mercoledì 15 ottobre 2014

L'Impero degli Asburgo: suoi principali errori politici (Parte Prima)


Stemma di Carlo V del Sacro Romano Impero e Re Carlo I di Spagna



Nota introduttiva: come iniziare un esposizione che ripercorre uno dopo l'altro , in modo oggettivo, i principali errori politici che condussero l'Impero degli Asburgo alla dissoluzione? Non di certo concentrandosi solo sul complotto massonico, ma analizzando anche e soprattutto l'opera interna , l'opera della secolare casata che resse i destini della potenza cattolica d'occidente , dal Sacro Romano Impero fino all'Impero d'Austria prima e Austro-Ungarico poi, e dei suoi ministri.
Molto raramente la storiografia così detta "revisionista" tratta gli errori di coloro i quali reggevano le sorti degli stati che questa , con l'ammirevole operato svolto dagli storici appartenenti ad essa, rivalutano con serietà attraverso i propri lavori. Io , personalmente, nella mia infinita ed instancabile ricerca della verità storica , voglio appunto approfondire il "lato critico" , in questo particolar caso rivolto alla politica degli  Asburgo, scavando nella storia politico-amministrativa di questa grande casata.
Iniziamo dal governo di Carlo V del Sacro Romano Impero , durante la massima espansione della potenza cattolica d'Occidente, ad analizzare gli errori politici che condussero la grande casata degli Asburgo e il loro Impero alla sconfitta e dissoluzione.




Carlo V del Sacro Romano Impero: principi tedeschi e eresia luterana



Carlo V del Sacro Romano Impero
Nel 1519 ,  la scomparsa prematura di tutta la discendenza maschile della dinastia castigliano-aragonese, unitamente alla scomparsa prematura di Filippo "il bello" ed alla infermità di Giovanna di Castiglia, fece sì che Carlo d'Asburgo , all'età di soli 19 anni, risultasse titolare di un Impero Cattolico  talmente vasto come non si era mai visto prima d'allora, neppure ai tempi di Carlo Magno, divenendo Carlo V del Sacro Romano Impero
All'inizio del suo governo, nel 1520, Carlo V , avvisato da Juan Manuel tempo prima, si trovò di fronte il problema dell’eretico Martin Lutero. I due si incontrarono alla Dieta di Worms dell'aprile 1521. Il "monaco" eretico,  non che omicida fanatico,  era stato convocato qualche mese prima. Il 17 aprile Carlo V sedeva sul Trono presenziando la dieta. Nell'ordine del giorno vi era il problema relativo al "frate" eretico. Iniziò l'interrogatorio posto da Giovanni Eck, il giorno dopo per via del suo linguaggio venne interrotto per due volte da Carlo V. Fu l'imperatore stesso a scrivere la dichiarazione resa il giorno dopo dove condannava Lutero ma che con il salvacondotto fornito gli concedeva il ritorno a Wittenberg . La dieta terminò il 25 maggio 1521. Ma i problemi causati dall’eretico erano solo agli inizi, ed essi trovarono terreno nell'eccessiva indulgenza dell'Imperatore.
Nel corso del suo governo Carlo V raccolse anche molti successi, ma certamente la presenza di altre realtà contemporanee e conflittuali con l'Impero, come il Regno di Francia e l'Impero ottomano, insieme con le ambizioni dei principi tedeschi che si raggrupparono intorno all’eresia del Lutero , costituirono l'impedimento più forte alla politica dell'Imperatore che tendeva alla realizzazione di un governo universale Cristiano sotto la guida degli Asburgo.

