di Lorri MacGragor 1
Sopra: una fotografia del pastore Russell mentre studia la Sacra Scrittura.
A lato, il simbolo dell'Ordine massonico dei Cavalieri Templari.
Un esame di alcune delle pubblicazioni di Charles Taze Russell (1852-1916), il fondatore dei Testimoni di Geova, indicherebbe l’esistenza di un legame tra questi e la Massoneria; pare infatti che egli utilizzasse simboli massonici. I disegni che ornavano i primi numeri della Torre di Guardia possedevano connotati squisitamente massonici. La Croce e la Corona, al di sotto delle quali egli venne sepolto, sono anch'essi mutuati dall'iconografia massonica; questi sono solo alcuni esempi rivelatori di una consuetudine nel ricorrere all'uso di emblemi massonici.
A sinistra, la Croce e la Corona, simbolo dell'Ordine massonico dei Cavalieri Templari, sulla copertina della Torre di Guardia stampata nelle edizioni dei primi decenni della storia dei Testimoni di Geova. A destra, l'emblema del globo solare alato, un fregio esoterico usato anche dalla Massoneria, sulla copertina della collana scritta dal pastore Russell Studies in the Scriptures.
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Continuiamo a ricevere per corrispondenza articoli di natura speculativa che indicherebbero a vario titolo l'appartenenza di Russell alla Massoneria. Tuttavia, la teoria rimane priva dell'elemento probatorio che ne costituirebbe la chiave di volta: dov'è l'iscrizione protocollata all'associazione della quale egli sarebbe stato membro? Durante gli ultimi ventidue anni abbiamo resistito alla tentazione di saltare sul carrozzone dei vari fautori del tormentone «Russell massone», rimanendo in attesa di elementi più consistenti che lo suffragassero. Oggi possiamo attestare di essere in possesso di quel tassello mancante che potrebbe fungere da avvallo definitivo al dato sinora ipotetico. In merito a ciò abbiamo contratto un particolare debito di gratitudine verso l'ingente mole di informazioni che ci perviene dal sito redatto da Randall Watters 2 tra le quali troviamo una copia degli Special 1913 Convention Report of the International Bible Students («Atti del Convegno Internazionale Speciale degli Studenti della Bibbia del 1913»). Alle pagine 120-127 troviamo a verbale una disquisizione del pastore Russell avente come oggetto «Il Tempio di Dio». Le dichiarazioni prodotte da Russell a tal proposito dovrebbero sgomberare definitivamente il campo da equivoci. Era dunque Russell massone? Appare con evidenza che egli possedesse dimestichezza in merito a tematiche proprie della Massoneria. Nel prologo al discorso, egli precisa di essere addirittura «maggiormente» edotto riguardo a tali argomenti rispetto agli altri partecipanti, massoni compresi. Queste prime asserzioni rivelatrici compaiono tutte a pag.120: «Comprendono forse i nostri Fratelli massoni il significato del Tempio e la loro appartenenza all'Ordine dei Cavalieri Templari e così via? Bene, noi comprendiamo "maggiormente" tutto ciò rispetto a loro». Russell aggiunge a ciò che sia i massoni presenti che gli altri partecipanti possiedono «un piccolo barlume della verità». Egli ammette: «Ricordiamo d'aver condiviso con voi molte idee, e questo solo fino a non tanto tempo fa; tuttavia, senza voler attribuire alcuna colpa a nessuno, siamo lieti di esser giunti a relazioni più armoniose e ragionevoli».
Da sinistra: la copertina del Special 1913 Convention Report of the International Bible Students, l'ex Testimone di Geova Randall Watters e un massone dei nostri giorni appartenente all'Ordine dei Cavalieri Templari. Notate come sulla copertina degli Atti del Convegno Internazionale Speciale degli Studenti della Bibbia del 1913 appaia ancora la Croce, simbolo cristiano bandito sotto la presidenza Rutherford (1917) perché ritenuto «pagano».
