sabato 11 luglio 2015

Le realtà del Litorale che non vanno giù ai tricoloruti

Fonte: Vota Franz Josef

Come Pippo non credeva alla strega Nocciola che gli svolzzava intorno, così molti tricoloruti si rifiutano di credere che noi con l'Austria stavamo mille volte meglio di loro e di quanto saremmo stati in seguito, cadendo sotto le loro sgrinfie.
Scartabellando sui vecchi quotidiani, ci è capitata una seduta del consiglio comunale di Trieste del 2 luglio 1914, quando in poche ore decisero di investire 8 miliardi e mezzo di Euro (in Corone) per le scuole, per il vitto e per le... scarpe dei bambini, investendo 9/10 della cifra per costruire scuole nuove e migliorare quelle esistenti, e naturalmente non era tutto il bilancio. La refezione scolastica costava 0,58 centesimi di euro a pasto.
Oggi i Comuni devono chiedere alla Regione se possono riparare una buca, i genitori devono fornire i bambini di risme di carta e carta igienica, non esiste che i Comuni gli passino le scarpe ed alla mensa scolastica, pagano quasi € 5,00 oppure € 3,17 se sono nella fascia ISEE più bassa e per avere l'esenzione devono avere un ISEE tanto minimo che non si capisce come possano nutrirsti per avere l'energia di far nascere dei bambini. Naturalmente l'ISEE è una complicata ed umiliante procedura burocratica.
Quando anni fa dicevamo che 100 anni fa stavamo meglio di oggi, eravamo a volte titubanti e temevamo di non fare bene i paragoni. Ora non dubitiamo più, ne siamo sempre più convinti.




Naturalmente va spiegato da dove, il Comune tirava fuori tutti quei soldi.

Dalle tasse... perchè era autonomo circa come lo sono Trento e Bozen (non siamo ancora riusciti a ricostruire tutti i meccanismi delle autonomie, ossia chi raccoglieva i soldi
, quanti, chi li mandava a Vienna e chi li tratteneva e come, sappiamo solo che ad Ampezzo si pagava il 7% del reddito ed in Cadore appena oltre il confine, si pagava il 27%.

Come entrate fiscali, il Comune di Trieste era il più ricco dell'Impero in proporzione (Wandruska, ma non ci dà le cifre) ma non solo: la classe etnica dominante, quella "italofona", era la terza più ricca dell'Impero dopo i germanofoni di Vienna e dopo i ceki della Boemia e della Moravia.

Anche l'Impero aveva le sue aree depresse, leggendaria era l'arretratezza della Bosnia Ezegovina che nel 1878 passò dal medioevo ottomano alla bella epoque austro-ungarica (era l'unico territorio in comune tra le due Corone), della Galizia proveniente alla fine del 1700 dalla spartizione della Polonia, a parziale ricompensa della perdita della ricchissima Slesia conquistata dal Re di Prussia, che Maria Teresa considerava circa come la Merkl considera Berlusconi dopo averle detto "culona".

Parliamo della Galizia, che era ereditaria ungherese ma che per questioni complicate da spiegare, ricadde nella Cisleithania, ossia in Austria. E parliamo anche delle zone montuose dalla Croazia e della Dalmazia, come anche delle sterminate pianure e paludi del Banato e del Siebenburgen, che erano zone depresse e con scarsa popolazione.

Logico... dove la terra nutre poche persone, non dovrebbero essercene milioni, ma non sempre la logica è un parametro valido.

Banato e Siebenburgen furono colonizzate da Maria Teresa durante il proprio regno con un invesimento modello: strade, villaggi con scuola e Chiesa, prestiti per gli attrezzi e per i primi raccolti. Ed anche con soldi suoi, non tutti dello Stato.

Come emigranti, mandò degli arruolatori in Slesia, perchè quella gente risultava molto industriosa tra i cattolici, e sappiamo che la nostra amata Regina era un po' bigotta, seppur tollerante.

Succedeva che delle povere famiglie di bravi contadini spesso alla fame causa sfruttamenti vari, ricevevano all'osteria dall'emissario di Maria Teresa un sacchetto di monete d'oro, un lasciapassare, un titolo di proprietà e che il mattino dopo fossero già in viaggio verso il Banato, benedicendo quella Santa Donna per generazioni. Gli artigiani in gamba invece, venivano invitati nelle città ereditarie per portare nuove nuove tecnologie e fondare "opifici", dove la Regina aveva il suo bel daffare per tenere a freno le "corporazioni" che li rifiutavano in toto.