Francesco I di Francia
Il Re di Francia, Francesco I di Valois-Angoulême, infatti, attraverso la sua posizione fortemente autonomistica, unitamente alle sue mire di espansione verso le Fiandre ed i Paesi Bassi, oltre che verso la penisola italiana , si oppose sempre ai tentativi dell'Imperatore di ricondurre la Francia nel suo tradizionale assetto di riverenza all’Impero. Questa opposizione egli la esercitò mediante numerosi e sanguinosi conflitti. Da ricordare, al proposito, è la battaglia di Pavia (1525).
Anche l'Impero ottomano di “Solimano il Magnifico”, con le sue mire espansionistiche verso l'Europa centrale, costituì sempre una spina nel fianco dell'Impero. Infatti, Carlo V sostenne diversi conflitti anche contro i Turchi in difesa della Cristianità; spesso su due fronti contemporaneamente: ad oriente contro gli ottomani e ad occidente contro i francesi e i principi tedeschi caduti nell'eresia e alla sfrenata ambizione.
Su entrambi i fronti Carlo V uscì vittorioso, sebbene anche per merito dei suoi luogotenenti. Queste vittorie pesarono in modo rilevante sulle finanze imperiali.
Come accennato in precedenza , per tutto il corso della sua vita, Carlo V dovette affrontare anche i problemi sollevati prima in Germania e, subito dopo, anche in altre parti del suo Impero e nell'Europa in generale, dalla neonata dottrina eretica dell’eretico omicida tedesco Martin Lutero, in opposizione all'unica Chiesa di Cristo, la Chiesa  Cattolica Apostolica e Romana. Tali problemi si manifestarono non soltanto nelle dispute dottrinali, ma sfociarono anche in conflitti aperti. Carlo, che sul piano religioso per sua posizione rappresentava il più strenuo difensore della Chiesa Cattolica, non riuscì a sconfiggere e arginare efficacemente la nuova dottrina eretica e nemmeno a  limitarne la diffusione per via dell'iniziale eccessiva indulgenza. Tant'è che due Diete, quella di Augusta del 1530 e quella di Ratisbona del 1541, si conclusero con un nulla di fatto, rinviando ogni decisione sulle dispute dottrinali ad un futuro Concilio ecumenico. Questo nulla di fatto peserà enormemente sul futuro del S.R.I. e dell’Europa del Centro Nord.
Nonostante in Europa la politica di Carlo V provocò vittorie militari ma sconfitte dottrinali che innescarono forti divisioni interne all'Impero , egli poté accrescere i possedimenti oltreatlantici della Cattolica Corona di Spagna attraverso le conquiste operate dagli abilissimi Hernán Cortés e Francisco Pizarro. L'imperatore stimava l'audacia di Cortés che sconfisse i sanguinari Aztechi con l'aiuto delle altre tribù indigene conquistando  , permettendone l'evangelizazione , la Florida, Cuba, il Messico, il Guatemala, l'Honduras e lo Yucatan. Pizarro, invece ,  sconfisse  il pagano Impero Inca , sempre con l'appoggio delle tribù indigene, conquistando il Perù e il Cile, cioè tutta la costa del Pacifico dell'America meridionale, permettendo anche li l'iniziale evangelizazione.
Papa Clemente VII
Il 22 febbraio 1530, a Bologna, nel palazzo di città, Clemente VII incoronò Carlo V, come Re d'Italia, con la Corona Ferrea dei Re longobardi. Due giorni dopo, nella Chiesa di San Petronio, Carlo V fu incoronato anche Imperatore del S.R.I, avendo ricevuto dieci anni prima in Aquisgrana la Corona di Re dei Romani. Questa volta, però, la consacrazione imperiale gli venne direttamente imposta dalle mani del Pontefice.
Quindi, l'anno 1530 costituì per Carlo V una svolta significativa, per la sua persona e per il suo ruolo di Re ed Imperatore. Infatti, come persona, si affrancò dalla tutela di qualsivoglia consigliere e iniziò a prendere tutte le sue decisioni autonomamente, sulla scorta dell'esperienza maturata al fianco del ministro Gattinara. Come Sovrano, attraverso l'imposizione della Corona imperiale per mano del Pontefice, egli era , e si sentiva, maggiormente investito del primario compito di doversi dedicare completamente alla soluzione dei problemi che l'eresia luterana aveva creato in Europa e in Germania in particolare, col preciso scopo di salvare l'unità della Chiesa di Cristo (Cattolica).
A tal fine, nel medesimo anno 1530, convocò la Dieta di Augusta, nella quale si confrontarono gli eretici luterani e i Cattolici attraverso vari documenti. Vi  fu la "Confessio Augustana", redatta per trovare una sistemazione organica e coerente alle premesse teologiche e ai concetti dottrinali compositi che rappresentavano i fondamenti dell'eresia luterana, senza che vi fosse accenno al ruolo del papato nei confronti delle "chiese riformate". Carlo V confermò l'Editto di Worms del 1521, cioè la scomunica per i luterani. Per tutta risposta gli eretici , rappresentati dai cosiddetti "ordini riformati", reagirono dando vita, nell'anno 1531, alla Lega di Smalcalda. Tale lega, dotata di un esercito federale mercenario e di una cassa comune, fu detta anche "Lega dei Protestanti", che raggruppo molti Principi Tedeschi accecati dalla loro stessa ambizione,  ed era guidata dall'ambizioso Duca Filippo I d'Assia e dall'altrettanto arrivista  Duca Giovanni Federico, elettore di Sassonia, entrambi irretiti dalle farneticazioni di un folle (Lutero).
Martin Lutero
Va chiarito che i seguaci dell'eretica  dottrina di Lutero assunsero la denominazione di "protestanti" in quanto essi, riuniti in ordini così detti "riformati", nel corso della seconda Dieta di Spira del 1529, protestarono contro la saggia decisione dell'Imperatore di ripristinare l'Editto di Worms (leggi scomunica e ricostituzione dei beni ecclesiastici), editto che era stato incautamente sospeso nella precedente prima Dieta di Spira del 1526.
Il decennio che si aprì all'indomani dell'incoronazione di Carlo V a Bologna nella basilica di San Petronio il 24 febbraio del 1530 da Papa Clemente VII, e che si concluse nel 1540, fu denso di avvenimenti, che crearono all'Imperatore non pochi problemi. Infatti si riaprì il conflitto con la Francia; vi fu una recrudescenza delle incursioni dell'Impero Ottomano verso l'Europa e si dovette registrare una notevole espansione della dottrina eretica luterana (in larga parte dovuta ad una politica troppo indulgente). Carlo V, come estremo baluardo dell'integrità dell'Europa Cristiana e della fede Cattolica, dovette destreggiarsi su tutti e tre i fronti, contemporaneamente e con notevoli difficoltà.

Contemporaneamente ai conflitti scoppiati nuovamente con il Regno di Francia ed i maomettani del Barbarossa , Carlo V dovette nuovamente fronteggiare la diffusione della dottrina eretica luterana che aveva trovato il suo punto di massima nella formazione della Lega di Smalcalda nel 1531, alla quale cominciavano ad aderire sempre più numerosi gli ambiziosi Prìncipi germanici.
Il 27 settembre 1537 durante la battaglia di  Prevesa  l'esercito dell'Imperatore ed i suoi alleati (Repubblica Aristocratica di Genova e Venezia) subirono una sconfitta dalla flotta turca guidata dal Barbarossa. Questa sconfitta indusse Carlo V a cedere commettendo un atto di debolezza che si ripercosse in seguito: decise di riprendere i rapporti con gli Stati della Germania che avevano abbracciato l'eresia , per trovare appoggi dal punto di vista finanziario e  militare. Il suo atteggiamento più conciliante verso i rappresentanti dell'eresia  luterana, tenuto nelle diete di Worms (1540) e Ratisbona (1541), gli valsero  l'appoggio di tutti i Prìncipi Tedeschi e il controllo sull'Impero ma minarono quest'ultimo in modo profondo.  Iniziava il precipitare dell'Europa Cristiana e del S.R.I. .
Papa Paolo III
Nel giugno 1543 Carlo V, mentre era in viaggio verso Trento, incontrò papa Paolo III a Busseto.
Il Pontefice Paolo III convocò, infatti, un Concilio ecumenico nella città di Trento, i cui lavori furono ufficialmente aperti il 15 dicembre 1545. Fu un Concilio del quale sia il Re che l'Imperatore non avrebbero mai visto la conclusione, così come neppure il Pontefice che lo aveva convocato.
Poiché gli eretici protestanti arrivarono a rifiutare di riconoscere il Concilio di Trento, l'Imperatore mosse loro guerra nel mese di giugno del 1546, forte di un esercito composto dai pontifici al comando di Ottavio Farnese, dagli austriaci di Ferdinando d'Austria, fratello dell'Imperatore, e dai soldati dei Paesi Bassi al comando del Conte di Buren. L'Imperatore era affiancato da Maurizio di Sassonia che era stato abilmente sottratto alla diabolica  Lega Smalcaldica. Carlo V conseguì una schiacciante vittoria nella battaglia di Mühlberg nel 1547, a seguito della quale i Principi tedeschi si ritirarono e si sottomisero all'Imperatore, anche se la loro eresia non venne soffocata.

