mercoledì 5 novembre 2014

L'Impero degli Asburgo: suoi principali errori politici ( Parte Quinta )



Governo di Francesco Giuseppe I dal 1849 al 1856 
 

Primi anni di governo:



Francesco Giuseppe nacque nel Castello di Schönbrunn a Vienna, figlio maggiore dell'Arciduca Francesco Carlo d'Asburgo-Lorena (figlio minore dell'Imperatore Francesco I d'Austria), e di sua moglie Sofia di Wittelsbach, Principessa di Baviera.

dell'Arciduca Francesco Carlo d'Asburgo-Lorena
Nel 1835, come abbiamo già visto in precedenza,  era salito al Trono Imperiale lo zio di Francesco Giuseppe, Ferdinando I, il quale però era di salute precaria e non aveva avuto figli. Presagendo la successione, l'Arciduca Francesco Carlo (che era il primo in linea di successione dopo il fratello Imperatore), rifiutò e la scelta di successione ricadde perciò su Francesco Giuseppe, allora giovane Arciduca di appena 5 anni, che venne perciò cresciuto dalla madre con l'intento un giorno di farne l'erede al Trono asburgico. Francesco Giuseppe aveva un rispetto assoluto per la figura del nonno Imperatore (Francesco I d'Austria), che divenne un punto di riferimento in tutta la sua vita come ideale di monarca perfetto nonostante la sua vita fosse stata caratterizzata da una serie di compromessi che condannarono il secolare Sacro Romano Impero.
A seguito della rinuncia forzosa del Cancelliere Metternich al suo impegno governativo durante le rivoluzioni settarie del 1848, il giovane Arciduca Francesco Giuseppe venne proposto per la successione allo zio, che era ormai in procinto di abdicare. Francesco Giuseppe venne in un primo momento nominato anche Governatore della Boemia a partire dal 6 aprile di quell'anno, ma non prese mai effettivamente possesso dell'incarico. Francesco Giuseppe, invece, si diresse sul fronte Lombardo-Veneto, aiutando il Feldmaresciallo Radetzky nella sua campagna partita da Milano il 29 aprile di quell'anno, ricevendo il proprio "battesimo del fuoco" il 6 maggio 1848 nella Battaglia di Santa Lucia. Dal momento che Vienna era scossa dal complotto settario , il giovane Imperatore venne richiamato a Innsbruck, nel Tirolo, dove la famiglia Imperiale aveva trovato asilo .
Francesco Giuseppe in un ritratto
del 1851 ad opera di Johann Ranzi
Dopo la vittoria conseguita sui sardo-piemontesi a Custoza nel luglio del 1848, la corte tornò a Vienna e Francesco Giuseppe con essa. Vienna era però ancora sconvolta dalla rivoluzione e così dopo poco tempo, la corte si trasferì ad Olomouc in Moravia. Sostenitore della figura dominante di Francesco Giuseppe al Trono, fu il Feldmaresciallo Alfred von Windisch-Graetz, comandante militare della Boemia, il quale gli giurò fedeltà e forgiò il suo carattere militare.
Fu il 2 dicembre 1848, a Olomouc che, in seguito all'abdicazione dello zio Ferdinando I ed alla rinuncia di suo padre, Francesco Giuseppe, fino ad allora chiamato semplicemente Franz, poté assurgere al Trono Imperiale asburgico adottando il nome di Francesco Giuseppe I d'Austria  , il primo in memoria del nonno ed il secondo in memoria dell'antenato Giuseppe II: la situazione nell'Impero , soprattutto per ciò che riguardava i rapporti con la Chiesa e la gestione della società stessa , era agli stessi livelli , tranne qualche eccezione , nei quali versava sotto il governo di Giuseppe II l'"Imperatore sacrestano" e di Leopoldo II , ed i rapporti con la Santa sede erano molto precari.

