In questi giorni Bergoglio ha elogiato la “traduzione interconfessionale della Bibbia” durante l’incontro con la sedicente “Alleanza biblica universale”. Nella stessa occasione il sedente J. M. Bergoglio ha terminato la sua udienza pregando un Pater in comune tra cattolici ed evangelici (link).
Di “Alleanza biblica universale” (ABU), organizzazione internazionale fondata nel 1946 che riunisce e coordina il lavoro di circa 150 società bibliche, fanno parte anche la “Società Biblica Britannica & Forestiera” (SBB&F) e la Società Biblica in Italia (SBI). La prima è presente in Italia fin dal Risorgimento e si è stabilita a Roma dal 1870; la seconda esiste legalmente dal 1983 ed è “un’associazione cristiana indipendente, non legata ad alcuna confessione religiosa, senza scopo di lucro, avente per oggetto la massima diffusione delle Sacre Scritture da realizzarsi mediante le attività atte alla promozione di quest’opera” (link). In Italia queste società bibliche pubblicano la “Diodati”, la revisione della medesima a cura Luzzi (detta “Riveduta”) e l’ultima “Nuova Riveduta” per le “chiese” evangeliche. Dalle note dell’Assemblea Mondiale di Midrand, anno 2000, apprendiamo che “le Società Bibliche nazionali si riuniscono insieme in un’associazione mondiale come Alleanza Biblica Universale (ABU) per consultarsi, sostenersi reciprocamente e per agire insieme nel loro comune compito di raggiungere la diffusione massima, effettiva e significativa di Sacre Scritture e aiutare la gente ad interagire con la Parola di Dio. Le Società Bibliche realizzano il loro lavoro in accordo e cooperazione con tutte le Chiese cristiane e con le organizzazioni collegate con le Chiese”.
Ho già spiegato in altri studi che cos’è la Sacra Scrittura, come giunge fino a noi, come si “usa” e chi può “usarla” (link), come si interpreta e chi può farlo (link) e, brevemente, come è stata distrutta la Pontificia Commissione Biblica ex organo di Magistero (link). La distruzione dall’interno è stata voluta e messa in pratica dai Modernisti, così come la Chiesa ha già spiegato ed ampiamente dimostrato (link). Leggendo i link apprendiamo sia il Magistero opportuno che la storia.
SAN PIO X
Diversamente da quello che sostiene Bergoglio (e con lui coloro che si ritengono in comunione di fede con tale soggetto), cosa ci insegna la Chiesa? Per coniugare precisione e brevità iniziamo usando il semplicissimo e comprensibilissimo Compendio della dottrina cristiana (o “Catechismo Maggiore”) prescritto da Papa san Pio X (Roma, Tipografia Vaticana, 1905).
PARTE QUINTA. DELLE VIRTÙ PRINCIPALI E DI ALTRE COSE NECESSARIE A SAPERSI DAL CRISTIANO (CAPO I, Delle virtù principali, § 4. - Della Sacra Scrittura):
882 D. Non vi può essere errore nella Sacra Scrittura? R. Nella Sacra Scrittura non vi può essere errore alcuno, perché, essendo tutta ispirata, autore di tutte le sue parti è Dio medesimo. Ciò non toglie che nelle copie e traduzioni della stessa possa essere occorso qualche sbaglio o dei copisti o dei traduttori. Però nelle edizioni rivedute ed approvate dalla Chiesa cattolica non vi può essere errore in ciò che riguarda la fede o la morale.
884 D. Si può leggere qualunque traduzione volgare della Bibbia? R. Si possono leggere quelle traduzioni volgari della Bibbia, che sono riconosciute fedeli dalla Chiesa cattolica, e sono accompagnate da spiegazioni approvate dalla Chiesa medesima.
885 D. Perché si possono leggere le sole traduzioni della Bibbia, che sono approvate dalla Chiesa? R. Si possono leggere le sole traduzioni della Bibbia che sono approvate dalla Chiesa, perché essa sola è legittima custode della Bibbia.
886 D. Per mezzo di chi possiamo noi conoscere il vero senso delle Sacre Scritture? R. Il vero senso delle Sacre Scritture noi possiamo conoscerlo solo per mezzo della Chiesa, perché solo la Chiesa non può errare nell'interpretarle.
887 D. Che dovrebbe fare il cristiano se gli venisse offerta la Bibbia da un protestante o da qualche emissario dei protestanti? R. Se ad un cristiano venisse offerta la Bibbia da un protestante, o da qualche emissario dei protestanti, egli dovrebbe rigettarla con orrore, perché proibita dalla Chiesa; che se l'avesse ricevuta senza badarvi, dovrebbe tosto gettarla alle fiamme, o consegnarla al proprio parroco.
