domenica 29 settembre 2013

FERROVIE NEL REGNO DELLE DUE SICILIE : IL GIOCATTOLO DEI BORBONE?



Lo storico Galli della Loggia (un nome un programma),  nega il depauperamento del Sud dopo l’Unità e sostiene che il divario tra settentrione e meridione, al 1860, era già esistente. Egli ha contestato una scarsa presenza di vie di comunicazione nel regno borbonico e ha definito la ferrovia Napoli-Portici "un giocattolo del re", giudicandola inferiore alla Torino-Genova o alle ferrovie costruite dagli Asburgo in Lombardia. Egli giustifica questo suo giudizio affermando che collegare Napoli con Portici non avrebbe potuto in alcun modo favorire l'economia, non solo per l'estrema brevità della ferrovia in sé, lunga pochi chilometri, ma soprattutto perché Portici non era una zona produttiva, ma solo una zona residenziale. Si è espresso negativamente sulla politica economica adottata dai Borbone in Sicilia, da lui giudicata "coloniale". Se, alla luce dell'enorme mole di documenti emersi nel corso degli anni e che mostrano ciò che fu realmente il Regno delle Due Sicilie, questo non è  considerato negazionismo vorrei capire di che cosa stanno parlando!
Vi sono le costruzioni della Ferrovia delle Puglie - Napoli-Brindisi - Sottoscrizioni Azioni 1857 che , a causa dell'invasione garibaldino-piemontese del 1860 non venne terminata.
Dopo il 1860 le ferrovie del Regno sarebbero state il fiore all'occhiello della moderna industrializzazione. Anche se con i "se" non si fa la storia certo è che un tale progetto compiuto avrebbe esaltato ulteriormente il "Regno dei primati"...
 
 
Di Redazione A.LT.A.