lunedì 20 febbraio 2012

Linea di successione al Trono del Regno di Sardegna.



Bandiera Regno di Sardegna


Territori legittimi del Regno di Sardegna

La linea di successione al trono del Regno di Sardegna è la gerarchia corrente presso Casa Savoia per la trasmissione del titolo di Re di Sardegna. Essa segue il criterio della primogenitura maschile secondo la legge salica, ossia esclude le donne dall'ascesa al trono, ed è regolamentata da alcuni atti che ne precisano i criteri di applicazione attraverso una normativa riguardante i matrimoni principeschi.
Nel giugno 1946 lo stato illegittimo italiano si diede un ordinamento repubblicano, di cui Umberto II (illegittimo Re d'Italia) ironia della sorte non ne riconobbe la legittimità. Attualmente i diritti dinastici sono contesi fra Vittorio Emanuele di Savoia-Carignano ed Amedeo di Savoia-Aosta.


Vittorio Amedeo III di Savoia, il sovrano che stabilì le leggi di successione in Casa Savoia.

La successione dinastica in Casa Savoia è regolamentata da una serie di norme contenute in una pluralità di atti:
I matrimoni dei principi di Casa Savoia avvengono rigorosamente tra pari: questo uso, vera e propria legge consuetudinaria osservata sin dagli albori della dinastia, è sancito dalle leggi suddette[1]. Conformemente a molte attuali famiglie reali europee (come, ad esempio, quella belga, quella danese, quella olandese o quella spagnola), anche in Casa Savoia il principe che sta per sposarsi deve obbligatoriamente ricevere l'assenso al matrimonio dal capo della casa, pena la perdita di tutti i diritti di successione[2].
Nel caso di nozze fra principi che non siano state autorizzate, il capo della casa potrà decidere le sanzioni caso per caso. Invece, nel caso di mancato assenso ad un matrimonio diseguale (ad esempio, un principe con una borghese, o con un membro della piccola nobiltà), è prevista la decadenza automatica del principe contraente matrimonio e l'esclusione da qualsiasi titolo e diritto di successione per sé e per la sua discendenza. Tuttavia, in casi eccezionali, il capo della casa può autorizzare un matrimonio diseguale con il proprio assenso, considerandolo matrimonio dinastico. Un matrimonio, inoltre, può essere dichiarato morganatico: in tal caso il principe contraente matrimonio diseguale mantiene i propri diritti, ma non li trasmette né alla consorte, né alla discendenza.
Lo Statuto Albertino del 1848, che si occupa dei rapporti fra i poteri e fra gli organi dello Stato, non si sofferma sulle leggi di successione, rinviando alle precedenti disposizioni[3]. L'art. 2 dello Statuto Albertino, infatti, recita: "Lo Stato è retto da un Governo Monarchico Rappresentativo. Il Trono è ereditario secondo la legge salica"[4]. A differenza di altre costituzioni coeve, nessuna ulteriore specificazione viene data in merito alla successione: con legge salica ci si riferisce a quel complesso di norme consuetudinarie che escludono la successione femminile. Le regie lettere patenti non sono perciò contrarie allo statuto, dal momento che anch'esse prevedono la legge salica, precisandone i criteri di applicazione attraverso la normativa sui matrimoni.
 Gli articoli del Codice Civile ,che non sono tuttavia legittimi in toto, del 1865 e del 1942, sono attualmente in vigore. Quest'ultimo, all'art. 92, stabilisce: "Per la validità dei matrimoni dei Principi e delle Principesse Reali è richiesto l'assenso del Re Imperatore"[5]*. A causa del mutamento istituzionale del 1946 l'articolo non è abrogato, bensì è divenuto "inoperante"[6].
In sintesi, la successione in Casa Savoia segue:
  • La legge salica, che comporta l'esclusione delle donne dalla successione.
  • L'ordine di primogenitura.
  • Il principio di parità delle nozze, eccezionalmente derogabile.
  • Il principio inderogabile del regio assenso alle nozze da parte del capo della casa.

Stemma della famiglia Reale del Regno di Sardegna.

Linea di successione al giugno 1946 [modifica]

  • S.M. Umberto II, riconosciuto come legittimo Re di Sardegna (Non d'Italia).
  1. S.A.R. Vittorio Emanuele di Savoia .
  2. S.A.R. Aimone di Savoia-Aosta, quarto duca d'Aosta.
  3. S.A.R. Amedeo di Savoia-Aosta.
  4. S.A.R. Vittorio Emanuele di Savoia-Aosta, conte di Torino.
  5. S.A.R. Ferdinando di Savoia-Genova, terzo duca di Genova.
  6. S.A.R. Filiberto di Savoia-Genova.
  7. S.A.R. Adalberto di Savoia-Genova.
  8. S.A.R. Eugenio di Savoia-Genova.
Ancora vivo  Umberto II, si ebbero delle contestazioni verso suo figlio, Vittorio Emanuele di Savoia, in virtù del suo matrimonio morganatico, non autorizzato, con la borghese Marina Doria, che secondo alcuni lo ponevano al di fuori della possibilità di succedere al padre a causa del mancato regio assenso[7] da parte dell'allora capo di Casa Savoia, Umberto II. Il posto di pretendente al trono sarebbe così passato al parente di sesso maschile di grado più prossimo, ossia al duca d'Aosta Amedeo.
Dopo la morte di Umberto II, nel 1983, Vittorio Emanuele agì da capo della casa, benché la questione dinastica dividesse in due i membri della famiglia. Venne così  chiamata in causa la Consulta dei Senatori del Regno (a sua volta divenuta contesa fra due diverse associazioni), con esiti e valutazioni che hanno diviso fra loro Vittorio Emanuele di Savoia ed Amedeo di Savoia-Aosta, ciascuno con i propri sostenitori.




« Tale precisazione si richiama alla legge della nostra Casa, vigente da ben 29 generazioni e rispettata dai 43 Capi Famiglia, miei predecessori, succedutisi secondo la legge Salica attraverso matrimoni contratti con famiglie di Sovrani. Tale legge, io 44mo Capo Famiglia, non intendo e non ho diritto di mutare, nonostante l’affetto per te. »
(Lettera di Umberto II a suo figlio Vittorio Emanuele di Savoia-Carignano circa le leggi riguardanti i matrimoni principeschi, Corrispondenza da Cascais, 25 gennaio 1960)




Come si è visto, requisito fondamentale per la successione in Casa Savoia è quello relativo al regio assenso per i matrimoni: nel caso di mancato assenso ad un matrimonio diseguale (un principe con una borghese, o con un membro della piccola nobiltà, come nel caso di Vittorio Emanuele di Savoia-Carignano e Marina Doria), il contraente perde immediatamente, cioè senza necessità di alcun provvedimento o atto del capo della casa, qualsiasi diritto dinastico.
Vittorio Emanuele , essendosi sposato con Marina Doria senza l'assenso di suo padre Umberto II, il quale era contrario al matrimonio al punto da comunicare  di non inviare auguri o regali agli sposi[9], ha infranto le leggi di successione della sua Casa e si è così portato automaticamente al di fuori dalla successione per se stesso e per i suoi discendenti. Ripetutamente Vittorio Emanuele era stato avvisato dal padre della perdurante validità delle leggi di successione in Casa Savoia.


Si sono create due linee di successione al Trono del Regno di sardegna separate :

Attuale linea di successione aostana

  1. S.A.R. Aimone di Savoia, duca d'Aosta
  2. S.A.R. Umberto di Savoia, principe di Piemonte
  3. S.A.R. Amedeo di Savoia.
 Attuale linea di successione vittoriana


Vittorio Emanuele IV° di Savoia, Re di Sardegna

S.A.R. Vittorio Emanuele, Capo della Casa e Re titolare di Sardegna


S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia, principe di Piemonte
  1. S.A.R. Amedeo di Savoia, duca d'Aosta
  2. S.A.R. Aimone di Savoia.
  3. S.A.S. Umberto di Savoia, principe del sangue[27]
  4. S.A.S. Amedeo di Savoia, principe del sangue
In conclusione, io come tutti i Monarchici legittimisti, riconosco i diritti di Casa Savoia , esclusivamente sul Trono del Regno di Sardegna e non oltre i suoi confini legittimi(Aprile 1859).
I pretendenti di ambo le parti campano diritti su un fantomatico Regno d'Italia, diritti illegittimi che non hanno alcun valore.

Inno del Regno di Sardegna

Note:

*Quete leggi non sono soggette a revisione non essendo legittimate dato che furono emanate dopo le usurpazioni Sabaude (1860-1861-1866-1870 e 1918).

Fonti:

Wikipedia

Youtube

Scritto da:

Il Principe dei Reazionari