888 D. Perché la Chiesa proibisce le Bibbie protestanti? R. La Chiesa proibisce la Bibbie protestanti perché o sono alterate e contengono errori, oppure, mancando della sua approvazione e delle note dichiarative dei sensi oscuri, possono nuocere alla Fede. Per questo la Chiesa proibisce eziandio le traduzioni della Sacra Scrittura già approvate da essa, ma ristampate senza le spiegazioni dalla medesima approvate.
PIO VII
La spiegazione di ciò che insegna e comanda san Pio X la abbiamo in numerosi documenti di Magistero della Chiesa ma, per brevità e per estrema chiarezza, voglio riportare il documento (poco noto) “Magno et acerbo”, lettera di Papa Pio VII all’Arcivescovo Mogilew, 3 sett. 1816. Breve storia: A san Pietroburgo (Russia) era stata fondata nel 1813 una società (biblica) per la diffusione della Bibbia, che riforniva numerose confessioni. La Chiesa era rappresentata dall’Arcivescovo di Mogilew, che raccomandava a tutti i fedeli questa società. Egli fu denunciato a Roma e ricevette questa lettera di rimprovero. - Ed.: ASS 9(1876/77). Vedi Denzinger a pagina 967, n° 2710 s.
Testo: “Dovresti... avere davanti agli occhi... che «se si permette la sacra Bibbia dovunque e senza discernimento in lingua volgare, ne consegue più un danno che un vantaggio» [v. Denzinger, n°1854]. La Chiesa romana inoltre, in seguito alla notissima prescrizione del concilio di Trento [v. Denzinger, 1506], accogliendo soltanto l’edizione Vulgata, ha respinto le traduzioni nelle altre lingue, e ha permesso soltanto quelle che vengono pubblicate con annotazioni tratte opportunamente dagli scritti dei Padri e dei dottori cattolici (si spiega qui), affinché un tesoro tanto grande non sia esposto alle corruzioni delle novità, e affinché la Chiesa diffusa su tutta la terra abbia una sola lingua e le stesse parole (Gn 11,1). Dal momento poi che nelle lingue nazionali constatiamo moltissime irregolarità, variazioni, cambiamenti, da una eccessiva libertà delle traduzioni bibliche sarebbe certamente sconvolta quella immutabilità che si addice alle testimonianze divine, e la fede stessa vacillerebbe, soprattutto quando sul fondamento di una sola sillaba si decide della verità del dogma. Gli eretici poi hanno sempre avuto l’abitudine di introdurre così le loro perverse e odiosissime macchinazioni, e per mezzo delle Bibbie pubblicate in lingua nazionale (riguardo poi alla singolare diversità e discordanza di queste, loro stessi si accusano e si mordono a vicenda) nascondere con l’inganno i propri errori avvolti nel più santo ornamento della parola divina. «Le eresie infatti sono nate», diceva sant’Agostino, «solo quando le Scritture buone non sono state capite bene, e ciò che in esse non è capito bene è anche affermato in modo sconsiderato e impudente» (cf. sant’Agostino, In Evangelium Iohannis, tract. 18,1). Se poi ci addolora il fatto che uomini stimatissimi per la pietà e per la sapienza non di rado siano venuti meno nell’interpretazione delle Scritture, che cosa non si deve temere, se al popolo inesperto, che giudica soprattutto non in base a un qualche discernimento, ma con una certa leggerezza, fossero consegnate per essere liberamente lette le Scritture tradotte in una qualsiasi lingua volgare? […]”
INNOCENZO III
A questo punto Papa Pio VII, come da Tradizione vera (ovvero cattolica), ricorre al Magistero di suoi vari predecessori senza alcuna variazione sulle questioni di fede e costume, fra cui alla celebre lettera di Papa Innocenzo III ai fedeli della Chiesa di Metz (Lettera Cum ex iniuncto, 12 luglio 1199, Denzinger, n° 770 s.) che cita.
