Cominciamo col prendere in considerazione il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, data 25 febbraio 1978, dal titolo: "NORME PER PROCEDERE NEL DISCERNIMENTO DI PRESUNTE APPARIZIONI E RIVELAZIONI".
Anzitutto prevede due soli "verdetti" e non più tre, come si credeva: " ... emettere con la debita celerità i giudizi che concludevano in passato le inchieste in materia (constat de supernaturalitate, non constat de supernaturalitate) e che offrivano agli Ordinari la possibilità di autorizzare o proibire il culto pubblico o altre forme di devozione tra i fedeli".
I. Criteri per giudicare, almeno con una certa probabilità, del carattere delle presunte apparizioni o rivelazioni
1) Criteri positivi:
a) Certezza morale, o almeno grande probabilità dell’esistenza del fatto, acquisita per mezzo di una seria indagine.
b) Circostanze particolari relative all’esistenza e alla natura del fatto, vale a dire:
1. qualità personali del soggetto o dei soggetti (in particolare, l’equilibrio psichico, l’onestà e la rettitudine della vita morale, la sincerità e la docilità abituale verso l’autorità ecclesiastica, l’attitudine a riprendere un regime normale di vita di fede, ecc.);
2. per quanto riguarda la rivelazione, dottrina teologica e spirituale vera ed esente da errore;
3. sana devozione e frutti spirituali abbondanti e costanti (per esempio, spirito di preghiera, conversioni, testimonianze di carità, ecc.).
2) Criteri negativi:
a) Errore manifesto circa il fatto.
b) Errori dottrinali attribuiti a Dio stesso, o alla Beata Vergine Maria, o a qualche santo nelle loro manifestazioni, tenuto conto tuttavia della possibilità che il soggetto abbia aggiunto – anche inconsciamente –, ad un’autentica rivelazione soprannaturale, elementi puramente umani oppure qualche errore d’ordine naturale (cfr Sant’Ignazio, Esercizi, n. 336).
c) Una ricerca evidente di lucro collegata strettamente al fatto.
d) Atti gravemente immorali compiuti nel momento o in occasione del fatto dal soggetto o dai suoi seguaci.
e) Malattie psichiche o tendenze psicopatiche nel soggetto, che con certezza abbiano esercitato una influenza sul presunto fatto soprannaturale, oppure psicosi, isteria collettiva o altri elementi del genere.
II. Intervento dell’Autorità ecclesiastica competente
1. Se, in occasione del presunto fatto soprannaturale, nascono in modo quasi spontaneo tra i fedeli un culto o una qualche devozione, l’Autorità ecclesiastica competente ha il grave dovere di informarsi con tempestività e di procedere con cura ad un’indagine.
2. L’Autorità ecclesiastica competente può intervenire in base a una legittima richiesta dei fedeli (in comunione con i Pastori e non spinti da spirito settario) per autorizzare e promuovere alcune forme di culto o di devozione se, dopo l’applicazione dei criteri predetti, niente vi si oppone. Si presterà però attenzione a che i fedeli non ritengano questo modo di agire come un’approvazione del carattere soprannaturale del fatto da parte della Chiesa (cfr Nota preliminare, c).
3. In ragione del suo compito dottrinale e pastorale, l’Autorità competente può intervenire motu proprio; deve anzi farlo in circostanze gravi, per esempio per correggere o prevenire abusi nell’esercizio del culto e della devozione, per condannare dottrine erronee, per evitare pericoli di un misticismo falso o sconveniente, ecc.
III. Autorità competenti per intervenire
1. Spetta innanzitutto all’Ordinario del luogo il compito di vigilare e intervenire.
2. La Conferenza Episcopale regionale o nazionale può intervenire:
a) se l’Ordinario del luogo, fatta la propria parte, ricorre ad essa per discernere con più sicurezza sul fatto;
b) se il fatto attiene già all’ambito nazionale o regionale, sempre comunque con il consenso previo dell’Ordinario del luogo.
3. La Sede Apostolica può intervenire, sia su domanda dell’Ordinario stesso, sia di un gruppo qualificato di fedeli, sia anche direttamente in ragione della giurisdizione universale del Sommo Pontefice (cfr. infra, n. IV).
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ADESSO ANALIZZIAMO IL "CASO MEDJUGORJE"
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QUANTI SEGRETI LA PRESUNTA MADONNA HA RIVELATO AI COSIDDETTI VEGGENTI?
Quanti ricevono le “apparizioni” quotidiane dicono di essere a conoscenza di nove segreti, mentre quanti le ricevono una volta all’anno, ne conoscerebbero dieci. Non sappiamo se si tratti di nove o dieci segreti noti ad ogni “veggente” oppure se ogni veggente” abbia il proprio numero di segreti, diverso da quello degli altri. Se paragoniamo anche questo dato con le apparizioni riconosciute, notiamo che a Lourdes non ci sono stati segreti, e che quel segreto di Fatima è stato diviso in tre parti. Finora nessun segreto è stato rivelato o reso noto dai “veggenti”. Se ogni “veggente” è a conoscenza di segreti diversi da quelli di ciascuno degli altri arriveremmo a un totale di 57 segreti, di cui dieci ciascuno ai primi tre e nove ciascuno agli altri tre.
