venerdì 26 aprile 2013

11 novembre 1918: morte dell’Europa

L'Europa durante la Prima Guerra Mondiale



11 novembre 1918:   sono passati quasi 95 anni da quel giorno in cui la Grande Guerra finì . E da allora, la propaganda italica e patriottarda non cessa di dare una visione retorica ed altisonante della vicenda, con gli eroici soldati in grigioverde che schiacciano la testa al “serpente” austroungarico. E naturalmente, i nemici di stirpe italica, che pure erano presenti al fronte e in buon numero, vennero demonizzati. Come durante il Risorgimento, quando tutti coloro che non aderivano al nuovo credo nazionalista vennero laicamente “scomunicati”. Ma, proviamo a chiederci: quali furono i reali motivi dietro la patina della retorica? Quale fu la verità sulla Prima Guerra mondiale? Se si guarda bene e serenamente, si scopre che quel conflitto non fu voluto dal popolo, ma principalmente dalle èlite internazionaliste e massoniche che colsero l’occasione per sradicare uno stato antico, sovranazionale, efficiente e con una società relativamente pacifica, amato e rispettato dalle sue popolazioni, nonché l’ultimo vestigio del Sacro Romano Impero e dell’ Europa Cristiana medievale, sostituendogli l’americanismo e il modello delle nazionalità. La causa scatenante della guerra fu, come si sa, l’assassinio a Sarajevo dell’Arciduca Francesco Ferdinando, perpetrato da Gavrilo Princip. Non tutti sanno che questo Princip era membro di un’associazione nazionalista segreta para-massonica, e che l’attentatore fu l’ultimo di una serie di tre (uno di essi lanciò una bomba a mano contro l’Erede al Trono): insomma, l’Arciduca doveva morire, e con lui l’Impero Austro-Ungarico. Quale fu il risultato del confiltto? I tre grandi imperi multinazionali di diritto divino, Austria-Ungheria, Turchia e Russia, vennero distrutti rispettivamente dal presidente USA Wilson, dai massoni Giovani Turchi di Ataturk, e da persone che di “russo” avevano solo la lingua. 15 milioni di persone morirono in quella che Papa Benedetto XV definì correttamente un’ “inutile strage”, e fra questi morti vi furono 600.000 italiani. Per cosa? Per poter completare quello che si voleva fare durante il “Risorgimento”: l’italiano nuovo, forgiato nel sangue.” Vantaggi” concreti? Per 600.000 famiglie, una o più tombe; per gli industriali e le élite politiche “nazionali”, altrettanti zeri nei conti in banca. Come all’epoca il principio delle nazionalità venne usato dalla Società delle Nazioni (o Società della Squadra e Compasso) per demolire Stati funzionanti ed erigere mostruosità geopolitiche, così al giorno d’oggi lo stesso principio può essere usato GIUSTAMENTE per far risorgere una Patria vera, fatta di gente in carne ed ossa e non solo di parole e vuoti principi: quella Lombardo-Veneta o Duo Siciliana per esempio. E come la Prima Guerra Mondiale si combatté chiedendo agli ita(g)liani un tributo di sangue, al giorno d’oggi si può e si deve combattere ancor più con forza, senza  chiedere sangue o bruciare cartucce, per una nuova Restaurazione della penisola: fatta di Stati liberi, indipendenti e confederati tra loro , grandi in un’Europa dei Popoli, e non della "squadra e del compasso" .



Di Redazione A.L.T.A.