Testo: “I misteri nascosti della fede non si debbono però mettere a disposizione di tutti senza distinzione, dato che non possono essere compresi in modo indistinto da tutti, ma solo da coloro che li possono accogliere con intelligenza credente. Per questo l’apostolo dice ai più semplici: «Come a neonati in Cristo vi ho dato da bere latte, non un nutrimento solido» (ICor 3,2). [...] Infatti la profondità della divina Scrittura è così grande che non solo i semplici e gli illetterati, ma anche i sapienti e i dotti non sono in grado di scrutare pienamente il suo significato. Per questo la Scrittura dice: «Molti sono venuti meno a forza di scrutare» (Sal 64,7). Per questo un tempo fu rettamente stabilito nella legge divina che la bestia che avesse toccato il monte (Sinai) fosse lapidata (cf. Eb 12,20; Es 19,12s), perché evidentemente un semplice qualsiasi o anche un ignorante non presuma di penetrare nella sublimità della sacra Scrittura o di predicarla ad altri. È scritto infatti: «Non indagare le cose per te troppo grandi» (Sir 3,22). Per questo dice l’apostolo: «Non sappiate più di quanto è necessario sapere, ma sappiate con sobrietà» (Rm 12,3). Come infatti sono molte le membra del corpo e tuttavia non tutte le membra hanno la stessa funzione, così molti sono gli ordini nella Chiesa, ma non tutti hanno lo stesso ufficio, poiché, secondo l’Apostolo: «Alcuni, appunto, il Signore ha stabilito come apostoli, altri come profeti, altri poi come dottori ecc.» (Ef 4, 11). Essendo poi nella Chiesa l’ordine dei dottori in certo qual modo singolare, non deve qualcuno in modo indistinto rivendicare per sé l’ufficio della predicazione”.
LA CHIESA COLONNA DELLA VERITÀ
Nel documento “Magno et acerbo”, Papa Pio VII prosegue: “Sono poi notissime non solo le costituzioni del sullodato Innocenzo III, ma anche quelle di Pio IV, Clemente VIII e Benedetto XIV.[...] Quale poi sia il pensiero della Chiesa riguardo alla lettura e all’interpretazione della Scrittura, la tua fraternità lo riconosca nel modo più splendido dalla notissima costituzione Unigenitus dell’altro Nostro predecessore Clemente XI, con cui sono chiaramente riprovate quelle dottrine nelle quali si asseriva utile e necessario in ogni tempo, in ogni luogo e per ogni genere di persone conoscere i misteri della sacra Scrittura, la cui lettura, si soggiungeva, è per tutti, ed è dannoso allontanare dalla stessa il popolo cristiano, anzi si chiude per i fedeli la bocca di Cristo, quando si sottrae dalle loro mani il Nuovo Testamento” [v. Denzinger, n° 2479-2485].
I documenti (Chiesa colonna e fondamento della Verità, 1Timoteo 3,15) a cui fa riferimento Papa Pio VII sono i seguenti: Pio IV, Dominici gregis custodiae, 24 marzo 1564 (Denzinger, n° 1851-1861); Clemente VIII, Sacrosanctum catholicae fidei, 17 ott. 1595 (BullLux 3, 56b-57b) dove vengono confermate le regole dell’indice di Pio IV; Benedetto XIV, Costituzione Sollicita ac provida, 9 luglio 1753 [pubblicata nell’Index librorum prohibitorum (Roma, 1911) 19-34 / BullLux 19, 59a-63b / Benedetto XIV, Bullarium, ed. di Malines 10, 237-254; v. Denzinger, p. 968, nota *2712].
PIO IX
La Chiesa ha condannato innumerevoli volte le società bibliche perché, come abbiamo appreso e come la storia ci insegna, l’eresia divampa anche da codeste organizzazioni che, dietro traduzioni seducenti, come dietro cavilli linguistici, come dietro presunte scienze - ecc…, portano la menzogna nel mondo usando arbitrariamente il Testo Sacro. Per maggiore chiarezza riporto parte della “Qui pluribus” di Papa Pio IX, 9 novembre 1846.