Schwarzenberg, Felix.jpg
Principe Felix di Schwarzenberg
Sotto la guida del nuovo primo ministro, il Principe Felix Schwarzenberg, il giovane Imperatore venne convinto ad intraprendere una strada cauta e accondiscendente dopo la sua ascesa, concedendo allo stato una costituzione liberale auspicata dai sovversivi nel 1849. Allo stesso tempo si rendevano necessarie delle campagne militari nei confronti dei sovversivi  ungheresi i quali si erano ribellati all'autorità degli Asburgo in nome della loro antica autonomia. Francesco Giuseppe dovette ben presto fronteggiare anche nuove battaglie nel Lombardo-Veneto, con il Re Carlo Alberto di Sardegna  che nel marzo del 1849 incominciò nuovamente,  e con la solita follia,  le ostilità per espandere il suo Regno a discapito della Corona Imperiale: Carlo Alberto venne battuto in maniera decisiva da Radetzky nella Battaglia di Novara . In Ungheria la situazione era più pericolosa e la sconfitta Imperiale risultava più evidente. Francesco Giuseppe, sentendo la necessità di assicurare i suoi legittimi diritti su quel territorio, chiese aiuto alla Russia richiedendo l'intervento dello zar Nicola I di modo da "evitare che l'insurrezione ungherese si sviluppi in una calamità europea". Le truppe russe entrarono in Ungheria in supporto degli Imperiali e la rivoluzione settaria venne soppressa col finire dell'estate del 1849. Con l'ordine ricostituito in tutto l'Impero, Francesco Giuseppe ritirò le concessioni liberali costituzionali da lui fatte e inaugurò una politica assolutista e centralista, guidata dal ministro degli interni Alexander Bach: questa fu la prima e unica volta che la monarchia asburgica adottò una politica centralista nei confronti degli Stati che componevano l'Impero.

L'Impero vide riprese le proprie posizioni sulla scena internazionale dopo la tempesta del 1848-1849. Sotto la guida di Schwarzenberg, l'Impero fu in grado di arginare lo schema espansionista prussiano volto a  creare una nuova Confederazione tedesca sotto la guida della stessa  protestante  Prussia , dalla quale la Cattolica Austria sarebbe stata esclusa. Dopo la prematura morte di Schwarzenberg nel 1852, egli non poté essere sostituito con uno statista di eguale statura e l'Imperatore si trovò a tutti gli effetti a dover assumere personalmente l'incarico di primo ministro.



La Guerra di Crimea e la rottura delle vecchie alleanze:




Napoleone III
 Dopo il periodo di gravi disordini e rivoluzioni del 1848-1849, seguì il tempo della pace apparente in Europa. L'Austria e la Prussia erano in discreti rapporti e collaboravano al mantenimento della Confederazione Germanica, mentre, nello stesso 1851 in Francia Luigi Napoleone con un colpo di Stato annullava la costituzione per poi assumere i pieni poteri. Quasi contemporaneamente anche l'Austria revocava la costituzione, dando così la sensazione che la controrivoluzione avesse alla fine trionfato e che le disposizioni  del Congresso di Vienna e della Santa Alleanza si fossero ristabilite.
Inoltre, Luigi Napoleone, non contento della carica di "principe presidente", il 2 dicembre 1852 si proclamò "imperatore dei francesi" con il titolo di Napoleone III.

Già durante il corso del 1852, nel Vicino Oriente, si era delineata una situazione di crisi. Nella sua ricerca di prestigio e per favorirsi l'appoggio dei cattolici in Francia , Luigi Napoleone appoggiò la proposta dei monaci cattolici di controllare i Luoghi Santi. Ciò lo mise in contrasto con lo zar Nicola I di Russia che aveva analoghe aspirazioni per i componenti della  Chiesa ortodossa. Ne seguì un periodo di tensione che si concluse alla fine del 1852 con la notizia che l'Impero Ottomano (minacciato dalla flotta francese) cedeva alla iniziativa di Luigi Napoleone.
Ritratto di Aleksandr Sergeevič Menšikov, di George Dawe, 1826.
Principe Aleksandr Sergejevič Menšikov

