CASERTA - Avendo avuto tra le mani quella che viene riconosciuta universalmente come la più lustra e illustrata (per dirla alla Totò) fonte di sapere cartaceo disponibile, l'Encyclopaedia Britannica, abbiamo provato a capire come potesse essere letta da Londra la nostra storia. In particolare su come ne uscissero fuori i sovrani del Regno delle Due Sicilie appartenenti alla dinastia borbonica. Non perché non ci interessi sapere cosa ne pensano oltre la Manica di Angioini, Aragonesi, Asburgo e delle altre case reali, ma semplicemente per testare l'accuratezza, l'affidabilità e l'attinenza alla realtà degli storici curatori delle voci dell'opera britannica di personaggi fortemente osteggiati in vita dall'elité culturale e politica inglese. Cominciando dal più odiato tra i Re, Ferdinando II, il quadro non è esaltante. La tanto sbandierata imparzialità e correttezza sparisce e lascia spazio ad una voce enciclopedica degna del miglior Mazzini. L'edizione presa in considerazione, quasi ad aggravare il tutto, è quella degli anni '60, presente e consultabile presso la Società di Storia Patria di Terra di Lavoro, appartenente alla terza generazione dell'enciclopaedia, quella su cui maggiormente si è esercitata l'influenza del pensiero americano a causa del passaggio di proprietà dei diritti editoriali passati, nel 1911, a imprenditori d'oltreoceano. Il testo della Britannica è fazioso, parziale e lapidario. Colpevolmente silente su alcune questioni, basato su una bibliografia di parte e, in parte, infondata. Prima di altre valutazioni ecco la "Britannica" alla voce Ferdinand II:
"FERDINAND II (1810-1859), nicknamed King Bomba, king of the Two Sicilies, son of Francis I, was born at Palermo on Jan. 12, 1810. In 1832 he married Cristina, daughter of Victor Emmanuel I, king of Sardinia, and shortly after her death in 1836 he took for a second wife Maria Theresa, daughter of the archduke Charles of Austria. After his Austrian alliance the bonds of despotism were more closely tightened; there were various abortive attempts at insurrection; in 1837 there was a rising in Sicily in consequence of the outbreak of cholera, and in 1843 the Young Italy Society organized a series if isolated outbreaks. The expedition of the Bandiera brothers in 1844, was followed by cruel sentences on the rebels. In Jan. 1848 a rising in Sicily was the signal for revolutions all over Italy and Europe; it was followed by a movement in Naples, and the king granted a constitution which he swore to observe. Serious disturbances broke out in the streets of Naples on May 15; the king withdrew his promise and dissolved the national parliament on March 13, 1849. He retired to Gaeta to confer with various deposed despots, and the Austrian victory at Novara (March 1849) strengthened his determination to return to a reactionary policy. Sicily was subjugated by General Filangieri, and the chief cities were bombarded, an expedient which won Ferdinand the epithet of "King Bomba". In 1851 the political prisoners of Naples were calculated by Mr. Gladstone in his letters to Lord Aberdeen (1851) to number 15.000 (probably the real figure was nearer 40.000), and the scandalous reign of terror, and the abominable treatment of the prisoners led France and England to make diplomatic representations to the King, but without success. An attempt was made by a soldier to assassinate Ferdinand in 1856. He died on May 22, 1859, just after declaration of war by France and Piedmont against Austria, which was to result in the collapse of his kingdom and his dynasty. He was bigoted, cruel, mean, treacherous, tough not without a certain bonhomie. BIBLIOGRAPHY - See Corrispondence respecting the Affairs of Naples and Sicily, 1848-1849, presented to both Houses of Parliament by Command of Her Majesty, May 4, 1849; Two letters to the Earl of Aberdeen, by the Right Hon. W. E. Gladstone, 1st ed., 1851; N. Nisco, Ferdinando II il suo regno (Naples 1884); H. Remsen Whitehouse, the collapse of the Kingdom of Naples (1899); R. de Cesare, La caduta d'un Regno, vol I (città di Castello, 1900), which contains a great deal of fresh information, but is badly arranged and not always reliable; see also M. Schipa, il Regno di Napoli al tempo di Carlo di Borbone (1904)."