Nei primi anni c’è stato anche il discorso apocalittico del “grande segno”, ma finora questo “grande segno” non è avvenuto, ed anche la sua attesa è svanita. Recentemente Vicka ha annunciato ai media che ha finito il lavoro sulla biografia della Madonna e che ha preparato tutto in tre quaderni. Ora la “biografia” della Madonna sta aspettando l’approvazione del cielo, cioè “l’Imprimatur”, in modo che Vicka possa pubblicizzarla come libro poiché esso “sarà il più letto nel mondo”.[ Međugorje Tribune, 2-2007., p. 26: „I think it will be the most widely-read book in the world“; Dnevni list (Mostar), 26. 6. 2007, p. 56.]
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QUANTI SONO I PRESUNTI MESSAGGI?
Tutti i “messaggi” di Medjugorje si possono ridurre a cinque, come si suol dire, ma questi “cinque” sono la “quindicina” seguente: Pace, conversione, preghiera, digiuno, vigilanza, penitenza, adorazione, testimonianza, fede, chiamata alla santità, Eucaristia, parola di Dio, confessione mensile, rosario... Quali cinque, precisamente, bisogna scegliere tra questi quindici, crea tra gli autori una grande divergenza. Italiani, Francesi, Croati... ognuno ha una propria interpretazione. Qui bisogna dire che, oltre ai “messaggi” giornalieri, c’è anche un “messaggio” mensile speciale, ogni 25 del mese, che viene dato a Marija in Italia, e lei lo trasmette all’ufficio parrocchiale a Medjugorje per la verifica. E poi viene mandato nel mondo.
Tutti questi “messaggi” dei vari interpreti di Medjugorje vengono già predicati ai fedeli nelle chiese la domenica. E a noi sembra che la “novità” di Medjugorje stia piuttosto nel fatto che “la Regina della pace” ogni 25 del mese dia un particolare comunicato: “Grazie, figli, perché avete risposto alla mia chiamata”. La Madonna ringrazia i “veggenti” che hanno tempo e volontà di degnarsi di incontrarla e parlare con Lei. Secondo queste parole, la “Madonna” rimane meravigliata e riconoscente ai “veggenti” che rispondono alla Sua chiamata! E come se i genitori ringraziassero i figli perché sono nati, o i medici i malati perché cercano la salute! [Ogledalo Pravde (O. P.), Biskupski ordinarijat Mostar, 2001, pp. 249-250.]
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QUANTE VOCAZIONI DALLE “APPARIZIONI”?
Nessuno dei sei “veggenti” di Medjugorje ha realizzato una vocazione religiosa. Tre dicevano che sarebbero andati, due avevano addirittura seguito questa voce misteriosa, ma col tempo tutto è svanito.
Ivan Dragićević, candidato della Provincia francescana erzegovinese, nel 1981 è andato in seminario minore a Visoko, dove ha continuato a ricevere le “apparizioni”. Dato che a scuola era stato rimandato e non aveva superato l’esame, si pensava che lo studio gli avrebbe procurato minore difficoltà se passasse al ginnasio di Dubrovnik. Anche se a Dubrovnik, dopo aver superato l’esame di riparazione, era riuscito a passare in seconda classe, non ha tuttavia dimostrato tanta volontà di proseguire gli studi quanta l’aveva per le “apparizioni”, e così è ritornato a casa nel gennaio 1983.
Congedandosi dal seminario Ivan ha continuato a ricevere le “apparizioni” giornaliere fino ad oggi, e ad un certo punto ha preteso con insistenza che il vescovo Pavao Žanić accettasse i “messaggi” di Medjugorje. Nel 1994 si è sposato a Boston con un’americana e così la vocazione al sacerdozio passò irrevocabilmente alla vocazione matrimoniale. [O. P., p. 34.]
Vicka Ivanković dall’inizio aveva manifestato l’entusiasmo per la vita religiosa. Manifestò questo già nel settembre 1981 ad un settimanale italiano: Desidero andare in convento e diventare religiosa. Anche se era “iscritta come suora”, Vicka non è mai andata in convento. Dopo 20 anni incontra un ragazzo di Krehin Gradac/Gradina, una parrocchia vicina, e si sposa a Medjugorje. Allo sposalizio c’erano più di duemila invitati e curiosi. Durante le nozze la “veggente” si recò nella casa nuova, alcuni chilometri lontano dal frastuono nuziale, e lì ebbe l’”apparizione”. Con lei c’era anche suo marito. Tutto secondo la consuetudine e programma. Poi fecero ritorno al banchetto nuziale.
