mercoledì 4 aprile 2012

Il triste cammino dei Borbone-Francia verso l'estinzione: Dall'assassinio del Duca di Berry alla morte dell'ultimo dei Borbone-Francia Enrico V°

File:Grand Royal Coat of Arms of France & Navarre.svg


Carlo Ferdinando di Borbone-Francia, Duca di Berry (1778-1820) era il figlio più giovane di Re Carlo X.
Durante la Rivoluzione francese, dal 1792 al 1797, egli aveva servito nell’armata realista del
Prìncipe di Condé, costituita da francesi emigrati che combattevano contro i giacobini repubblicani,
usurpatori del potere legittimo.



File:Lefevre - Charles X (1826).jpg
Carlo X° di Borbone-Francia


File:Danloux - Charles Ferdinand d'Artois (1778-1820), duc de Berry.jpg
Carlo Ferdinando di Borbone-Francia

 In seguito militò con le truppe zariste. Nel 1801 fissò la propria residenza in Inghilterra, dove rimase tredici anni, sposò Anna Brown, una donna inglese, dalla quale ebbe due figlie. Il matrimonio fu dichiarato nullo nel 1814. Nel 1816 il Duca sposò, in seconde nozze, Carolina (1798-1870) figlia maggiore di Francesco I Re delle Due Sicilie, dalla quale nel 1819 ebbe dapprima una figlia, Luisa, divenuta poi Duchessa di Parma, essendo andata in sposa al Duca Carlo III. L’omicidio del Duca di Berry si consumò prima della salita al trono del Conte di Artois suo padre (che avrebbe assunto il nome di Carlo X) e mentre ancora regnava Luigi XVIII.

File:Amy Brown (1783-1876).jpg
Anna Brown la prima moglie del Duca di Berry

File:François Gérard - La duchesse de Berry et ses enfants,1822.jpg
Maria Carolina Ferdinanda Luisa di Borbone-Due Sicilie (Palermo, 5 novembre 1798Castello di Brunnsee, 16 aprile 1870) seconda moglie del Duca di Berry,  principessa delle Due Sicilie per nascita e duchessa di Berry per matrimonio, ritratta insieme ai due figli Enrico (sulla poltrona) e Luisa (in piedi vicino alla madre). Ritratto del 1822.



Domenica 13 febbraio 1820 il Duca, erede diretto al trono di Francia, aveva appena riaccompagnato
a casa la moglie, che aveva preferito rincasare prima della fine dello spettacolo e si accingeva a
tornare al suo palco a teatro, quando fu pugnalato a morte. Intento dell’assassino, il sellaio Louis
Pierre Louvel, un bonapartista fanatico, era quello di riportare Napoleone al potere, privando il
trono di Francia della legittima successione, attraverso l’uccisione dell’ultimo Borbone in grado di
generare un erede maschio al trono, così da estinguere la linea reale. L’assassino colpì il Duca da
destra: il colpo molto violento e profondo, trafisse nella parte anteriore il polmone e l’atrio destro
del cuore. Il Duca ebbe comunque la forza di strapparsi da solo il pugnale dal petto, che intanto si
gonfiava di sangue. Trasferito in una sala dell’amministrazione del teatro, il Delfino fu raggiunto
dai familiari e da Guillaume Dupuytren, il quale tentò di arrestare l’emorragia e di facilitare la
circolazione sanguigna. Ma i medici reali accorsi non poterono che constatare la propria impotenza.
Il Duca di Berry si spense dopo sette ore di agonia e di sofferenze, alle 6 del mattino del giorno
seguente. Louvel fu condannato a morte e ghigliottinato.

File:Ermordung des Herzogs von Berry durch Louis Louvel.jpg
 Il sellaio Louis Pierre Louvel pugnala il Duca di Berry


