domenica 27 luglio 2014

I Borbone di Napoli e la perdita della legittimità.

Dall'Infante Don Ferdinando, Re di Napoli come Ferdinando IV, terzo figlio di Carlo III di Spagna e VII di Napoli (essendo il secondo, come sappiamo , Carlo IV, e il primo l' Infante Don Filippo , escluso dalla successione a causa di incapacità mentale), nacque il ramo  dei Borbone-Napoli , o Due Sicilie,  e quello discendente da Don Francesco di Paola di Borbone-Spagna dal momento che quest'ultimo sposò la nipote di Ferdinando IV ,  figlia di Francesco I delle Due Sicilie, Luisa Carlotta di Borbone-Due Sicilie.

Sintesi della discendenza da Carlo III di Spagna e Ferdinando IV di Napoli fino alla discendeza di Francesco di Paola di Borbone-Spagna:





I  rappresentanti attuali dei Borbone di Napoli sono i principi Carlo Maria , Conte di Caserta; Pietro , duca di Noto; e Carlo , duca di Castro . Tutti loro hanno perso la loro condizione di Infanti di Spagna e la  possibilità di ascendere al Trono a causa del riconoscimento da parte di Don Alfonso di Borbone e d'Austria, Duca di Calabria, Conte di Caserta,  Re delle Due Sicilie come Alfonso I , che fu generalissimo del Real Esercito  negli ultimi anni della Campagna di  Don Carlo VII di Spagna , dell'usurpazione che precedentemente aveva combattuto nel campo di battaglia; avendo autorizzato il suo secondogenito , don Carlo Tancredi, a contrarre matrimonio con la principessa Mercedes, presunta erede e sorella del principe Alfonso di Borbone e d'Asburgo (detto Alfonso "XIII"). Ed è con questo atto che la discendenza di Alfonso di Borbone delle Due Sicilie, e del secondogenito Carlo, perse la prerogativa  di fregiarsi del titolo di Infanti di Spagna e non solo . Per la legittimità quello fu il preciso momento della perdità di tali prerogative , qualità e onori. Non si conoscono bene i motivi per i quali Alfonso I delle Due Sicilie da difensore della legittimità sia divenuto in seguito "accomodante" con la Rivoluzione, se non addirittura complice. Fatto sta che dal matrimonio del secondogenito Carlo Tancredi, tutti i principi del ramo dei Borbone-Napoli hanno riconosciuto il ramo usurpatore del Trono di Spagna. Facendo ciò si misero contro il ramo primogenito della Casa di Borbone (dal 1883) , e contro il Capo di quest'ultima, oltre che contro il legittimo Re di Spagna Carlo VII ed i suoi successori.
Questo deplorevole approccio è stato mantenuto continuamente nel corso degli anni , dal momento in cui Carlo Tancredi risiedette liberamente e  definitivamente  in Spagna  divenendo parte integrante della Corte liberale. I suoi discendenti hanno mantenuto fino ad oggi  il riconocimento del ramo usurpatore , con il quale successivamente si sono maggiormente imparentati  in seguito  al matrimonio del principe Giovanni di Borbone e Battenberg con la principessa  María de las Mercedes, figlia del principe Carlo Tancredi.



Sintesi della discendenza di Don Alfonso di Borbone-Due Sicilie fino ad oggi:

 

 

 
 


