martedì 12 agosto 2014

Platone ci descrive i nostri giorni

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{IV secolo a.C.} Platone, libro VIII de “La Repubblica”:
 
“Quando un popolo divorato dalla sete della libertà si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quanta se ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, sono dichiarati tiranni. E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui; che i giovani pretendono gli stessi diritti e la stessa considerazione dei vecchi; e questi, per non parere troppo severi, danno ragione ai giovani (…) In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è riguardo né rispetto per nessuno. In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia”.