Quelle terre colonizzate soffrirono parecchio durante il 1848, quando accadeva che germanofoni, magiarofoni, bulgarofoni, romenofoni, croatofoni, serbofoni ed un altro paio di gruppi etnici ungheresi quasi estinti, si ammazzarono tra di loro a seconda che le compagnie dell'esercito scegliessero l'Ungheria, la Croazia o l'Austria, che effettuassero qualche persecuzione etnica in qualche villaggio e che poco dopo quando cambiava il fronte, i sopraggiungenti si vendicassero con veri e propri massacri.

Tuttavia la pace tornò e le terre miste passarono alla Corona di S. Stefano tramite quella di Croazia, l'Austria non se ne occupò più.

Di zone depresse rimasero la Dalmazia interna, la Galizia, parte dalla Bukovina ed a macchia di leopardo, delle valli alpine isolate e senza risorse un po' in tutto l'Impero, con alcune anche nel Tirolo sud occidentale. Nelle zone montuose si faceva quello che si poteva... strade e ponti dove avevano senso, la campagna delle patate svolta da Maria Teresa in persona (per risolvere una grave carestia quando il popolo ancora non si fidava di quel nuovo cibo), le iniziative contro la pellagra dove era arrivato il mais ma che riguardavano solo poche zone della pianura padana... in tutto il resto dell'Impero si consumavano i capuzi, ricchissimi di vitamina C.

In zone prealpine baciate dall'idrografia, lo sviluppo economico era già arrivato nel 1700 con il baco da seta che si era poi sviluppato in industria ed in riforme agricole grazie al Tavolare Teresiano che favoriva gli investimenti abbuonando le tasse, finalmente certe ed eque.

"8 mila telai da seta tra Como e Milano, 9 mila fusi di cotone, lino, pelli, ferro, zuccaro, 72 Ospitali nel 1840 + 6 nei tre anni successivi ed altri 7 oggi...

...il povero è sovvenuto da medici, da medicine e da chirurghi anche nelle sue case, non solo nella città ma anche nelle più remote campagne... la metà dei medici e chirurghi, 3/4 delle levatrici sono pagate dai Comuni per dare sollievo ai poveri... questo esercito somma a poco meno di 5 mila persone veterinari compresi....

....è forse questo il Paese d'Europa che offre il maggior numero di famiglie civili (che sapessero leggere e scrivere ndr) in proporzione all'incolta plebe... Carlo Cattaneo, 1844".

Bene... parlavamo delle zone depresse come potevano essere la Galizia e la Bukovina.

Credete forse che l'Austria assunse tutti i galiziani in polizia e nella gendarmeria? Che li fece diventare tutti avvocati e magistrati? Tutti militari? Tutti impiegati postali, insegnanti e politici? Credete che li mandasse in giro per l'Impero a rendere la vita impossibile agli altri laboriosi cittadini che non capivano le loro lingue? Credete che l'Austria fece una Cassa per la Galizia per mandare soldi ai politici galiziani? E che i ministri austriaci si spartissero i soldi con i politici galiziani? Credete che ebbe ministri galiziani mafiosi e primi ministri loro amici che indebitarono l'Austria per sempre?

Nossignore... i galiziani non erano nemmeno grandi soldati perchè molti erano ebrei osservanti e vedevano il servizio militare come la peste...questo avvenne per diverso tempo.

Cosa fece l'Austria? Diede alla Galizia la più grande autonomia possibile... come l'aveva data a Trieste ed anche di più. Obbligò i Comuni a costruire scuole, le province a costruire strade e ponti, dava contributi (mai a fondo perduto e sempre in minoranza). Costruì una ferrovia che portava fino a quasi il Mar Nero, mandò funzionari ministeriali, ispettori e tenne guarnigioni e caserme militari, abituò i galiziani ad essere a poco a poco cittadini austriaci, a godere della giustizia austriaca che li difendeva dai soprusi dei signorotti feudali (spesso nobili polacchi).

Il Governo entrò in qualche iniziativa economica per aprire miniere o trivellare i pozzi di petrolio, incentivò in tutti i modi l'industria e la razionalizzazione agraria... nelle campagne non si poteva fare granchè per l'economia di auto sussistenza che esiste identica ancora oggi, ma nelle pianure ottenne buoni risultati e lo si vede dalla bellezza delle città, che testimoniano una discreta prosperità economica.

E la Galizia pian pianino, uscì dall'arretratezza e dalla miseria. Salvo ritornarci, dopo la Katastrophe.