di CdP Ricciotti (Fonte: http://radiospada.org/)
Recentemente Bergoglio ha scagliato il suo “anatema” che, per quel che possa valere, ossia nulla, palesandosi il soggetto oggettivamente non autorevole per via di una costante e notoria defezione dalla fede (cf. CJC ’17, can 188 § 4 – rif. 108 § 3; cf. Pastor Aeternus, Pio IX; Auctorem Fidei, Pio VI – clicca qui), comunque viene rilanciato dai media con enfasi, così rischiando di condizionare ulteriormente, anche solo sentimentalmente, sia l’opinione pubblica che la strategia comunicativa ed attuativa dei “gerarchi del modernismo”, sedicenti “vescovi” e “cardinali” che gli gravitano intorno e che lavorano, con Bergoglio stesso, per la costituzione di una religione universale, come alcuni di essi già sostengono pubblicamente (v. falso ecumenismo, cf. Mortalium Animos, Pio XI).
Per i meno avvezzi alla materia, si deve ricordare che il modernismo (clicca qui), “dottrina” che tali soggetti insegnano al posto del cattolicesimo, è “sintesi di tutte le eresie” (cf. Pascendi Dominici Gregis, san Pio X), perché vorrebbe, con precise tattiche indottrinanti, fra filosofeggiamenti, raggiri demagogici e sofismi assortiti (cf. Humani Generis, Pio XII), sostituire nelle cattedre l’insegnamento della vera dottrina cattolica con un simulacro più appetibile all’uomo contemporaneo, fraccomodo e tuttologo (cf. verificare le condanne presenti nel Sillabo e nella Quanta Cura, Pio IX). Come? Rimaneggiando, con abili “lavori di sartoria”, il dogma in chiave moderna e funzionale ai “confort della carne”, con punte di relativismo e di illogicità che farebbero impallidire anche un eretico mediamente acculturato (v. Immutabilità del dogma; cf. Dei Filius, Pio IX).
Il risultato? Una Chiesa scissa in mille correnti autoreferenziali (v. scisma), contrastanti nella trasmissione della fede addirittura da parrocchia a parrocchia, sentimentaliste e talvolta volgari, ree di mille scandali a causa di una morale corrotta alla radice (se si muta il dogma si contamina irrimediabilmente la morale), per poi evocare, qua e là, mirabolanti “mea culpa” a discapito della innocente Chiesa militante dei gloriosi secoli che furono.
Come dire: prima di noi c’era il buio, oggi c’è la luce. Poveretti. Sic!!!!!!!!!
Tutto questo è inconcepibile nella Chiesa, poiché, chi si manifesta eretico – apostata o scismatico, per il sol fatto – “secondo l’ordine di Dio”, precisa Pio XII – si colloca al di fuori del Corpo Mistico, ancor prima di qualsivoglia dichiarazione aggiuntiva di diritto semplicemente ecclesiastico (cf. Mystici Corporis, Pio XII). Sebbene sia opportuno attendere i dovuti e canonici chiarimenti, chi serenamente ritiene di essere adeguatamente formato in materia, ha tutto il diritto – talvolta il dovere – di riconoscere questo stato di fatto e di regolarsi di conseguenza (clicca qui).
Vediamo adesso l’anatema bergogliano sulla vicenda dei presunti immigrati (ovvero i clandestini, chiamiamoli come è opportuno).
Dopo il viaggio a Lampedusa e dopo aver invitato i romani ad accogliere tutti i migranti, ecco che il manifesto abusivo occupante lo scranno di Pietro (“chi non è integralmente cattolico non può essere Papa, non riceve la Potestà di Giurisdizione”; cf. Costituzioni varie sulla Sede Vacante – V. Elenco dei criteri nella individuazione di un soggetto idoneo al Pontificato: maschio, mentalmente stabile, almeno intenzionato a ricevere Ordinazione episcopale, in età di ragione, battezzato, professante la fede cattolica) lancia un anatema contro coloro che si rifiutano di accogliere i clandestini: “Vi invito tutti a pregare perchè le persone e le istituzioni che respingono questi nostri fratelli chiedano perdono”.
La stampa, i modernisti, gli speculatori ed una parte di politica ci ricamano su! Morale, milioni di cattolici si interrogano su queste illogiche dichiarazioni: molti diventano anticlericali, altri, al contrario, giubilano nella facile filantropia speculativa. È difficile contrastare chi si spaccia per Papa, poiché si diventa poco credibili. Lo stesso Salvini, per esempio, davanti all’ “anatema bergogliano” gli ha replicato con ragionato timore, credendo che Bergoglio sia Pontefice in atto, poco male: Salvini probabilmente non conosce la teologia e non ha difese a riguardo. Questo per far capire come sono perniciose determinate circostanze.
