sabato 5 luglio 2014

La Polveriera Balcanica dal 1875 al 1914 (Parte 3°): Il golpe del 1903 a Belgrado e l'assassinio del Re Aleksandar I Obrenović e della Regina Draga Mašin

Nota: è giusto descrivere , prima di proseguire con le vicende post-crisi bosniaca, un fatto cruciale che porterà all'attentato di Sarajevo.



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Secondo molti storici autorevoli, uno degli eventi di maggior portata che innescarono il meccanismo che condusse al Primo Conflitto Mondiale, fu il golpe del 1903 a Belgrado e l'omicidio della coppia reale di Serbia,   Re Aleksandar I Obrenović e la Regina Draga Mašin . Tuttavia, ancora oggi molti continuano erroneamente a sostenere la tesi 'propagandistica' che tende a 'giustificare' il motivo per il quale agirono i settari cospiratori, ovvero che Re Aleksandar era un 'despota', e che questi agirono per la "libertà".


Milan I di Serbia 


Nel maggio del 1887, Re Milan I di Serbia e sua moglie Natalija, genitori del futuro Re Alexandar, dopo anni di conflitti sia personali che politici, decisero di separarsi. La regina Natalija portò con sé il giovane Alessandro nel suo esilio volontario in Crimea dove i due furono accolti entusiasticamente.
Due mesi più tardi fecero ritorno a Belgrado per partire di nuovo alla volta dell'Impero Austro-Ungarico in agosto. Ad ottobre dello stesso anno, re Milan volle tentare una riconciliazione con la moglie per riavere con sé l'erede al trono, e si recò a Budapest per incontrarli. Alessandro, col consenso paterno, viaggiò in Italia insieme alla madre, ma non fece ritorno in Serbia: fu portato, invece, dalla regina a Wiesbaden; per farlo tornare in patria, dovette intervenire la polizia tedesca che, su richiesta del sovrano serbo, lo sottrasse alla madre nel luglio del 1888.


Natalija Kesco


Re Milan, successivamente, chiese ed ottenne il divorzio dalla moglie.
Nel gennaio 1889, il Parlamento , in un continuo fermento dispotico, era intento a modificare la Costituzione. In una delle sessioni di voto, i radicali filo-russi, contrari alle politiche filo-austriache di re Milan I, riuscirono ad inserire una nuova norma sulla successione al trono, dichiarando Alessandro unico erede legittimo, estromettendo dichiaratamente gli eventuali nuovi figli che Milan I avesse avuto nel caso si fosse nuovamente sposato. Questo atto era un'aperta dichiarazione di insubordinazione nei confronti della politica dinastica del sovrano, a favore della regina Natalija.
Il 6 maggio 1889, Milan I , esasperato dalla situazione creata dal parlamento, abdicò improvvisamente e partì per Parigi, dove visse da privato cittadino.
Aleksandar, all'epoca tredicenne, divenne Re Alessandro I di Serbia, ma fu posto sotto l'autorità di un Consiglio di Reggenza, presieduto dal politico liberale Jovan Ristić, fedelissimo di re Milan I. Nel 1891 fu formato un Governo radicale, che si mise spesso in contrasto con la reggenza, che era d'ispirazione conservatrice.


Alessandro I di Serbia (1890).


Nel Governo e nel Parlamento prevalsero gli elementi più anarchici rispetto ai moderati, e l'amministrazione dello stato si andò via via paralizzando. Si fece un grande ricorso all'emissione di titoli di Stato per finanziare la spesa pubblica ed il debito nazionale crebbe moltissimo. 
L'amministrazione perse gran parte della propria autorità e la criminalità divenne dilagante. Nel 1892 i reggenti sfiduciarono il governo radicale e chiamarono i liberali alla guida di un nuovo esecutivo. Così, con la reggenza conservatrice, il Parlamento radicale ed il Governo liberale, la situazione politica si paralizzò completamente.
Preso pienamente il potere, Alessandro sciolse il governo liberale e diede nuovamente il potere ai radicali. 
La Russia, così, estese sulla Serbia la propria influenza politica. Nel gennaio del 1894 richiamò a Belgrado suo padre Milan, che nel 1892 aveva perfino rinunciato alla nazionalità serba pur di rimanere lontano dal caos degli affari politici del proprio paese. Il 21 maggio, con un nuovo colpo di mano, abolì la caotica e 'anarchica' Costituzione liberale del 1889 ripristinando quella più conservatrice del 1869. La legislatura parlamentare fu allungata da tre a cinque anni, il reato di lesa maestà vide inasprite le pene, la libertà di stampa fu saggiamente ridotta. 
Furono portate avanti politiche per favorire il commercio e l'agricoltura. Con queste politiche l'economia della Serbia crebbe immediatamente e la paralisi amministrativa cessò del tutto.
Nel 1897 l'esercito greco di Re Giorgio I e quello ottomano di Abdul-Hamid II si affrontarono in battaglia. In gioco c'era l'indipendenza dell'isola di Creta dalla Turchia. Nonostante la grande eco internazionale di questo conflitto, Aleksandar decise di rimanere neutrale. Nello stesso anno, nominò suo padre nuovo capo dell'esercito, per diminuire l'influenza militare russa sulla Serbia. La politica estera, in linea con l'impronta paterna, fu tesa a mantenere buone relazioni con l'Impero Austro-Ungarico, per questo sia l'Impero russo che il Principato del Montenegro allentarono i propri rapporti sia politici che economici col Regno di Serbia.