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Russell procede quindi con l'enumerare i punti sui quali il proprio pensiero e quello dei massoni convergerebbero. Si raccomanda una lettura dei passi seguenti la più accurata possibile, poiché vi sono almeno un paio di frasi che, se alienate dal contesto e dal filo logico lungo il quale si snoda il discorso, sembrerebbero una diretta ed esplicita ammissione d'appartenenza alla Massoneria. Si noti come egli parli dei massoni alla seconda persona plurale, mentre utilizzi la prima plurale per sé e per la confraternita. «Sono particolarmente lieto di vedermi concessa questa particolare occasione per enumerare le questioni riguardo alle quali ci troviamo concordi con i nostri amici massoni, tanto più che essendo noi qui riuniti in un edificio dedicato alla Massoneria, siamo noi tutti massoni. Io sono un libero muratore. Per essere esaustivo, sono un massone libero e accettato poiché ciò è quanto la fratellanza massonica, di cui noi ci sentiamo parte, suole attribuirci. Confido nel fatto che noi tutti lo siamo. Tuttavia, non secondo le modalità proprie dei nostri confratelli massoni. Non riteniamo vi sia alcuna disputa tra noi e loro. Non solo non pronuncerò una parola contro di loro, ma ritengo addirittura che vi siano talune preziose verità di cui i massoni sono detentori. Mi è capitato di conferirne con loro tempo addietro, ed essi mi chiesero di rimando: "Come puoi tu conoscere tutte queste cose? Noi eravamo convinti che nessuno sapesse nulla su di esse tranne coloro i quali poterono aver accesso alla nostra più elevata logica (conoscenza)?"». Se è vero che Russell ha detto «sono un massone libero e accettato», nel contesto pare chiaro che ciò non fosse riferito ad una reale affiliazione massonica, quanto piuttosto al fatto che lui e i suoi confratelli nella fede vi fossero stati inclusi. Inoltre, egli precisò di essere massone «non secondo le modalità proprie dei nostri confratelli massoni». Russell terminò ponendosi al di sopra dei massoni stessi, ciò in virtù della sua convinzione di possedere la conoscenza di verità occulte di rilievo ancora superiore, derivategli dal Signore stesso! «Ho detto di aver conferito con il Grande Architetto, il Signore medesimo, e di esser venuto a conoscenza di informazioni segrete attraverso lo Spirito Santo, che altresì mi guidò nella lettura della Bibbia, la stessa che contiene tutta la verità e del cui contenuto io ho fiducia in ogni particolare. È in virtù di quanto detto che se ogni qual volta noi discutiamo con i nostri amici massoni a proposito del Tempio, della Grande Piramide 3 che della Massoneria è il più alto emblema e del significato di quest'ultima, essi ci ascoltano attoniti […]. Noi vogliamo discutere della Massoneria libera e accettata, la Massoneria della Bibbia, miei cari amici».
A sinistra: Il Grande Architetto dell'Universo, la divinità massonica. A destra: la Grande Piramide de Giza.
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Parrebbe dunque evidente che, seppure Russell attesti innanzi agli uditori di tale discorso di essere come loro a sua volta «massone», tale asserzione sia stata formulata in un'altra accezione, ossia che in realtà egli appartenesse alla «Massoneria della Bibbia» (?!). Procedendo con la lettura del documento, si rileva sempre più con evidenza come egli ritenesse d'aver trasceso i segreti della Massoneria integrandoli addirittura con alcuni di propria conoscenza. Da pagina 121, dalla quale continueremo la nostra lettura, egli si accinge a prendere le distanze dalla teologia massonica, la quale non riconosce Gesù Cristo come proprio vertice. Scrive Russell: «Poiché come sapete il vertice della Piramide è esso stesso una Piramide perfetta, mentre tutte le altre pietre sono semplicemente poste al di sotto di essa col proprio asse allineato al vertice. Sappiamo però a nostra volta che, così come attestato nella Bibbia, la pietra del vertice è ciò che la Bibbia ritiene sia Gesù, ossia la pietra angolare». Per quanto fastidioso possa apparire, occorre però operare una puntualizzazione in merito a quanto appena letto: in edilizia, la «pietra angolare» è posta nelle fondamenta di un edificio, non al vertice. La nostra fede cristiana, difatti, poggia nella sua interezza su Gesù, che pertanto non può esservi posto al vertice (né tantomeno essere considerato una «Piramide perfetta»!). Russell mescola poi la dottrina teologica del Tempio giudaico con quella della Piramide da egli appena considerata; quindi, procede in un raffronto della visione del Tempio attraverso la dottrina della sua organizzazione con quella propriamente massonica: «Il Tempio non sarà completato finché ci saranno ancora pietre viventi. Poi cosa accadrà? Verrà ciò che i nostri Fratelli massoni preannunciano da tempo e che noi a nostra volta annunciamo esplicitamente: la glorificazione del Tempio. Essi dipingono l'opera di Salomone il saggio – l'archetipo di Gesù – descrivendo come questi offrì un sacrificio a Dio e di come, in seguito all'accettazione di tale sacrificio, la gloria del Signore riempì il Tempio. In maniera del tutto affine, il nostro Tempio, che è la chiesa glorificata, non sarà totalmente la chiesa di Dio fino a quando il Padre celeste stesso non l'avrà riconosciuta come propria». Russell si appresta quindi ad affermare che Geova Dio ha riconosciuto infatti proprio lui e lo sparuto gruppo di adepti, a quei tempi costituente «il resto» (i 144.000), come la propria chiesa vivente, nonché gli unici adoratori in tutta la Terra che potessero compiacerlo. Un legittimo quesito che sorge dall'analisi di quanto detto è come sia possibile che Dio possa aver accettato come proprio eletto un individuo così avvezzo allo studio dei «segreti» massonici, della piramidologia e di dottrine occulte e pagane.
