domenica 26 ottobre 2014

L'Impero degli Asburgo: suoi principali errori politici (Parte Seconda)



La situazione socio-politica dopo la Pace di Vestfalia fino alla fine del secolo XVII


Il Sacro Romano Impero dopo la pace di Vestfalia del
1648.

Dopo la pace di Vestfalia negli Stati del Sacro Romano Impero il rafforzamento del potere dei Principi territoriali andò a svantaggio dell’Imperatore e della dieta Imperiale, baluardo del Cattolicesimo nel Sacro Romano Impero. Al sud i ceti territoriali , negli Stati ancora Cattolici , avevano ancora notevoli poteri e mantenevano una certa fedeltà all'Imperatore, ma in altri Stati , dove l'eresia protestante aveva avvelenato le menti e lo spirito, la centralizzazione delle funzioni militari, economiche e amministrative  si rafforzò  nelle mani dei Principi di pari passo con le loro ambizioni contro il potere imperiale. Il modello in cui meglio si realizzò il processo di ambizione contro la Corona Imperiale era  quello del  Brandeburgo-Prussia del protestante  Federico Guglielmo I di Hohenzollern (1640-1688). La tappa importante nell’ascesa della Prussia fu la Pace di Oliva: la Prussia venne annessa al Brandeburgo. 
La Pace di Vestfalia , come detto nella precedente parte , fu un grande trionfo del protestantesimo. Le potenze cattoliche, eccettuata la Francia, rimasero straordinariamente indebolite e furono trattate con sufficienza. Venne proclamato definitivamente il principio dell'indifferentismo religioso, che portò all'illuminismo e al razionalismo del secolo XVII e XVIII. Papa Innocenzo X, come si è potuto constatare nel dettaglio nella precedente parte di questo lavoro,  elevò una solenne protesta contro le disposizioni di quel trattato di pace, che si opponeva gravemente ai diritti della Chiesa. Dal punto di vista politico, la Casa d'Austria uscì dall'accordo profondamente umiliata ed il suo potere fu straordinariamente ridotto, mentre le potenze protestanti, in particolare la Svezia, furono favorite.

Leopoldo I del Sacro Romano Impero

Intanto , la  Monarchia asburgica , retta dal Sacro Romano Imperatore Leopoldo I , iniziava una fase di "stacco" dal mondo tedesco che da secoli reggeva per "consolidare" il suo governo in aree sotto il suo diretto controllo.  Ferdinando III aveva unificato, mantenendone però le peculiarità,  i Ducati austriaci e il Regno di Boemia sotto il profilo di un comune sentimento di appartenenza alla comunità politica della Corona Imperiale e della Chiesa Cattolica. Ferdinando III e Leopoldo I  si posero anche l’obbiettivo di rafforzare l’amministrazione pubblica e di formare un esercito permanente nei loro diretti territori , mentre gli Stati del S.R.I. , raggiunta una quasi totale indipendenza dall'Imperatore, decidevano singolarmente.
L’Ungheria era uno di quei territori in cui la Corona degli Asbuyrgo concentrò i suoi nuovi interessi . La dinastia asburgica regnava nel paese solo in virtù di un unione personale; la sua autorità era elettiva e revocabile; la potente nobiltà del paese vigilava sulla sua costituzione e le eventuali prevaricazioni monarchiche; lo ius resistendi, il diritto di reagire con la forza al mancato rispetto monarchico dei privilegi ungheresi legittimava le rivolte nobiliari. Il problema che rappresentò l'Ungheria al tempo di Leopoldo I era intrecciato con il rapporto tra la monarchia asburgica e gli ottomani. Nel 1660 la Transilvania insorse contro il dominio turco: gli ottomani ebbero la meglio e si diressero verso Vienna ma a 100 Km dalla capitale vennero sconfitti dalle truppe Imperiali. L’intervento dell’esercito asburgico era dettato anche dal disegno di Leopoldo di opporsi all'aristocrazia magiara che negli ultimi tempi dava segni di instabilità  nei confronti della monarchia a causa delle eresie che in quelle terre si erano diffuse. Il sovrano annullò tutti i privilegi politici di cui godevano i nobili ungheresi e diede il via a delle misure di forte contenimento delle minoranze protestanti che avevano già cominciato a degenerare la società. La reazione fu la rivolta dei magiari filo-protestanti nel 1678 che furono appoggiati dai turchi. Nel 1683 Vienna fu assediata dagli Ottomani . Le truppe austro-polacche ebbero però la meglio e allontanarono il pericolo ottomano da Vienna e dall'Europa. Nel 1699 con la pace di Carlowits i turchi cedettero agli Asburgo l'Ungheria e la Transilvania, Leopoldo I ottenne dagli stati magiari il consenso alla dinastia asburgica come monarchia non più elettiva ma ereditaria potendo così tenere sotto controllo la delicata situazione sociale senza intaccare al tempo stesso le peculiarità del Paese.

Giuseppe I , negli abiti imperiali come
Re d'Ungheria
Il figlio di Leopoldo I , Giuseppe I , venne affidato dal padre a Karl Theodor Otto di Salm, governante di un piccolo Principato nei pressi del Reno, di "fede" protestante e studioso di filosofia. Questo fatto aveva suscitato grande scalpore, in quanto quella era per l'appunto l'epoca in cui la Chiesa di Cristo stava opponendosi al dilagare dell'eresia . L'eresia protestante che il nuovo tutore del futuro imperatore aveva abbracciato preoccupò in particolare i Gesuiti, che lo accusarono di essere segretamente un giansenista: una sorta di "cattolico conciliare vaticanosecondista" ante litteram.
Lo studio della politica, però, gli veniva impartito direttamente da suo padre l'Imperatore, che cercò sempre più di avvicinarlo agli ambienti della politica.
Il suo  "particolare" insegnante di religione , Franz Ferdinand von Rummel , aveva spinto Giuseppe I a considerare la possibilità di mantenere separata la religione dallo stato, il che non fece altro che acuire le distanze con alcuni ambienti Cattolici che rappresentavano da secoli il corpo intermedio per eccellenza dello Stato.   Anche l'insegnante di storia e politica, Wagner von Wagnerfels, di spirito illuminista,  tentò di farlo propendere ad una minore influenza religiosa nelle sue decisioni politiche.
Giuseppe sapeva bene che il mantenere questo atteggiamento gli avrebbe resi invisi molti ambienti di corte e non solo , ma riteneva, per via dei convincimenti inculcatigli da educatori dalle menti sovversive ,  che tale politica fosse da perseguire in quanto il governo di uno stato doveva dichiararsi indipendente da una qualsiasi influenza religiosa che lo avrebbe portato in un modo o nell'altro ad attuare presunte ingiustizie e discriminazioni. Così il giovene crebbe e si formò, e così si aprirono le porte della politica asburgica del secolo XVIII.


La politica asburgica nello sfondo della Guerra di Successione Spagnola, Polacca e Austriaca.



 
Guerra di Successione Spagnola:

Carlo II di Spagna


Il 1º novembre 1700 morì Carlo II di Spagna, da tempo malato. Cinque giorni dopo, per disposizione testamentaria del defunto Re, veniva proclamato nuovo Re di Spagna il Duca Filippo d'Angiò, nipote di Luigi XIV di Francia e della di lui defunta moglie , e sorellastra di Carlo II , Maria Teresa d'Asburgo di Spagna , il quale assumeva in piena legittimità il nome di Filippo V di Spagna. A causa delle pessime condizioni di salute in cui versava Carlo II fin dalla nascita, già molto tempo prima che egli morisse , le grandi monarchie d'Europa, e in special modo il Regno di Francia e gli Asburgo d'Austria, avevano cominciato ad avanzare varie ipotesi di successione, ratificate in accordi segreti.

