Nota: Quanto segue è una analisi approfondita di una questione già parzialmente trattata in questa sede. Tale analisi è essenziale per comprendere definitivamente la situazione dinastica attuale per ciò che riguarda la Francia e la Casa di Borbone (dal 1883 ad oggi).
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Gli
ormai divenuti primogeniti della Casa di Borbone (dal 1883) non
aspirarono mai al Trono di Francia ne si riferirono ad esso in tal
guisa; essi si limitarono alla
pretesa e all'esercizio del
loro legittimo diritto sulla direzione della Casa e degli Ordini
Reali. Gli Orleans non distinsero il titolo di Capo della Real Casa
di Francia dal loro diritto al Trono, e a sostegno di ciò citavano
(e citano) la rinuncia di Filippo V di Spagna contenuta nel Trattato
di Utrecht; i legittimisti francesi che difendevano la Causa dei
discendenti più prossimi di Luigi XIV, eccedendo i loro desideri
considerandoli come Re di Francia, contestavano dichiarando la
nullità di quella rinuncia ponendo come esempio l'invalidità di
quella di Maria Teresa d'Austria, figlia di Filippo IV e moglie di
Luigi XIV , invalidità riconosciuta da Carlo II e dal Papa. Nella
maniera di trattare la questione ambo le parti caddero in errore ,
sia i legittimisti così
detti “Bianchi
di Spagna” che i legittimisti “unionisti” o “orleanisti” (
camelots
du roi li
chiamavano i loro avversari liberali):
1°)
E' un errore considerare come un unica cosa il Trono di Francia e la
direzione della Casa di Francia.
2°)
E' un errore basare la discussione sul Trattato di Utrecht , le cui
condizioni, naturalmente, non rappresentano un obbligo per nessuno da
tempo; dallo stesso XVIII secolo.
La prima edizione del Trattato di Utrecht, 1713, stampato in spagnolo, latino e inglese |
Proseguiamo
chiarendo questi punti:
Un
Principe che rinuncia – per atto spontaneo o obbligato- a dei
diritti, in realtà può adempiere alla rinuncia solo per se , e non
per i suoi discendenti; ed è comunque discutibile , se può
rinunciare per se , quando la rinuncia potrebbe significare un danno
per il paese interessato. L'opinione di molti contrasta questa
visione applicata al problema che qui viene trattato. Però è giusto dire che, pur
ammettendo la rinuncia personale di un Principe , i discendenti di questi potranno sempre reclamare i
loro
diritti. Si può rinunciare ai diritti personali ; a quelli
sovra-personali no.
Secondo una teoria, elaborata principalmente da giureconsulti francesi, i
quali seguirono e ammirarono tutti i principi borbonici spagnoli
fino al 1833 e successivamente tutti i Principi legittimi , in
special modo Carlo V che, quando Infante , negò la firma di rinuncia
al Trono postagli dal Bonaparte , e successivamente il suo nobile atteggiamento di
fronte alle pretese di suo fratello , che gli chiese il
riconoscimento di Isabella come erede, e Carlo VII nel suo fermo e
rispettoso atteggiamento di fronte ai capricci del padre , si cercò di dimostrare che, al pari delle rinunce di Anna d'Austria e di Maria Teresa
d'Austria , rispettivamente sorella e figlia di Filippo IV di Spagna, anche la rinuncia di Filippo V è da considerarsi invalida.
Però, in
assenso alla validità delle rinunce di Anna d'Austria e di Maria Teresa d'Austria, non vi fu solo il parere dei francesi , ma anche
quello del Consiglio di Stato , consultato da Carlo II di Spagna. Di conseguenza , non si possano
applicare questi due casi alla rinuncia di Filippo V per se ed i suoi
discendenti al Trono di Francia, e di Luigi XIV e degli Orleans per
essi ed i loro discendenti a quello spagnolo , perché il caso è
distinto da quello della rinuncia dell'Infanta Maria Teresa , e della
Regina consorte di Francia Anna d'Austria.