A sinistra: Gesù Cristo predice agli Apostoli la distruzione del Tempio di Gerusalemme come castigo divino che pioverà su quell'edificio perché gli ebrei non lo hanno riconosciuto come Messia: «Non rimarrà qui pietra su pietra, che non sia distrutta» (Mc 13, 1-4). A destra, nell'anno 70, conformemente alla profezia del Signore, i romani distruggono il Tempio ebraico.
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Russell segue la linea ormai chiaramente marcata paragonando il regno celeste a sé e ai suoi adepti. Il «sacerdozio reale», per il quale egli prospetta una futura appartenenza alla sfera divina, viene invece parificato all'ordine dei Cavalieri Templari delle Logge massoniche! (il legame tra Massoneria e Templari, e le rispettive iconografie, può dirsi filologico). «In un millennio, i Cavalieri Templari disseminarono di benedizioni tutte le famiglie della Terra». Senza voler affrontare da un punto di vista dottrinale le eresie sinora riscontrate nelle dichiarazioni trattate, ci limitiamo ad osservare che l'uso continuato di termini massonici era per Russell un modo per palesare, per sé e per il proprio seguito, la convinzione di essere gli eletti tra i «massoni», gli eletti tra i «Cavalieri Templari». Egli si rimise quindi all'arbitrio dei propri uditori con queste testuali parole: «Se voi nutriste il desiderio di divenire membri dell'Ordine della Massoneria libera e accettata, ma non vi sentiste sufficientemente liberi muratori come seguaci di Cristo, che Dio vi benedica; appellatevi unicamente al vostro libero arbitrio. Spetta a voi prendere tale decisione, non a me. Tuttavia, io sto parlando di questo grande Ordine massonico di cui Gesù è il Gran Maestro. A tale ordine si accede solo rispettando determinate condizioni: l'ingresso dalla volta bassa, la via stretta, il sentiero impervio». L'asserzione che segue è la più rilevante circa la questione se egli fosse o meno un massone: «Nonostante io non sia mai stato un massone, sono al corrente dell'esistenza di qualcosa, nella Massoneria, di piuttosto affine a quanto appena detto circa le modalità di ingresso nell’Ordine». È dunque chiaro, perlomeno stando a quanto testualmente dichiarato da Russell stesso, che nonostante i continui parallelismi tracciati per l'intera durata del discorso, nonché l’uso di un linguaggio piuttosto allusivo, egli non sia mai stato massone. Tuttavia, egli omaggiò i massoni dicendo: «I nostri Fratelli massoni hanno carpito la Conoscenza in maniera ineccepibile. Non so davvero dove essi abbiano potuto attingere a cotanto sapere. Più volte mi sono domandato come essi siano riusciti a impossessarsi di tanti segreti del nostro altissimo e accettato Ordine massonico. Dal momento in cui si diventa parte del sacerdozio reale, divenendo pietra vivente, membri della corporazione massonica, dal punto di vista del Signore [...], se un qualsiasi uomo divenisse parte di questa altissima, accettata e libera Massoneria, lasciate che egli prenda la sua croce, rinneghi sé stesso e mi segua». Sembra quasi di poter udire i Testimoni di Geova dei nostri giorni schiarirsi la gola dall''imbarazzo nel constatare che il loro beneamato padre fondatore utilizzasse il termine «croce» (anziché «palo»). Tuttavia, essendo questo accaduto prima dell'arrivo della «nuova luce» sul «palo della tribolazione», immaginiamo che tale ignoranza gli venga condonata. Così, nonostante Russell avesse dichiarato di essere a conoscenza di segreti massonici e avesse paragonato il suo «sacerdozio reale» alle Logge, egli si sentiva ben al di sopra della Massoneria ordinaria, e infatti ammise con franchezza di non averne mai fatto parte. Come se non bastasse, il suo ego iperbolico lo spinse a produrre dichiarazioni sempre più ridicole. Proseguiamo con la lettura di quanto riportato a pagina 122: «Pensate quindi voi che la chiesa del Signore sia un Ordine segreto? Lo è con certezza [...]