La “veggente” annuncia prima Urbi et Orbi - “a Roma e al mondo” - che è già “suora iscritta” e dopo 20 anni va a Roma per comprare il vestito matrimoniale. La “veggente” spiega questo al giornalista: la Madonna ha dato la libera volontà a ciascuno di noi. Ciascuno può rispondere alla chiamata che vuole. Nonostante che mi sono sposata, io continuerò divulgare i messaggi della Madonna, perché la fede cristiana si può testimoniare anche nel matrimonio. [Arena (Zagreb), 31 gennaio 2002., p. 20; Crkva na kamenu (La Chiesa sulla roccia), 12/2002., p. 12.]
Per quanto riguarda la sua vocazione - libertà; e per quanto riguarda la “divulgazione dei messaggi della Madonna” – l’obbligo!
Marija Pavlović. Circa la scelta della vita religiosa, Maria ha chiarito la domanda ad un giornalista italiano che le diceva: perché nessuno di voi è diventato sacerdote o suora? motivando così questa sua decisione: Per tanti anni ho pensato che sarei diventata suora. Avevo cominciato a frequentare un convento, il desiderio di entrarvi era fortissimo. Ma la madre superiora mi ha detto:”Marija, se tu vuoi venire, sei la benvenuta; ma se il vescovo decide che non devi parlare di Medjugorje, devi obbedire”. A quel momento ho cominciato a pensare che forse la mia vocazione era quella di testimoniare ciò che ho visto e sentito, e che avrei potuto cercare la via della santità anche fuori del convento. [O. P., p. 28.]
Marija dunque si confronta con la vocazione alla vita religiosa dove non è tenuta ad ubbidire il vescovo se questi decide di non divulgare le ”apparizioni” che la Chiesa finora non ha dichiarato autentiche. Per questo decide di cercare la via della santità “fuori convento”.
L’Opera di Dio. Però non era proprio così. Maria ha cercato di entrare in una comunità mista dove è rimasta per più mesi. Poi ha lasciato quella comunità con una argomentazione scritta che ha provocato grande stupore nel pubblico. Marija prima ha scritto che la Madonna, l’8 marzo 1988, aveva fatto sapere tramite lei che quella comunità è “Progetto di Dio”, “L’Opera di Dio”,poi quando ha lasciato la comunità per il suo ragazzo, Paolo Lunetti, che l’ha aiutata ad uscire e a scrivere la lettera, ha smentito tutto l’11 luglio 1988: Davanti a Dio, alla Madonna e alla Chiesa di Gesù Cristo nega decisamente che ci siano mai stati dei “messaggi” di alcun tipo tramite lei per questa comunità e per quest’”Opera di Dio”, nella quale anche lei ha trascorso più mesi. [O. P., pp. 30-31.]
In quel periodo, cioè nel 1983, fra Tomislav Vlašić, guida spirituale dei “veggenti” di Medjugorje, fa sapere al teologo svizzero Hans Urs von Balthasar: I ragazzi hanno deciso di andare in convento ma aspettano il momento noto solo ad essi. [O. P., p. 55.] Oggi tutto il mondo sa che queste erano semplici favole per bambini. Questi ragazzi “privilegiati” di Medjugorje non sono mai entrati in convento, e quelli che erano andati, presto ne sono usciti. Solo i seri non si lasciano traviare dai “messaggi” poco seri e dalle favole per bambini! Forse è anche questo un “segno”, “segreto”, “messaggio” di Medjugorje?
Anche se non ritengo conveniente e degno, tuttavia vorrei paragonare queste “vocazioni” con i due più noti luoghi mariani: Lourdes e Fatima.
A Lourdes la 14-enne Bernardetta dichiara: Io devo essere religiosa, ma non so in quale ordine. Me l’ha detto la Vergine santa, io aspetto. La vestizione religiosa nel mese di luglio 1866. Malata, ma resiste fino alla morte, avvenuta il 16 aprile 1879. Il Papa Pio XI la proclama santa il giorno dell’Immacolata 1933.
A Fatima la veggente Lucia diventa religiosa nel 1921, carmelitana dal 1948. Il piccolo Francesco e Giacinta sono morti da bambini e sono stati beatificati nel 2000 da Giovanni Paolo II.
C’è qualcosa di strano in tutto questo: i tre “veggenti”, che hanno almeno provato ad andare in convento e che poi l’hanno abbandonato, si sono felicemente sposati, ma hanno sempre “apparizioni” regolari ogni giorno. E gli altri “veggenti” che non sono neppure entrati in convento, hanno “un’apparizione” una volta all’anno. Questo è forse un premio perché non sono rimasti in convento?