Per i primi due anni il Concilio di Trento si dibatté su questioni di carattere procedurale, mancando l'accordo tra il Papa e l'Imperatore: infatti mentre l'Imperatore cercava di portare il dibattito su temi riformisti, nel suo eccessivo dialogare con un eresia che minacciava il futuro dell'Impero, il Papa cercava di portarlo su temi di carattere teologico.
Il 31 maggio del 1547 vide la morte del Re Francesco I di Francia  e, poiché il Delfino Francesco era morto prematuramente nel 1536 all'età di 18 anni, salì sul Trono di Francia il secondogenito del defunto Re  , col nome di Enrico II di Francia. Non solo, ma, nello stesso anno, Paolo III trasferì la sede del Concilio da Trento a Bologna, col preciso scopo di sottrarlo all'influenza del "conciliare" Imperatore, anche se si dice che la motivazione ufficiale dello spostamento fu la peste.
Carlo V era ormai giunto al culmine della sua potenza: potenza raggiunta però in parte con il compromesso con la dilagante eresia che stava ormai corrodendo l'unità del Sacro Romano Impero. L'eretica  Lega di Smalcalda era stata vinta ma il problema protestante non era risolto.
Scala del campo di battaglia di Mühlberg del 1550
In Germania,  l'Imperatore, dopo la vittoria di Mühlberg, aveva adottato una politica estremamente autoritaria contro gli eretici, la quale ebbe come conseguenza la formazione di un'alleanza tra gli arrivisti Principi della Germania del Nord , che avevano abbracciato l'eresia luterana, il Duca d'Assia e il Duca Maurizio di Sassonia, in funzione anti-imperiale e anti-cattolica. Questa Lega, nel mese di gennaio del 1552, a Chambord, sottoscrisse un accordo con il Re di Francia. Questo accordo prevedeva il finanziamento delle truppe della Lega da parte della Francia, in cambio della riconquista delle città di Cambrai, Toul, Metz e Verdun.
Il permesso accordato al Re di Francia da parte della lega dei Principi protestanti, per l'occupazione delle città di Cambrai, Toul, Metz e Verdun, fu un vero e proprio tradimento verso l'Imperatore e contro la Chiesa di Cristo.
La guerra con la Francia scoppiò, quindi, inevitabilmente nel 1552, con l'invasione dell'Italia del Nord da parte delle truppe francesi. Ma il vero obiettivo di Enrico II era l'occupazione delle Fiandre, sogno mai appagato anche del padre Francesco I. Infatti Enrico si mise personalmente alla testa delle sue truppe e diede inizio alle operazioni militari nelle Fiandre e in Lorena.
L'iniziativa di Enrico II colse di sorpresa l'Imperatore, il quale, non potendo raggiungere i Paesi Bassi a causa dell'interposizione dell'esercito francese, dovette ripiegare sul Nord Tirolo, con una ritirata precipitosa e, invero, non molto decorosa verso Innsbruck. Rientrato in Austria Carlo V iniziò il rafforzamento del suo contingente militare facendo affluire rinforzi e danaro sia dalla Spagna che da Napoli; la qual cosa indusse Maurizio di Sassonia, condottiero delle truppe francesi, ad aprire trattative con l'Imperatore, nel timore di una sconfitta.
Enrico II di Francia alla
Battaglia di Renty (1554)
Nei colloqui, svoltisi a Passavia, tra i principi protestanti capeggiati da Maurizio di Sassonia e l'Imperatore, si giunse ad un accordo che prevedeva maggiori libertà religiose per i riformati in cambio dello scioglimento dell'alleanza con Enrico II di Francia. La qual cosa avvenne nell'agosto del 1552. Con il Trattato di Passavia l'Imperatore riuscì ad annullare gli accordi di Chambord tra i principi protestanti e il Re di Francia, ma vide vanificate tutte le conquiste ottenute con la vittoria di Mühlberg: in questo preciso istante, con questo atto di debolezza da parte di Carlo V,  si identifica l'inizio della decadenza del S.R.I. e della stessa Europa Cristiana la quale , minata dall'interno dall'eresia e dalle sue infauste dottrine, le quali  contaminarono le menti di molti Principi che un tempo furono grandi vassalli dell'Impero e della Chiesa Cattolica, cominciò a sprofondare lentamente.
Il bilancio della vita di Carlo V e di ciò che aveva compiuto non poteva dirsi del tutto positivo, soprattutto in rapporto agli obiettivi che si era prefissato e alle grandi responsabilità che dal titolo di Sacro Romano Imperatore derivavano. Il suo sogno di Impero universale Cristiano (Cattolico) sotto la guida asburgica era purtroppo fallito; così come era fallito il suo obiettivo di riconquistare la Borgogna. Egli stesso, pur professandosi il primo e più fervente difensore della Chiesa di Roma, non era stato in grado , per via di errori politici-diplomatici , di impedire l'affermarsi della dottrina eretica luterana. Carlo V , giunto a 56 anni di età, soffriva di salute alquanto malferma. L'anno precedente, il 25 di settembre, aveva sottoscritto con i Principi protestanti, tramite il fratello Ferdinando, la Pace di Augusta, ennesima cattiva scelta dell'Imperatore , a seguito della quale si pervenne alla pacificazione religiosa in Germania, con l'entrata in vigore del principio cuius regio, eius religio, con cui si sanciva che i sudditi di una regione dovevano professare la religione scelta dal loro reggente: si arrivò alla più pura follia che degenerò l'istituzione imperiale nel suo più profondo e importante legante: la Vera fede Cristiana Cattolica. Era il riconoscimento ufficiale della nuova eresia dottrinale luterana.
 