Fu una vittoria diplomatica della Francia rivoluzionaria e Nicola I, per riscattarsi, inviò alla fine di febbraio del 1853 nella capitale dell'Impero Ottomano, Costantinopoli, una missione speciale guidata dal principe Aleksandr Sergejevič Menšikov. Costui chiese ai turchi il protettorato russo su tutte le popolazioni ortodosse dell'Impero Ottomano, basandosi sul Trattato di Küçük Kaynarca del 1774, che in realtà non prevedeva il diritto di protezione. Il tutto fu accompagnato da voci di mobilitazione dell'esercito nella Russia meridionale e da una imponente parata della flotta di Sebastopoli.
Napoleone III non poté resistere alla provocazione e la flotta francese ebbe l'ordine di raggiungere l'isola greca di Salamina. I turchi d'altro canto resistevano alle richieste di Menšikov che, il 21 maggio 1853, lasciò Costantinopoli assieme al personale diplomatico russo. L'azione di Menšikov portò al mutamento della  politica della Gran Bretagna. Il 2 giugno, infatti, su disposizione del Primo ministro conservatore Aberdeen, la flotta inglese fu inviata al largo dei Dardanelli, dove pochi giorni dopo fu raggiunta dalla flotta francese.
Nicola I era sicuro di essere appoggiato, almeno diplomaticamente, dall'Austria e dalla Prussia e, nello stesso tempo, non considerava reali i pericoli di una mobilitazione delle flotte di Francia e Gran Bretagna. Egli continuò così fino al  2 luglio 1853 quando le sue forze attraversarono il fiume Prut per liberare i principati danubiani di Moldavia e Valacchia, occupati da secoli dall'Impero Ottomano. L'esercito turco, intanto, ripiegava senza combattere fino al Danubio.


Karl Ferdinand von Buol-Schauenstein
A questo punto l'Austria, invece di appoggiare la Russia contro il turco , si mostrò avversa all'atteggiamento russo affiancandosi alle potenze liberali , e il suo ministro degli Esteri Karl Buol avanzò una nota diplomatica alla Russia con l'offerta delle concessioni, stabilite da Austria, Prussia, Francia e Gran Bretagna, alle quali poteva sottostare la Turchia senza perdite eccessive. Quest'ultima, d'altro canto, il 20 luglio 1853, offriva ai russi di impegnarsi a mantenere in perpetuo le misere concessioni già fatte ai cristiani. Napoleone III però insistette affinché la disputa rimanesse fra la Russia e la Francia, per cui la nota di Buol stabilì che il governo turco non avrebbe mutato le condizioni dei cristiani «senza previ accordi con i governi di Francia e Russia». Il ministro degli Esteri russo Karl Nessel'rode accettò la nota il 5 agosto. I turchi invece si dimostrarono insoddisfatti e, alla fine, la rifiutarono.
Nessel'rode il 7 settembre 1853 dichiarò che la nota di Vienna dava alla Russia la protezione delle popolazioni ortodosse turche. Questo irritò Francia e Gran Bretagna, che tra il 22 e il 23 settembre decisero che le loro flotte avrebbero attraversato lo stretto dei Dardanelli. A questo punto, il 4 ottobre, la Turchia, che si sentiva sempre più spalleggiata dalle due potenze occidentali, dichiarò guerra alla Russia. Quattro giorni dopo il governo inglese respinse il progetto diplomatico di Buol e ordinò alla sua flotta di raggiungere Costantinopoli. Quando le navi inglesi e francesi arrivarono nel porto della capitale ottomana la Turchia ruppe gli indugi e attaccò, il 23 ottobre, i russi sul Danubio.
M. D. Gorčakov ritratto da Francesco Saverio Kaniewski
 Michail Dmitrievič Gorčakov