Discendenza genealogica da Filippo III di Spagna a Maria Teresa d'Austria. |
Filippo V di Spagna davanti alla Corte di Castiglia |
In
cambio , in Francia la rinuncia non è Legge Fondamentale, in quanto
si evitò di riunire gli Stati Generali affinché la ratificassero ,
e il Parlamento inglese diede per buona la sanzione del Parlamento di
Parigi che, come sappiamo, era una corporazione giuridica , non una
assemblea del Regno.
Probabilmente,
la similitudine dei nomi impedì una visione chiara agli inglesi che
furono solennemente ingannati , e che, d'altra parte, sempre ebbero
una concezione molto originale delle istituzioni politiche e della
geografia extra-inglese (parlo dei deputati , non dei marinai) alla
quale la Francia deve la conservazione dei suoi cinque presidi in
India , che gli Inglesi credevano situati in America alla firma della
pace del 1763.
Parlamento di Parigi (1723). |
Ciò
significa che nel diritto francese la rinuncia degli Orleans al Trono
di Spagna e della discendenza di Filippo V a quello di Francia si
possono considerare come invalidi; però in Spagna solamente il Re e
le Cortes possono annullare la rinuncia permettendo ad un
discendente di Filippo V di rivendicare il Trono di Francia, o
estintasi tutta la linea maschile di quest'ultimo, abilitare per la
successione spagnola il ramo degli Orleans. Anche questo produrrà
una giusta rivendicazione da parte dei Principi con diritto
acquisito, dei rami femminili discendenti da Filippo V , e dei
Principi di Casa Savoia; viceversa , gli Orleans potranno giustamente
protestare impugnando la rinuncia accordata dal Re e dalle Cortes se
un Principe spagnolo rivendicasse diritti al Trono di Francia:
dovendo in entrambi i casi preferire i Principi con diritto
acquisito.
Da sinistra: Il Principe delle Asturie Giacomo
(futuro Giacomo III di Spagna) e
S.M.C. Carlo VII di Spagna.
|
In
breve: non può essere abilitato un Principe spagnolo per la pretesa al Trono di Francia per i motivi prima citati;
moralmente , dato i termini delle espressioni che Filippo V usò per
la sua rinuncia, nemmeno; e giuridicamente neanche , fintanto che tale
rinuncia o proibizione rimane Legge Fondamentale spagnola – non
essendo stata abrogata dal Re e dalle Cortes - .
Il
Trono di Francia, quindi, corrisponde indiscutibilmente agli Orleans
, bene inteso che essi non possono chiamarsi Capi della Casa di
Francia , fintanto che persistono le linee discendenti da Filippo V.
Le rinunce non impediscono , quindi, a un Principe spagnolo di esercitare la Reggenza di Francia (lo stesso Filippo V cercò di
esercitarla scontrandosi con il Duca d'Orleans) , o viceversa.
Per
questo motivo, potrà essere conveniente che alcuni Principi
spagnoli, debitamente autorizzati dal Capo della Real Casa di
Francia, si titolassero Reggenti di questo paese con l'obbiettivo di
riunire dal lato degli Orleans tutti i legittimisti e dare alla
successione di questi Principi francesi un legame più omogeneo con
l'eredità di Enrico V .Si
ricordi che gli Orleans riconobbero Enrico V tredici anni prima della
sua morte, e l'importanza di questo Principe in Francia è identica a
quella dei Principi carlisti in Spagna.
