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L'Autore:
Contardo Ferrini (Milano, 4 aprile 1859 - Suna, 17 ottobre 1902), beatificato da S.S. Pio XII nel 1947, rappresenta un poderoso esempio di giurista cattolico. “Pioniere” del laicato consacrato, fiero avversario del positivismo, è docente di Pandette (Diritto Romano) negli Atenei di Messina, Modena e Pavia. Alla ricca produzione scientifica accompagna un’apprezzatissima attività didattica e una vita spirituale e sacramentale di intensità straordinaria. In queste pagine si raccolgono organicamente riflessioni, appunti devozionali e brani dei ricchi carteggi del Beato. La sua fine conoscenza dell’animo umano riecheggia la sapienza di S. Francesco di Sales, si coniuga con l’amore poetico per la natura e culmina in un commovente fervore mistico. Un “diario” coinvolgente, che parla al cuore di ogni cattolico e che, a più di un secolo di distanza, non perde in freschezza ed attualità.
Dalla prefazione (di Ilaria Pisa):
Conoscere, amare e servire Dio in questa vita, per goderLo - così speriamo - eternamente nell'altra: questo è il fine della nostra esistenza, il nostro programma e il programma della Chiesa, che Contardo Ferrini ha incarnato in una vita cristiana esemplare. Al fraterno amico conte Vittorio Mapelli scrive «È nella parola amore che si compendia il programma della Chiesa», perché della Chiesa e dell'uomo è Dio stesso il programma, e «Dio è amore» (1Gv 4, 16); un programma sublime, che per contrasto mostra l'orrore di ogni programma umano che prescinda da Dio e ne sfidi la potenza: «A me pare che non sia inutile il confronto fra il programma della Chiesa e quello della massoneria, che sia anzi il mezzo migliore per convincerci della inane fallacia di questo e della sovrumana efficacia di quello: [...] resteremo attoniti che v'abbia gente che si rassegni a vivere senza Dio, senza speranza senza avvenire e... dovrei dire, senza presente; poiché questo non ha valore, se non riflette e produce l'eternità, perché è perduto ogni istante che non sia un palpito d'amore!».
[...]
Sì, decisamente il periodo storico e culturale in cui Contardo si trova a vivere - gli anni del positivismo e del giuspositivismo - non è facile, né dev'essere facile trovare nel «secolo codardo» un fiero, autorevole avversario di ogni materialismo e scientismo. Così come la legge non è tale se non corrisponde alla giustizia, così la vita non è tale se non si conforma a quell'ordine eterno di fronte al quale la limitatezza umana non può e non deve diventare agnosticismo: «E se poi mi s'affaccia il mistero, non è meraviglia. Meraviglia sarebbe che misteri non vi fossero. [...] E poi i misteri cristiani sono alla ragione superiori: contrari alla ragione non mai».[...]Niente è virtuoso se non è puro, e la purezza del cuore virgineo di Contardo - che fa voto di castità perpetua in un'età in cui molti nostri contemporanei rifiutano con orrore anche l'idea di sposarsi - affiora in parole edificanti: «Io benedico quegli istanti in cui ho arrossito davanti a una parola sconveniente, che ho tremato davanti a un pensiero non illibato! Io benedico quei momenti, come i momenti della protezione di Dio! Io benedico quei momenti, perché li ritroverò nell'eternità, quando me li ricorderà il Signore! Ecco i riguardi che al mondo paiono ridicole angustie e sono le esigenze di Dio! che paiono al mondo mancanza di spirito e sono la più cospicua affermazione della dignità umana!». La purezza, che rende un cristiano simile agli angeli, costa un'ardua disciplina di sé ed un costante sforzo. Ma né la fatica, né il sacrificio, né tantomeno la sofferenza - fisica o spirituale - spaventano Contardo, che abbraccia non solo con pacifica rassegnazione, ma con cuore lieto, diremmo quasi con baldanza, la croce che Dio adatta alle nostre spalle.
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Concludo il mio "invito alla lettura" senza sottrarre ulteriore spazio al Beato. Le parole di Contardo Ferrini sono per il laico contemporaneo - frastornato da sirene contraddittorie, spesso strappato a forza dall'unica sorgente vivificante che è la Tradizione cattolica bimillenaria - una ristoratrice oasi di pace ed un confidenziale diario in cui la santità svolge il suo quotidiano catechismo. La vita di Contardo è stata quel «soave odore» che sprigiona l'olocausto gradito a Dio; a più di cent'anni dalla sua nascita al Cielo, le sue pagine emanano ancora lo stesso profumo di Paradiso.