Papa Paolo IV
Questi avvenimenti indussero il nuovo Papa, Paolo IV,  eletto appena l'anno precedente, disgustato da questo comportamento da parte dell'Imperatore che avrebbe dovuto opporsi all'eresia fino all'ultimo , a stringere una solida alleanza con il Re di Francia in funzione anti-imperiale e anti-protestante. Paolo IV, infatti, ritenne a ragione  che l'Imperatore non fosse più il baluardo della Chiesa di Roma contro gli attacchi provenienti dalla nuova eresia luterana, soprattutto dopo il Trattato di Passavia e la Pace di Augusta. Ecco perché ritenne opportuno stringere un alleanza con la Francia.
Dopo il precipitare degli eventi, Carlo V, che aveva già abdicato in favore del figlio Filippo come Duca di Borgogna , nella città di Bruxelles il 25 ottobre 1555, il 16 gennaio del 1556  cedette le Corone di Spagna, Castiglia, Sicilia e delle Nuove Indie ancora al figlio Filippo,  che divenne Filippo II di Spagna, al quale cedette anche la Franca Contea nel giugno dello stesso anno e la Corona aragonese nel mese di luglio. Il 12 settembre dello stesso anno cedette la Corona Imperiale al fratello Ferdinando che prese il nome di Ferdinando I del Sacro Romano Impero . Subito dopo, accompagnato dalle sorelle Eleonora e Maria, partì per la Spagna diretto al monastero di San Jeronimo di Yuste nell'Estremadura .
Il 28 febbraio del 1558, i Principi tedeschi, riuniti nella Dieta di Francoforte, presero atto delle dimissioni dal titolo di Imperatore che Carlo V aveva presentato due anni prima e riconobbero in Ferdinando I il nuovo Imperatore con alcune richieste volte a favore dell'eresia protestante. Carlo usciva definitivamente dalla scena politica. Morì il 21 settembre 1558, probabilmente di malaria, dopo tre settimane di agonia.
L'Impero di Carlo V , come detto  , tra le sue glorie commise  "grandi errori" tra i quali quello di aver  legittimato l'eresia protestante negli Stati del  Sacro Romano Impero dove questa peste aveva attecchito (Germania del Nord): senza dimenticare le ostilità nei confronti del Pontefice con il "Sacco di Roma" del 1527. Ciò avvenne durante il tramonto dell'Impero di Carlo V ma proseguì negli anni a venire: questa concessione di libertà nei confronti di una dottrina eretica come quella luterana determinò tra le altre cose la destabilizzazione dell'unità dell'Impero ; portò una Rivoluzione deleteria nel modo di vedere lo Stato , il Monarca e la società intera.
Dal 1517 al 1648 , da Lutero a Munster , l'"Europa moderna" cresce e la Cristianità agonizza: questi centotrentun anni costituiscono la nascita della civiltà europea per come la conosciamo oggi ed il tramonto della Civiltà Cristiana. Ma non fu facile né privo di lotte il trionfo della Rivoluzione . Cioè dell'"Europa moderna".
 
 
La Guerra dei Trent'anni , la continua destabilizazione del Sacro Romano Impero e la Pace di Vestfalia.
 
 
 
 
Cavalleria Valona (Guerra dei Trent'anni)
La Guerra dei Trent'anni fu una serie di conflitti armati, causati dal diffondersi dell'eresia protestante e dalle sue perniciose idee,  che dilaniarono l'Europa dal 1618 al 1648. I combattimenti si svolsero inizialmente e soprattutto nei territori  appartenenti al Sacro Romano Impero Germanico, ma coinvolsero successivamente la maggior parte delle potenze europee, con le eccezioni di Inghilterra e Russia. Nella seconda parte del periodo di guerra, i combattimenti si estesero anche alla Francia, ai Paesi Bassi, all'Italia settentrionale e alla Catalogna. Durante questi trent'anni, la guerra cambiò gradualmente ma mantenne sempre la radice che l'aveva scatenata : iniziata scoppiò come conflitto religioso fra cattolici ed eretici protestanti, e la situazione in seguitò attirò la cupidigia di alcuni Principi e ciò la portò nella sfera , apparentemente,  di pura  lotta politica tra la Francia dei primi Re Borbone  e gli Asburgo di Spagna e d'Austria (Potenze Cattoliche).

Le cause della guerra furono varie, anche se la principale e la più incisiva era rappresentata dalla continua minaccia di espansione dell'eresia protestante , e conseguente degenerazioni politiche e sociali che questo comportava. La pace di Augusta del 1555, uno degli ultimi e grandi errori di Carlo V che la firmò , aveva si messo fine agli scontri fra Cattolici, che difendevano la vera fede, e  gli eretici luterani, che seminavano discordia e guerra , ma ad un prezzo altissimo che si sarebbe pagato con il tempo : venne introdotto il principio del "cuius regio, eius religio" ("Di chi [è] il potere, di lui [sia] la religione")  e stabilito che i luterani potevano rimanere in possesso dei territori ecclesiastici secolarizzati fino al 1552 (Pace di Passau): il significato pratico del  Cuius regio, eius religio indica l'obbligo del suddito di conformarsi alla confessione del Principe del suo stato, sia essa un'eresia protestante o  la fede verso la vera Chiesa di Cristo (Chiesa Cattolica). Venne definito ciò nel trattato per determinare la religione dell'Impero come un'innaturale , e deleteria,  coesistenza tra l'eresia luterana  e la fede  Cattolica . Il principio sancito ad Augusta significava che i Prìncipi e le città libere avevano la facoltà di introdurre l'eresia luterana (lo jus reformandi) nel loro territorio, pur godendo degli stessi diritti degli stati Cattolici all'interno dell'Impero. La popolazione di confessione diversa da quella del Principe, sia che fosse Cattolica oppure protestante, doveva adattarsi alla confessione del Principe oppure emigrare. Ciò servì come compromesso per il mantenimento del controllo sugli Stati dell'Impero; mai scelta fu tanto funesta.
 Vari problemi, tuttavia, rimasero aperti: oltre al fatto che la pace era considerata, specialmente dai guerrafondai  luterani, solo una tregua temporanea, i termini del trattato prevedevano l'adesione, da parte dei Prìncipi, al credo cattolico o a quello luterano, con esclusione di ogni altro credo, inclusa  l'eresia calvinista , che andava diffondendosi rapidamente in varie aree della Germania.
A queste considerazioni di ordine, o più correttamente di disordine religioso, si aggiunsero tendenze egemoniche o d'indipendenza di vari stati europei, rivalità commerciali, ambizioni personali e  familiari. La Spagna era interessata a esercitare un appoggio per ripulire dall'eresia   il  Sacro Romano Impero così da garantirsi la possibilità di affrontare la guerra con gli eretici olandesi che durava ormai da molti anni, e che sarebbe ripresa apertamente nel 1621, allo scadere cioè della tregua dei dodici anni.