Al di là di tutte le imprecisioni e della propaganda retorica (e gli insulti gratuiti aggiunti alla fine della nota biografica sono di uno squallore propagandistico infinito), sono due le anomalie più gravi per un testo che vuole essere riferimento per il mondo della cultura (sorvoliamo ogni discorso sul 1848 dove l'errore più abnorme del Re fu quello di concedere la costituzione senza garanzie come avrebbe poi dimostrato nuovamente la storia nel 1860). Il dato più mostruoso è il numero di prigionieri che la "nota fonte del sapere" vede rinchiusi nelle carceri napoletane all'indomani del 1849. Non sono sufficienti nemmeno i 15mila millantati da Gladstone, che un carcere napoletano in vita sua non lo ha mai nemmeno visitato, e si arriva a parlare di ben 40.000 prigionieri politici, una enormità. Una intera città rinchiusa dietro le sbarre, come se Napoli si fosse d'improvviso trasformata nell'Irlanda o nell'India britannica! Secondo punto dolente è il far risalire alla questione dei prigionieri politici e alle politiche interne napoletane la rottura delle relazioni diplomatiche tra le due potenze occidentali (Francia e Inghilterra) e il Regno delle Due Sicilie senza citare, come invece andrebbe fatto, la guerra di Crimea, evento storico fondamentale anche per la storia inglese. Che la nota dell'Enciclopaedia sia sbilanciata, scorretta e ingiusta appare oggi evidente anche agli autori della stessa (resta sempre ingiustificabile e ingiustificato il livore inglese a oltre 100 anni da quei fatti) tanto che nelle recenti edizioni, così come in quella on line Ferdinando II viene rivisto. Non diventa il miglior sovrano possibile ma si tratta di un notevole passo in avanti. Ci sono accenni alle politiche "liberali" degli anni '30 e alle numerose riforme. Sparisce la connotazione iniziale caratterizzante e faziosa di re bomba (che ritorna solo più avanti nel testo) e spariscono i calcoli sui prigionieri politici anche se resta in piedi la tesi della "negazione di Dio" a cui gli inglesi, evidentemente, tengono molto perché rispecchia certi tratti e certi modi di Governare, contro Dio e contro la ragione (con la r piccola, niente a che fare con la Ragione rivoluzionaria), tipici dell'Inghilterra dai tempi di Enrico VIII Tudor. Ma c'è sempre modo di migliorarsi e non è detto che tra qualche decina di edizioni della Britannica...
Dal sito www.britannica.com
"Ferdinand II, (born January 12, 1810, Palermo [Italy]—died May 22, 1859, Caserta), king of the Two Sicilies from 1830. He was the son of the future king Francis I and the Spanish infanta María Isabel, a member of the branch of the house of Bourbon that had ruled Naples and Sicily from 1734.
Ferdinand II’s initial actions on ascending the throne on November 8, 1830, raised the hopes of the liberals in the kingdom. He granted amnesty to political prisoners, reinstated army officers suspected of republicanism, and showed himself eager to provide good government and to institute reforms. But he gradually came to adopt an authoritarian policy. He severely repressed a number of liberal and national revolts (including that of the Bandiera brothers in 1844). Even his marriage to an Austrian, the Archduchess Theresa, in 1837 (after the death of his first wife, the Piedmontese Maria Cristina), was taken as a sign of his growing conservatism.
A successful revolution at Palermo on January 12, 1848, and subsequent agitation among Neapolitan liberals forced Ferdinand to grant a constitution on January 29. After his army defeated a group of Neapolitan rebels on May 15, 1848, Ferdinand regained his confidence. He ignored the constitution, recalled troops sent by his liberal ministers to help expel the Austrians from northern Italy, and regained control of Sicily. The heavy bombardment of Sicilian cities in this campaign gained him the name of “King Bomba,” while his harsh treatment of the participants in the revolts earned him the dislike of many Europeans, notably of the future British prime minister William Ewart Gladstone, who denounced Ferdinand’s regime as “the negation of God erected into a system of government.”
During the final years of his life, Ferdinand became more and more isolated from his people and fearful of conspiracies against his life. The increasingly absolute character of his government denied theKingdom of the Two Sicilies a role in the Risorgimento (movement for Italian unification) and contributed directly to the easy collapse of the kingdom and its incorporation into Italy in 1860, only shortly after Ferdinand’s death".
Fonte: http://istitutoduesicilie.blogspot.it/