martedì 18 agosto 2015

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori: La fedeltà de' Vassalli verso Dio li rende fedeli anche al loro Principe (Parte ottava-Capitolo III°-§ 6.)

 
 
§ 6. Del Serenissimo Carlo Emanuele, della Real Casa di Savoia(25).
 
Carlo Emanuele I, Duca di Savoia
 
1. Non vi mancherebbero simili altri esempj, ma bastano gli addotti, perché non vorrei esser di tedio a chi legge; non posso però tralasciar di riferire qui il modo con cui Carlo Emanuele, Duca di Savoia, operò col soccorso della divina mano la conversione della provincia dello Sciablé [Chiablese(26)], che stava già tutta infettata di calvinisti; poiché tutti quei Paesi avevano affatto [del tutto] abbandonato la Chiesa Cattolica, e viveano senza Sagramenti, senza chiese e senza sacerdoti; assistiti solamente da' predicanti [predicatori] che seguivano [continuavano] a tenerli pervertiti. Onde il nominato Principe scrisse al Vescovo di Genevra [Ginevra] che avesse fatto scelta di più fervorosi missionarj e gli avesse mandati a predicare a quei popoli per indurli ad abbracciare l'antica lor Religione, promettendo di assisterli con tutta la sua protezione. Il Vescovo elesse allora per capo della missione San Francesco di Sales(27), il quale con altri compagni convertì molti eretici, ma molti altri erano restati ostinati. Il Principe procurò di adoperare più [molti] altri mezzi per veder convertito il suo Sciablé [Chiablese], e specialmente volle andare egli stesso per aiutar quella missione colla sua presenza ed autorità. Ma vedendo che gli ostinati stavano forti [determinati] a voler seguire la loro setta ordinò un giorno a tutti gli eretici che nel giorno seguente si fossero portati nel Palazzo della città. 

2. Ivi essendo poi andato egli stesso, accompagnato dalle sue truppe per impedire ogni disordine, e stando tutti già radunati, intimò silenzio ed indi lor disse, «che potendo egli sin da principio impiegar la sua autorità e la forza per obbligarli a rientrar nella Chiesa Cattolica da essi abbandonata, avea voluto servirsi solamente di mezzi piacevoli e dolci, con cui già la maggior parte eran rientrati nella Chiesa; ma vedendo che essi voleano ciecamente perdersi in questa e nell'altra vita, egli si dichiarava di non voler soffrire [tollerare] ne' suoi Paesi coloro che colla loro ostinazione si palesavano nemici di Dio e suoi; pertanto ordinò che i buoni si separassero dagli ostinati; e passassero alla sua destra quei che voleano seguitare la sua Religione; ed alla sinistra quei che voleano restare nella Religione diversa da quella del Principe». 

3. Avendo finito di parlare, ed avendo aspettato qualche tempo, pochi rimasero alla sinistra, la maggior parte passarono alla destra; ed allora il Duca, a questi rivolto, disse che gli [li] avrebbe considerato sempre come suoi sudditi fedeli e che perciò poteano promettersi [aspettarsi] da lui ogni favore. Rivolto all'incontro [al contrario] agli altri restati alla sinistra, disse: «Voi dunque che in mia presenza ardite dichiararvi nemici di Dio e miei, uscite dal mio Regno, senza speranza di rientrarvi. Io vi spoglio delle vostre cariche e dignità; poiché amo meglio [preferisco] di non aver sudditi che di averli simili a voi, de' quali avrò sempre motivo di diffidare». E ciò detto, voltò loro le spalle. Ma dipoi il Signore consolò pienamente questo buon Principe, giacché San Francesco di Sales, dopo tal fatto, ebbe la sorte di vederli tutti ravveduti e convertiti; onde egli stesso ottenne poi loro dal Principe la grazia del ritorno; e in avvenire vissero unitamente [insieme] in pace ne' loro Paesi.


Note:


25 Carlo Emanuele I di Savoia, detto il Grande (Rivoli Torinese, 12 gennaio 1562 – Savigliano, nel cuneese, 26 luglio 1630).

26 Nell’alta Savoia.

27 San Francesco di Sales (Thorens-Glières, in Alta Savoia, 21 agosto 1567 - Lione, 28 dicembre 1622).


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