giovedì 30 luglio 2015

L'Est che poteva essere (Parte II): Regno di Finlandia (1918)


Per accedere alla Parte I : http://associazione-legittimista-italica.blogspot.it/2015/07/lest-che-poteva-essere-parte-i-regno-di.html

Bandiera del Regno di Finlandia
 
Stemma del Regno di Finlandia

Territorio del Regno di Finlandia


Il Regno di Finlandia fu uno Stato sorto grazie all'intervento dell'Impero Tedesco nel 1918, sul finire della Grande Guerra.

Il Regno ebbe inizio poco dopo la dichiarazione d'indipendenza della Finlandia dalla Russia, ormai in balia della Rivoluzione. Con la caduta dello Zar, infatti, era venuta meno l'autorità che da sempre aveva nominato il Senato del Granducato. Il governo finlandese era a predominanza conservatrice, anti-socialista e filo-tedesca. La conseguenza ovvia era che fosse quindi il Parlamento a dover intervenire, ma le viziate elezioni del 1º ottobre 1917 avevano dato un risultato ambiguo, col Partito Socialdemocratico Finlandese come primo partito isolato. Il precipitare della situazione in Russia con la Rivoluzione d'ottobre portò un violento vento di crisi in Finlandia: se le varie forze politiche concordarono nell'appoggiare la dichiarazione d'indipendenza del 6 dicembre, i sovversivi interni filo-russi causarono subito una spaccatura tanto forte da causare lo scoppio della guerra civile finlandese. 

Corona del Re di Finlandia
I sovversivi "Rossi" , subito appoggiati dai bolscevichi, proclamarono la Repubblica Socialista Finlandese dei Lavoratori, le cui forze cinsero d'assedio Helsinki, città abbandonata dal Senato che si rifugiò a Vaasa. Fu a questo punto che i "Bianchi", sostenitori del Senato, ottennero l'appoggio finanziario da parte del Regno di  Svezia, e militare da parte dell'Impero Tedesco: quest'ultimo desideroso di cogliere l'occasione per ottenere un nuovo alleato, nuove vie di approvvigionamento e un freno alla diffusione della sovversione che si diffondeva dalla Russia.
L'appoggio tedesco fu decisivo, e i "Rossi" furono rapidamente sconfitti. Il rientrato Senato operò rapidamente per stabilizzare la situazione e riportare l'ordine, sottolineando la continuazione della monarchia nominando il Premier uscente, Pehr Evind Svinhufvud, come reggente. Dato il fondamentale appoggio ricevuto dall'esercito imperiale tedesco , sembrò quindi naturale cercare un sovrano tra i Principi tedeschi. Il Principe Federico Carlo d'Assia-Kassel venne eletto dal parlamento di Finlandia il 9 ottobre 1918, sotto la garanzia di una monarchia costituzionale che salvaguardasse il ruolo del parlamento.
Re Carlo I di Finlandia e Carelia, Duca delle Åland,
Gran Principe di Lapponia, Signore di Kaleva
e della Pohjola
(nato Friedrich Karl d'Assia-Kassel)


Con la fine della Grande Guerra, l'abdicazione di Guglielmo II di Germania e la sovversione nella quale venne gettato l'Impero Tedesco, la situazione divenne criticamente instabile. Federico Carlo, divenuto Carlo I di Finlandia e Carelia, ritrovandosi isolato, e con l'ostilità degli Alleati, fu costretto a rinunciare al Trono il 14 dicembre 1918, senza nemmeno essere giunto nel suo regno e senza nemmeno essersi ancora ufficialmente insediato. La Finlandia, successivamente, cadendo nella sovversione democraticista, adottò una costituzione repubblicana, e il punto di forzata conciliazione fra le due fazioni politiche nazionali venne trovata in una forma di governo semipresidenziale con un ruolo forte del Capo dello Stato.
Un altra istituzione rappresentante l'ordine vide una prematura fine...








Fonte:

  • Anders Huldén, Finnlands deutsches Königsabenteuer 1918, Reinbek 1997. Herausgegeben von: Deutsch-Finnische Gesellschaft e.V. und erschienen bei: Traute Warnke Verlag, ISBN 3-980-15919-1.
  • Rainer von Hessen: König im „Land der ernsten Augen“. Das finnische Thronangebot an Prinz Friedrich Karl von Hessen im Sommer 1918. In: Bernd Heidenreich u. a. (Hrsg.): Kronen, Kriege, Künste. Das Haus Hessen im 19. und 20. Jahrhundert. Frankfurt 2009, S. 190–204.
  • Nash, Michael L (2012) The last King of Finland. Royalty Digest Quarterly, 2012 : 1





  • Scritto dal Presidente e fondatore A.L.T.A. Amedeo Bellizzi