. Forse che tutto il mondo era a conoscenza del fatto che un così gran massone sia stato sulla Terra ? No. Forse che gli abitanti della Terra uccisero quel Gran Maestro massone? Sì». Infine, siamo giunti a ponderare come egli si sia riferito a Gesù Cristo, nostro Dio e nostro Salvatore, come ad un Maestro massone. Non è dunque questa bestemmia la più sacrilega nella fattispecie? Nel caso non avessimo ben chiaro quanto da lui già più volte esplicitato, ecco un'ulteriore delucidazione di Russell: «Così noi massoni inferiori siamo in attesa del ritorno del nostro Maestro massone che offrì la sua vita proprio allo scopo di poter rendere possibile in futuro la ricostruzione del Tempio, ovverossia la chiesa». Cristo, come sappiamo perfettamente, morì per i nostri peccati e per liberarci dalla maledizione e dalla morte, e non per qualche astruso segreto massonico riguardante il Tempio giudaico. Russell si discosta totalmente dal senso della venerazione del sacrifico di Cristo com'è riportata dal Vangelo. Quindi continua paragonando il percorso nella fede del cristiano con l'ascesa nei Gradi della Massoneria, asserendo: «Dobbiamo raggiungere i Gradi più elevati, poiché coloro che posseggono quelli più bassi posseggono in realtà una parte di conoscenza alquanto esigua». Il discorso riprende con un nuovo, gratuito ed autoreferenziale elogio, di quanto fosse esclusiva la sua conoscenza, nei termini che seguono: «Non tutti posseggono l'orecchio udente e l’occhio veggente. È solo a coloro che hanno fatto ingresso in questa divina Massoneria che è stato fatto dono di questa capacità cognitiva spirituale, di questa guida spirituale, tale da poter consentire di vedere nella propria totalità tutte le cose di cui ci è stato fatto dono. È qualcosa che si concede esclusivamente e a titolo gratuito agli appartenenti ad uno status, ad esclusione del resto». Questa forma mentis è tuttora ravvisabile nei moderni Testimoni di Geova, così come nelle altre sètte fondate da Russell che seguirono tale esperienza. Essi credono tutti nel fatto che la loro organizzazione sia l'unica ad essere «spiritualmente guidata». Essi dicono di ricevere messaggi dagli angeli destinati al «resto» (i pochi eletti che si eleveranno sugli altri). Viene il dubbio che essi siano guidati piuttosto dal potere delle tenebre; non si spiegherebbe diversamente il fatto che essi osino dibattere e pontificare sulla natura della divinità di Gesù Cristo! Leggiamo il seguito di questo sconvolgente discorso fino a pagina 123, dove Russell tradisce il livello di contaminazione del cosìddetto «cristianesimo» al quale pretendeva di rifarsi: «Sappiate che il nostro Ordine è così segreto che non sempre ci è dato di conoscerci tutti, nemmeno tra noi stessi. Non è meraviglioso? So tra l'altro che lo stesso vale per i massoni. Molto spesso, quando i massoni mi stringono la mano, lo fanno utilizzando un saluto distintivo; essi non mi distinguono da un massone. C'è qualcosa in tutto quello che faccio che sembra rendere il mio operato perfettamente identico nelle sue modalità a quello che al mio posto avrebbe fatto un massone, ma ignoro la motivazione di tutto ciò; quindi, essi scambiano con me ogni forma di saluto distintivo e io glielo rendo per poi asserire di non saper nulla circa quello che ho appena fatto se non d'averlo fatto con naturalezza». Ancora una volta, Russell ammette di non essere stato introdotto all'iconografia e ai costumi segreti proprî della Massoneria. Ciononostante, si avverte come entrambe le parti - lui e i massoni - si sentano epidermicamente uniti da una fratellanza occulta – e sembra quasi che siano coscienti della natura pagana delle rispettive dottrine, al punto di riconoscersi reciprocamente! Ma Russell si è profuso in ben altre affermazioni deliranti, come quella secondo cui San Paolo Apostolo sarebbe stato un massone del 32° Grado nell'Ordine del Signore, riconoscimento di cui recava dei segni come