Molte delle dinastie regnanti al momento vantavano parentele con l'illustre e umile Carlo II . Le protestanti Olanda ed Inghilterra avidamente desideravano di dividersi l'immensa eredità: territori in Nord Africa, in America ed in Asia, Regno di Napoli e di Sicilia, il Ducato di Milano, lo Stato dei Presidii, il Marchesato di Finale, le Baleari, Gibilterra, i Paesi Bassi, il Regno di Sardegna. La Spagna, benché indebolita dai numerosi nemici (in particolare Olanda e Inghilterra) , aveva a disposizione un'estensione territoriale tale da allettare le altre nazioni europee con la prospettiva di vantaggiosi traffici commerciali. Tutte le ipotesi formulate avevano quindi come obiettivo principale lo smembramento della grande potenza economica e militare della Spagna.
 L'Impero spagnolo,  unendosi integralmente ad un qualunque dei troni delle grandi potenze europee, avrebbe fatto spostare certamente l'asse dell'equilibrio politico-militare ed economico a favore di quest'ultimo. Queste condizioni resero difficilmente governabile il rapporto tra gli stati e impossibile il mantenimento della pace visto lo stato di cose sviluppatosi tra il 1517 ed il 1648. Legittimamente, l'eredità sarebbe toccata all'infanta di Spagna Maria Teresa , moglie di Luigi XIV, la quale aveva, però, rinunciato per se alla successione, prima di morire nel 1683. Ma il testamento di Carlo II di Spagna parlava chiaro : l'erede e suo successore doveva essere Filippo , Duca d'Agiò .
Filippo d'Angiò

Ad avanzare pretese sul Trono di Spagna c'erano poi l'imperatore Leopoldo I, cognato di Carlo II e Capo del ramo austriaco degli Asburgo, e il principe elettore di Baviera, nonché il Duca Vittorio Amedeo II di Savoia. Carlo II d'Asburgo, nel fare testamento, adottò proprio l'unica soluzione rigettata unanimemente da tutti gli altri ambiziosi regnanti, seppur vincolata alla rigida, formale e sostanziale separazione delle relative corone francese e spagnola: lasciare indivisa la propria eredità nelle mani di un solo sovrano, in questo consigliato dalla moglie Maria Anna di Neuburg e dai consigli degli inviati papali.
Poiché il designato Filippo d'Angiò, sostenuto dal nonno Re di Francia, non avrebbe giustamente mai rinunciato ai benefici testamentari di cui era stato gratificato da Carlo II, e dal momento che nemmeno le altre parti che erano contrarie al testamento volevano rinunciare alla loro fetta , fu inevitabile il ricorso alle armi. Il conflitto ebbe inizio con la grande alleanza dell'Aja del 7 settembre 1701, con la quale la protestante Inghilterra e i Paesi Bassi , con la Cattolica  Austria, si impegnavano ad impedire che le volontà testamentarie del defunto Re di Spagna trovassero definitiva e legittima attuazione.

L'alleanza dell'Aja, in funzione antifrancese ed antispagnola si dimostrò deleterio per i paesi appartenenti all'area germanica e quindi al Sacro Romano Impero. Infatti, la frattura che si creò all'interno dell'Impero portò l'ambizioso e protestante Brandeburgo, da poco elevato al rango di regno col nome di Prussia, ed alcuni altri stati, a dare il loro appoggio agli Asburgo e ai suoi alleati, mentre gli elettori di Colonia e della Baviera si schierarono apertamente con la Francia. La guerra mobilitò più forze militari di quanto non fosse mai avvenuto in Europa nei secoli precedenti.
Luigi XIV di Francia e Navarra
Luigi XIV di Francia

Luigi XIV occupò le regioni dei Paesi Bassi facenti parte del dominio spagnolo, essendo divenuti beni della dinastia dei Borbone , richiedendo fedeltà da parte dei governatori locali verso la Francia oltre che al legittimo governo di Spagna. Poco dopo furono aboliti i dazi commerciali tra Francia e Spagna, secondo le ambizioni del Re di Francia, e nello stesso tempo furono revocati i privilegi commerciali concessi in passato all'Inghilterra ed all'Olanda nei territori spagnoli.
La guerra ebbe inizio nel 1701, come su detto, con la presa di possesso dei Paesi Bassi spagnoli da parte del Regno di Francia, a cui fece seguito, immediatamente, la controffensiva dell'esercito austriaco nel Nord Italia che, al comando del Duca Eugenio di Savoia, dopo aver sconfitto i francesi nella battaglia di Carpi (Villa Bartolomea) e conquistato tutto il Ducato di Milano, conseguì una seconda schiacciante vittoria nella battaglia di Chiari. Lo stesso anno vide la nascita ufficiale del protestante e ambizioso Regno di Prussia mediante l'incoronazione di Federico III Hohenzollern (1657-1713), Principe elettore di Brandeburgo, che salì al trono con il nome di Federico I di Prussia: nasceva così una nuova potenza militare nell'Impero; potenza la cui ambizione di potere crebbe a dismisura e che presto avrebbe cominciato a divenire avversaria degli Asburgo nel "mondo tedesco" .
L'anno seguente vide l'adesione alla grande alleanza anti franco-spagnola dell'imperatore Leopoldo I del Sacro Romano Impero , con la conseguente formale dichiarazione di guerra alla Francia.

Vittorio Amedeo II di Savoia.jpg
Duca Vittorio Amedeo II di Savoia
Nel 1703 si registrò l'avanzata delle truppe imperiali guidate da Eugenio di Savoia in Renania e in Baviera. Il Portogallo diede la sua adesione alla "Grande Alleanza" e il Duca Vittorio Amedeo II di Savoia, con un meschino rovesciamento di alleanze, passò al campo imperiale ed avviò le operazioni belliche occupando Casale. L'arciduca Carlo d'Asburgo, secondogenito dell'Imperatore Leopoldo, scavalcando il legittimo testamento e volontà di Carlo II di Spagna, venne proclamato dalle potenze Alleate "re di Spagna" al posto del legittimo Re Filippo V.
L'anno seguente si dovette registrare l'occupazione della Savoia da parte dell'esercito francese, mentre, sul fronte opposto, una grande offensiva delle truppe congiunte anglo-imperiali in Germania costò una pesante sconfitta all'esercito franco-bavarese, prima nella battaglia di Donauwörth, poi in quella di Blenheim (13 agosto 1704). Quest'ultima costò al principe elettore di Baviera Massimiliano II Emanuele l'esilio fino al 1715, cui si aggiunse anche l'occupazione della rocca di Gibilterra da parte della flotta inglese al comando di sir George Rooke.
Carlo d'Asburgo in giovane età "re di Spagna"
come Carlo "III"

Un'altra squadra navale inglese, al comando di Lord Peterborough occupò Barcellona nel 1705. Questa occupazione costrinse la Catalogna, l'Aragona e Valencia a riconoscere l'arciduca Carlo d'Asburgo come re di Spagna con il nome di Carlo III, il quale pose la nuova capitale proprio a Barcellona. Nello stesso anno morì l'imperatore Leopoldo I e gli succedette il figlio primogenito Giuseppe I, ma l'avvicendamento della corona imperiale non portò alcun mutamento nella strategia perseguita fino a quel momento da Leopoldo.
Il 1707, vide gli Stati italiani sotto il controllo imperiale , e vide anche un recupero dell'alleanza franco-ispanica sul piano strettamente militare, con il fallimento dell'assedio di Tolone da parte di Eugenio di Savoia e la sconfitta delle truppe anglo-portoghesi nella battaglia di Almansa (Spagna). Questi avvenimenti consentirono a Filippo V di riconquistare Madrid e gran parte della Spagna.

