Il maggior pregio del recente saggio pubblicato da Don Curzio Nitoglia per le Edizioni Radio Spada è lo sguardo inedito che offre su uno dei problemi più scottanti degli ultimi anni: il cosiddetto conflitto di civiltà. Dall’11 settembre 2001, data fatidica che ha dato il via alla guerra mondiale contro il terrorismo islamico, su ogni possibile mezzo di comunicazione si sono susseguite varie interpretazioni e, soprattutto, in ambito cristiano conservatore, non sono mancati gli elogi senza compromessi nei confronti della mitologia occidentale, degli USA e di Israele. Si è parlato di civiltà superiore, di barbarie da sconfiggere e di guerra giusta, ma mai nessuno si è premurato di capire quali oscuri legami si celano dietro lo scacchiere geopolitico contemporaneo.
Islam, metafisica medievale araba e filosofia moderna ebraica si muove nella triplice direzione della storia, della politica e della filosofia/teologia per andare a sondare i rapporti nascosti e, in molti casi, inconfessabili tra neoconservatorismo, giudaismo e islam. Si scopre dunque un mondo molto lontano dalle contraffazioni abituali ad uso e consumo del qualunquismo catodico. Le sorprese, inutile dirlo, non si fanno attendere.
Molto interessante, ad esempio, lo studio delle dinamiche emergenti nel mondo arabo/islamico attuale. L’Islam, lungi dall’essere un blocco unitario, può essere diviso in tre principali correnti: quella delle confraternite, quella del nazionalismo baathista, laico e patriottico, e, infine, quella fondamentalista. Stupisce scoprire come l’islam jihadista abbia molte più cose in comune con l’occidente rispetto ai primi due gruppi. La contestazione radicale islamica, infatti, non implica tanto un discorso di fede, quanto un’orto-prassi ideologico-rivoluzionaria riconducibile al trozkismo (che, nel suo aspetto “entrista” si scopre sorprendentemente simile al neoconservatorismo americano ed europeo).
La parte centrale del volume è invece dedicata alla filosofia islamica, alla riscoperta di Aristotele da parte di Avicenna e Averroè e all’implosione fideistica dell’Islam successivo. Giunto in Europa, il pensiero aristotelico è stato approfondito ed emendato da San Tommaso che superò il maestro fondando la propria teologia sul principio che Dio è l’Ente per essenza.
Nell’ultima parte del testo, tra l’altro, si incontra una disamina precisa e interessante sull’influenza del pensiero ebraico nel corso della storia e, in particolare, in relazione al problema di Dio. Si parte quindi dal Maimonide e dal suo nichilismo teologico per passare a Henschel, Jonas, Levinas e Buber, uomini che, secondo prospettive diverse, hanno influenzato e influenzano tutt’oggi la filosofia occidentale e, in alcuni casi, la stessa teologia cattolica (si pensi, ad esempio, alla valorizzazione del dialogo come strumento conoscitivo-identitario in ambito interreligioso, applicazione concreta del pensiero di Buber e del strutturalismo).
Un saggio provocatorio e illuminante, facilmente leggibile ma profondo e colto, una lettura consigliata per tutti quelli che, come noi, non si accontentano.
Segnaliamo anche la recensione molto dettagliata apparsa sul blog di Don Nitoglia: http://doncurzionitoglia.wordpress.com/2014/07/28/recensione-al-saggio-islam-metafisica-araba-e-filosofia-moderna-ebraica-di-don-curzio-nitoglia-ed-radio-spada/