 
Mattia I del Sacro Romano Impero
In Germania era in corso, nel frattempo, una lotta politica fra i boriosi  Prìncipi tedeschi e il Sacro Romano Imperatore , il quale  desiderava che il titolo di Imperatore del Sacro Romano Impero non fosse più solamente una figura rappresentativa e amministrativa limitata , un punto di riferimento così come si sviluppò nel medioevo , ma rappresentasse un potere effettivo sui territori che "nominalmente" appartenevano al Sacro Romano Impero, affermando così l'egemonia dei cattolici Asburgo d'Austria su tutta la Germania e portando a compimento l'impresa che non riuscì a Carlo V.
 
I primi scontri, di carattere religioso, si verificarono nel Sacro Romano Impero a causa del reservatum ecclesiasticum, una norma contenuta nella Pace di Augusta che stabiliva che le autorità ecclesiastiche convertite all'eresia del protestantesimo dovessero lasciare i propri territori. La questione si presentò quando il Principe-arcivescovo di Colonia si convertì all'eresia calvinista : poiché l'arcivescovo di Colonia era anche uno dei Principi elettori (Kurfürsten), si sarebbe venuta anche  a creare una maggioranza protestante nel collegio elettorale. A tale prospettiva i Cattolici difensori della vera fede risposero scacciando con la forza l'eretico arcivescovo e ponendo al suo posto il Cattolico Ernesto di Baviera. In seguito a questo successo Cattolico, il principio del cuius regio eius religio fu applicato più rigidamente in vari territori.
 
Massimiliano I Elettore di Baviera
Un nuovo scontro religioso si ebbe nel 1606 nella città di Donauwörth, in cui i protestanti tentarono di impedire ai residenti cattolici di organizzare una processione, dando vita ad aspri tumulti; questo provocò l'intervento di Massimiliano I, Elettore di Baviera che, comportandosi da  Principe Cattolico , si impegnò a ristabilire l'ordine. Questa serie di eventi fecero sì che, specialmente tra gli eretici calvinisti, si sparse la voce di un presunto  "complotto"  cattolico per estirpare il protestantesimo. A tale presunta minaccia essi risposero creando, nel 1608, l'"Unione Evangelica", corrompendo un Principe abbastanza arrivista e ambizioso passato al servizio dell'eresia,  Federico IV del Palatinato, che possedeva uno dei territori che erano fondamentali per garantire alla Cattolicissima Spagna l'accesso all'Olanda. I Cattolici tedeschi, in difesa della Chiesa di Cristo ,  risposero creando a loro volta, nel 1609, la Lega Cattolica, sotto la guida di Massimiliano I di Baviera. A questo punto la situazione politica in Germania era matura per uno scontro tra eresia e Verità.
La scintilla che scatenò il conflitto si ebbe nel 1618, quando l'Imperatore del Sacro Romano Impero nominò Re di Boemia, dove la peste protestante aveva preso il sopravvento, il cattolico e gesuita Ferdinando II. Questi saggiamente vietò la costruzione di alcune chiese protestanti e ritirò la lettera di maestà, provocando una violenta ribellione, cosa che gli eretici aspettavano , che culminò nel celebre episodio della "defenestrazione di Praga": due luogotenenti dell'Imperatore furono barbaramente scaraventati giù dalle finestre del palazzo reale; i due vennero fatti  atterrare su del letame presente nel fossato del castello come ulteriore scherno.
 
Da tale episodio ebbe origine la guerra dei trent'anni, che si può dividere in quattro periodi:
  • boemo-palatino (1618–1625)
  • danese (1625–1629)
  • svedese (1630–1635)
  • francese (1635–1648)
Si videro da una parte i Principi caduti nell'inganno e nell'errore dell'eresia protestante (tra i quali , per semplice arrivismo , era presente la Cristianissima Francia di Luigi XIII ) e dall'altra i difensori del Cattolicesimo e dell'unica vera fede ( Sacro Romano Impero, Lega Cattolica , Spagna e Portogallo).

La guerra dei trent'anni fu probabilmente il più grave evento che coinvolse l'Europa centrale prima delle Guerre Mondiali, ed ebbe conseguenze molto rilevanti sia da un punto di vista sociale e demografico, sia da un punto di vista più strettamente politico , culturale e religioso , come apparve chiaramente in quella che fu definita la Crisi del Seicento.
 
La Francia uscì dalla guerra rafforzata: grazie al declino spagnolo e alla frammentazione del Sacro Romano Impero, tutte conseguenze della piaga protestante e delle idee lontane dal concetto Cristiano , divenne una potenza di primo rango.
Da un punto di vista più generale, la guerra segnò la fine dei conflitti religiosi nell'Europa e segno la fine della Civiltà Cristiana ; dopo il 1648, non vi fu nessuna grande guerra europea contro l'eresia. La Pace di Vestfalia, che fu una grande rovina,  segnò un'altra tappa raggiunta dalla Rivoluzione. I Prìncipi tedeschi protestanti ebbero libertà di culto e libertà di accentrare ed accrescere il loro potere.
 
