A seguito della rivoluzione del Vespro del 1282, gli Angioini furono scacciati dalla Sicilia. Carlo I d’Angiò, pur essendo a Napoli, continuò a definirsi "Re di Sicilia", mentre a Palermo lo stesso titolo di re di Sicilia veniva assunto da Pietro D'Aragona.
Seguirono venti anni di guerre e dispute, conclusesi con la pace di Caltabellotta del 1302. Fu stabilito che la Sicilia venisse ceduta temporaneamente a Ferdinando I d'Aragona, subentrato a Pietro nel 1285, che assunse il titolo di Re di Trinacria, mentre Carlo II d'Angiò, detto lo Zoppo, continuò a portare il titolo di Re di Sicilia. Alla morte di Ferdinando la Sicilia sarebbe dovuta ritornare agli Angioini.
Le cose non andarono però come previsto: gli Aragonesi non lasciarono l'Isola - Ferdinando fu consacrato Re da Papa Bonifacio VIII nel 1327 - e continuarono a chiamarsi Re di Sicilia, titolo al quale non rinunciarono neanche gli Angioni di Napoli che continuarono a chiamarsi anche loro Re di Sicilia.
Per tali motivi, fino all'8 dicembre del 1816, ci furono DUE regni di Sicilia: il titolo rivendicato a Napoli e quello rivendicato a Palermo. A volte il Re è stato diverso, a volte unico (a seconda delle circostanze). Quando era unico il re si proclamava re delle due Sicilie (Utriusque Siciliae Rex), ma non del "regno", che significava re della Sicilia di Palermo e di quella di Napoli. Da notare che nei periodi in cui i re furono diversi, entrambi si definivano RE DI SICILIA.
Questo stato di cose durò fino all'8 dicembre del 1816, data in cui Ferdinando di Borbone (III di Sicilia e IV di Napoli) firmò a Caserta un decreto con il quale cancellò i due regni e ne inventò un terzo proclamandosi "Ferdinando I, re del Regno (uno ed uno solo) delle Due Sicilie.
Sappiamo bene che questa non fu una decisione estemporanea, ma il risultato delle trame internazionali a cui il Congresso di Vienna del 1815 aveva dato veste definitiva.