L'esercito anglo-imperiale, l'anno successivo, riprese le operazioni belliche nei Paesi Bassi spagnoli e inflisse ai francesi una cocente sconfitta nella battaglia di Oudenaarde (11 luglio 1708) nel Belgio orientale, conquistando la città di Lilla. Sul fronte della guerra sui mari si dovette registrare anche l'occupazione delle isole di Minorca e della Sardegna da parte della flotta inglese. Nella penisola italiana , le truppe imperiali  tentarono tenacemente di mantenere il controllo dei territori.
Nel 1709  Luigi XIV , scosso dalle ultime sconfitte, tentò di riprendere le trattative di pace all'Aja. Ma, ancora una volta, le clausole imposte dagli alleati furono tanto inaccettabili da indurre il monarca francese ad abbandonare nuovamente i negoziati di pace. La qual cosa, però, costò la ripresa delle operazioni militari nei Paesi Bassi spagnoli ad opera delle truppe inglesi e imperiali con la conquista della città di Tournai. I francesi furono nuovamente sconfitti, ancora una volta da Eugenio di Savoia e dal Duca di Marlborough, nella sanguinosissima battaglia di Malplaquet (11 settembre 1709) dopo di che la città di Mons cadde nelle mani dell'Alleanza.
Tuttavia, nonostante queste numerose vittorie della Grande Alleanza, Carlo d'Asburgo, rientrato a Madrid per rioccupare il trono che non gli spettava , fu nuovamente scacciato da Filippo V  a seguito della vittoriosa battaglia di Villaviciosa, combattuta il 10 dicembre 1710, nella quale le truppe franco-spagnole erano comandate dallo stesso Filippo e dal Granduca di Vendôme, Luigi Giuseppe di Borbone.
Quando tutto lasciava presagire una definitiva sconfitta della Francia che avrebbe trascinato con sé anche il designato nuovo legittimo Re di Spagna Filippo V, nel 1711 si registrò una svolta politica inaspettata e decisiva per la risoluzione del conflitto. Moriva, infatti, l'Imperatore Giuseppe I e gli succedeva il fratello già pretendente al trono di Spagna, l'arciduca Carlo d'Asburgo, col nome di Carlo VI del Sacro Romano Impero.
File:Charles VI du Saint-Empire.jpg
Carlo VI del Sacro Romano Impero
Questa nuova circostanza indusse alcune potenze della Grande Alleanza antifrancese a prendere in considerazione l'ipotesi di non appoggiare più l'Asburgo nella sua pretesa al trono di Spagna, bensì il legittimo Re. La motivazione era fin troppo evidente ed era dettata dal fatto che gli Asburgo, già regnanti in Austria, Boemia e Ungheria ed in possesso della corona imperiale, se avessero avuto nelle mani anche la Spagna e tutti i suoi possedimenti, avrebbero superato grandemente in potenza l'Impero di Carlo V, cosa assai scomoda , per esempio, all'Inghilterra che da questa guerra aveva abbondantemente lucrato e che non aveva nessuna intenzione di favorire un così ponderale accrescimento della potenza asburgica.
L'apertura dei negoziati di pace ebbe come effetto immediato la sottoscrizione di una tregua tra la Francia e l'Inghilterra cui diede la propria adesione anche l'Olanda, soprattutto dopo che le truppe austro-olandesi erano state sconfitte dai francesi nella battaglia di Denain (24 luglio 1712), ove Eugenio di Savoia dovette registrare la sua prima sconfitta in tutta la guerra  ad opera del maresciallo francese De Villars. Nel mese di novembre dello stesso anno, Filippo V, ripreso nuovamente il controllo della Spagna, rinunciò formalmente ad ogni pretesa alla corona di Francia.
Dopo lunghe e laboriose trattative, protrattesi per circa un anno, il 13 luglio del 1713 fu firmato il trattato di pace di Utrecht tra la Francia, da una parte, e l'Inghilterra, il Portogallo, la Prussia, l'Olanda e la Savoia, dall'altra, che metteva, così, fine alla guerra di successione spagnola.

Gli impegni assunti a Utrecht furono i seguenti:
  1. Filippo d'Angiò veniva riconosciuto legittimo re di Spagna (quale già era) con il nome di Filippo V, ma la sua corona veniva separata da quella di Francia.
  2. La Spagna cedeva all'Austria i Paesi Bassi spagnoli, il Regno di Napoli e quello di Sardegna, nonché il Ducato di Milano e lo Stato dei Presidii in Toscana.
  3. La Spagna cedeva all'Inghilterra la rocca di Gibilterra e l'isola di Minorca nelle Baleari.
  4. La Francia cedeva all'Inghilterra i territori nordamericani di Terranova, l'Acadia e la Baia di Hudson. Inoltre si impegnava a non appoggiare più le rivendicazioni dei cattolici Stuart , legittimi sovrani d'Inghilterra , Scoia e Irlanda  al trono espellendo Giacomo III dalla Lorena e riconoscendo quale re d'Inghilterra l'usurpatore Guglielmo d'Orange, marito di Maria, figlia primogenita del defunto Giacomo II.
  5. Agli olandesi veniva concesso il diritto di costruire fortificazioni militari lungo il confine tra i Paesi Bassi  spagnoli, ora austriaci, e la Francia.
  6. Al Duca Vittorio Amedeo II di Savoia venne assegnato il Regno di Sicilia con il relativo titolo regio, nonché Casale e tutto il Monferrato, parte della Lomellina e la Valsesia.
  7. Il Ducato di Mantova (gli ex domini gonzagheschi) rimaneva all'Austria.
  8. La regione della Gheldria veniva ceduta alla Prussia
  9. La Spagna cedeva all'Inghilterra l'asiento de negros, ovvero il monopolio del commercio degli schiavi africani verso l'America, nonché il cosiddetto vascello di permissione, ovvero l'autorizzazione ad un vascello inglese di attraccare una volta l'anno in uno dei porti dell'America meridionale.
Per poter mettere definitivamente la parola fine alla guerra di successione spagnola, era necessario, però, che anche l'Austria sottoscrivesse il trattato di pace con la Francia: ciò avvenne il 6 marzo 1714 nella città di Rastadt.
La politica asburgica, anche se non era riuscita a prendere possesso di tutti i domigni spagnoli, aveva considerevolmente allargato i propri possedimenti . Tutto ciò può sembrare tutto fuorché un errore politico ad un occhio inesperto: l'atteggiamento dimostrato dalla politica imperiale , scavalcando le legittime disposizioni di Carlo II di Spagna e aderendo ad una inutile guerra che andò a maggior vantaggio dell'Inghilterra e delle potenze avverse al potere imperiale , dimostrarono una marcata propensione al mero potere e non più, come avveniva nei secoli d'oro dell'Impero, una dedizione al grande compito di guida politica Cattolica d'Europa.