Ma come si arriva ad una dichiarazione del genere?
Perché Bergoglio scaglia il suo illogico “anatema” contro chi, invece, usa probabilmente la retta ragione nel contrastare l’evidente invasione?
Le basi vengono costruite da alcuni soggetti, poco a poco da anni, tuttavia in questa sede, per brevità, sono obbligato a tralasciare qualsivoglia approfondimento di teologia politica e geopolitica. Si sappia solo che l’ufficio marketing e comunicazione del Vaticano pilotato dai modernisti, a tempo debito, un tassello alla volta, verificata la predisposizione dei soggetti destinatari di un messaggio, così di epoca in epoca scaglia “missili contro il dogma”, lo fa solo al momento opportuno (ovvero “quando i tempi sono maturi”). Adesso i tempi sono maturi per condividere e far passare per cattolico addirittura il “divorzio breve” (v. “finestra di Overton”), per esempio. Veniamo al dunque.
Già tempo fa i miasmi pestiferi di Cantalamessa (clicca qui), sedicente predicatore della Santa Sede, avevano colpito nel segno. Cantalamessa disse: “[…] tutti i poveri del mondo, siano essi battezzati o meno, appartengono alla Chiesa. La loro povertà e sofferenza è il loro battesimo di sangue” (2013-12-20 da Radio Vaticana, ultima predica d’Avvento, Cappella Redemptoris Mater in Vaticano). Vediamo cosa dice invece la Chiesa Cattolica (Cat. san Pio X): n° 105. Che cos’è la Chiesa? «La Chiesa è la società dei veri cristiani, cioè dei battezzati che professano la fede e dottrina di Gesù Cristo […]». Secondo Cantalamessa invece “tutti i poveri del mondo, siano essi battezzati o meno, appartengono alla Chiesa“. Vediamo cosa dice invece la Chiesa Cattolica (Cat. san Pio X): n° 280. «[…] il Battesimo di sangue [è] il martirio sofferto per Gesù Cristo […]». Secondo Cantalamessa invece “la loro [dei poveri non battezzati] povertà e sofferenza è il loro battesimo di sangue“. Secondo Cantalamessa, quindi, il «battesimo di sangue» o «martirio» dipenderebbe dagli emolumenti transitati sul conto in banca o dai depositi postali/bancari/titoli/azioni, ecc … al di sotto di un certo patrimonio scatterebbe, sempre secondo Cantalamessa, il «battesimo di sangue» al pari delle esenzioni fiscali. Secondo Cantalamessa il «battesimo di sangue» dipenderebbe in alternativa dalla sofferenza, indipendentemente da come uno soffra, perché e per chi. A questo punto i dannati nell’Inferno che sono coloro che soffrono di più, oppure anche noi uomini che veniamo castigati da Dio per la nostra empietà con la sofferenza, riceveremmo tutti il «battesimo di sangue». (Evviva !!! Pecchiamo tutti e diventiamo poveri, così riceviamo il battesimo di sangue – sic!!!!!!).
Sulla falsa riga si è recentemente espresso Mattiazzo, che pretende di essere vescovo di Padova, quando ha detto in omelia: “Ricordiamoci sempre che anche Gesù, Maria e Giuseppe sono stati profughi”. I padovani, già vessati dallo Stato (democratismo, tassazione iniqua, legislazione violenta, disoccupazione, vessazioni varie – misure massoniche per favorire l’emigrazione degli onesti e per disgregare le identità nazionali in ragione del N.W.O.; cf. Rerum Novarum, Leone XIII), abbandonati anche da chi credono rappresenti la Chiesa, giustamente sono insorti, aggiungendosi alla schiera dei tanti anticlericali.
Come si vede, pure in questa circostanza il modernismo vuole allontanare dalla Chiesa con questi stratagemmi, per poi far confluire, a tempo debito, tutti in un’unica religione universale al servizio della Sinagoga (v. Noachismo): una sorta di consiglio direttivo della fede adeguata ai tempi (nulla di più eretico; cf. Simbolo). Il fedele poco preparato, difatti, attribuirà codeste ignobili dichiarazioni alla Chiesa, prendendone così le distanze ed indebolendosi nella fede, senza sapere che l’ente autore di tali miasmi si palesa semplicemente un burocrate modernista al servizio dei potentati mondialisti: ovvero egli stesso un nemico della Chiesa (che opera tuttavia nelle “viscere della Chiesa”, cf. San Pio X, Lamentabili; Pascendi; NCA; etc.)