prova! Egli diede addirittura degli ignoranti ai massoni per non aver riconosciuto tali segni. Poi, incredibilmente, Russell fà una supplica ai suoi discepoli, auspicandone la salvezza, in questi termini: «Avete compiuto il primo atto d'umiltà nel riconoscere i vostri peccati? Avete riconosciuto di essere privi di qualsiasi dono da recare a Dio per essere da lui ritenuti degni al suo cospetto? Avete riconosciuto di aver fede nel prezioso sangue di Cristo? Avete raggiunto questi Gradi? Avete detto semplicemente "mi inchino alla tua croce"? Avete raggiunto questo Grado? Siete giunti a dire Dio "mi dono a te"? E avete raggiunto questo alto Grado nel quale possiate essere ritenuti un sacerdote, un santo di Dio e membro del sacerdozio reale? Spero lo abbiate fatto». È mai riecheggiato alle vostre orecchie un così nefando messaggio pretestuosamente detto di «salvezza», nel quale si mescolano la grazia di Dio e la scala occulta dei Gradi massonici! Ciò è davvero vergognoso. Nelle pagine 123-124, Russell identifica una classe secondaria di cristiani, i quali, seppur non dotati della grazia del sacerdozio reale, sono comunque destinati alla salvezza del cielo. Tale rivelazione dovrebbe costituire uno shock per tutti coloro ai quali è detto di appartenere alla «grande moltitudine» che non è destinata al paradiso, ma a rimanere qui a vivere felicemente sulla Terra... Ciò non dovrebbe fare vacillare la loro ragione? A pagina 125, ci viene detto che, qualora fossimo tra coloro che saranno ritenuti in possesso della «purezza delle vesti di Cristo», «tutto il suo gregge giace nel sangue. Gesù lo ha riunito; egli è stato accettato all'interno di questa Massoneria spirituale. Lode a Dio! [...]. Allora tutti questi massoni spirituali si conosceranno l'un l’altro. Ma non nella la carne, bensì nello spirito». Di nuovo questa orrenda miscela di cristianesimo e Massoneria. Gli insegnamenti più ingannevoli sono quelli che mescolano il vero al falso. A pagina 126 si continua sulla stessa falsariga finora illustrata. Tale pagina reca solo immagini, mentre il discorso si chiude a pagina 127, dove nuovamente viene esaltato il «piccolo gregge», mentre la «grande moltitudine» è lasciata alle sue vesti ancora macchiate e al proprio futuro di espiazione attraverso la tribolazione. In tutta sincerità, ci si sente nauseati dalla lettura del suddetto discorso. Charles Taze Russell dev’esser stato davvero un uomo carismatico se è riuscito a truffare in maniera così invereconda tanti sedicenti «studenti biblici». Figurarsi, della Parola di Dio, contenuta nella Sacra Scrittura! Grande è la tentazione di levarsi in piedi e gridare: «Eresia»! Ma evidentemente ciò avverrebbe con palese ritardo. Prego solo perché queste informazioni possano giungere ai moderni Testimoni di Geova, che ancora riveriscono il loro falso profeta e i suoi insegnamenti deviati. Ma sopratutto, come tributo alla logica e al dovere di dire la verità, mi auspico da parte loro una serena analisi, sinora mai operata, delle proprie origini. Giacché se le fondamenta sono cedevoli, la struttura non può essere che totalmente compromessa!
Note
1 Articolo reperibile alla pagina web
Traduzione dall'articolo originale inglese «Charles Taze Russell Was a Mason»?, a cura di Piero pisani.
2 Il sito ufficiale di Randall Watters è alla pagina web
Watters è un ex Testimone di Geova che ha ricoperto per anni cariche prestigiose all'interno del Bethel, il quartier generale della Società Torre di Guardia a Brooklyn, negli Stati Uniti. La sua testimonianza a questo riguardo è dunque molto preziosa.
3 Russell non si riferisce ad una qualsiasi piramide, ma alla Grande Piramide di Cheope a Giza, in Egitto, che egli visitò, e dalla quale trasse, applicando misurazioni numerologiche ai vari corridoi del monumento in pietra, la data del 1914 come quella della seconda venuta di Cristo sulla Terra (N.d.R.).
Fonte:
http://www.centrosangiorgio.com/