File:Cibot - La Mort du Duc de Berry.jpg
La lenta morte del Duca di Berry



Ma il diabolico disegno non andò a effetto; la Duchessa di Berry era infatti incinta di un maschio,
che diede alla luce postumo, sette mesi più tardi e a cui fu imposto il nome di Enrico, il futuro
Conte di Chambord. Il 29 settembre seguente Carolina di Borbone, Principessa delle Due Sicilie,
giovane vedova del Duca di Berry, mise al mondo Enrico Deodato di Borbone-Francia. “Il figlio del
miracolo”, secondo l’espressione coniata da Alphonse de Lamartin, celebrato dai poeti e presto
battezzato con grande pompa nell’acqua del fiume Giordano, recata appositamente dalla Terra
Santa da François-René de Chateaubriand. Egli ricevette il titolo di Duca di Bordeaux, prima che una sottoscrizione lanciata nel Regno regalasse al neonato la proprietà del castello di Chambord, già
della vedova del Maresciallo Berthier. Il castello, allora cadente, fu aggiudicato nel marzo 1821 per
una somma di 1.542.000 franchi. Il nome di Chambord da quel momento si lega con quello del
Prìncipe ereditario.


File:Bordeaux, duc de.jpg
 Enrico di Borbone-Francia  Conte di Chambord (Enrico V°) in giovanissima età.

 
Il Castello di Chambord


Intanto, sotto la pressione dei liberali che gli contestavano le sue ordinanze del 25 luglio 1830 con
cui scioglieva le Camere, restringeva il corpo elettorale, privilegiando i proprietari rispetto a
commercianti e industriali e sospendeva la sfrenata libertà di stampa, Re Carlo X, nonostante avesse
in seguito ritirato tali ordinanze, fu costretto a lasciare il castello di Saint Cloud, residenza estiva
della Corte, per rifugiarsi a Rambouillet. Nel tentativo estremo di salvare la monarchia, egli
abdicava in favore del nipote, il Conte di Chambord e il 31 luglio 1830 lasciò la Luogotenenza
Generale del Regno e poi la Reggenza a suo cugino, il Duca di Orléans. Il 7 agosto quest’ultimo
venne proclamato dalle Camere Re dei Francesi, con il nome di Luigi Filippo I, il Re borghese,
inaugurando quella politica di compromesso tra monarchia e parlamentarismo, fra istituzioni regie e
rivoluzione, della quale la stessa Rivoluzione si sbarazzerà ben presto nel 1848.


File:Hersent - Le duc d'Orléans, les ducs de Chartres et de Nemours (1830).jpg
L'infido traditore Luigi Filippo di Borbone-Orlèans Duca d'Orlèans con i duchi di Chartres e di Nemours nell'anno della presa di potere (1830).


Ma torniamo al 1830. Caduta la monarchia legittima a beneficio del compromesso orléanista, la
Duchessa di Berry dapprima accompagnò in Inghilterra il deposto Re Carlo X, che morì in esilio nel
1836. Enrico dovette seguire il destino della sua famiglia e prendere anch’egli la strada dell’esilio:
s’imbarcò così a Cherbourg per la Scozia. Ma nella speranza di sollevare i legittimisti in favore del
giovane Prìncipe, la Duchessa si portò in seguito in Italia e sbarcò quindi a Marsiglia nell’aprile del
1832. Non ricevendo appoggi sufficienti si diresse allora in Vandea e in Bretagna, ma i suoi sostenitori furono sconfitti. La Duchessa rimase nascosta per cinque mesi in un’abitazione di Nantes. Tradita, venne imprigionata nel castello di Blaye dal governo liberale di Luigi Filippo: in cella diede alla luce una bambina avuta dal secondo marito, un nobile italiano, il Conte Ettore Lucchesi-Palli (1805-1864) da lei sposato segretamente. Rimasta senza sostenitori, nel giugno del 1833 fu liberata. Imbarcatasi per
la Sicilia, dove si ricongiunse con il marito, condusse in seguito vita ritirata a Brunnensee, in Svizzera, dove morì nell’aprile del 1870.


Conte Ettore Lucchesi-Palli secondo marito della Duchessa di Berry



Cittadella di Blaye(località in cui fu detenuta la Duchessa Berry)




Enrico intanto seguiva lo spodestato Carlo X a Praga e poi a Gorizia, dove nel maggio 1836 il Re e
la sua corte vennero accolti dall’Imperatore d’Austria. Qui qualche mese più tardi Carlo X muore.
Enrico (Enrico V) diviene allora il capo della Casa Reale di Borbone-Francia e del partito legittimista. Nel 1846 egli sposa l’Arciduchessa Maria Teresa d’Asburgo, figlia primogenita del Duca di Modena.
Ma la coppia reale purtroppo non avrà eredi. Enrico fissa la propria residenza nel castello di Frohsdorff, in Austria, contentandosi di corrispondere e di mantenersi in relazione con i suoi seguaci.