Dove sta l’inganno nella dichiarazione di Mattiazzo? Secondo lui, il semplice fatto di essere “profugo” accomunerebbe tutti i profughi e li renderebbe uguali agli occhi di Dio. Nonostante le diversità di fede, comportamento, tendenze, cultura, abitudini, usi, costumi – quindi da Gesù, san Giuseppe e Maria di Nazareth, al ragazzino cresciuto col fucile in mano da bambino, o al filippino onesto lavoratore, o al clandestino che defeca in pubblico – se essi hanno UNA solo caratteristica in comune – “l’essere profugo” – sarebbero tutti uguali. Gesù, san Giuseppe e la Vergine Maria, secondo la sua logica, sarebbero uguali agli spacciatori, agli stupratori di importazione, etc … poiché tutti “profughi”. Insomma, una vera “patente di innocenza” che conferirebbe diritti assoluti. Sarebbe come dire che una Ferrari, una Fiat Duna, una Smart elettrica, o un Hammer H1 sono tutte uguali, perché sono tutte automobili, o perché hanno tutte le ruote! Quest’uomo o è affetto da un’ignoranza apocalittica in materia teologica, oppure mente da far vomitare. Non esistono alternative ammissibili.
Perché sono obbligato a definire il recente “anatema” di Bergoglio: terzomondista?
Il terzomondismo è una dottrina politica, con finalità cosmopolita (preludio al N.W.O.: mondo inferiore o Noachita, al servizio della Sinagoga), partorita in ambienti massonici, secondo la quale il sottosviluppo dei paesi del terzo mondo sarebbe un prodotto del presunto colonialismo occidentale e delle sue seguenti derivazioni.
Da questa generica ed imprecisata teoria, che fa leva piuttosto sul bieco sentimentalismo oscurando l’intelletto (v. indottrinamenti scolastici: UNICEF etc.), scaturiscono pericolosi sensi di colpa che inducono già nei bambini ed in masse di benpensanti occidentali (teologicamente preparati dai modernisti all’ignoranza religiosa, quindi quasi indifesi), solitamente fomentati da demagoghi al servizio dei potentati mondialisti, ad accogliere stranieri scriteriatamente a danno, sovente, dei propri stessi connazionali.
Secondo questa idea priva di qualsivoglia base storica così generalizzante, se non per le varie e gravi eccezioni commesse dagli antesignani dei mondialisti stessi (ovvero gli accusatori di oggi sono gli stessi autori dei soprusi), le potenze coloniali sarebbero responsabili della povertà delle loro antiche colonie ed avrebbero procurato benefici solo a se medesime.
Il terzomondismo è intrinsecamente pericoloso perché estromette i diritti di Dio, attribuisce colpe ad intere popolazioni innocenti, glissa sulla questione determinate delle grazie attuali (chi non ha fede ordinariamente ha meno grazie, dunque ordinariamente ha più castighi), urta i diritti degli uomini onesti, aprendo paurosamente ad invasioni -fino ad epoche recenti arginate con diplomazia e/o motivata guerra – ed a squilibrate forme di concorrenza.
La filantropia, oggi chiamata arbitrariamente “carità”, catalizza consensi e vorrebbe “lavare” le coscienze degli incoscienti, quantomeno agli occhi del pubblico, sul presupposto che il terzomondismo debba essere credibile e vincolante sul piano quantomeno umano.
Le tante dinamiche qui brevemente accennate, fanno parte di un piano molto più ampio – documentabile con evidenza cristallina – che è in atto da due secoli e che vorrebbe annientare, passo dopo passo, con precise misure strategiche, le due più forti identità (la cristiana e la mussulmana). Abbattuti questi eserciti di uomini di fede (di vera o falsa fede), si arriverebbe ad un passo dalla cristallizzazione e codificazione della religione globale al servizio della Sinagoga.
È un mio delirio? Non credo proprio: valutate voi. Leone XIII in Humanum Genus ricorda: occorre togliere la maschera filantropica alla massoneria.
Se consideriamo che due fra i peccati più gravi che “gridano vendetta al cospetto di Dio” sono l’oppressione ai poveri e la frode del giusto salario agli onesti lavoratori (cf. Cat. San Pio X), perché Bergoglio non “scomunica” Renzi, per esempio? Perché non scomunica Monti? Perché non scomunica soggetti e rappresentanti autorevoli di queste due tipologie di peccato ma se la prende con i “poveri cristi” che, per necessità, stanno diventando “razzisti”? Semplicemente perché Bergoglio, Renzi, Monti, etc … dimostrano evidentemente di lavorare per lo stesso padrone: certamente non può essere Dio.
di CdP Ricciotti