Testo: Conoscete ancora, Venerabili Fratelli, altre mostruosità di errori ed altre frodi, con cui i figli del secolo acerbamente impugnano la divina autorità e le leggi della Chiesa, per conculcare insieme i diritti della potestà civile e di quella sacra. A questo mirano inique macchinazioni contro questa Romana Cattedra del Beatissimo Pietro, nella quale Cristo pose l’inespugnabile fondamento della sua Chiesa. A questo mirano altresì quelle sette segrete che occultamente sorsero dalle tenebre per corrompere gli ordini civili e religiosi, e che dai Romani Pontefici Nostri Predecessori più volte furono condannate con lettere apostoliche che Noi, con la pienezza della Nostra Potestà Apostolica, confermiamo e ordiniamo che siano diligentissimamente osservate. Questo vogliono le scaltrissime società Bibliche mentre, rinnovando le vecchie arti degli eretici, senza badare a spese non si peritano di spargere fra gli uomini anche più rozzi i libri delle divine Scritture, volgarizzati contro le santissime regole della Chiesa e sovente corrotti con perverse spiegazioni, affinché, abbandonate la divina tradizione, la dottrina dei Padri e l’autorità della Chiesa cattolica, tutti interpretino la parola del Signore secondo il loro privato giudizio e, guastandone il senso, cadano in errori gravissimi. Gregorio XVI di santa memoria, al quale seppure con minori meriti siamo succeduti, emulando gli esempi dei suoi Predecessori, con sua lettera apostolica riprovò tali società , e Noi parimenti le vogliamo condannate. Altrettanto diciamo di quel sistema che ripugna allo stesso lume della ragione naturale, che è l’indifferenza della Religione, con il quale costoro, tolta ogni distinzione fra virtù e vizio, fra verità ed errore, fra onestà e turpitudine, insegnano che qualsivoglia religione sia ugualmente buona per conseguire la salute eterna, come se fra la giustizia e le passioni, fra la luce e le tenebre, fra Cristo e Belial potesse mai essere accordo o comunanza.
PIO XI
Abbiamo appreso che il sedente J. M. Bergoglio ha terminato la sua udienza, come da consuetudine postconciliare in questi casi, pregando un Pater in comune tra cattolici ed evangelici (interconfessionale). La preghiera interconfessionale, ovvero pancristiana, è condannata dalla Chiesa. Pio XI, per esempio, nella “Mortalium Animos”, 6 gennaio 1928, spiega ed insegna.
Testo: […] la Chiesa, dicono [esempio oggi i modernisti del CV2, NdR], per sé, per sua natura è divisa in parti, consta cioè di molte singole Chiese e comunità e queste separate finora pur avendo in comune taluni punti dottrinali, tuttavia non sono d’accordo per altri i ma tutte godono e possono rivendicare gli stessi diritti; la Chiesa insomma fu unica al più dall’età apostolica fino ai primi concili ecumenici. Dunque, soggiungono, bisogna mettere da parte e superare ogni controversia e codeste antichissime divergenze che ancor oggi mantengono diviso il nome cristiano; e formare invece, dalle altre dottrine comuni, e proporre, una norma di fede nella cui professione prevalga piuttosto al sapersi il sentirsi fratelli; che infine se unite da un patto universale le varie comunità o chiese potranno opporre solida e fruttuosa resistenza ai progressi dell’empietà. […] Ma se molti sono gli acattolici che predicano a gran voce la fraterna comunione in Gesù Cristo, non se ne trova nemmeno uno cui venga in mente di obbedire all’insegnamento e sottoporsi al governo del Vicario di Gesù Cristo. E intanto sostengono che essi tratteranno ben volentieri con la chiesa romana ma con eguaglianza di diritti, cioè da pari a pari; e se così potessero fare ci vuol poco a supporre che agirebbero in modo che l’eventuale accordo non li costringesse al ripudio delle opinioni per cui vagano ancora erranti lontano dall’unico ovile di Cristo. Stando così le cose, è evidente che non può la Sede Apostolica prendere parte a queste riunioni né è permesso in alcun modo ai cattolici aderire o prestar l’opera propria a tali iniziative; cosi facendo attribuirebbero autorità ad una falsa religione cristiana, assai diversa dall’unica Chiesa di Cristo. […]Potrà sembrare che codesti “pancristiani” tutti occupati nell’unire le Chiese si propongano il nobilissimo scopo di diffondere e d’intensificare tra tutti i cristiani il senso della carità; ma come mai potrebbe la carità rivolgersi in danno della fede? Nessuno certamente ignora che proprio Giovanni, l’apostolo della Carità, che pare nel suo vangelo aver svelato i secreti del Cuore Sacratissimo di Gesù e che sempre inculcava ai discepoli il nuovo comandamento: “Amatevi l’un l’altro”, vietò ogni relazione con chi non professi piena ed incorrotta la fede di Cristo: “Chi viene a voi e non porta questa dottrina non accoglietelo in casa e non lo salutate nemmeno”. Quindi, basandosi