Guerra di Successione Polacca:


L'Europa nel 1713, dopo il trattato di Utrecht
All'indomani della firma dei trattati di Utrecht (1713) e Rastadt (1714) che avevano messo fine alla guerra di successione al Regno di Spagna, si aprì un ventennio caratterizzato da grande instabilità nei rapporti tra tutte le potenze europee appena uscite dal decennale conflitto. L'instabilità era dovuta essenzialmente al fatto che gli accordi sottoscritti avevano comunque lasciato insoddisfatti quasi tutti i firmatari, anche se per ragioni diverse. Infatti, mentre alcune nazioni avevano interesse al mantenimento della pace fondata sugli impegni di Utrecht e Rastadt anche per rinstaurare le spossate finanze, come nel caso del Regno di  Francia, o consolidare i vantaggi economico-commerciali raggiunti, come nel caso della Gran Bretagna e dell'Olanda; altre, invece, come la Spagna e l'Austria, seppur per ragioni ancora diverse, tendevano a rimettere in discussione una buona parte degli impegni sottoscritti.
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Elisabetta Farnese
La Spagna, per mano del nuovo primo ministro cardinale Alberoni, aveva adottato una politica aggressiva verso gli altri paesi cofirmatari dei trattati e le motivazioni che l'avevano spinta a tanto erano essenzialmente due. Innanzitutto l'insoddisfazione del nuovo Re per la perdita di tutti i possedimenti europei, territori che gli spettavano di diritto e che il conflitto precedente gli aveva strappato via in cambio di un riconoscimento che sul piano legittimo era inutila dal momento che lui era l'erede designato dal principio. La seconda ragione risiedeva nel fatto che la regina, Elisabetta Farnese, aveva avuto da Filippo V due figli, Carlo e Filippo, ai quali era preclusa ogni possibilità di successione al trono, privilegio spettante, infatti, soltanto ai figli avuti dal sovrano nel suo precedente matrimonio con Maria Luisa Gabriella di Savoia, figlia terzogenita di Vittorio Amedeo II. Questa preclusione spingeva la nuova regina di Spagna, ultima del suo casato,  a cercare di procurare un degno futuro ai propri legittimi figli, possibilmente mediante il parziale recupero dei territori spagnoli ceduti a conclusione della guerra di successione.
L'Austria, dal canto suo, era agitata da un altro problema, quello della successione al trono, dovuto al fatto che Carlo VI intendeva assicurare non solo il diritto di successione alla propria discendenza diretta, ma anche eventualmente secondo una linea femminile, contrariamente a quanto avvenuto sempre in passato. Questo problema fu risolto da Carlo VI nell'anno 1713 attraverso l'emanazione di una "prammatica sanzione" mediante la quale, sconvolgendo proprio tutti i consolidati accordi interni della casa d'Asburgo, trasferiva la linea di successione alla propria discendenza, anche per via femminile. La qual cosa richiedeva, comunque, un riconoscimento interno all'Impero ed internazionale, per ottenere il quale Carlo VI fu costretto a fare molte concessioni nel corso delle numerose trattative diplomatiche che caratterizzarono il suo regno.
Questa instabilità politica e diplomatica si manifestò comunque attraverso una serie di conflitti di portata piuttosto limitata, tali cioè da non coinvolgere tutti gli Stati d'Europa contemporaneamente, così come era avvenuto per il grande conflitto precedente. La Spagna fu la prima a muoversi sul piano militare, occupando prima la Sardegna, sotto governo degli Asburgo, poi la Sicilia territorio sotto governo sabaudo di recente acquisizione. Questa iniziativa provocò la formazione di una triplice alleanza (1717), del tutto atipica, tra il Regno di Francia, Regno Unito e l'Olanda, cui si aggiunse successivamente anche l'Austria. L'alleanza un anno dopo diede i suoi primi risultati, mediante il conseguimento di un'importante vittoria a Capo Passero, dove la flotta spagnola fu pesantemente sconfitta (1718).
Nello stesso anno la guerra ebbe fine con la pace di Londra e vi fu un cambio territoriale tra Asburgo e Savoia: ai primi andò il Regno di Sicilia (più ricca rispetto all'isola sarda) e il titolo regio di Vittorio Amedeo II cambiò da Re di Sicilia (trattato di Utrecht) a Re di Sardegna. Per il resto non si ebbero altri sostanziali cambiamenti del trattato di Rastatt (1714).
Luigi XV di Francia ventenne

Questa nuova situazione provocò il riavvicinamento tra Filippo V e Luigi XV che avrebbe dovuto essere suggellato dal matrimonio di Luigi con una delle figlie del re di Spagna e, contemporaneamente, con l'ufficializzazione dell'appoggio della Francia alle legittime pretese di Don Carlo sul Ducato di Parma e Piacenza, e del Granducato di Toscana.
Neanche questo accordo produsse effetti concreti, a causa del venir meno delle programmate nozze. La conseguenza fu un riavvicinamento della Spagna all'Austria, sterile anch'esso. Gli interessi spagnoli in Italia, infatti, mal si conciliavano con la volontà degli Asburgo di mantenere il loro governo su diversi Stati della penisola.
A questo ulteriore fallimento di alleanza, altri ne seguirono, fino a che, nel 1731, con l'estinzione della dinastia Farnese, il Ducato di Parma e Piacenza passò legittimamente nelle mani di Don Carlo in forza del trattato di Siviglia del 1729, sottoscritto tra la Francia, la Spagna e l'Inghilterra. La qual cosa provocò l'intervento militare austriaco e il Ducato venne occupato dalle truppe asburgiche.
Questa occupazione non produsse, però, alcuna significativa conseguenza sul piano militare, per il rifiuto dell'Inghilterra di intervenire nella vicenda, dato che non v'era guadagno,  e il conseguente disimpegno della Francia, dettato dall'intuizione della diplomazia francese che vi fosse un tacito accordo tra la Gran Bretagna e l'Austria. Il disimpegno contemporaneo della Francia e della Gran Bretagna consentì l'accordo tra la Spagna e l'Austria in forza del quale l'Austria cedeva l'eredità di Parma, Piacenza e della Toscana a Don Carlo, in cambio del riconoscimento della prammatica sanzione da parte della Spagna.
Due primi obiettivi erano stati raggiunti: Elisabetta Farnese aveva finalmente ottenuto un trono per il suo primogenito e Carlo VI si era assicurato il riconoscimento della successione della figlia Maria Teresa da parte della Spagna, anche se, formalmente, questo accordo non era stato ancora sottoscritto.
Ritratto di Louis de Silvestre
Augusto II di Polonia