La grazia di Dio. Avendo presente il fatto che numerosi ragazzi erzegovinesi sono andati in seminario e sono diventati sacerdoti e numerose ragazze sono diventate suore - soltanto dalla parrocchia di Medjugorje sono più di 30 sacerdoti e religiose viventi - e non hanno mai avuto, almeno io non ne sono a conoscenza, apparizioni, messaggi o incontri con una visione soprannaturale - sembra strano che nessuno dei “veggenti” che in questi 27 anni hanno avuto almeno 810, mentre altri al massimo 9.560 “apparizioni”, non abbiano abbracciato la vocazione religiosa. E questa stessa visione chiede con minacce al vescovo Žanić di riconoscere come veritieri i “messaggi” di Medjugorje, senza indagarli. Ogni vera vocazione religiosa è un dono particolare di Dio e una cosa seria. Il procedimento vocazionale dei suddetti “veggenti” appare poco serio. Sono forse in questione i giochi senza frontiere riguardo i numeri, “apparizioni”, “messaggi”, rivelazioni”, “segreti” e “segni”?
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CHE COSA COMPROVANO LE PREGHIERE E LE CONFESSIONI?
1. – La preghiera come contesto. La preghiera è un fattore importante nelle “apparizioni” di Medjugorje. Le “apparizioni” dei “veggenti” iniziano generalmente nel contesto della preghiera del Padrenostro. Addirittura si interrompe la preghiera per seguire “l’apparizione” di qualche minuto.
2. – Un messaggio senza preghiera. Il 16 settembre 1981: “Ha anche detto a loro che non devono pregare per se stessi perché lei li ha premiati in modo migliore. Preghino per gli altri”. [O. P., p. 111.]
La Madonna biblica non direbbe mai che gli uomini non devono pregare per se stessi e che il “premio” “dell’apparizione” sostituisca la preghiera personale. Questo è un insegnamento errato. Anche Gesù ha pregato prima per se stesso, poi per gli apostoli e infine per tutto il mondo “perché tutti siano una cosa sola” (Gv 17).
3. – Il messaggio di pregare per il vescovo Žanić. “La Madonna ha chiesto agli oranti di Medjugorje di digiunare a pane e acqua 2 volte alla settimana. Ma è già da tre mesi che digiuniamo a pane e acqua 3 volte alla settimana secondo il desiderio della Madonna.
Il gruppo offre la maggior parte delle loro preghiere per lui (il vescovo Žanić). Spesso offriamo l’adorazione comunitaria, il rosario, la visita al luogo dell’apparizione, dove preghiamo fino a tarda notte. Dio esaudirà le preghiere e i digiuni”. [O. P., p. 126.] Così scrive fra Tomislav Vlašić, l’8 gennaio 1984.
- La visione dà origine ad un gruppo di preghiera che si costituisce attorno a P. Tomislav Vlašić OFM. Questi, nella lettera del 1984, si presenta al Papa come colui che “secondo la divina provvidenza guida i veggenti di Medjugorje”. [O. P., p. 56.] E il gruppo prega e digiuna perché il vescovo ceda all’illusione, costruisce un convento a Medjugorje con un centinaio di posti letto, e per fare questo non chiedono l’approvazione del vescovo. Recentemente l’autorità ecclesiastica ha rimosso il “mistificatore” P. Vlašić da guida del gruppo di preghiera, dopo che a Medjugorje duranti gli esercizi spirituali ha unito l’aspetto spirituale con quello spiritistico!
4. – Poteva, ma non voleva? Nell’intervista del 1993, in piena guerra, Jakov ha detto: “oggi, come anche tutti i giorni negli ultimi dodici anni, la Madonna mi ha chiesto di pregare per la pace nell’ex Jugoslavia. La Vergine mi ha convinto che con le mie preghiere posso fermare la guerra...”. [O. P., p. 37.] Se ciò non fosse ingenuo, un cristiano normale potrebbe dire: Se il “veggente” con le preghiere avesse potuto fermare la guerra nell’ex-Jugoslavia, perché allora non ha pregato e non ha allontanato tale infelice guerra? Durante la guerra sono emigrate circa 2 milioni di persone, più di 200.000 sono morti, sono stati distrutti migliaia di edifici sacri e decine di migliaia di case, e infine, ci è stato imposto l’ingiusto accordo di Dayton!
5. - La prova è la preghiera? Ci sono uomini di Chiesa che dicono: se la gente prega, lasciatela andare a Medjugorje, che faccia pellegrinaggi, che preghi. È meglio che preghi anziché no, è meglio che veneri la “Madonna di Medjugorje” piuttosto che non ne veneri nessuna!
- La Chiesa già da 2.000 anni impone e raccomanda ad ogni fedele la preghiera, il digiuno, la penitenza, la confessione, la conversione. A nessuno vieta di pregare dove vuole. Ma non approva che in chiesa, cioè dall’altare si pubblicizzino i “pellegrinaggi sul luogo delle apparizioni” non riconosciute come soprannaturali, per distinguere la verità dalla menzogna, il vero insegnamento da quello falso.