 
I princìpi sanciti dalla nefasta pace furono i seguenti:
  • Riguardo alla questione religiosa fu confermata la Pace di Augusta (1555), fu estesa la tolleranza anche ai calvinisti, e fu stabilito che i sovrani dovessero dare campo libero alle minoranze religiose e che i beni ecclesiastici in possesso dei protestanti fino al 1624, non fossero restituiti alla Chiesa Cattolica. I provvedimenti attinenti agli aspetti ecclesiastici includevano il divieto di persecuzione religiosa in Germania e la riaffermazione della pace di Augusta: cioè il divieto di combattere per la vera fede. Se però un principe si fosse convertito ad altra religione, non avrebbe più avuto alcun diritto sulle proprie terre (misura intelligente atta a controllare la diffusione della Riforma).
  • Riguardo all'ordinamento interno del Sacro Romano Impero, fu riconosciuta ai prìncipi la piena sovranità territoriale e il diritto di stringere alleanze, purché non fossero contro l'Imperatore e l'Impero.
Riguardo ai mutamenti territoriali:

 
  • La Francia ebbe la Lorena, Metz, Toul e Verdun e i territori asburgici dell'Alsazia, ma non i territori della città di Strasburgo.


  • La Protestante Svezia ricevette un risarcimento in denaro, la Pomerania Anteriore e i vescovati di Brema e Verden, che assicuravano il controllo delle foci dei fiumi Oder, Elba e Weser, ottenendo in tal modo l'egemonia sul Mar Baltico; a essa fu inoltre concesso di inviare tre rappresentanti al Consiglio dei prìncipi dell'Impero, che rappresentava uno dei collegi del Reichstag.

  • Il Palatinato fu diviso tra il figlio di Federico V, cui fu restituita la dignità elettorale, e il Duca Massimiliano di Baviera, che ottenne l'Alto Palatinato.

  • Il Duca di Baviera conservò il titolo di elettore garantitogli nel 1628 (il numero degli elettori venne quindi portato a otto): cinque cattolici, due protestanti e uno calvinista.

  • Il protestante Brandeburgo (futura Prussia) ricevette la Pomerania Orientale e i vescovadi di Magdeburgo, Halberstadt, Kammin e Minden, nonché i territori di Cleves, Mark e Ravensberg in seguito alla risoluzione della disputa per i territori del defunto Duca di Jülich-Cleves-Berg.

  • I Paesi Bassi e la Svizzera furono riconosciuti sovrani e indipendenti dall'Impero; questo permise  il consolidarsi dell'eresia in questi territori.


  • Cardinale Mazzarino
    La Spagna, difensore della Chiesa di Cristo (Cattolica),  non aveva aderito all'iniqua Pace di Vestfalia, e riuscì a occupare il porto di Dunkerque, nelle Fiandre. Ma il Cardinale Mazzarino si alleò con la scismatica Inghilterra, promettendole, in caso di vittoria, Dunkerque e la Giamaica; l'esercito francese, al comando del maresciallo di Francia Henri de La Tour d'Auvergne, visconte di Turenne, riuscì a sconfiggere nella battaglia delle Dune, presso Dunkerque (14 giugno 1658), gli spagnoli guidati dal Gran Condé. Filippo IV di Spagna  fu costretto così a firmare la Pace dei Pirenei (1659), che segnò un duro e fatale colpo per gli Asburgo di Spagna.
    Il paragrafo 52 dell'articolo V dell'iniquo  trattato di pace, denominato Itio in partes, consiste nell'eliminazione della religione come elemento centrale dei conflitti politici, separando dunque il campo religioso da quello statale , apprendo la strada al concetto corrotto dello "stato moderno" :
     
    (LA)
    « In causis religionis omnibusque aliis negotiis, ubi status tamquam unum corpus considerari nequeunt, ut etiam catholicis et Augustanae confessionis statibus in duas partes euntibus, sola amicabilis compositio lites dirimat, non attenta votorum pluralitate. Quod vero ad pluraritatem votorum in materia collectarum attinet, cum res haec in presenti congressu decidi nn potuerit, ad proxima comitia remissa est. »
    (IT)
    « Nelle faccende religiose e in tutti gli altri affari, dove non si può considerare lo stato come un unico corpo, come anche negli stati di confessione cattolica e augustea che si dividono in due parti, un solo accordo divida la lite, senza badare alla pluralità di voti. Ciò che invece si basa sulla pluralità di voti, nelle faccende che riguardano tutti quanti, poiché non è stato possibile decidere questa cosa nel presente incontro, è rimandato ai prossimi incontri. »
     
     
     
     
     
    Papa Innocenzo X
    S.S. Innocenzo X si oppose immediatamente alla  sovversiva  Pace di Vestfalia . I Principi Cattolici i quali avrebbero dovuto seguire il saggio giudizio del Pontefice, ed il Sacro Romano Imperatore in primis, interessati al mantenimento del loro potere e sempre più distaccati da quella fratellanza dello spirito di fede che aveva reso grande la Civiltà Cristiana nella sua epoca d'oro,  si coalizzarono per isolare il Pontefice dalle questioni politiche delicate che si andavano delineando. La Pace di Vestfalia divise la Cristianità in maniera ufficiale. Da quel momento in poi l'eresia protestante (prima grande Rivoluzione) aveva la possibilità di spargere il dubbio, di mettere in dubbio anche a livello sociale la verità.
     
