi ci crediamo obbligati a dichiararci bianchi o neri, potremmo restare indecisi, quando si tratta di Dio e della Religione ? Abbiamo un bel da fare ! La nostra astensione è un insulto fatto a Dio e alla Verità.
Dunque non fate mai che in voi si trovi questa codardia d’animo. Abbiate sempre quel nobile coraggio, che è la virtù di un’anima generosa. Siate sempre pronti a proclamare la tolleranza personale, ma mai la tolleranza teologica.
Signori ! La tolleranza che voi dovete avere vi deve portare ad abbracciare sempre la verità, ma non la verità diminuita, di cui parla il Profeta, ma la verità intera, totale, che non piegata, che non soffra il parallelo dell’errore, la verità che afferma con forza i suoi diritti. E l’amore, e la tolleranza personale vi portano ad abbracciare la carità, non la carità diminuita, che vi predica la scienza, ma la carità cristiana, che ama l’anima; quella carità, che tende la mano ai poveri caduti, quella carità che vede nel traviato non l’uomo che è, ma l’ “angelo” che può divenire.
E in quanto a me, o signori, io credo con tutta la forza della mia anima, con tutta la forza del mio cuore, che mai, mai l’intolleranza religiosa, metterà radici nelle nostre contrade. [Autodifesa è altro!]
Credo con tutta la forza della mia anima, con tutta la forza del mio cuore, che non vi è che alcun uomo il quale possa comandare alla nostra coscienza, se non Colui che è il Re dei Re, il Signore dei Signori.
lo credo che non vi sia altra prigione aperta davanti a noi, che la prigione di una coscienza addormentata nel rimorso. Io credo che non vi sia mai nessun motivo per abbracciare e tenerci alla fede, che il bello, il sublime motivo del timore e dell’amor di Dio.
Qual’ è dunque la conclusione?
Unirsi per ripudiare e vituperare la tolleranza dogmatica, unirsi per sostenere la tolleranza personale. Abbracciamo la verità intera, totale, che non soffre di essere posta al livello dell’errore, che generosa resiste ad ogni violenza e ad ogni lusinga. Poi abbracciamo con la tolleranza personale quella carità cristiana, che non spinge il caduto nel fango, ma lo rialza e lo stringe al seno.
Uniamoci in un concerto di voci a ripetere la parola d’ordine della Chiesa: Verità, sempre Verità, mai errore …
 
Pubblicazione a cura di Carlo Di Pietro (clicca qui per leggere altri studi pubblicati)
Tranne qualche adattamento all’italiano contemporaneo e qualche aggiunta in parentesi, il presente scritto è tratto da: Prediche di padre Agostino da Montefeltro, a cura di G.A. Giustina, Deposito in Torino, 1888, p. 191 e succ.
 
Fonte: