martedì 8 ottobre 2013

Stati Uniti: il secessionismo nel New England d’inizio XIX° secolo (2° parte)

Proponiamo la traduzione integrale in italiano della seconda parte  del saggio Yankee Confederates: New England Secession Movements Prior to the War Between the States, da parte di Thomas J. DiLorenzo, tratto dal libro Secession, State and Liberty curato da David Gordon. Thomas J. DiLorenzo è professore di economia alla Loyola University-Maryland’s Sellinger School of Business and Management, senior fellow del Ludwig von Mises Institute e membro associato dell’Abbeville Institute. Saggista economico-politico e storico indipendente autore dei libri The Real Lincoln: A New Look at Abraham Lincoln, His Agenda, and an Unnecessary War Lincoln Unmasked: What You’re Not Supposed To Know about Dishonest Abe(Traduzione di Luca Fusari)

Omogeneità etnica

I Federalisti credevano fortemente che l’omogeneità della razza e la “purezza etnica” fossero gli ingredienti essenziali per una repubblica di successo. Questi abitanti del New England pensavano a loro stessi come «i discendenti designati del popolo eletto, non inquinato da sangue straniero».I Federalisti del New England erano quasi universalmente di discendenza inglese. La maggior parte di loro erano d’accordo con William Smith Shaw che «la grande causa di tutte le nostre attuali difficoltà può essere rintracciata (…) dalle tante orde di stranieri che emigrano in America».10 «I nostri progenitori erano i rampolli scelti dalle migliori casate inglesi», aggiunse il Federalista William Cunningham. La loro “naturale tendenza” non li «costringeva alla sussistenza, come gli irlandesi selvaggi e i rudi tedeschi della Pennsylvania».11 In una ampiamente citata benché non celebre frase, William Stoughton dichiarò che «Dio ha setacciato tutta una Nazione, potrebbe sforzarsi di inviarne un granello sopra questa landa selvaggia».12
Alla luce di questi forti sentimenti verso il primato e l’importanza della purezza etnica, la politica jeffersoniana di espansione e in particolare l’acquisto della Louisiana, che incorporò «orde di stranieri» negli Stati Uniti, fu un abominio per i Federalisti. Josiah Quincy fu uno dei più rispettati ed influenti Federalisti. Egli avvertì che l’acquisto della Louisiana avrebbe obbligato la nazione ad assimilare «un certo numero di soggetti francesi e spagnoli, le cui abitudini, costumi, e le idee del governo civile sono del tutto estranee alle istituzioni repubblicane».13 Quincy era così fortemente convinto delle sue idee  che chiaramente affermò che se l’acquisto fosse avvenuto l’unico ricorso per il New England sarebbe stato la secessione. L’acquisto significava che
«i legami di questa Unione sono praticamente dissolti, che gli Stati membri che lo compongono sono liberi dal loro obbligo morale, e che per il diritto di tutti, sarà il compito di alcuni, preparare sicuramente una separazione, amichevolmente se possibile, violenta se necessaria».14
I Federalisti, così come i Jeffersoniani, capirono che la Costituzione era considerata come un accordo tra gli Stati che formavano una unione per determinati motivi ben definiti. Qualsiasi misura che modificasse sostanzialmente le sue relazioni, senza una modifica formale delle parti, avrebbe richiesto il consenso delle stesse. Ma l’acquisto della Louisiana fu effettuata da Jefferson e da ventisei senatori senza consultare il Congresso, e senza prima raggiungere un tale accordo tra gli Stati. Molti dei Federalisti considerarono il fatto come una grave violazione del patto aggirante i diritti degli Stati.
Fu a questo punto della storia, nel 1803, che i Federalisti del New England cominciarono a discutere di secessione. Il loro leader era Pickering (nel ritratto a sinistra), che fu tra i Federalisti più importanti. Era stato eletto colonnello della milizia della contea di Essex (Massachusetts) all’inizio della Rivoluzione Americana, e in seguito servì come aiutante generale e generale quartiermastro dell’esercito rivoluzionario. Dopo la rivoluzione, fu un membro del Congresso, Segretario della Guerra, e senatore del Massachusetts.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/9b/TimothyPickering.jpgIn una lettera a George Cabot, Pickering scrisse della «depravazione» del «piano distruttivo» di Jefferson e concluse che «i principi della nostra Rivoluzione [la rivoluzione del 1776] sono il rimedio. Che una separazione possa essere realizzata senza versare una goccia di sangue, ho alcuni dubbi».15 Pickering credeva che le diverse culture del Nord e del Sud erano intrinsecamente incompatibili e avrebbero portato solo a un conflitto politico perpetuo, se non ad uno violento. «Le genti dell’Est non possono conciliare le loro abitudini, le loro vedute e i loro interessi con quelle del Sud e dell’Ovest».16
Pickering indubbiamente aveva in mente le chiare differenze culturali tra i diversi gruppi di immigrati britannici che lo storico David Hackett Fischer ha delineato nel suo trattato Albion’s Seed.17 Fischer analizza le quattro distinte migrazioni verso gli Stati Uniti dall’Inghilterra: l’esodo dei puritani dall’Inghilterra orientale in Massachusetts dal 1629 al 1640; la migrazione di «un piccolo numero di membri realisti dell’élite con servi a contratto» in Virginia dal 1642 al 1675; un movimento dall’Inghilterra centro-settentrionale e dal Galles nella Valle del Delaware tra il 1675 e il 1725; e un flusso di persone di lingua inglese dal Nord della Gran Bretagna e dall’Irlanda in Appalachia tra il 1718 e il 1775.
Questi quattro gruppi avevano molto in comune, ma erano anche molto diversi nella loro religione, nei loro ranghi sociali, nella storia, nella lingua o dialetto, nelle usanze popolari, e forse cosa più importante nelle loro concezioni di «ordine, potere e libertà».18 Queste erano solo le differenze tra le quattro culture britanniche nell’America coloniale. Olandesi, spagnoli, francesi ed altri immigrati crearono ancor più diversità.
I Federalisti, tuttavia, sono stati stridenti oppositori all’integrazione multiculturale. Pensavano alla secessione e ad un vero e proprio sistema di governo federale al fine di evitare scontri violenti tra queste culture incompatibili. Questi uomini, essendo di origine europea, capirono appieno come le divisioni etniche erano state storicamente la fonte dei grandi macelli e conflitti, come in effetti lo sono ancora oggi.
Ma questa incompatibilità culturale non si estendeva ai rapporti commerciali. Pickering e altri Federalisti pensavano che la creazione di una confederazione del nord sarebbe stata economicamente vantaggiosa sia per Nord che per il Sud, eliminando gran parte del conflitto politico che inevitabilmente si sarebbe verificato in un regime di governo più centralizzato. «Una confederazione del Nord unirebbe personaggi congeniali, e presenterebbe una prospettiva più giusta della pubblica felicità, mentre gli Stati del Sud, con una somiglianza di abitudini, potrebbe essere lasciati nel gestire i loro affari a modo loro». La secessione manterrebbe «un rapporto amichevole e commerciale» tra Nord e Sud, gli Stati del Sud sarebbero probabilmente rimasti fuori dalla protezione navale dalla confederazione del Nord, mentre i prodotti del Sud sarebbe «stati importanti per la navigazione e il commercio del Nord».19

http://tenthamendmentcenter.com/wp-content/uploads/2011/04/federalist-vs-antifederalist-300x199.jpgAlcuni storici hanno ritratto Pickering e i suoi colleghi come pazzi o traditori a causa delle loro opinioni secessioniste, ma questi stavano sostenendo che il continente americano fosse organizzato più lungo le linee della moderna Svizzera, con i suoi 26 cantoni, rispetto al mega Stato altamente centralizzato degli Stati Uniti che poi è diventato. In Svizzera, ci sono «profonde e durature divisioni linguistiche, culturali e religiose. I dialetti francese, svizzero-tedesco, italiano, e una lingua locale, il romancio, oltre a parecchi altri dialetti».20 Queste differenze sono tipiche dell’Europa e sono state la fonte delle violenze e spargimenti di sangue per secoli.
Ciò che rende unica la Svizzera è che, nonostante queste differenze, ha goduto di un grado molto più elevato di pace, d’armonia e prosperità che la maggior parte del resto d’Europa nel corso degli ultimi 150 anni. Una ragione probabile di questo è che gli svizzeri hanno in comune «la volontà politica di condurre una vita libera ed indipendente e di resistere all’imposizione di leggi straniere, soprattutto alle tasse straniere».21 Il sistema svizzero dei Cantoni è altamente decentrato ed autonomo e facilita notevolmente questo obiettivo. Qualcosa tipo il sistema svizzero sembra essere esattamente quello che i secessionisti del New England avevano in mente.
Nel 1804, i Federalisti del New England iniziarono a tracciare la loro strategia. In una lettera a Theodore Lyman, Pickering spiegò che il Massachusetts avrebbe «preso l’iniziativa» della secessione, e che col tempo il «Connecticut si sarebbe immediatamente unito», così come il New Hampshire, il Rhode Island, il Vermont, New York, il New Jersey e la Pennsylvania ad «est del fiume Susquehanna».22
Pickering e i suoi collaboratori decisero che New York era la chiave per convincere tutti gli Stati del New England a secedere in blocco. Raggiunto un accordo con Aaron Burr: l’apparato del partito avrebbe fatto tutto il possibile per aiutare Burr ad ottenere l’elezione a governatore di New York, e, a sua volta, Burr avrebbe fatto in modo che New York prontamente si separasse e divenisse parte della confederazione del Nord.
L’elezione fu molto combattuta ma Burr perdette per soli 7 mila voti, pur attaccando in modo eccezionalmente duro il suo avversario, Alexander Hamilton, il quale lo denunciò come privo di integrità, pericoloso, intemperante, dissoluto e dittatoriale.23 
Dopo le elezioni, Burr pretese le scuse, ma quando Hamilton le rifiutò Burr lo sfidò a duello. Burr vinse il duello, uccidendo il suo avversario con un solo colpo, e divenne un paria. Hamilton fu così ben voluto e rispettato in tutti gli Stati Uniti, che Burr stentò ad apparire in pubblico. L’intera nazione pianse la morte di uno dei suoi Padri Fondatori, «altre cerimonie commemorative si tennero in New England, come mai erano tenute per un figlio di questa terra».24 A causa dell’associazione di Burr con i Federalisti, la morte di Hamilton screditò ed interruppe temporaneamente la secessione del New England.

http://www2.pictures.zimbio.com/mp/c9HDY8RmsuNl.jpgIn tutto questo episodio, praticamente nessuno mise in dubbio il diritto di ogni Stato alla secessione. Le obiezioni che furono sollevate erano strettamente utilitaristiche:  il momento non era quello giusto, i benefici economici potrebbero essere stati sopravvalutati, e così via. Jefferson stesso annunciò nel suo primo discorso inaugurale che «se c’è qualcuno tra noi che desidera sciogliere l’Unione o modificarne la forma repubblicana, verrà lasciato stare indisturbato, come monumenti della sicurezza con la quale può essere tollerato l’errore di giudizio in cui la ragione è lasciata libera di combatterlo».25
Jefferson è stato il co-autore (con James Madison) delle Virginia and Kentucky Resolutions del 1798, che hanno suggerito che «dove i poteri sono stati assunti dal governo nazionale benché non fossero concessi dagli Stati, la nullificazione è il rimedio giusto» e che ogni Stato ha un originale diritto naturale «a nullificare di propria autorità tutte le ipotesi di potere da parte di altri, nei suoi limiti».26 Così entrambi i maggiori partiti politici credettero negli inviolabili diritti degli Stati alla nullificazione e alla secessione ad inizio del XIX° secolo.
Continua…

Note

9 Banner, To the Hartford Convention, p. 90.
10 Lettera di William Smith Shaw a Abigail Adams, 20 May 1798, citato in Banner, To the Hartford Convention, p. 90, l’enfasi è nell’originale.
11 William Cunningham, An Oration (Leominster, Mass.: n.p., 1803), citato in Banner, To the Hartford Convention, p. 91, l’enfasi è nell’originale.
12 William Stoughton, New England’s True Interest (Cambridge, Mass.: n.p., 1670), citato in Perry Miller, The New-England Mind: From Colony to Province (Cambridge, Mass.: Harvard University Press, 1962), p. 135.
13 Citato in Banner, To the Hartford Convention, p. 94.
14 Citato in Daniel Wait Howe, Political History of Secession (New York: Negro Universities Press, 1914), p. 13.
15 Lettera di Timothy Pickering a George Cabot, 29 January 1804, pubblicato in Adams, Documents Relating to New-England Federalism, p. 338.
16 Ibid.
17 David Hackett Fischer, Albion’s Seed: Four British Folkways in America (New York: Oxford University Press, 1989).
18 Ibid., p. 6.
19 Adams, Documents Relating to New-England Federalism, p. 338.
20 Arnold Beichman, What’s the Swiss Secret of Serenity?The Washington Times (2 Gennaio 1995): A-15.
21 Ibid.
22 Lettera di Timothy Pickering a Theodore Lyman, 11 Febbraio 1804, pubblicato in Adams, Documents Relating to New-England Federalism, p. 338.
23 Bowers, Jefferson in Power, p. 245.
24 Ibid., p. 252.
25 Citato in Edward Powell, Nullification and Secession in the United States (New York: Putnam’s Sons, 1897), p. 128.
26 Ibid., p. 63.