    Di seguito riporto la denuncia di Innocenzo X nei riguardi della  Pace di Vestfalia datata in Roma 20 novembre 1648:
     
     
     
     
    « Mossi dallo zelo per la famiglia di Dio che continuamente riempie il nostro cuore, ci siamo dedicati con cura particolare al mantenimento dell'integrità della fede ortodossa e della dignità ed autorità della Chiesa cattolica, affinché i diritti della medesima, di cui siamo stati eletti difensori da Nostro Signore, non soffrano alcun danno da parte di coloro che ricercano il proprio vantaggio piuttosto che la gloria di Dio, ed affinché non si sia accusati di negligenza nel compito di governo, che ci è stato affidato, quando dovremo rispondere della nostra condotta al Giudice Supremo. Così non è stato senza vivo dolore che abbiamo appreso come da vari articoli, tanto della pace concordata separatamente a Osnabrück il 6 di agosto dell’anno 1648 tra il nostro carissimo figlio in Cristo, Ferdinando Re dei Romani, imperatore eletto, ed i suoi alleati e seguaci da una parte e gli svedesi ed i loro alleati e seguaci dall'altra, quanto della pace conclusa a Münster in Vestfalia il 24 ottobre dello stesso anno 1648 tra il detto Ferdinando, Re dei Romani, Imperatore eletto, ed i suoi alleati e seguaci da una parte ed il nostro carissimo figlio in Gesù Cristo, Luigi cristianissimo re di Francia, pure con i suoi alleati e seguaci dall'altra, sia stato recato gravissimo alla religione cattolica, alla devozione divina, alla Sede Apostolica e romana ed alle chiese minori ed agli ordini ecclesiastici, come pure alla loro giurisdizione, potere, immunità, franchigia, libertà, esenzioni, privilegi, affari, possedimenti e diritti.
    Poiché per vari articoli, sia di ambedue, sia di uno solo di questi trattati di pace, sono stati abbandonati in perpetuo agli eretici ed ai loro successori tra le altre cose i possedimenti ecclesiastici, da essi in altro tempo occupati e agli eretici, seguaci della cosiddetta confessione di Augusta, viene concessa la libera pratica della loro eresia in vari luoghi, a loro vengono assegnati luoghi, su cui costruire templi a tal proposito; sono stati ammessi con i cattolici agli uffizi, cariche pubbliche e ad arcivescovati, vescovati ed altri benefizi e dignità ecclesiastici ed alla partecipazione nelle "preghiere principali", ossia il particolare privilegio imperiale di assegnare un limitato numero di canoni ai capitoli in Germania che la Santa Sede aveva concesso allo stesso Ferdinando, Re dei Romani, imperatore eletto; sono state soppresse nei possedimenti ecclesiastici della suddetta confessione di Augusta le annate, gli iura palatii, le confermazioni, i primi redditi papali e tutti i simili privilegi e riserve; la conferma delle elezioni o candidature dei cosiddetti arcivescovi, vescovi o prelati della medesima confessione è stata trasferita al potere secolare; innumeri arcivescovati, vescovati, monasteri, parrocchie, balivati, commende, canoniche ed altri benefìzi ecclesiastici e possedimenti della Chiesa sono stati concessi a principi eretici e ai loro successori in feudo perpetuo, col titolo di una dignità secolare e la soppressione della loro designazione ecclesiastica; è stato decretato che contro questa pace o alcuno dei suoi articoli non debba essere citata, applicata o riconosciuta alcuna delle leggi canoniche o civili, generali o particolari, dei decreti conciliari, regole di ordini religiosi, giuramenti, o concordati con i pontefici romani, od alcuno degli altri ecclesiastici o politici statuti, decreti, dispense, assoluzioni od altre obiezioni; il numero di sette elettori dell'Impero, precedentemente ratificato dall'apostolica autorità, è stato accresciuto senza il nostro consenso e quello della suddetta Sede, e l'ottavo elettorato è stato creato a favore di Carlo Luigi, conte palatino del regno, eretico; e sono state decretate molte altre cose spiacevoli da riferire, assai pregiudizievoli e dannose alla religione ortodossa ed alla suddetta Sede di Roma, alle chiese minori e ad altri menzionati sopra.
    Tutto ciò è stato compiuto nonostante il nostro venerabile fratello Fabio, vescovo di Nardo, nunzio straordinario nostro e della Santa Sede nella terra del Reno e nella bassa Germania, abbia protestato pubblicamente a nome nostro e della suddetta Sede a seguito di nostre istituzioni, e questi articoli sono stati temerariamente redatti da persone, che non ne avevano la potestà; sono perciò senza valore, nulli, ingiusti e come tali devono essere da tutti considerati; è legalmente manifesto che qualsiasi accordo o disposizione riguardante materie ecclesiastiche, stabilito senza il consenso della Sede suddetta, è nullo e senza alcun effetto o validità.
    Nondimeno, desiderando un rimedio maggiormente efficace per la rettifica di tutto quanto sopra stabilito, desiderando realizzare ciò secondo l'obbligo dell'ufficio pastorale affidatoci dall'alto, e considerando che il preciso significato e i termini delle condizioni di ambedue i trattati di pace e di tutto quanto è in essi compreso, sono ampiamente e sufficientemente espressi e contenuti nel nostro presente documento, come pure il significato e i termini di altre cose vi sono logicamente espressi e compresi, come se lo fossero parola per parola, noi, di nostra propria volontà, per nostra certa conoscenza e matura riflessione e per la pienezza dell'apostolico potere, stabiliamo e dichiariamo col presente documento che i suddetti articoli di questi trattati, singolarmente e complessivamente, ed ogni altra cosa contenuta in detti trattati, che sia offensiva o rechi il più piccolo pregiudizio, o che potrebbe dirsi, capirsi, immaginarsi o considerarsi in qualche modo dannosa o molesta, alla religione cattolica, alla devozione divina, alla salvezza delle anime, alla detta Sede Apostolica romana, a chiese minori, ordini e domini ecclesiastici ed alle loro persone, membri ed affari, possedimenti, giurisdizione, autorità, immunità, libertà, privilegi, prerogative e diritti di ogni genere, con tutto quanto è derivato o potrà derivare da essi, sono e saranno legalmente ed in perpetuo nulli, di nessun valore, non validi, perversi, ingiusti, condannati, riprovati, vani e senza alcuna forza od effetto e che nessuno è tenuto ad osservarli, singolarmente o complessivamente, anche nel caso fossero rafforzati da giuramenti, e che nessuno ha potuto o potrà acquistare o reclamare per se stesso in nessun momento sulla loro base alcun diritto o carica o titolo