Dopo la dichiarazione di guerra della Turchia alla Russia, l'esercito ottomano occupò Calafat, sul Danubio, il 28 ottobre 1853. L'armata turca, al comando di Omar Pascià, si trincerò quindi lungo il corso del fiume e attese la reazione del comandante russo Michail Dmitrievič Gorčakov, che il 4 novembre, con 9.000 soldati, attaccò senza successo i 3.000 turchi trincerati ad Olteniţa. A questo primo scontro ne seguirono altri in altre località, come a Măcin, o a Giurgiu, dove i russi fallirono ancora il passaggio del fiume.
Le navi dello Zar, invece, conseguirono una brillante vittoria nel Mar Nero. Il 30 novembre 1853, infatti, la flotta dell'ammiraglio Pavel Stepanovič Nachimov sorprese nel porto di Sinope una squadra turca di 12 vascelli da guerra e la annientò. Le fortificazioni di Sinope non erano allertate e, favorite dalla nebbia, le navi russe ottennero una vittoria schiacciante.
La vittoria di Sinope , fatta passare come un "massacro" , servì come casus belli per l'entrata in guerra di Francia e Gran Bretagna. Infatti, ciò consentì ai governi di Francia e Gran Bretagna di far passare il Bosforo alle loro flotte, che il 4 gennaio 1854 entrarono nel Mar Nero a protezione delle navi turche. Otto giorni dopo, al ministro degli Esteri russo Nessel'rode veniva intimato da Londra e Parigi di mantenere la flotta dello Zar ferma a Sebastopoli. Il 27 febbraio le due potenze liberali inviarono un ultimatum alla Russia con la richiesta di ritirarsi dai principati danubiani. Al rifiuto russo si profilò con chiarezza il loro aperto intervento nella guerra.
Nei principati danubiani intanto, dopo aver subito un'altra sconfitta a Cetate il 5 gennaio, i russi tre giorni dopo riuscirono a sconfiggere la truppa turca e a passare il Danubio presso la foce (in Dobrugia), per fermarsi un centinaio di chilometri più a sud di fronte al Vallo di Traiano utilizzato dai turchi a scopo difensivo.
Nicola I di Russia
La situazione internazionale era la seguente: lo zar Nicola I di Russia stava combattendo una guerra da solo contro il turco e le potenze liberali , Napoleone III era alla ricerca di  un successo per consolidare la sua posizione interna, e il governo inglese voleva un Impero Ottomano integro  per impedire un espansione russa sul  Mediterraneo orientale che avrebbe minacciato la supremazia inglese anche sui suoi possedimenti in Asia. A Vienna, intanto, un progetto di alleanza con le due potenze liberali del ministro degli Esteri Buol fu sabotato dall'opposizione dei militari, che si mostrarono più fedeli e riconoscenti per l'aiuto ricevuto dall'Austria nel 1849 da parte della Russia.
Il 23 febbraio 1854 (quattro giorni prima dell'ultimatum alla Russia) reparti dell'esercito britannico lasciarono l'Inghilterra. L'11 marzo salpò per il Baltico una squadra navale inglese, alla quale seguì il 19 l'invio di truppe francesi in Turchia e il 20 la partenza di una squadra francese, anch'essa per il Baltico. Tra il 27 e il 28 marzo 1854 la Francia e la Gran Bretagna dichiararono guerra alla Russia e il 10 aprile stipularono un'"alleanza limitata"  al conflitto che in quel momento le vedeva coinvolte.

Le navi britanniche bombardano la fortezza
russa di Bomarsund, nel Mar Baltico.
Il 7 luglio le forze turche congiunte a quelle franco-inglesi attaccarono i russi a Giurgiu. L'armata di Gorčakov si ritirò ancora verso nord, attraverso Bucarest, e abbandonò i principati danubiani ripassando il fiume Prut il 28 luglio 1854.
Nell'estate 1854 la campagna riaprì con la cattura da parte delle forze navali anglo-turche di due forti russi sulla sponda orientale del Mar Nero: Sukhom Kaleh e Redout Kaleh. Alcune altre posizioni furono catturate da Shamil e dai suoi basci-buzuk. Il 29 luglio i turchi furono di nuovo sconfitti al confine e i russi si aprirono un varco verso Erzurum. Più a est, a Kars, il 7 agosto la guarnigione turca fu attirata fuori dalle mura e battuta dalla cavalleria russa. Tuttavia, con l'arrivo di rinforzi (da Trebisonda e Batum) e a Shamil, che con 20.000 uomini minacciò Tblisi dai monti del Daghestan, i turchi si ripresero e i russi furono fermati e costretti a ritirarsi.

Mentre la guerra si inaspriva, e mentre i russi da soli si trovavano a combattere contro tre eserciti dei quali due tra le maggiori potenze d'Europa, l'Austria prendeva le sue funeste decisioni.