la carità sulla fede integra e sincera, occorre che principalmente sul vincolo dell’unità della fede si polarizzino gli sforzi per riunire i figli di Cristo. Come è dunque possibile concepire una società cristiana i cui singoli componenti siano liberi di ritenere, anche quando si tratta dell’oggetto della fede, il proprio modo di pensare e di giudicare benché contrario alle opinioni degli altri? […]Date divergenze dottrinali così gravi e numerose non vediamo come si prepari la via a formare l’unità della Chiesa, mentre suoi requisiti essenziali sono un unico magistero, una unica legge del credere ed una sola fede. Sappiamo invece benissimo che da tutto questo all’indifferenza religiosa ed al modernismo è breve il passo. Per quelli infatti che ne han miseramente subito il contagio, la verità dogmatica non è già assoluta ma relativa, proporzionata alle diverse esigenze di tempo e di luogo ed alle varie tendenze degli spiriti, non essendo basata sulla rivelazione immutabile ma sull’adattabilità alla vita. […]Risulta quindi evidente, venerabili fratelli, il motivo del permanente divieto posto da questa Sede Apostolica ai fedeli di partecipare a riunioni degli acattolici. Ché l’unico modo possibile di favorire l’unità dei cristiani si è di agevolare il ritorno dei dissidenti alla unica vera Chiesa di Cristo, a tutti ben nota e, per volontà del proprio fondatore, destinata a rimaner in eterno tale come Egli la istituì per la comune salvezza di tutti. Che mai nel volgere dei secoli la mistica Sposa di Cristo fu contaminata né mai potrà contaminarsi secondo le belle parole di Cipriano: “Non può adulterarsi la Sposa di Cristo; è incorrotta e pudica; una sola casa conosce, di una sola stanza custodisce con casto pudore: la santità”. E il medesimo santo martire bene a ragione si meravigliava che ci fosse qualcuno capace di credere che “questa unità proveniente dalla divina stabilità e saldata per mezzo dei sacramenti celesti possa nella Chiesa infrangersi ed esser sciolta per il dissenso di volontà discordanti”.
BERGOGLIO E PRECEDENTI SEDENTI
Premesso che l’ultimo CHIARO documento (che esclude le interpretazioni arbitrarie o ermeneutica moderna, cf. Pio VI, Auctorem Fidei) di Magistero della Chiesa che complessivamente su tali argomenti si esprime con fede cattolica (in perfetta continuità da san Pietro in avanti) è la “Humani generis” di Papa Pio XII (22 agosto 1950); premesso che dalla “Unitatis redintegratio” e dalla “Nostra Aetate” (documenti approvati dal sedente Montini a capo del CV2 - l’infallibilità promessa NON si è manifestata) la dottrina è stata abusivamente modificata (“[…]affermazioni […] fatte forse con eleganza di stile, però esse non mancano di falsità”; cf. Pio XII, Humani generis); imparato ciò che insegna la Chiesa, la fede cattolica; vediamo, solo adesso, cosa dice ancora nella sua udienza il sedente J. M. Bergoglio.
Testo: Cari fratelli in Cristo [rivolgendosi al miscuglio interconfessionale di presenti, NdR] […] vi ringrazio per essere venuti qui a presentarmi la nuova versione italiana della Bibbia parola di Dio, traduzione interconfessionale in lingua corrente, frutto della collaborazione tra l’Alleanza biblica universale, Società biblica in Italia, e la casa editrice Elledici […] La traduzione fatta fra evangelici e cattolici della bibbia in lingua corrente argentina ha fatto tanto bene e fa tanto bene: è un’idea buona perché la gente semplice può capirla, perché è un linguaggio vero, proprio, ma vicino alla gente. Nella missione che facevamo nella parrocchia a Buenos Aires sempre andavamo nella società biblica a comprarla […] ci facevano un bello sconto!... e la davamo alla gente, che capiva la Bibbia. È stato un bello sforzo, e mi piace che adesso sia in italiano, la gente così può capire espressioni che se si traducono letteralmente non si capiscono. La preparazione di una versione interconfessionale è uno sforzo particolarmente significativo, se si pensa a quanto i dibattiti attorno alla Scrittura abbiano influito sulle divisioni, specie in occidente. Questo progetto interconfessionale, che vi ha dato la possibilità di intraprendere un cammino comune per qualche decennio, vi ha permesso di affidare il cuore agli altri compagni di strada, superando sospetti e differenze, con la fiducia che scaturisce dall'amore comune per la Parola di Dio. Il vostro è il frutto di un lavoro paziente, attento, fraterno, competente e, soprattutto, credente. Se non crederete, non comprenderete; ‘se non crederete, non resterete saldi’, diceva il profeta Isaia. Mi auguro che questo testo, che si presenta con il beneplacito della Cei e della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, spinga tutti i cristiani di lingua italiana a meditare, vivere, testimoniare e celebrare il messaggio di Dio.
Breve commento alla luce della fede cattolica appresa. Non è difficile, pur pensando bene del prossimo, rilevare: la seducente astuzia buonista (dice “la gente semplice può capirla”, come se prima non la capiva o non veniva loro adeguatamente spiegata da chi di dovere); la menzogna (dice “ha fatto tanto bene e fa tanto bene”, le sette sono invece proliferate come non mai, quindi ha fatto e fa male); la frattura (dice “è un’idea buona”, mentre la Chiesa la condanna questa idea); la criminalizzazione e mistificazione del passato (dice “è un linguaggio vero, proprio, ma vicino alla gente”, come se prima non lo fosse mai stato, come se la Chiesa era lontana dalla gente e non c'era chi la spiegava in ogni parte del globo e con grandi sacrifici, es. il martirio e le persecuzioni); l’elogio della dottrina pancristiana (dice “traduzione fatta fra evangelici e cattolici della bibbia”, ciò è vietato dalla Chiesa per ovvi motivi); la disobbedienza alla Chiesa e lo spregio per il Magistero (dice “missione che facevamo nella parrocchia a Buenos Aires sempre andavamo nella società biblica a comprarla”, ciò è vietato dalla Chiesa. Bergoglio si vanta della disobbedienza che produce scandalo ed eresia); il miserabilismo a buon mercato (dice “ci facevano un bello sconto […] la davamo alla gente”, come se la Chiesa nei secoli avesse rifiutato l’insegnamento della Parola al popolo); ancora l’eresia anti tridentina (decreto sulla S. Scrittura) con menzogna (dice “la gente così può capire espressioni che se si traducono letteralmente non si capiscono”, falso perché la Chiesa ha sempre spiegato la Scrittura al popolo con sermoni, note e commentari. Difatti la Chiesa docente spiega, mentre la Chiesa discente apprende. Il fai da te non è ammesso in questo caso, non siamo ad un corso di bricolage); l’odio verso il dogma con la mistificazione (dice: “vi ha permesso di affidare il cuore agli altri compagni di strada, superando sospetti e differenze”, come se tutti i documenti fino ad ora citati siano “sospetti e diffidenze” che hanno impedito la diffusione della fede. Falso, difatti la fede integrale nei millenni è sempre cresciuta ed ha trovato diffusione massima. Proprio grazie alle iniziative che qui Bergoglio loda, invece, la fede integrale ha conosciuto e conosce declino); ancora la menzogna (dice “il vostro è il frutto di un lavoro paziente, attento, fraterno, competente e, soprattutto, credente”. Falso, l'unica competenza nel maneggiare, tradurre e spiegare la Scrittura la ha la Chiesa, come ben spiega anche sant'Agostino); l’eresia nell’uso personale fraudolento della Scrittura (osa dire “Se non crederete, non comprenderete; ‘se non crederete, non resterete saldi’, diceva il profeta Isaia”. Per difendere la sua eresia pancristiana usa il profeta Isaia fuori luogo, metodo del Sola Scriptura luterano); la falsificazione dell’imprimatur per rassicurare i pusilli, ingannandoli (dice “con il beneplacito della Cei e della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia”. Come se tali garanzie avessero valore di fede integrale. Non valgono niente); il germe dell’agnosticismo pratico (dice “spinga tutti i cristiani di lingua italiana a meditare, vivere, testimoniare e celebrare il messaggio di Dio”. Se tutte queste sette, con messaggi e dottrine diverse, celebrano il messaggio di Dio, vuol dire che Dio ha vari e differenti messaggi e dottrine sugli stessi specifici argomenti, pertanto Dio o è pazzo, o mente a qualcuno, o non è Dio, dunque il risultato pratico di tali dottrine è l’agnosticismo).
A me poco importano i capricci e le infantili diatribe cui con dolore assisto ogni giorno nel mondo della cosiddetta "Tradizione", mi limito solo alla pubblica riflessione. Personalmente non posso credere che il legittimo successore di san Pietro insegni queste cose, come non posso credere che nessuno se ne accorga, che la CEI avalli, come DEVO credere (studi e documenti alla mano) che NON ci sono sostanziali differenze fra il "magistero" postconciliare (in generale) e quello del solo Bergoglio. Bergoglio, dati i tempi opportuni, a me pare solo la manifestazione più plateale e gradassa dello "spirito del concilio".
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