traduzione da rt.com a cura di Franciscus Pentagrammuli
Non è la riconciliazione fra Hamas e Fatah che sta facendo deragliare il processo di pace, ma la riluttanza da parte d’Israele ad accettare il popolo palestinese, ha detto l’ex negoziatore palestinese e membro del partito Fatah, Nabil Shaath, alla trasmissione “In the now” di RT.
RT: Che ne pensa del fatto che Kerry abbia ritirato i propri commenti sul carattere di apartheid della politica di Israele, e cosa ci dice ciò dell’impegno statunitense nel processo di pace e nella soluzione della "coesistenza" di due stati?
Nabil Shaath: Credo che gli Stati Uniti siano impegnati in una soluzione a due stati, e rimangano impegnati in un qualche processo di pace, ma comprendano che è molto difficile ottenere qualcosa con il presente governo israeliano. Gli ultimi nove mesi sono stati frustranti – il governo d’Israele oggi non crede in alcuno degli impegni internazionali che si era preso precedentemente con gli accordi di Oslo, nella “road map”, a Napoli e in molti altri luoghi, a partire da Madrid nel 1991. Perciò è molto difficile raggiungere la soluzione bistatuale, con gli Israeliani che consumano il territorio occupato nella Cisgiordania e ci trattano come i negri del Sud Africa sotto l’apartheid. E’ molto difficile avere un vero processo di pace.
RT: E per quanto riguarda la diplomazia USA, che non può esser onesta con i propri partner nel cercar di trovare una soluzione?
NS: Il Segretario di Stato USA ha i suoi impegni e legami, e ha il suo linguaggio diplomatico. Ogni tanto credo diventi molto frustrante, così egli da un lato esprime la verità, dall'altro la trova poi difficile da "mandar giù". Non è la prima volta che ciò avviene… se ricorda alla conferenza di Madrid nel 1991 il presidente Bush e il segretario agli Affari Esteri James Bajer presero una dura posizione contro Shamir e ritirano 10 miliardi di dollari di garanzie di prestito che gli USA si erano impegnati a dare ad Israele, per convincerlo a muoversi nel processo di pace e partecipare alla conferenza di Madrid. Credo sia responsabilità degli USA fare questo… non solo far pressioni sui palestinesi.
RT: E’ stato recentemente preso un accordo fra le fazioni rivali di Hamas e Fatah. Israele considera Hamas un gruppo terrorista. Come può avanzare il processo di pace, con Hamas che rifiuta di riconoscere Israele?
NS: E’ davvero ironico che Netanyahu abbia detto ciò, mentre nel suo governo ci sono persone come Naftali Bennett e altri che negano totalmente il processo di pace, che negano totalmente ogni impegno nel processo e che dichiarano senza farne alcun mistero che non accetteranno mai uno stato palestinese. Se si guarda per davvero al modo in cui l’esercito israeliano e i coloni si sono comportati verso il nostro popolo, durante queste negoziazioni sono stati uccisi dai soldati o dai coloni israeliani sessanta palestinesi. Se Netanyahu vuole la pace, deve accettare il popolo palestinese tutto insieme, in un solo stato. Non ha diritto di dividere i palestinesi.
RT: Ma se si fa un accordo fra Hamas e Fatah, allora ogni processo di pace verrà cancellato per via della reazione d’Israele. Queste fazioni non avrebbero potuto aspettare ad unirsi?
NS: No, noi dobbiamo unire il nostro popolo perché gli israeliani ci dicevano: Non possiamo negoziare con voi se voi non rappresentate Gaza, se voi rappresentate solo la Cisgiordania noi non possiamo esser in pace con tutti i palestinesi. E ora dicono il contrario: Se voi avete assieme Gaza e la Cisgiordania, noi non vogliamo la pace con voi. L’unità che stiamo cercando con Hamas è un’unità democratica che sarà basata su elezioni e il popolo palestinese deciderà, ci sono impegni che rispetteremo, e c’è la costituzione dell’Autorità Nazionale Palestinese. Ma è il popolo palestinese che deciderà ciò nelle elezioni.