Mentre avevano luogo questi avvenimenti, si apriva un altro grave contenzioso tra tutte le maggiori potenze d'Europa, questa volta anche con il coinvolgimento dell'Impero Russo e del Regno di Prussia. La vicenda, nota come "guerra di successione polacca", prese avvio nell'anno 1733 con la morte di re Augusto II appartenente alla dinastia Wettin.
In Polonia, con la morte senza eredi legittimi di Sigismondo II Augusto di Polonia, avvenuta nell'anno 1572, si era estinta la dinastia Jagelloni che regnava sul trono polacco da circa due secoli, e aveva preso avvio il periodo cosiddetto dei Re eletti, essendo stata soppressa l'ereditarietà dinastica. In questo arco di tempo si alternarono sovrani appartenenti alle dinastie Valois, Vasa, Sobieski, Wettin, Poniatowski, i quali venivano eletti da una Dieta ad ogni apertura di successione, coincidente con la morte del sovrano.
 Ben si comprende come la successione di Augusto II di Sassonia in Polonia, fosse ben diversa da quella di Carlo II in Spagna. In Polonia l’interesse delle dinastie regnanti in Europa era, invece, quello di installare sul trono un monarca che facesse gravitare il suo regno in una certa zona di influenza piuttosto che in un'altra e che, al momento opportuno, in caso di conflitto o di negoziati diplomatici aumentasse il peso di un'alleanza piuttosto che di un'altra. In altri termini, si trattava di installare sul trono polacco un monarca a "sovranità limitata", ovvero, sotto tutela.
La situazione politica europea dell'anno 1733 vedeva schierati da una parte la triplice alleanza costituitasi nell'anno precedente tra la Zarina di Russia Anna Ivanovna, il Re di Prussia Federico Guglielmo I e la Casa d'Austria rappresentata da Carlo VI d'Asburgo. Questa alleanza era conosciuta anche come "trattato delle tre aquile nere". Dall'altra, l'alleanza tra Luigi XV Re di Francia e Filippo V Re di Spagna,  legati da un  vecchio patto che aveva già visto uniti i rispettivi troni nel corso della precedente "guerra di successione spagnola".
Ritratto di Jean-Baptiste van Loo
Stanislao LesZcZynski

Al momento dell’apertura della successione, la Francia, che aveva mal digerito tutte le concessioni fatte attraverso i trattati di Utrecht (1713) e Rastadt (1714), tentò di recuperare una parte del potere perduto cercando di appoggiare pesantemente la candidatura di Stanislao Leszczyński, del quale Luigi XV aveva sposato la figlia, e che raccoglieva anche il consenso della Dieta polacca: quindi legittimato all'interno della Conferderaione Polacco-Lituana . Ma a questa candidatura si opponeva quella di Federico Augusto II, Elettore di Sassonia, appoggiato dalla triplice alleanza, ma soprattutto dalla Russia, che già da alcuni anni si era affacciata ai confini occidentali del suo impero con lo scopo di far sentire il peso della potenza zarista nel cuore dell’Europa.
Con un'abile manovra il primo ministro francese, cardinale Andrea de Fleury, riuscì a permettere la salita sul trono di Leszczyński, ma l'intervento militare russo costrinse quest’ultimo alla fuga consentendo all'altro candidato Augusto III di Sassonia di insediarsi a sua volta sul trono polacco.
La fuga del candidato francese fu una mortificazione per la stessa Francia che non tardò a reagire scatenando un'offensiva bellica proprio contro l'Austria , sua eterna rivale nonché alleata della Russia. Lo scacchiere era sempre lo stesso: le Due Sicilie , la Renania e la Lorena. Questa volta, però, le operazioni militari si presentavano insoddisfacenti su tutti i fronti e si protraevano stancamente, anche perché Carlo d'Asburgo aveva necessità di farsi riconoscere la Prammatica Sanzione da parte delle altre case regnanti d'Europa, tra cui i Borbone di Francia e Spagna con i quali l'Austria si trovava in guerra.
Don Carlo di Borbone

Carlo d’Asburgo, quindi, più che controbattere, subiva la guerra con la Francia. Ma anche la Francia, avendo compreso che il trono polacco era definitivamente perduto, non aveva più interesse a continuare la guerra all’Austria. Nel 1734 con la riconquista  delle Due Sicilie da parte di Don Carlo, decisa con la battaglia di Bitonto, i Regni di Napoli e Sicilia ritornano indipendenti, dopo oltre due secoli di vicereame prima spagnolo e poi austriaco.
Tutti i contendenti si resero conto che era necessario chiudere le ostilità. Però, mancavano le proposte per aprire i negoziati di pace.
L'occasione si presentò quando fu annunciato il matrimonio tra Francesco Stefano di Lorena e Maria Teresa d'Asburgo. Questa circostanza offrì alla Francia l'opportunità per proporre di assegnare a Stanislao Leszczyński il Ducato di Lorena in cambio del riconoscimento della “prammatica sanzione”, con l’obiettivo, tutt'altro che celato, di evitare che la Lorena e l'Austria restassero sotto il medesimo scettro.
Ma Francesco Stefano era pur sempre il futuro marito dell'erede al trono d’Austria; la qual cosa sconsigliava che egli fosse privato della sua terra d'origine in nome della ragion di stato. L’impasse spinse il Re di Prussia, Federico Guglielmo I, a dichiararsi favorevole alla proposta francese con la variante di assegnare a Francesco Stefano il Granducato di Toscana, quale compenso per la perdita del suo territorio. Le cancellerie delle potenze impegnate nella guerra si attivarono in tal senso e portarono a conclusione il conflitto.
Questi avvenimenti si svolsero nell'arco di tempo tra il 30 ottobre 1735 (data dei cosiddetti preliminari di Vienna) e il 18 novembre 1738 (data del terzo trattato di Vienna) e si conclusero con la Pace di Parigi del 1º giugno 1739 che pose fine alla guerra di successione polacca.
Negli anni successivi alla Pace di Parigi, la Lorena fu progressivamente assorbita nel territorio francese, divenendo una semplice provincia. La Francia perse il controllo di Acadia e Terranova; l'Inghilterra ottenne Acadia, Terranova, Minorca, Gibilterra e il monopolio sugli schiavi negri; gli Asburgo mantennero i Paesi Bassi del Sud e il Ducato di Milano perdendo però le ricche Due Sicilie.
Dopo due anni di azioni belliche, 1734 e 1735, (il 29 giugno 1734, noto come battaglia di San Pietro, avvenuto nei pressi di Parma, e precisamente alla Crocetta: fu una battaglia molto sanguinosa nella quale caddero migliaia di soldati e il comandante supremo austriaco e il 19 settembre 1734 la battaglia di Guastalla), la Francia e l'Austria sottoscrissero il 3 ottobre 1735 un preliminare di pace contenente il riassetto degli Stati italiani.
Gian Gastone dè Medici

Gli accordi prevedevano l'assegnazione del Granducato di Toscana a Francesco III Stefano di Lorena, una volta scomparso Gian Gastone, ultimo rappresentante della dinastia Granducale dei de' Medici, per compensare l'assegnazione della Lorena al Leszczyński.
L'Austria manteneva il porto franco di Livorno ma cedeva a Don Carlo di Borbone lo Stato dei Presidii, il Regno di Napoli e di Sicilia.
Lo stato sabaudo veniva potenziato con l'acquisizione delle Langhe e dei territori occidentali del milanese e veniva autorizzato, inoltre, alla costruzione di piazzeforti nei territori appena conquistati. L'Austria si vedeva riconosciuta la Prammatica Sanzione del 1713 e le veniva concesso il Ducato di Parma e Piacenza.
I preliminari di Vienna del 1735, innanzi descritti, furono recepiti prima nel terzo trattato di Vienna del 1738 e poi nella Pace di Parigi del 1739 che sistemò definitivamente la questione della Lorena.
Un altra guerra evitabile finiva lasciando la casa d'Austria "limitata" territorialmente.