File:MariaTheresiavonOesterreich-Este1886-03.jpg
Maria Teresa d'Asburgo-Este, moglie di Enrico V°


Giunge finalmente il 1871, l’anno terribile, come scrisse Victor Hugo, che dà nuove opportunità al
Conte di Chambord e al suo partito. La disfatta militare subìta dai Prussiani causa la caduta del
Secondo Impero di Napoleone III e la proclamazione della Repubblica a Parigi. Al fine di facilitare
la Restaurazione monarchica e a seguito di laboriose trattative, il ramo degli Orléans riconosce i
diritti al trono di Francia del Conte di Chambord e del ramo primogenito dei Borbone-Francia, tanto più che essendo questo senza eredi, il trono sarebbe comunque poi andato agli Orléans. Intanto Enrico V, in esilio a Frohsdorff, faceva conoscere le sue condizioni. Rientrato a Chambord dopo una visita a
Parigi, egli redasse il 5 luglio 1871 un manifesto ostile all’eredità della Rivoluzione francese
difendendo la bandiera biancogigliata dei suoi antenati, assurta a simbolo di un diritto e di un potere
che discendeva da Dio, in opposizione al tricolore massonico-rivoluzionario. In tal modo il
pretendente riaffermava chiaramente la sua contrarietà ai princìpi del nefasto 1789 e respingeva
ogni compromesso con la Rivoluzione. Il commento di Adolphe Thiers, uno dei caporioni del
moderatismo senza princìpi e tra i sostenitori del compromesso fra monarchia e rivoluzione, fu:
“Non si può negare che il fondatore della Repubblica sia il Signor Conte di Chambord”.


Luigi Filippo Alberto di Borbone-Orléans (Parigi, 24 agosto 1838Stowe House, 8 settembre 1894) è stato un politico francese dopiogiochista. Conte di Parigi e inizialmente principe ereditario orleanista nell'ambito della Monarchia illegittima di luglio, in seguito divenne, rinunziando per pura convenienza e con abile doppio giochismo all'orleanismo politico, pretendente  al trono di Francia con il nome di Filippo VII.


La legittima bandiera del Regno di Francia alla quale Enrico V° , giustamente, non volle rinunciare


L’occasione propizia di una Restaurazione monarchica in Francia parve ripresentarsi due anni dopo,
nel 1873. Il 5 agosto di quell’anno, a Frohsdorff, il Conte di Parigi, capo del ramo cadetto degli Orléans, riconobbe il Conte di Chambord come “il solo rappresentante del principio monarchico in Francia”. Tuttavia, in una lettera successivamente inviata al deputato Chesnelong e datata 23
ottobre 1873, il Conte di Chambord dichiarava nuovamente che era suo intento di rientrare in
possesso del trono, senza sottomettersi a condizioni e senza rinunziare alla bandiera biancogigliata.
La risposta della Terza Repubblica francese, in grave crisi, fu ancora una volta quella di affidare la
propria salvezza, come già avevano fatto la Prima e la Seconda Repubblica rispettivamente con
Napoleone I e con Napoleone III, nelle mani di un militare, in tal caso non più un Bonaparte, bensì
il Maresciallo Mac Mahon, di convincimenti monarchici, il quale fu eletto Presidente della
Repubblica con l’intento semmai di privilegiare il ramo orléanista. Il 24 aprile 1883 il Conte di
Chambord moriva nel castello di Frohsdorff, in Austria. Venne sepolto a Gorizia, accanto alla
tomba di Carlo X. Si estingueva per sempre con lui la linea di successione del ramo principale della
Casa di Borbone-Francia.

File:Patrice-mac-mahon.jpg
Il settario liberale Patrice de Mac-Mahon nelle vesti di Presidente della Terza Repubblica francese. Egli appoggiò l'Orleanismo politico tanto da favorire in tutti i modi la successione sul Trono di Francia dell'usurpatrice Casata. Ancora oggi il Presidente della Repubblica Francese(Nicolas Sarkozy)difende i diritti degli usurpatori.


File:Henri V de France.jpg
Enrico V° di Borbone-Francia in tarda età


Fonti:

Traditio.it




Scritto da:

Il Principe dei Reazionari