Édouard Drouyn de Lhuys
In Europa centrale, intanto, il ministro degli Esteri austriaco Buol, dopo aver firmato un accordo di alleanza con la Prussia (20 aprile 1854), determinò  che un ingresso dell'Austria in guerra al fianco di Francia e Gran Bretagna fosse imminente. Buol prese contatti con il ministro degli Esteri francese Édouard Drouyn de Lhuys e ai primi di luglio del 1854 furono redatti i 4 punti che dominarono il corso diplomatico della guerra. I “Quattro punti”, dei quali i primi due erano (momentaneamente) molto favorevoli all'Austria, dovevano essere accettati dalla Russia affinché si potessero aprire le trattative di pace: 1) I principati danubiani dovevano essere protetti da una garanzia europea; 2) La navigazione sul Danubio doveva essere libera; 3) Le restrizioni all'accesso di navi da guerra europee nel Mar Nero previste dalla Convenzione degli stretti del 1841 dovevano essere riviste; 4) I russi dovevano abbandonare le loro pretese di protettorato sui sudditi cristiani della Turchia.
Quando, due mesi dopo, iniziarono le operazioni militari in Crimea, dei quattro punti solo il terzo appariva da ottenere completamente poiché gli altri erano stati, tacitamente o meno, già accettati dalla Russia la quale si trovava in difficoltà. La guerra nella penisola di Crimea fu combattuta quindi per il terzo punto e sulla questione della potenza navale russa nel Mar Nero e nel Mediterraneo, questione importante soprattutto per i profitti delle potenze europee e solo secondariamente per la Turchia e il Vicino Oriente.
Con lo stallo militare seguito alla battaglia di Inkerman, il ruolo dell'Austria divenne più importante. Gli alleati, infatti, per continuare con qualche probabilità di successo l'assedio di Sebastopoli avevano bisogno della minaccia di un'azione austriaca contro la Russia, di modo che il grosso dell'esercito dello Zar rimanesse in Galizia.
La Russia intanto non aveva ancora formalmente accettato i quattro punti e il 22 ottobre, L'Austria, allo scopo di concludere un accordo con gli alleati per costringere la Russia a farlo, mobilitò l'esercito contro lo Zar. Il 28 novembre i russi si trovarono costretti a cedere sui quattro punti e il 2 dicembre l'Austria firmò un trattato di alleanza con Francia e Gran Bretagna. Tale accordo, che conteneva ancora la clausola che avrebbe obbligato l'Austria ad entrare in guerra se la Russia non avesse accettato i quattro punti, fu esclusivamente un gesto politico.
Nonostante ciò, la Francia, che premeva per un aiuto diretto dell'Austria, concluse il 22 dicembre 1854 con quest'ultima un accordo segreto impegnandosi a mantenere lo status quo nella penisola Italiana nel caso di collaborazione austriaca nel Vicino Oriente. Tale accordo spinse la Francia a chiedere al Regno di Sardegna di non approfittare di un eventuale impegno dell'Austria in oriente. Anzi, una decisione piemontese di inviare un contingente nel Vicino Oriente avrebbe rafforzato gli alleati e dato "sicurezza" all'Austria.
L'Austria , così facendo, stroncò di netto le vecchie alleanze tradendo l'alleata che aveva contribuito alla salvezza dell'Impero stesso.
Con la minaccia austriaca, la Russia, continuò a combattere senza poter concentrare tutte le sue forze sul fronte orientale.
Durante l'assedio di Sebastopoli si svolse a Vienna dal 15 marzo 1855 una conferenza fra Austria, Francia, Gran Bretagna, Russia e Turchia, durante la quale si capì che i russi non avrebbero accettato una limitazione della loro flotta. La Gran Bretagna chiese dunque alla Russia in quale modo intendeva rispettare il 3° dei “Quattro punti”, quello sulla revisione del trattato del 1841 che regolava gli equilibri navali del Mar Nero. Il rappresentante russo decise di scrivere a San Pietroburgo e il 2 aprile la conferenza fu sospesa. Quando riprese, il 17, Francia e Gran Bretagna proposero alla Russia la “neutralizzazione” del Mar Nero: tutte le navi da guerra russe e turche dovevano scomparire. La Russia non accettò.
Alexandre Walewski
Venendo incontro alla Russia, il ministro degli Esteri austriaco Buol propose una flotta russa di pari forza rispetto a quella di prima della guerra e la possibilità per le navi francesi e inglesi di entrare nel Mar Nero per bilanciarla. Il 16 aprile, però, Napoleone III era arrivato a Londra dove era stato accolto entusiasticamente e dove si convinse che l'alleanza della Gran Bretagna valeva la pena di una guerra seria. Sulla proposta austriaca, appoggiata anche dal ministro degli Esteri francese Drouyn, Napoleone III dapprima fu esitante poi, sentiti l'ambasciatore inglese Cowley  e il ministro della Guerra Vaillant, si rifiutò di presentarla alla Russia. Drouyn si dimise e al suo posto fu nominato Alexandre Walewski (che era per la pace a tutti i costi).
Quando la conferenza di Vienna si riunì di nuovo, il 4 giugno, l'ambasciatore russo Gorčakov rifiutò ogni limitazione della flotta russa e i rappresentanti occidentali ruppero le trattative. L'Austria, ora, avrebbe potuto attaccare la Russia, ma il governo decise per la neutralità e l'esercito austriaco fu smobilitato il 10 giugno: l'alleanza di Francia e Austria era durata meno di 6 mesi , ma quei 6 mesi bastarono a spezzare delle alleanze vitali per l'Impero d'Austria.