Guerra di Successione Austriaca:


Leopoldo I d'Asburgo, ritratto del 1672
Leopoldo I del Sacro Romano Impero

Nel mese di settembre del 1703, appena due anni prima della sua morte, l'Imperatore del Sacro Romano Impero Leopoldo I decise di modificare le disposizioni che regolavano il diritto di successione al trono d'Austria, introducendo criteri completamente nuovi rispetto a quanto tradizionalmente era stato sempre fatto in passato. I nuovi criteri riguardavano soltanto le norme della successione all'Arciducato d'Austria e ai suoi possedimenti, ma non la successione al titolo imperiale che era di natura elettiva.
Fino a quel momento il diritto di successione spettava soltanto agli eredi di sesso maschile, e cioè ai discendenti maschili in linea diretta, oppure, in mancanza di figli maschi, il diritto passava ai fratelli del sovrano appena defunto, in linea collaterale e in ordine decrescente di età. La successione per via femminile ,era tassativamente esclusa.
Nel nuovo statuto egli restrinse la successione ai propri figli maschi e, in prosieguo, alle figlie femmine del primo maschio, appartenenti sempre alla sua linea diretta, escludendo dalla successione, in tal modo, sia le proprie figlie femmine che tutti i loro discendenti. Leopoldo aveva maturato questa decisione nel clima creatosi in seguito alle dispute sulla successione al trono di Spagna, ove, in mancanza di discendenti diretti di sesso maschile, la corona era passata ad altra dinastia in virtù di vincoli matrimoniali, acquisiti con una discendente Asburgo di sesso femminile.
In altri termini, con le nuove norme intendeva evitare che gli Asburgo d'Austria potessero correre il rischio che, dopo aver perduto il trono che era stato di Carlo V, potessero perdere, prima o poi, anche la corona d'Austria e i possedimenti ad essa legati. In base a questa disposizione di Leopoldo, si può notare quindi come egli preferisse che sul trono d'Austria sedesse un discendente diretto, anche se di sesso femminile, piuttosto che uno di linea collaterale o comunque solo parente non diretto, ancorché maschio.

Giuseppe I nelle vesti di Imperatore del Sacro Romano Impero
Giuseppe I
del Sacro Romano Impero

Nel 1705 l'Imperatore Leopoldo I morì e gli successe Giuseppe I, figlio della terza moglie di Leopoldo Eleonora, Principessa del Palatinato Neuberg. Il suo regno non ebbe lunga durata. Il 17 aprile 1711 Giuseppe morì di vaiolo a soli 35 anni.
Avendo lasciato come superstiti soltanto due figlie femmine, Maria Giuseppa e Maria Amelia, la successione al trono spettò al fratello Carlo, che riuscì a conservare  la corona imperiale prendendo il nome di Carlo VI.
Al momento della sua ascesa al trono, però, Carlo respinse lo statuto emanato dal padre, rifiutando il principio della restituzione della linea di successione alla discendenza diretta del fratello, qualora egli non avesse avuto figli maschi. In altri termini era sua intenzione assicurare il diritto di successione alla sua propria discendenza diretta, a qualunque costo, anche eventualmente seguendo una linea femminile, in assenza di figli maschi: si andò a creare quindi una sorta di "guerra intestina".
A tal fine, nel 1713 emanò la Prammatica Sanzione, mediante la quale dettava le nuove disposizioni per la successione, abrogando quelle leopoldine, anche se lo avevano beneficiato consentendogli di succedere al fratello Giuseppe. Tra le nuove norme vi era anche quella che regolava la successione secondo un rigido principio di primogenitura, femminile in caso di assenza di eredi maschi, principio che era stato sempre rifiutato all'interno della dinastia, ove si era invece privilegiata la successione in linea maschile anche e, forse,  per non rinunciare alla corona imperiale.
La prammatica sanzione era una "bolla", ovvero un decreto regio che conteneva norme di diritto pubblico e che non necessariamente doveva sempre essere ratificato dalla Dieta. In altri termini, era un documento che veniva frequentemente usato nella normale amministrazione dello Stato e per gli argomenti più svariati. Formalmente si trattava di un documento di normale amministrazione, la cui eccezionalità risiedeva nel contenuto.
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Carlo VI del Sacro Romano Impero

Al momento dell'emanazione della prammatica sanzione (19 aprile 1713), il sovrano non aveva ancora avuto figli e il problema della successione non si presentava affatto imminente. Poi, nel 1716, nacque il primogenito Leopoldo, il cui diritto alla successione non fu messo in discussione. Ma la morte improvvisa del piccolo erede al trono, a soli sette mesi di età, nel novembre dello stesso anno, seguita dalla nascita, l'anno successivo, di una femmina a nome Maria Teresa, divenuta primogenita e potenziale erede al trono, fece capire che, per la prima volta dal X secolo, la dinastia si apprestava a perdere la guida maschile, vista la successiva nascita di altre due femmine, Maria Anna e Maria Amalia, con le quali si chiuse la figliolanza di Carlo VI.
Si rese necessario tuttavia che il diritto alla successione che Carlo aveva assegnato alla figlia Maria Teresa mediante la prammatica sanzione, fosse riconosciuto dalle altre dinastie regnanti in Europa. Per ottenere questo riconoscimento egli profuse tutto il suo impegno per gran parte della vita, sia attraverso numerose trattative diplomatiche e sia attraverso veri conflitti armati. Soltanto nel 1739, a conclusione della guerra di successione polacca, l'Imperatore riuscì ad ottenere il tanto agognato riconoscimento, anche se al prezzo del sacrificio dei Regni di Napoli e di Sicilia ceduti a Don Carlos di Borbone, figlio del Re di Spagna, nonché dei territori occidentali del milanese ceduti ai Savoia, e della Lorena ceduta alla Francia.
Tutto lasciava quindi supporre che l'avvicendamento sul trono dell'Arciduchessa Maria Teresa d'Asburgo sarebbe stato tacitamente accettato all'interno del consesso delle grandi poteze europee. Le vicende che si susseguirono  andarono però in tutt'altro modo.
Non appena salita al trono, infatti, alla giovane Maria Teresa fu subito chiaro che i rapporti con le altre potenze sarebbero stati molto difficili e che ben presto avrebbero assunto una connotazione decisamente conflittuale. Nonostante la prammatica sanzione fosse stata riconosciuta sia sul piano interno che su quello internazionale, molti segnali lasciavano intuire che, da più parti, era in atto un "egoistico" ripensamento sul consenso dato, che avrebbe portato, quanto meno, a nuovi negoziati, forse non del tutto indolori.
Carlo Alberto Duca di Baviera, ad esempio, sosteneva un proprio presunto diritto ad una parte dei territori asburgici in virtù di una sua discendenza diretta da una figlia dell'Imperatore Ferdinando I. Filippo V Re di Spagna, invece, si rivolgeva alla giovine Maria Teresa con il titolo di Granduchessa di Toscana; mentre il Principe Elettore del Palatinato, dal canto suo, l'appellava con il titolo di Arciduchessa d'Austria, pur essendo, ella, Regina d'Ungheria e di Boemia. Erano segnali, molto significativi, di un latente conflitto.
Federico II
Federico II di Prussia