Come se fosse necessario percorrere migliaia di chilometri dalla Corea oppure dall’Irlanda fino a Medjugorje per dire il rosario e per confessarsi, quando Gesù raccomanda “entra nella tua camera” (Mt 6, 6) e prega!
Forse coloro che dicono che sono stati più di 30 volte a Medjugorje con ciò dimostrano che si sono “convertiti”? Ciò potrebbe essere un vero segno che non si sono ancora convertiti. [O. P., pp. 229-230.] Infatti l’uomo convertito non parla di questo, ma lo vive!
I fedeli che si confessano e pregano sinceramente nella chiesa di san Giacomo a Medjugorje, a prescindere da tutte le moltiplicate “apparizioni”, certamente ricevono le stesse grazie di Dio come gli altri fedeli che pregano e ricevono degnamente i sacramenti nelle varie chiese nel mondo. La Chiesa locale ha sempre sostenuto questo. [O. P., pp. 268-269.]
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QUANTE COMMISSIONI E INTERVENTI ECCLESIASTICI?
A fine giugno 1981, la notizia riguardante le “apparizioni della Madonna” a Medjugorje ha cominciato a divulgarsi tramite i mass-media. A metà agosto dello stesso anno, dopo il discorso con i cosiddetti veggenti a Medjugorje, il 21 luglio, il vescovo di Mostar-Duvno, Mons. Pavao Žanić, nella sua primaDichiarazione ha messo in evidenza il fatto che in ogni caso rimane la domanda più difficile da risolvere: stabilire cioè se si tratta di una “esperienza soggettiva dei ragazzi o di qualcosa di soprannaturale”? [O. P., p. 192.] Anche se il vescovo ha più volte informato il Papa e la Santa Sede su diverse voci circa Medjugorje, egli ha ritenuto necessario costituire una commissione diocesana per esaminare tali avvenimenti.
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La Curia vescovile a Mostar.
La Prima commissione ecclesiastica (1982-1984)
Mons. Žanić ha costituito la prima commissione l’11 gennaio 1982 che ha operato fino al 1984. [O. P., p. 43.]. Quattro sacerdoti furono nominati, tre diocesani e un religioso francescano. [Crkva na Kamenu (Mostar), 2/1981, p. 1.]
Nuove conoscenze del vescovo. La commissione non si era neppure riunita, quando il 14 gennaio 1982 si verificò un avvenimento che ha poi segnato l’atteggiamento costante del vescovo. Quel giorno tre “veggenti” si recarono a Mostar con il “messaggio” della Madonna che diceva al vescovo di essersi “precipitato” circa il “caso erzegovinese”, nel chiedere lo spostamento dei due cappellani francescani che facevano disordine a Mostar. Il vescovo, noto per la sua grande venerazione della Madonna con numerose devozioni e pellegrinaggi, quando ha sentito che la visione di Medjugorje lo accusava del disordine creato dai religiosi nelle parrocchie, che non lo riconosceva come devoto figlio della Chiesa e della Madonna stessa, a cui lui, invece, un anno prima, nel settembre 1980, aveva dedicato la cattedrale di Mostar, intitolandola Madre della Chiesa e quando ha sentito che la visione difendeva i religiosi disubbidienti, che lottano contro il funzionamento di questa stessa cattedrale, ha messo in dubbio i “messaggi” e le “apparizioni” a Medjugorje. Nonostante tutto la commissione ha continuato a svolgere il suo lavoro.
Il grande segno. La commissione ha conversato tre volte con i veggenti. Il terzo incontro ha portato qualche frutto nel 1982. Su richiesta del vescovo la commissione ha proposto ai “veggenti” di scrivere, in due copie, di quale “grande segno” si trattasse, quello da loro annunciato, e quando esso sarebbe accaduto. La risposta doveva essere consegnata in due buste sigillate. Una doveva essere custodita da loro e l’altra sarebbe andata alla Curia. Nel caso in cui il “grande segno” si sarebbe avverato, le buste sarebbero aperte e la verità confermata. Cinque dei “veggenti” hanno rifiutato la richiesta perché la Madonna glielo avrebbe vietato. Il seminarista Ivan ha però risposto alla richiesta per iscritto, precisando che la Madonna a lui non aveva vietato di rispondere alle domande. La sua risposta è più che fuori luogo. Insieme a questo “grande segno”, mai avvenuto fino ad oggi, ci sono molti altri inganni e menzogne. [O. P., p. 102-108. Il P. Slavko Barbarić OFM morì il 24 novembre 2000. Il giorno dopo la sua morte, dall'“apparizione” è arrivato il messaggio: Gioisco con voi e desidero dirvi che vostro fratello Slavko è nato per il paradiso e che intercede per voi. Questo significa che non devono pregare per lui ma a lui!]