valido o diritto prescrittivo, anche se il possesso durasse per lungo ed immemorabile tempo senza alcuna interruzione, né le sue richieste hanno alcun fondamento nella legge, così che esse dovranno essere per sempre considerate, come se non esistessero o non fossero mai state formulate ed approvate. Inoltre, per maggiore precauzione, finché sarà necessario, noi, per la suddetta volontà, conoscenza, deliberazione e pienezza di potere, condanniamo, riproviamo, estinguiamo, annulliamo e priviamo di ogni forza ed effetto i detti articoli e tutto quanto di pregiudizievole è stato sopra stabilito, e protestiamo contro di loro e dichiariamo la loro nullità agli occhi di Dio. E per quanto è necessario, ripristiniamo, ristabiliamo e reintegriamo completamente tutto quanto concerne tali materie, la Sede Apostolica romana, le chiese minori, e tutti i luoghi sacri ed il clero nel loro primitivo ed integro stato, nella stessa posizione in cui si trovavano prima di detto decreto e di qualsiasi altro accordo, trattato o convenzione, precedentemente concordato o richiesto in alcun modo o luogo, riguardante le materie summenzionate.
    Noi decretiamo pure che, nel caso in cui le persone summenzionate ed altre, egualmente degne di particolare menzione e designazione, aventi interessi o pretese nelle cose suddette od in alcuna di esse, non avranno consentito al presente decreto, né saranno state chiamate, citate od ascoltate, come pure se fosse obiettato che le questioni così come riferite non erano state sufficientemente esaminate e verificate od altrimenti giustificate, questo documento con tutto quanto esso contiene, non potrà mai ed in nessun caso essere contestato, invalidato, annullato o revocato con mezzi legali o polemici, contestato per legge, od incolpato di ingiustificabili aggiunte, omissioni, nullità od invalidità, o di difetto della nostra intenzione, o di ogni altro difetto di sostanza ora imprevedibile, per quanto grave possa essere, o di ogni altra obiezione, che nasca dal campo legale o pratico, dalla costituzione o dalla tradizione, sotto qualsiasi pretesto, scusa, ragione o motivo che si possa immaginare; ma che esso è e sarà in perpetuo valido, saldo ed effettivo, e che estenderà ed otterrà pieno e completo effetto e sarà per il futuro inviolabilmente osservato da tutti coloro cui si riferisca o si riferirà in alcun modo per qualsiasi cosa.
    E così e non altrimenti dovranno sempre giudicare e decidere in tal senso in questa materia e nelle altre summenzionate, i giudici ordinali e gli uditori delegati del palazzo apostolico, come pure i cardinali della Santa Chiesa romana, i legati a latere ed i nunzi della stessa Sede e tutti gli altri, qualsiasi autorità esercitino al presente; noi neghiamo a ciascuno ed a ognuno di essi il diritto ed il potere di giudicare, dichiarare od interpretare altrimenti, dichiarando nulla e senza valore qualsiasi cosa proclamata contro il presente decreto, per proposito od ignoranza, da qualsiasi persona od autorità.
    Nonostante le summenzionate e tutte le altre costituzioni e decreti apostolici, generali e speciali, inclusi quelli proclamati nei concili generali, e nonostante pure, per quanto è necessario, la regola nostra e della Cancelleria apostolica de non tollendo iure quaesito, e la costituzione di papa Pio IV di felice memoria, nostro predecessore, riguardante le prerogative concernenti qualsiasi interesse della Camera apostolica, che
    potrebbero essere presentate e registrate nella stessa Camera entro il tempo stabilito da quella costituzione, così che non sarebbe necessario presentare e registrare nella stessa Camera il presente annuncio; nonostante anche tutte le leggi imperiali e municipali e tutti gli statuti, usanze e costumi, che pur datassero da tempi immemorabili, privilegi, indulti, concessioni e lettere apostoliche, rafforzate con giuramento o con apostolica conferma, o con altra garanzia, e concesse ad ogni e qualsiasi luogo o persona, che goda della dignità Imperiale o regia, o di qualsiasi altra dignità ecclesiastica o secolare, e designate in altre particolari guise, che richiedano una particolare interpretazione, come pure tutti i decreti simili concessi motuproprio. per conoscenza, deliberazione e pienezza di potere, anche in concistoro sotto qualsiasi tenore e forma, con qualsiasi eccezione, e altre clausole più efficaci ed insolite, e decreti di annullamento, e insomma concessi, editi, fatti, e spesso e ripetutamente confermati, approvati e rinnovati in opposizione alle deliberazioni suddette; da tutti questi e da ciascuno di essi, e da tutti gli altri contrari, qualunque siano, noi deroghiamo e vogliamo che si deroghi; specialmente ed espressamente, perché sì effettuino le deliberazioni suddette; anche se, per una sufficiente deroga, si debba fare una particolare, speciale e singola menzione, parola per parola, di essi e dei loro punti, e non con clausole generali dello stesso effetto, o una qualunque altra esposizione, o si debba per questo seguire un'altra insolita forma. Tuttavia li consideriamo come se fossero pienamente e sufficientemente espressi e contenuti in questo scritto, quasi inseritivi parola per parola e ne conservino la forma. Vogliamo che alle copie di questo documento, trascritte o stampate, con la firma di un notaio pubblico e il sigillo di una autorità ecclesiastica, dovunque e presso ogni popolo si presti la stessa fede, sia in giudizio che extragiudizialmente, che si presterebbe, se il presente documento venisse esposto o mostrato nell'originale.

    Dato a Roma in Santa Maria Maggiore con il sigillo del Pescatore il 20 novembre dell'anno 1648 quinto del nostro Pontificato. »
     
     
    Nota bene: E' giusto sottolineare che nessun pontefice riconobbe la Pace di Vestfalia e le condizioni in essa contenute.
     
     
    Dopo un secolo di contrasti, il conflitto tra i duchi e l'impero che condussero alla Guerra dei Trent'anni (1618-1648), devastarono l'Impero e  di conseguenza gran parte dell'Europa.
    Tutto ciò, come ben si evince da quanto precedentemente riportato , derivò in modo importante da scelte politiche errate fatte dal governo imperiale agli albori della prima Rivoluzione che sconvolse il cuore d'Europa : Rivoluzione protestante.
     
     
     
     
     Fine Prima Parte...
     
     
    Fonti:
     
    Wikipedia (Immagini)


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    Scritto da:

    Presidente e fondatore A.L.T.A. Amedeo Bellizzi.