Ma, l'azione che diede avvio, di fatto, al conflitto armato per la successione austriaca fu l'iniziativa assunta dall'illuminista Re di Prussia Federico II, che portò all'occupazione militare della Slesia, nel 1740, senza neppure una preliminare e formale dichiarazione di guerra (la dinastia Prussiana rivendicava da circa un secolo alcuni territori slesiani, in precedenza governati). La campagna militare fu condotta con un esercito di circa 90.000 uomini, tra cui 8.000 cavalieri e 3.000 granatieri ottimamente addestrati.
La Prussia, nell'ambito delle grandi potenze europee, era uno stato relativamente piccolo, con poco più di due milioni di abitanti e priva di continuità territoriale, la quale doveva proprio all'Imperatore Leopoldo I il privilegio di essere stata elevata al rango di regno. Fu proprio la Prussia, mediante l'occupazione della Slesia, a dare l'avvio all'opera di erosione dei territori asburgici, che si sarebbe perpetrata ancora nel corso del conflitto, giustificandosi con il fatto che, in tal modo, avrebbe impedito che altre potenze potessero fare altrettanto. In altri termini, la Prussia considerava ufficialmente l'occupazione del Ducato di Slesia come un "atto di difesa" a protezione dei territori asburgici e non un atto di aggressione militare: una giustificazione senza logica apparente se non quella di approfittarsi della situazione creatasi.
L'occupazione della Slesia non fu affatto un atto indolore. L'esercito austriaco tentò di opporsi all'invasione ma nel mese di aprile del 1741 fu sconfitto nella battaglia di Mollwitz, dando così via libera ai prussiani per il loro insediamento nel territorio.
Maria Teresa d'Asburgo in giovane età

L'esordio internazionale di Maria Teresa non fu dei più felici. Infatti, all'iniziativa prussiana, fece seguito una recrudescenza dell'atteggiamento ostile della Francia, che produsse una nuova alleanza con la Baviera dei Wittelsbach, suoi tradizionali alleati, la quale portò all'occupazione di Linz e di Praga per mano di truppe franco-bavaresi, cui si aggiunsero quelle del Duca di Sassonia. Occorre registrare che anche l'iniziativa militare francese ebbe luogo senza essere stata preceduta da alcuna formale dichiarazione di guerra.
L'iniziativa congiunta franco-bavarese, più che quella prussiana, indusse l'Inghilterra a scendere in campo, preoccupata che una eventuale sconfitta austriaca potesse alterare l'equilibrio politico-militare a proprio svantaggio, che era stato  raggiunto in Europa dopo ben due guerre di successione, quella spagnola e quella polacca, a tutto vantaggio della Francia e a danno proprio dell'Inghilterra, il cui scopo principale era la difesa e l'espansione del proprio potere con le rotte commerciali da cui traeva il maggiore sostegno.
Infatti, poiché la Francia era anch'essa una nazione marinara, un suo rafforzamento avrebbe aperto il conflitto anche sui mari e avrebbe messo in crisi la sicurezza dei trasporti inglesi d'oltremare. L'appoggio della Gran Bretagna indusse Maria Teresa a sottoscrivere un accordo con la Prussia, nel quale, in cambio della cessione definitiva della Bassa Slesia, Federico II abbandonava l'alleanza con la Francia. L'accordo fu sottoscritto, segretamente, a Klein Schnellendorf nella seconda metà del 1741, ma ebbe breve durata. Avendo infatti la coalizione franco-bavarese conseguito notevoli successi militari, e data l'insoddisfazione per quanto ottenuto , il Re amico di Voltaire  riprese le ostilità con l'invasione della Moravia e la conquista della città di Olmütz, nel mese di novembre del medesimo anno.
Ritratto di Carlo VII, di Georges Desmarées
Carlo VII del Sacro Romano Impero

Dopo ben tre secoli di ininterrotto possesso, gli Asburgo perdevano la corona imperiale. Nel febbraio del 1742, dopo circa due anni di vacanza, la Dieta di Francoforte eleggeva il Duca di Baviera, Carlo Alberto di Wittelsbach, nuovo Imperatore del Sacro Romano Impero con il nome di Carlo VII. Sebbene la perdita della corona imperiale da parte degli Asburgo fosse una eventualità largamente prevista e annunciata, la non prevista elezione del Duca di Baviera fu una ulteriore sconfitta per Maria Teresa. Questa elezione stava a significare una sostanziale perdita di potere della dinastia degli Asburgo all'interno degli Stati appartenenti all'area austro-germanica, soprattutto in virtù del fatto che il nuovo Imperatore era il più importante alleato della Francia in funzione anti-austriaca.
Per cercare di compensare tutte queste sconfitte, Maria Teresa strinse alleanza con il Re di Sardegna Carlo Emanuele III di Savoia. A tal fine, le truppe congiunte austro-piemontesi diedero avvio ad una campagna militare proprio nella Val Padana, che portò alla conquista della città di Modena, sottratta a Francesco III d'Este e ai suoi alleati spagnoli.
Sul fronte dell'Europa centrale, le operazioni belliche che videro contrapposte le truppe austriache e quelle prussiane, portarono ad una vittoria prussiana a Chotusitz in Boemia e ad una contemporanea vittoria austriaca in Moravia con conseguente abbandono della città di Olmütz da parte dei prussiani. La concomitanza di questi due avvenimenti ebbe come conseguenza non solo la riconquista di Praga da parte delle truppe austriache, ma anche la sottoscrizione di un trattato di pace, firmato a Berlino, secondo il quale veniva posta la parola fine alla cosiddetta “prima guerra di Slesia”: in cambio della cessione definitiva della Slesia e della contea di Glatz alla Prussia, quest'ultima uscì dalla coalizione anti-austriaca.
L'8 febbraio del 1743, presso Camposanto sul Panaro, ebbe luogo una sanguinosissima battaglia dall'esito incerto che vide schierati gli austro-piemontesi, comandati dal Feldmaresciallo austriaco Otto Ferdinando von Traun contro l'esercito spagnolo, al comando del generale J.B. Gages. Questa battaglia diede, di fatto, l'avvio ad una più corposa campagna militare, dove all'esercito austro-piemontese in Italia, si affiancarono in Germania anche l'esercito britannico, nonché gli eserciti dell'Hannover e dell'Assia. Questa forte coalizione, al comando di Re Giorgio II inflisse ai francesi una pesante sconfitta, il 27 giugno 1743, nella battaglia di Dettingen. Il risultato fu talmente devastante per i nemici della coalizione vincente, da provocare la fuga dell'Imperatore Carlo VII verso la città di Francoforte ove trovò rifugio.
L'Inghilterra, il Regno di Sardegna e l'Austria sottoscrissero il trattato di Worms il 13 settembre 1743, mediante il quale assumevano impegno formale di allontanare definitivamente i Borbone dalle Due Sicilie, anche con l'aiuto finanziario inglese, mentre l'Austria cedeva al Piemonte i territori d'Oltrepò e Piacenza.
Nel 1744  il fronte bellico sui confini orientali della Francia, precisamente in Alsazia, vide le truppe francesi  respingere un tentativo di invasione da parte delle truppe austriache.
Ma il 1744 fece registrare anche la nascita di un'altra coalizione, la cosiddetta Unione di Francoforte tra la Prussia, la Baviera, il Palatinato e l'Assia, cui diede l'adesione anche la Francia. I firmatari si impegnavano a cacciare l'esercito Austriaco dalla Baviera e, a tal fine, il primo a dare inizio alle operazioni militari fu Federico II di Prussia che nel mese di agosto occupò la Sassonia. Si apriva, in tal modo, la seconda guerra di Slesia.
Massimiliano III Giuseppe
Massimiliano Giuseppe di Baviera