Giorgio I di Grecia


Nell'estate del 1900, Alessandro annunciò il proprio fidanzamento con la nobile vedova Draga Mašin, che fu dama di compagnia di sua madre, la regina Natalija. Re Milan, che si trovava a Karlovy Vary per trovare tra la nobiltà tedesca una moglie per Alessandro, ed il Primo ministro Vladan Đorđević che presenziava in rappresentanza della Serbia all'Esposizione Universale di Parigi, non furono nemmeno consultati.
Milan e sua moglie Natalija, con cui si era riconciliato, protestarono aspramente e Đorđević si dimise. In molti ambienti la decisione di sposare la signora Mašin fu osteggiata, lei aveva quindici anni in più di Aleksandar, era vedova di un ingegnere civile ceco ed aveva la fama di seduttrice, per questo era giudicato inopportuno che il sovrano la prendesse in moglie. Le veementi proteste di Milan e Natalija valsero loro l'esilio.


Aleksandar I e la moglie Draga


Il solo che si congratulò per la decisione fu lo Zar Nikolaj II, il che determinò un nuovo riavvicinamento con la Russia. Il matrimonio fu celebrato nel mese di agosto dello stesso anno.
Le forti tensioni interne dovute allo scandalo del matrimonio reale indussero Aleksandar ad intraprendere molte nuove riforme per riconciliare a sé i circoli politici della nazione e diede vita a notevoli modifiche istituzionali e politiche: nel 1901 promulgò una nuova Costituzione, più liberale in cui comparve per la prima volta un sistema parlamentare bicamerale fondato sull'Assemblea nazionale e sul Senato, fu allargata la libertà di stampa.


Nicola II di Russia 


Il nuovo sistema parlamentare riconciliò i partiti politici col sovrano, ma la libertà di stampa fu utilizzata per criticare apertamente sui giornali sia il re, sia soprattutto la regina Draga, la quale aveva convinto Aleksandar a nominare uno dei suoi fratelli erede provvisorio al trono. I fratelli di Draga erano assai impopolari, soprattutto erano mal visti dall'esercito, nei ranghi del quale iniziò a serpeggiare una volontà di rivolta sostenuta dagli alti in comando appartenenti ai circoli settari serbi.
La complessa situazione interna della Serbia vide l'Austria alquanto indifferente al destino di Aleksandar che, divenuto assolutamente impopolare tra i politicanti in patria smise di essere difeso anche in campo internazionale, mentre la Russia ne approfittava per stringere ulteriormente i legami con le frange ultranazionaliste ed anti-asburgiche dell'esercito ostili ad Aleksandar.
L'istituzione del Senato si rivelò una mossa controproducente per Aleksandar. La sua autonomia, infatti, era molta, ed il re si sentì minacciato per la direzione che stava prendendo la rotta politica del parlamento. Nel 1903 sospese la Costituzione per mezz'ora, il tempo necessario per sostituire parte dei senatori radicali che stavano spingendo con forza per portare nuovamente la Serbia nell'orbita panslavista filorussa ed anti-asburgica.


Aleksandar I di Serbia (1900)


Consapevole della sua crescente impopolarità negli ambienti politici, Aleksandar meditò di divorziare dalla regina Draga; contemporaneamente, decise di impegnare la Serbia in una campagna militare a fianco della Bulgaria per liberare la Tracia e la Macedonia dal dominio ottomano ma, nonostante dopo l'estromissione dei senatori e dei consiglieri più ostili, Aleksandar fosse riuscito a creare un Governo che gli fosse fedele ed avesse stabilito, in accordo col Governo, che il secondo figlio di Nikola I del Montenegro, il Principe Mirko, divenisse il legittimo erede al trono di Serbia in caso la coppia reale non avesse avuto figli, la sua posizione non migliorò, ed ormai le alte sfere dell'esercito (composte da settari) ed una parte consistente del parlamento (anchesso diretto dalla loggia) avevano decretato la sua eliminazione quale ostacolo alle loro intenzioni politiche. In questo meccanismo volto contro il sovrano emerge il casato dei Karađorđević , da molto tempo desideroso di salire sul Trono di Serbia.
Decisero quindi di concretizzare l'idea di un colpo di stato volto a mettere sul trono , appunto, Pietro Karađorđević, figlio del vecchio principe Aleksandar, panslavista nazionalista , educato alla corte dello Zar Nikolaj II e sostenitore dell'espansionismo serbo volto ad inglobare nei suoi confini Bosnia, Croazia ed altri territori appartenenti all'Impero Austro-Ungarico, per "riunire" tutti gli slavi del sud in un unico, grande regno ad egemonia serba, il Regno della "Grande Serbia".


Colonnello Dragutin Dimitrijević detto "Apis", membro di spicco della societa' segreta Mano Nera (in SerboЦрна рука / Crna Ruka), ufficialmente Unificazione o Morte (in Serbo:Уједињење или смрт / Ujedinjenje ili smrt), e principale artefice del golpe  del 1903 e pianificatore dell'attentato di Sarajevo del 1914.

All'alba dell'11 giugno del 1903, un gruppo di ufficiali, guidati dal capitano Dragutin Dimitrijević, settario e futuro pianificatore dell'attentato a Sarajevo, fecero irruzione nel Palazzo Reale di Belgrado e catturarono Alessandro e Draga, che si erano nascosti negli appartamenti privati. I due sovrani furono uccisi, i loro corpi mutilati, ed i resti gettati a pezzi dalle finestre del palazzo. Contemporaneamente, altri cospiratori riservarono lo stesso trattamento al Primo Ministro Dimitrije Cincar-Marković ed al Ministro della Guerra Milovan Pavlović, fedeli ad Aleksandar. 
Così il Regno di Serbia diventò una bomba pronta ad esplodere, uno stato con un re settario, usurpatore , nazionalista e guerrafondaio.


Incoronazione dell'usurpatore settario Pietro I di Serbia.

Fonte:



Scritto da: 

Presidente e fondatore dell'A.L.T.A. Amedeo Bellizzi.