lunedì 23 settembre 2013

La marina delle Due Sicilie

 
 
Foto: Nel 1840 la Marina napoletana godeva in quel tempo di una grande reputazione. Aveva dato uomini quali il Bausan di Gaeta ed il grande Gravina di Palermo. Anche il Sotzier ed il Persano qui convennero mandati dal governo di Sardegna. Il Re vedeva di malocchio i macchinisti inglesi, e non sopportava la loro spocchia per cui decise addì 5 novembre 1839  che vi succedessero i macchinisti napoletani. Questa fu la scuola macchinisti per la quale fu possibile dimostrare come SOLO Napoli aveva i meccanici senza ricorrere all'Inghilterra alla quale facevano capo tutti gli altri stati. E l'interessamento di formare buoni macchinisti non andava disgiunto dal creare marinai e comandanti di primordine. Nel 1837, 19 ottobre, veniva formata la scuola dei marinai e dei grumetti. Novello ordinamento ebbero nel 1838 l'Accademia marittima, non già sotto il nome medesimo, ma come Collegio degli aspiranti guardiamarina e la scuola di alunni marinai non a terra, ma a bordo di due legni da guerra veleggianti. Nel 1841, il Collegio degli aspiranti guardiamarina venne fuso col Collegio militare. Nel 1844, il 20 agosto, vi fu un nuovo ordinamento e si aprì un corso di 40 allievi aspiranti gaurdiamarina dai 10 ai dodici anni spartiti in sei classi. Vi erano cinque professori, sette istruttori e undici maestri seguendo, nell'insegnamento della matematica e delle scienze il metodo sintentico assoluto per la seconda classe e l'analitico dalla terza in poi. Il numero degli alunni era di 50 e ci volevano sei anni dei quali tre di pratica perché potessero diventare provetti. Si insegnava l'aritmetica, le due geometrie, la trigonometria. Nel sesto anno, gli alunni marinai si dividevano dai grumetti ed a questi veniva insegnato il calcolo sublime, l'artiglieria teorico pratica e tutte le altre materie inerenti alla professione alla quale sui avviavano. Sulla lapide commemorativa della fondazione della scuola macchinisti si leggeva: "Perché dal braccio straniero a fabbricare le macchine mosse dal vapore  il Regno delle due Sicilie più non abbisognasse e con l'istruzione dei giovani napoletani tornasse tutta nostra l'antica italiana discoverta, questa scuola di allievi macchinisti, Ferdinando II, nella'nno XI del suo regno governando le armi dotte, Carlo Filangieri, principe di Satriano fondò.Nel 1840 la Marina napoletana godeva in quel tempo di una grande reputazione. Aveva dato uomini quali il Bausan di Gaeta ed il grande Gravina di Palermo. Anche il Sotzier ed il Persano qui convennero mandati dal governo di Sardegna. Il Re vedeva di malocchio i macchinisti inglesi, e non sopportava la loro spocchia per cui decise addì 5 novembre 1839 che vi succedessero i macchinisti napoletani. Questa fu la scuola macchinisti per la quale fu possibile dimostrare come SOLO Napoli aveva i meccanici senza ricorrere all'Inghilterra alla quale facevano capo tutti gli altri stati. E l'interessamento di formare buoni macchinisti non andava disgiunto dal creare marinai e comandanti di primordine. Nel 1837, 19 ottobre, veniva formata la scuola dei marinai e dei grumetti. Novello ordinamento ebbero nel 1838 l'Accademia marittima, non già sotto il nome medesimo, ma come Collegio degli aspiranti guardiamarina e la scuola di alunni marinai non a terra, ma a bordo di due legni da guerra veleggianti. Nel 1841, il Collegio degli aspiranti guardiamarina venne fuso col Collegio militare. Nel 1844, il 20 agosto, vi fu un nuovo ordinamento e si aprì un corso di 40 allievi aspiranti gaurdiamarina dai 10 ai dodici anni spartiti in sei classi. Vi erano cinque professori, sette istruttori e undici maestri seguendo, nell'insegnamento della matematica e delle scienze il metodo sintentico assoluto per la seconda classe e l'analitico dalla terza in poi. Il numero degli alunni era di 50 e ci volevano sei anni dei quali tre di pratica perché potessero diventare provetti. Si insegnava l'aritmetica, le due geometrie, la trigonometria. Nel sesto anno, gli alunni marinai si dividevano dai grumetti ed a questi veniva insegnato il calcolo sublime, l'artiglieria teorico pratica e tutte le altre materie inerenti alla professione alla quale sui avviavano. Sulla lapide commemorativa della fondazione della scuola macchinisti si leggeva: "Perché dal braccio straniero a fabbricare le macchine mosse dal vapore il Regno delle due Sicilie più non abbisognasse e con l'istruzione dei giovani napoletani tornasse tutta nostra l'antica italiana discoverta, questa scuola di allievi macchinisti, Ferdinando II, nell'anno XI del suo regno governando le armi dotte, Carlo Filangieri, principe di Satriano fondò.
 
Fonte:
 
Un popolo distrutto.