La risposta della Santa Sede. Nel novembre 1983 la Congregazione per la Dottrina della Fede ha chiesto al vescovo se la Commissione fosse arrivata a qualche conclusione. Il vescovo Žanić ha scritto una relazione circa il caso erzegovinese e medjugoriano che poi è stata inviata al cardinale Ratzinger. Nella conclusione il vescovo si interroga sulle “apparizioni” chiedendosi:
Sono da Dio? - La “Madonna” di Medjugorje ha portato più disordine e discordia di quella prima! Per cui non vede come può accettare che tutto questo sia da Dio.
È dal diavolo? - Accetta con difficoltà quest’ipotesi, anche se non la esclude.
È forse un inganno? – Ciò che è sicuro è che sin dall’inizio i ragazzi dicono delle bugie. Qualche volta è chiaro che dicono quello che sentono dai frati, in particolare ciò che riguarda il “caso erzegovinese”. Il vescovo ha comunque deciso di aspettare la decisione della Commissione e il compimento delle “apparizioni”. Egli ha aspettato per 17 anni, ma ha avuto modo di vedere la Madonna in cielo prima, l’11 gennaio 2000, quando morì, che il termine delle “apparizioni” a Medjugorje.
La Seconda Commissione allargata (1984 – 1986)
Nel 1984 Mons. Žanić ha deciso di allargare la prima commissione. Si è rivolto a tutte le facoltà teologiche della Jugoslavia e ha chiesto l’autorizzazione ai superiori dei singoli religiosi perché fosse possibile la loro partecipazione. La seconda Commissione era composta da quindici membri: 12 sacerdoti e tre esperti in medicina. Si sono riuniti sette volte. La prima delle quali a Mostar nel marzo 1984, e l’ultima a Mostar nel maggio 1986, con cui la Commissione ha terminato i lavori. I membri avevano votato per la formula: Non constat de supernaturalitate (11 per, 2 contro, 1 accetta “in nucleo”, 1 astenuto). La Commissione ha preparato il piano della “Dichiarazione” in cui sono riportate le “affermazioni inaccettabili” e “dichiarazioni bizzarre” attribuite alla misteriosa visione. La Commissione si è pronunciata dicendo che non era necessaria un’ulteriore indagine e il rimando del giudizio ufficiale della Chiesa. Il vescovo ha riferito tutto alla Conferenza episcopale e alla Santa Sede, e ha informato i fedeli nella predica tenuta a Medjugorje nel 1987. [O. P., p. 47-50.]
Due membri di questa Commissione hanno poi pubblicato i loro lavori scientifici circa i settori loro affidati da investigare: Don Nikola Bulat [N. Bulat, Istina će vas osloboditi. Studija o nekim međugorskim pitanjima (1986.). Nepouzdanost izvora i nedoličnost poruka (La verità vi farà liberi. Uno studio su alcune questioni di Medjugorje /1986/. L'inaffidabilità delle fonti e la non decenza dei messaggi), Mostar, 2006. Predgovor (Prefezione), pp. 7-14. ] e Mons. Mato Zovkić. [M. Zovkić, Problematični elementi u fenomenu Međugorja (Gli elementi problematici nel fenomeno di Medjugorje), u: Bogoslovska smotra, 1-2/1993., pp. 76-87. Vedi anche Zovkićeva prosudba međugorskih zbivanja, (La valutazione di Zovkić degli eventi di Medjugorje), in: „U Službi riječi i Božjega naroda“, Sarajevo, 2007, pp. 721-745.]
È significativa la pubblica posizione negativa espressa dal vescovo Žanić che nel 1990 ha riassunto in 28 punti circa le falsità delle apparizioni soprannaturali. [O. P., p. 196.]
Mons. Žanić all’inizio dell’agosto del 1993 ha lasciato la guida della diocesi al suo successore il quale ha continuato a mantenere immutata la sua posizione.
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Conferenza episcopale della Jugoslavia
I vescovi della Jugoslavia sono intervenuti due volte, nel 1984 e nel 1985 per comunicare ai sacerdoti e ai fedeli, circa gli avvenimenti di Medjugorje, esortandoli ad attendere le valutazioni delle autorità ecclesiastiche che si sarebbero pronunciate dopo approfondite indagini ed a non organizzare pellegrinaggi come se la “Chiesa avesse già riportato un giudizio positivo su tali avvenimenti. [O. P., p. 193.]
La Terza commissione (1987 –1990)
Nel gennaio 1987 su indicazione della Congregazione per la Dottrina della Fede è stata resa nota un comunicato del cardinale Kuharić e del vescovo Žanić con cui è stata annunciata una nuova Commissione e i fedeli sono stati esortati a non organizzare pellegrinaggi attribuendo un carattere soprannaturale agli avvenimenti di Medjugorje. [O. P., p. 196.]
