Mons. Fellay, in occasione di una visita alla città francese di Fabregues l'11 maggio, si è espresso su alcuni tratti della personalità di Francesco:
E' un uomo pratico, guarda alle persone. Che cosa poi le persone pensino, che cosa credano, gli è alla fine dei conti indifferente. Gli importa che uno sia simpatetico con le sue visioni, che gli appaia corretto.
Ha letto due volte il libro di Mons. Tissier de Mallerais su Mons. Lefebvre, e gli è piaciuto; è chiaramente contro tutto quello che noi rappresentiamo, ma come biografia, gli è piaciuta. Quando, da Cardinale, si trovava in Argentina, il Superiore di Distretto [Christian Bouchacourt] andò da lui per chiedere un favore di tipo amministrativo, slegato da questioni ecclesiali; una questione di documenti di residenza. Il governo argentino, molto sinistrorso, fa un uso strumentale del Concordato per darci contro, e ci dice: "dite di essere cattolici, pertanto dovete avere la firma del Vescovo per risiedere qui". C'era una soluzione semplice: dichiararci una chiesa indipendente per l'ordinamento civile, ma non volevamo farlo, perché siamo cattolici. E il Cardinale ci disse: "no no, siete Cattolici voi, è evidente; vi aiuterò", e ha scritto al governo una lettera in nostro favore. Non bastò, perché il governo argentino trovò un documento opposto, firmato dal nunzio.
Ora che è il Papa, il nostro avvocato si è recato da lui per riferire che la questione è tuttora aperta, e chiedergli di nominare un Vescovo argentino capace di risolverla. Il Papa gli ha risposto "Sì, e quel Vescovo sono io. Vi ho promesso di aiutarvi, e lo farò".
Ha anche detto "quelle persone, c'è chi pensa che li scomunicherò, ma si sbaglia", e "non li condannerò, né impedirò ad alcuno di andare da loro".
[Fonti: rorate-caeli.blogspot.com e laportelatine.org]