Arrivò così la Caduta di Sebastopoli, la sconfitta della Russia e il Congresso di Parigi.


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Charles de Morny
La diplomazia, che aveva continuato ad operare machiavellicamente per tutto il corso della guerra, nell'estate del 1855 mise in campo Charles de Morny un grande industriale e speculatore francese che vedeva nella Russia un buon terreno per i suoi affari e per quelli della Francia. Costui entrò in contatto con i russi e tentò di indurli ad un accordo.
I francesi, accertatisi per mezzo di Morny delle condizioni che i russi avrebbero accettato, le suggerirono al ministro degli Esteri austriaco Buol, ed infine le presentarono agli inglesi. Queste condizioni, concordate fra Buol e i francesi il 14 novembre 1855, erano una versione più accurata dei Quattro Punti. Buol aveva corretto il primo punto a favore dell'Austria, stabilendo che la Russia doveva cedere la Bessarabia meridionale in modo da essere allontanata dal Danubio; mentre al terzo punto andò la clausola di smilitarizzare il Mar Nero, sia da parte russa che da parte turca.
Su queste basi l'Austria inviò un ultimatum alla Russia il 15 dicembre. La Russia rispose cercando di prendere tempo, ma Buol il 5 gennaio 1856 rifiutò la risposta. Il 15 si tenne in Russia il consiglio della corona decisivo nel quale il ministro degli Esteri Nessel'rode convinse i presenti ad accettare incondizionatamente le proposte austriache.
Gli inglesi insistettero su una rapida convocazione del congresso di pace per essere liberi di minacciare una ripresa della guerra in primavera. I preliminari di pace furono firmati il 1º febbraio 1856. La guerra di Crimea era finita. Essa aveva avuto risultati incerti nel Vicino Oriente, ma decisivi in Europa: aveva infranto la tradizionale alleanza conservatrice e controrivoluzionaria tra l'Impero d'Austria e l'Impero Russo , mentre l'ordine dettato  dal Congresso di Vienna quarant'anni prima iniziò ad essere messo palesemente da parte.


Il Congresso di Parigi
Il congresso di pace per la Crimea si riunì a Parigi dal 25 febbraio al 16 aprile 1856 e stabilì le clausole per l'autonomia di Moldavia e Valacchia che, private del protettorato russo, rimanevano formalmente nell'Impero Ottomano al quale venne anche assicurata l'integrità territoriale. Il trattato che ne scaturì dispose la smilitarizzazione del Mar Nero e la cessione da parte della Russia della zona della foce del Danubio (Bessarabia meridionale) a favore della Moldavia. Durante il congresso il liberale Primo ministro del Regno di Sardegna Cavour ottenne che per la prima volta in una sede internazionale si ponesse la così detta (e inesistente) "questione italiana", avviando quel processo rivoluzionario che porterà alla seconda guerra unitarista del 1859.
La guerra di Crimea venne gestita nel peggiore dei modi dal governo di Vienna: non fu solo la Russia a perderci con l'esito della guerra , ma anche l'Austria che l'avrebbe compreso solo negli anni a venire.
Francesco Giuseppe I d'Austria

Come abbiamo visto, già all’inizio del suo governo , nel 1854, il giovane imperatore Francesco Giuseppe (ed il suo ministro) rifiutò di partecipare alla guerra contro gli Ottomani nel conflitto di Crimea (1853-56), rifiuto che pesò doppiamente. Accetto di collaborare con potenze aventi interessi diametralmente opposti all'Impero. La Russia, come seconda grande potenza autocratica e antirivoluzionaria, perseguiva lo smembramento dell’impero musulmano in Europa, storico nemico del Cristianesimo. E, come detto nella parte precedente, aveva pure contribuito in larga misura alla salvezza della monarchia austriaca nella rivoluzione del 1848 contro le agitazioni sovversive in Ungheria.
In definitiva , nel rifiuto di Francesco Giuseppe di contraccambiare l’aiuto russo si può individuare la radice delle alleanze nella prima Guerra mondiale. La Russia si dichiarò nemica dell’Austria.






Fine Parte Quinta...


Fonte:

http://circolopliniocorreadeoliveira.blogspot.it/


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  • Scritto da:

    Presidente e fondatore A.L.T.A. Amedeo Bellizzi.