Facevano parte della Commissione 11 sacerdoti (6 religiosi, 5 diocesani), 4 medici e psicologi e una religiosa come segretaria.
La Commissione ha avuto 23 sessioni a Zagreb nel Segretariato della Conferenza episcopale. La prima sessione si è tenuta nell’aprile del 1987, e la 23esima nel settembre del 1990.
La terza Commissione ha svolto il suo lavoro basandosi sia sui risultati della Commissione precedente sia ex novo. Tutto si è svolto sotto giuramento e non sono stati fatti comunicati al pubblico. I risultati del loro lavoro, durato 4 anni, sono stati presentati ai membri della Conferenza episcopale a Zagreb nel 1990. La discussione alla Conferenza episcopale circa le “apparizioni”, è stata condotta in quattro riprese: 25 aprile, 9 ottobre e 27 novembre 1990, e la Dichiarazione su Medjugorje è stata votata a Zadar il 10 aprile 1991: 19 vescovi erano per la Dichiarazione, uno astenuto.
La Dichiarazione dice: “Durante la sessione regolare della Conferenza episcopale iugoslava a Zadar, 9 – 11 aprile 1991, è stata riportata la seguente:
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Dichiarazione
In base alle indagini eseguite finora non si può affermare che si tratti di apparizioni e rivelazioni soprannaturali.
Ma numerosi incontri dei fedeli da varie parti del mondo che vengono a Medjugorje spinti da motivi religiosi e altri, richiedono l’attenzione e la cura pastorale prima di tutto del vescovo diocesano, e con lui anche degli altri vescovi per promuovere a Medjugorje e quanto legato ad esso, una sana devozione verso la Beata Vergine Maria, conforme all’insegnamento della Chiesa.
A tal fine i vescovi pubblicheranno delle direttive liturgico-pastorali speciali. Inoltre, continueranno attraverso le proprie commissioni a seguire e esaminare tutti gli avvenimenti di Medjugorje. Zadar, 10 aprile 1991. I Vescovi della Jugoslavia”. [O. P., p. 197.]
L’Aggressione. Poi è avvenuta l’aggressione sulla Croazia e sulla Bosnia ed Erzegovina. Con la formazione dei nuovi stati, col tempo si sono formate delle nuove singole Conferenze episcopali. Nonostante la Dichiarazione della CEJ: Non constat de supernaturalitate,cioè che non si può dichiarare che si tratti di apparizioni soprannaturali a Medjugorje, i seguaci di tali fenomeni costantemente affermano che la “Madonna appare”.
Se la nostra Conferenza episcopale, a dispetto di tanti curiosi visitatori a Medjugorje e di tanti racconti ed entusiasmi carismatici, abbia avuto il coraggio di affermare, in base ad una seria, solida e competente indagine, che a Medjugorje non ci siano prove di presunte apparizioni soprannaturali, ciò significa che la Chiesa anche nel 20o secolo è “colonna e sostegno della verità” (1 Tim 3, 15). [O. P., p. 151.]
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Gli interventi della Santa Sede
La Congregazione per la Dottrina della Fede è intervenuta quattro volte tramite due suoi segretari. E significativo anche l’intervento del Cardinale Ratzinger.
Mons. Alberto Bovone, nel 1985, avverte il segretario della CEI che non si organizzino pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje.
Mons. Tarcisio Bertone, nel 1995, scrive al vescovo di Langres, Mons. Leone Taverdet, e nel 1996 ripete all’arcivescovo di Besançon, Mons. Luciano Daloz, che si interessavano sulla posizione della Santa Sede nei confronti di Medjugorje e lo ripete nel 1998 a Mons. Gilberto Aubry, vescovo di Réunion. In ogni lettera si afferma che i pellegrinaggi - sia privati che ufficiali a Medjugorje, non sono permessi se presuppongono l’autenticità dell’apparizione, in quanto ciò sarebbe contrario alla dichiarazione della Conferenza episcopale iugoslava. Però i sostenitori di Medjugorje si fermano sulla parola “pellegrinaggi” e non leggono più la “conditio sine qua non”, cioè, se presuppongono l’autenticità dell’apparazione.
“Frei erfunden” del Card. Ratzinger. Quando nel 1998 un tedesco aveva raccolto le diverse affermazioni attribuite al Papa e al cardinale Prefetto e le ha mandate in Vaticano in forma di memorandum, il Cardinale, il 22 luglio 1988, ha risposto per iscritto: “Io posso dire soltanto che le affermazioni attribuite al Santo Padre e a me sono semplici invenzioni” - frei erfunden. [O. P., p. 283.]
