mercoledì 22 luglio 2015

Cesare Beccaria e la crisi nel comasco di fine settecento.



Pubblichiamo questo interessante episodio riguardante una crisi che colpì il comasco a fine Settecento e alla quale il governo austriaco, consigliato da Cesare Beccaria, riuscì a far fronte.

Negli anni Ottanta del Settecento in oriente scoppiò la Seconda Guerra Russo-Turca causando un blocco dei traffici commerciali tra l'Europa e l'Asia. Di questo blocco risentirono anche i mercati e in special modo quello tessile. Non riuscendo più ad esportare a sufficienza i setifici europei andarono in sovrapproduzione e furono costretti a ridimensionarsi e a licenziare.
Il comasco, zona storicamente nota per la lavorazione delle sete, risentì profondamente di questa crisi e i numerosi licenziamenti accompagnati dal disagio sociale dilagarono in disordini di ordine pubblico e aumento della criminalità.
Cesare Beccaria, che fu anche membro del Consiglio Supremo di economia del Ducato di Milano, nel 1787 si recò a Como e, dopo aver constatato che la situazione era preoccupante, convocò la congregazione municipale, il vescovo e le autorità intermediarie tra la città e lo stato con i quali stilò e presentò al governo austriaco alcune proposte e soluzioni.
Una delle proposte avanzate da Beccaria fu quella di impiegare i disoccupati, che non erano ottimi lavoratori di seta, in lavori di manutenzione pubblica, i giovani garzoni comaschi furono quindi impiegati come operai per la bonifica della zona di Borgo Vico (oggi Como, ma un tempo piccolo abitato a nord della città) che era martoriato da febbri dovute all'ambiente paludoso causato dalle esondazioni del lago, il progetto di bonifica costò circa 10.000 lire. In questo modo, si pensò, i soldi che erano necessari per pagari le cure alla popolazione all'Ospedale Maggiore di Milano, si sarebbero investiti in lavori che avrebbero diminuito le morti e le spese mediche*.
Una seconda proposta che Beccaria avanzò al governo austriaco fu quella di stanziare dei soldi per corsi di formazioni dedicati agli ex operai più capaci. Inizialmente Como chiese allo stato circa 16.000 lire di finanziamento che avrebbe restituito in due anni, ma fortunatamente il governo concesse un prestito di ben 20.000 lire e di tre anni di tempo per rimborsare il tutto. Questi soldi vennero impiegati per istruire gli operai alla lavorazione del lino, così da specializzare e qualificare maggiormente i lavoratori comaschi. Queste soluzione ebbero gli effetti sperati e permisero, anche grazie alla conclusione della guerra, di migliorare la situazione economico-sociale del territorio.
*Al tempo la comunità religiosa che si occupava degli spostamenti da Como all'Ospedale Maggiore di Milano era sotto il controllo delle autorità statali e finanziate con le casse dello stato, al seguito delle riforme di Giuseppe II.
Questo episodio è un ottimo esempio per capire che se uno stato è ben governato e amminstrato da persone capaci che non apportano solo tagli per risparmiare, ma investono e creano posti di utilità pubblica, è possibile creare occupazione e diminuire il disagio sociale nei periodi di crisi.

Fonte:  Regno Lombardo Veneto / Königreich Lombardo Venetien.