Il semplice matrimonio di Don Carlo Tancredi con la principessa Mercedes, rinunciando a tutti i víncoli polítici con il ramo liberale ,  non sarebbe stato causa dell'esclusione dalla successione ; però le circostanze del matrimonio e quelle  del riconoscimento costante e definitivo del ramo usurpatore ,  e la seguente  defezione di  tutto il  ramo dei Borbone di Napoli, ha precluso ad essi non soltanto il diritto a poter succedere al Trono di Spagna , ma anche di succedere a quello di Napoli. I suoi membri hanno perso la qualità di principi reali spagnoli , tutto questo in virtù delle leggi successorie che trovano la loro origine nel testamento di Carlo II di Spagna e nelle disposizioni di Filippo V e delle Cortes che ad esso seguirono;  persero anche il diritto alla denominazione dinastica di "Borbone-Napoli".
Ad essi si riferisce concretamente il documento del 4 novembre 1903: «Monarchia pura, senza mescolanza alcuna di costituzionalismo parlamentario, cristiana , limitata e legittima, secondo Legge Salica, seguendo la linea di Carlo V , nonno di Carlo VII , e con esclusione , quando si sarà estinto, di qualsiasi ramo dei Borbone autore o complice della Rivoluzione liberale spagnola e della privazione dei diritti del ramo legittimo». Similmente lo dichiarò Don Alfonso Carlo (Alfonso XII) in una lettera del 10 marzo 1936: «...il ramo di Don Francesco di Paola perdette tutti i suoi diritti di successione per ribelione contro il Re legittimo , e li perdette doppiamente Don Alfonso (detto XII) e tutta la sua discendenza per aver combattuto a capo dell'esercito liberale contro il suo Re Carlo VII. Ugualmente lo persero tutti i principi che riconobbero il ramo usurpatore» Pertanto dobbiamo ignorare completamente l'antico ramo dei Borbone di Napoli per la successione legittima al Trono di Spagna (e di Napoli).

Sintesi della discendenza di Alfonso Francisco (detto Alfonso "XII") fino ad oggi:




L'instaurazione del  ramo liberale in Spagna  non venne riconosciuto dai Borbone  hispanoitaliani , salvo alcune rare eccezioni nel tempo , per quanto riguarda Napoli , fino al principio del  XX secolo quando si  produsse  la dolorosa e tardiva defezione del Conte di Caserta che , morto suo fratello , l'integerrimo Francesco II, trascinò l'intero ramo dei Borbone-Napoli nell'illegittimità. I Sovrani di questi Stati Italiani , come principi reali della dinastía borbonica spagnola, erano Infanti  di Spagna . Titolo che frequentemente anteponevano all'espressione  della propria regalità. Chiaro è che i discendenti di colui che fu generalissimo del Reale Esercito , hanno perduto la legittimità di origine e di esercizio, non hanno quindi più diritti sul Trono di Spagna e di Napoli, anche perchè  i titolari di quest'ultimo , come Infanti e feudatari , dovevano mantenere la propria fedeltà al legittimo Re di Spagna,  e quindi , dal punto di vista esclusivo del Regno delle Due Sicilie , hanno perduto tutti i diritti a occupare un Trono che gli fu dato per infeudazione.
Ed essendo Infanti di Spagna e infeudati , ricordando che il Vicariato perpetuo del Santo Impero in Italia risiede nel Re Cattolico (di Spagna) , questa è una ragione in più a favore della loro esclusione. Per molto meno Carlo IV stava per  deporre suo fratello Ferdinando dal Trono di Napoli.  L'uso della denominazione  Borbone-Napoli e i diritti ad esso collegati non possono essere utilizzati dai discendenti  di Don Alfonso, e il diritto a questo titolo spetta oggi a S.A.R. Sisto Enrico di Borbone, Reggente di Spagna , Principe Reggente  di Parma e delle Due Sicilie, Portabandiera della Tradizione, che a sua volta  ricevette tali diritti  dal padre Francesco Saverio di Borbone (Javier I di Spagna) nominato successore dei diritti del ramo primogenito dei Borbone da S.M.C. Alfonso XII di Spagna (Alfonso Carlo di Borbone e Austria-Este) tramite volontà testamentaria.


Passaggio della legittimità e dei diritti al Trono di Spagna (e di Napoli) da Alfonso XII di Spagna a S.A.R. Sisto Enrico di Borbone.



Non è mia intenzione marcare il comportamento molto poco legittimo degli attuali discendenti di Don Alfonso di Borbone , che si prodigano tra feste di paese e matrimoni borghesi , o a seguire servilmente il ramo usurpatore del Trono di Spagna. Questi principi sono decaduti e come tali vanno considerati, anche se si mascherano da "Cavalieri" o si fregiano di un titolo da molto tempo perduto.


Approfondimenti e fonti:

Capitoli IV, IX, XI  del libro ¿QUIÉN ES EL REY?  di FERNANDO POLO .

Scritto da:

Presidente e fondatore A.L.T.A. Amedeo Bellizzi.