Visita “ad limina” del 2006. Durante la mia visita ad limina ho riferito al Santo Padre Benedetto XVI non solo i miei dubbi ma anche la mia incredulità circa le “apparizioni” di Medjugorje. Il Papa, che precedentemente è stato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, mi ha risposto con questa riflessione: “Noi nella Congregazione ci siamo sempre chiesti come per un credente possano essere considerate autentiche apparizioni che succedono ogni giorno e per tanti anni?” [Crkva na kamenu, 4/2007, p. 24.]
Conclusione. Non è che solo le affermazioni attribuite al Santo Padre e al Card. Ratzinger sono “semplici invenzioni”, ma anche i numerosi messaggi di Medjugorje attribuiti alla Madonna sono semplici immaginazioni. Se la nostra fede è obsequium rationabile - servizio razionale a Dio, culto spirituale, sano e vero (Rom 12, 1), allora essa non può essere frutto della fantasia e dell’allucinazione di nessuno. [O. P., p. 84.] La Chiesa è competente nel dirci questo. Essa ha riportato il suo giudizio, dopo che, a suo nome, 30 sacerdoti e medici, scelti come membri di tre commissioni, hanno indagato il caso coscienziosamente e competentemente per 10 anni in più di 30 sessioni. Non uno ma 20 vescovi hanno affermato responsabilmente che non ci sono prove che dimostrano che si possa trattare di apparizioni soprannaturali a Medjugorje. Il cristiano, rispettoso di ambedue i principi - ratio et fides - si attiene a questo atteggiamento, convinto che la Chiesa non lo inganna.
In riferimento a Medjugorje esiste il pericolo reale che la Madonna e la Chiesa si privatizzino, che la gente immagini la Madonna e la Chiesa secondo il proprio gusto, udito e disobbedienza; che non sottomettano il proprio giudizio alla Chiesa ufficiale, ma che costringono la Chiesa ufficiale a seguire e riconoscere le loro fantasie.
I fedeli ingenui lasciano le sorgenti di vere grazie nelle proprie parrocchie e viaggiano a Medjugorje oppure seguono i “veggenti” per il mondo, i quali, grazie anche alle “apparizioni” si sono materialmente ben sistemati, almeno così scrivono i giornali.
Ci sono almeno 6 - 7 comunità religiose o quasi religiose, in fieri o già esistenti, di diritto diocesano oppure no, che si sono stabilite a Medjugorje per volontà loro, senza sottomettersi alla Curia vescovile. Tali comunità sono piuttosto un segno di disobbedienza che un carisma di obbedienza in questa Chiesa!
Nella diocesi di Mostar-Duvno esiste il problema che negli ultimi anni ha praticamente raggiunto ad uno scisma. Almeno nove francescani, espulsi dall’Ordine OFM, e sospesi a divinis, si sono ribellati alla decisione della Santa Sede non permettendo il passaggio di alcune parrocchie dall’amministrazione francescana a quella diocesana. Hanno occupato con la forza almeno cinque parrocchie, svolgendo in esse tutte le attività pastorali. Assistono invalidamente alle celebrazioni del matrimonio, confessano senza le necessarie facoltà, hanno amministrato invalidamente la cresima ai giovani. Tre anni fa hanno invitato un diacono veterocattolico che si è spacciato per vescovo e che ha cresimato circa ottocento ragazzi in tre parrocchie, ecc. Due di loro hanno chiesto la consacrazione episcopale da un vescovo veterocattolico svizzero, Hans Gerny, ma non sono riusciti ad ottenerla.
Quanti sacramenti invalidi, disobbedienze, aggressioni, sacrilegi, disordini, irregolarità, e neppure un “messaggio” tra quelle decine di migliaia di “apparizioni” è stato mandato per sottrarre questi scandali. Una cosa davvero strana!
La Chiesa, dal livello locale a quello supremo, dall’inizio fino ad oggi, dice con chiarezza ed insistenza: Non constat de supernaturalitate, che in pratica significanon sono permessi pellegrinaggi che presuppongono il carattere soprannaturale dell’apparizione, non c’è un santuario della Madonna, non ci sono messaggi autentici, né rivelazioni, né apparizioni vere!
Così stanno le cose oggi. E come saranno domani? Sono nelle mani di Dio e sotto il manto della Madonna!
Documento del 01-09-2007 (firmato dal Vescovo della Diocesi di Mostar-Duvno) con aggiornamento nel 2007, a seguito delle conferenze tenute a Split il 25 maggio 2002 e al Pontificio Collegio di San Patrizio di Maynooth, Irlanda, 17 febbraio 2004 (http://www.cbismo.com/index.php?mod=vijest&vijest=86)
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Interessante video: La verità della Chiesa su Medjugorje e sui veggenti
Pubblicazione a cura di Carlo Di Pietro-http://radiospada.org/(clicca qui per leggere altri studi pubblicati)
In foto vari scatti della "veggente" Vicka mentre impone le mani e pronuncia "benedizioni"; la pratica è pentecostale!