A questi eventi seguì la morte, nel gennaio del 1745, dell'Imperatore Carlo VII, cui fece seguito l'elezione del nuovo Imperatore nella persona di suo figlio Massimiliano Giuseppe (1727 – 1777). Maria Teresa, prima che Massimiliano potesse assumere impegni anti-austriaci, si affrettò a concludere con lui un importante trattato, la pace di Füssen (22 aprile 1745), mediante la quale Maria Teresa rinunciava all'occupazione della Baviera in cambio della rinuncia di Massimiliano Giuseppe alla corona imperiale a favore del marito di Maria Teresa, il massone Francesco Stefano di Lorena, il quale fu eletto imperatore nel mese di settembre del medesimo anno.
La giovane Maria Teresa aveva così ottenuto un primo, importante risultato. Dopo cinque anni di assenza, la corona imperiale tornava alla dinastia degli Asburgo, seppur attraverso un Lorena. Ma il conflitto apertosi con l'invasione della Slesia quattro anni prima non sembrava affatto avviarsi a conclusione. La recrudescenza delle operazioni militari per mano di Federico II, che avevano portato all'occupazione della Sassonia, produsse una nuova alleanza, questa volta in funzione anti-prussiana. L'Inghilterra, l'Olanda, l'Austria e la Sassonia formarono la Quadruplice Alleanza e l'Inghilterra diede anche avvio a corposi aiuti economici a Maria Teresa in vista di una ripresa delle operazioni belliche da parte della Francia. La qual cosa, puntualmente, si verificò allorquando i francesi, dopo aver sconfitto gli inglesi nella battaglia di Fontenoy (11 maggio 1745), allargarono il teatro delle operazioni con l'invasione dei Paesi Bassi.
Dopo questa sconfitta, la coalizione anti-francese dovette subirne ben altre. In Italia le truppe franco-spagnole, dopo la vittoriosa battaglia di Bassignana sul Tanaro (27 settembre 1745), ove sconfissero l'esercito asburgico appoggiato da un contingente piemontese, dilagarono nella Pianura Padana e occuparono Asti, Casale, Tortona e il Ducato di Parma, costringendo gli austriaci ad abbandonare anche Milano.
Sul teatro germanico i prussiani conseguirono importanti e ripetute vittorie, a Hohenfriedberg (4 giugno 1745) e Kesseldorf (15 dicembre 1745), a seguito delle quali l'Austria e la Sassonia sottoscrissero la Pace di Dresda (25 dicembre 1745), in virtù della quale, in cambio del riconoscimento della prammatica sanzione e della corona imperiale per Francesco Stefano di Lorena, la Prussia conservava il possesso dell'intera Slesia. Si concludeva, in tal modo, la cosiddetta "seconda guerra di Slesia".
Nel mese di giugno del 1746 le truppe austro-piemontesi sferrarono una violenta offensiva nella Pianura Padana, sconfiggendo l'esercito franco-spagnolo nella battaglia di Piacenza (16 giugno) e annullando tutte le conquiste ottenute dagli avversari con la battaglia di Bassignana dell'anno precedente (27 settembre). I franco spagnoli furono cacciati dal Piemonte, dalla Lombardia e dal Ducato di Parma. Ma la sconfitta in Italia non ebbe alcuna conseguenza sul teatro bellico della Renania. I francesi riaprirono il fronte nelle Fiandre, ovvero nei Paesi Bassi austriaci e occuparono Anversa e Bruxelles.
Ritratto della Zarina Elisabetta di Russia.
Elisabetta Petrovna

L'anno 1746 vide, però, ancora altri avvenimenti importanti e decisivi per la sorte del conflitto. L'alleanza di Maria Teresa con la Russia della Zarina Elisabetta Petrovna; la morte del Re di Spagna Filippo V e la successione di Ferdinando VI; il disimpegno del protestante governo di Londra in seguito alla sconfitta del lrgittimo Re Carlo III e il suo esilio dall'Inghilterra e la dichiarazione di autonomia dall'Impero da parte di Federico II di Prussia: questo rendeva la Prussia un pericolo maggiore per la Corona asburgica.
 L'Arciduchessa Maria Teresa, imperatrice da qualche anno, dopo essersi assicurata la neutralità della Prussia, si era assicurata anche l'alleanza della Russia, chiudendo in tal modo ogni possibilità che potesse aprirsi prima o poi qualche fronte bellico sui confini orientali dell'Impero. In ciò bisogna dire che la sovrana dimostrò notevole abilità diplomatica, anche se a prezzo della perdita dell'intero Ducato di Slesia.

L'anno 1747 si aprì con una duplice offensiva francese, a Sud in Savoia e a Nord nelle Province Unite, ovverosia in Olanda. Mentre sul fronte meridionale, però, l'esercito francese subiva una pesante sconfitta per mano degli austro-piemontesi nella battaglia dell'Assietta (19 luglio 1747), sul fronte settentrionale i francesi riportavano una brillante vittoria sugli inglesi nella battaglia di Lawfeldt, spingendo l'Inghilterra a stringere alleanza con la Russia per un effettivo coinvolgimento di quest'ultima al fine di cercare di risolvere definitivamente e al più presto la guerra di successione che si protraeva ormai da molti anni. A questa alleanza seguì anche la sottoscrizione della cosiddetta “Convenzione di San Pietroburgo” tra Inghilterra, Russia e Olanda che autorizzava le truppe zariste ad attraversare la Germania per raggiungere il fronte francese.
Allorquando la Francia prese atto che le truppe russe stavano attraversando la Germania in direzione del Reno per aprire un nuovo fronte a sostegno dell'alleanza anglo-austriaca, dovette convenire che con l'entrata in guerra dello Zar le sorti del conflitto volgevano decisamente a favore di Maria Teresa. Occorreva necessariamente aprire i negoziati di pace. E così fu.

La guerra di successione austriaca si concluse con la sottoscrizione, da parte di tutte le grandi potenze d'Europa, di un trattato di pace che ebbe luogo nella città di Aquisgrana il 18 ottobre 1748.
Le clausole del trattato furono le seguenti:
  • Federico II di Prussia manteneva l'annessione della Slesia.
  • La Spagna rinunciava alla rivendicazione di Gibilterra e confermava all'Inghilterra la cessione del monopolio del commercio degli schiavi.
  • Carlo Emanuele III di Savoia acquisiva l'alto novarese nonché Vigevano, Voghera e Bobbio.
  • A Maria Teresa d'Asburgo veniva riconosciuta la prammatica sanzione, a conferma delle clausole della Pace di Dresda (1745) e veniva altresì riconosciuto il titolo imperiale a Francesco Stefano di Lorena, consorte di Maria Teresa.
  • La Francia restituiva all'Austria i Paesi Bassi nonché la Savoia e Nizza al Re di Sardegna.
  • L'Austria cedeva a Filippo di Borbone, secondogenito di Elisabetta Farnese e di Filippo V, la sua legittima eredità del Ducato di Parma e Piacenza a compensazione della cessione della Toscana a Francesco Stefano di Lorena.
  • L'Inghilterra restituiva alla Francia l'isola di Cap Breton in America, in cambio di Madras in India.
  • Il Ducato di Modena rientrava nel legittimo possesso di Francesco III d'Este con alleanza asburgica.
 L'Austria, pur avendo dovuto cedere Parma e la Slesia, si vide riconosciuta in cambio soltanto la prammatica sanzione. Riconoscimento che vi era comunque già stato con la Pace di Parigi del 1739.



Fine Parte Seconda...

Fonte:

Edgarda Ferri - Maria Teresa una donna al potere.

Le Grandi famiglie d'Europa - Gli Asburgo (I e II)
Le Grandi famiglie d'Europa - Gli Hohenzollern

Ciro Paoletti, La marina inglese contro Genova durante la guerra di successione austriaca, da www.marina.difesa.it

Scritto da:

Presidente e fondatore A.L.T.A. Amedeo Bellizzi