Charles Maurras |
E'
di interesse sottolineare la divisione dei legittimisti francesi,
provocata in parte dall'eccessivo zelo dei “Bianchi di Spagna” ,
gruppo dove l'altruismo e l'idealismo hanno raggiunto estremi
sovrumani, che li rende degni della simpatia di tutti gli uomini
d'onore, anche senza condividere le loro conclusioni; eccessivo zelo
portato
dal
loro fervente entusiasmo per i Principi incontaminati, che sempre
furono legittimi , e che non annoverano discendenza alcuna con nessun
Philippe
Égalité
: i Re carlisti , prima, e , dopo, gli Infanti del ramo di Parma il
cui valore morale, intellettuale e ideologico hanno saputo
apprezzare. E'
corretto sottolineare che gli stessi “Bianchi di Spagna” subirono
una scissione interna la quale deriva da un errore considerevole nel
modo di vedere la questione di una
parte
dei monarchici francesi: essi arrivarono testardamente a riconoscere
come legittimi pretendenti del Trono di Francia, alla
morte di Alfonso Carlo,
una branca morganatica discendente dalla stirpe degli “anti-re”
isabellini , esclusi da qualsivoglia legittimità , che essa riguardi
la Spagna o la Francia, che parte con il secondogenito
del liberale Alfonso León
Fernando (detto
Alfonso “XIII”), Giacomo
Enrico, per
arrivare ad oggi al borghese Luigi Alfonso (detto Luigi “XX”).
E' quindi
essenziale, tanto per la legittimità spagnola come per quella
francese , che sia ben distinto il Re di ognuno di questi paesi ,
senza lasciare dubbio alcuno. A ciascuno il suo.
Nelle
dichiarazioni fatte dai Re di Spagna , riguardanti la Francia , del
14 dicembre 1887 e del 25 maggio 1892 (Carlo VII) , e quella del 15
agosto 1909 , del 1911 e del 2 settembre 1928 (Giacomo III) , il cui
nebuloso stile tanto contrasta con la vibrante rotondità del suo
manifesto riguardante la Spagna, si parla soltanto in modo concreto
della direzione della Casa di Francia e della maestranza degli Ordini
di San Luigi, di San Michele e dello Spirito Santo.
La
stessa libera permanenza in Francia di Giacomo III e di Alfonso Carlo
, nonché degli Infanti parmensi , era ed è sufficiente per impedire
qualunque pretesa alla direzione della Casa di Francia e alla
maestranza degli Ordini di San Luigi, di San Michele e dello Spirito
Santo da
parte degli Orleans.
Gli Orleans non poterono ne possono ambire legittimamente a tali
cariche se non furtivamente e con gravi rischi, simili a quelli nei
quali incapperebbe un Principe spagnolo nel suo paese se avanzasse
pretese al Trono di Francia.
Gli
Orleans, legittimi Re di Francia, non possono , quindi, chiamarsi
Capi della Casa di Francia o di Borbone , perché Capo della Casa
Reale può essere solo un Re, di Spagna o di Francia, in base alla
discendenza genealogicamente più prossima all'ultimo Capo della
Casa: questi furono (dal 1883) Giovanni III, Carlo VII, Giacomo
III , Alfonso XII , Saverio I e , attualmente, S.A.R. Sisto Enrico
di Borbone (sono esclusi , ovviamente, i principi illegittimi).
Questo ufficio, non ha niente a che vedere con l'aver diritto al
Trono di Francia.
Per esempio, Capi della Casa d'Austria o d'Asburgo , anche senza regnare
in Austria ne disputando tale mansione con chi vi regnava, furono i
Re di Spagna da Carlo I a Carlo II. Ora , i diritti al Trono di
Spagna che passarono da Alfonso XII a Saverio I e alla sua legittima discendenza , corrispondono anche a quelli di Capo della Casa di Francia o di
Borbone.
Per
quanto riguarda gli Ordini Reali, la questione è simile a quella dei
Borbone di Spagna con il Toson d'Oro , ordine vincolato al Re di
Spagna, ma procedente dinasticamente dalla Casa di Borgogna, che si
fuse con quella d'Austria con il matrimonio di Maria, figlia di Carlo
il Temerario:
Gli
Ordini Reali francesi sono quindi divisi in due sezioni: una ,
spagnola, per il Re di Spagna che ha il diritto al magistero degli
Ordini di San Luigi , di San Michele e dello Spirito Santo come
primogenito rispetto agli Orleans ; l'altra , francese, come inerente
al Trono di Francia.
Allo
stesso modo il Toson d'Oro è diviso nella sezione spagnola,
collegata alla Corona, e in quella austriaca , ereditaria e dinastica.
Capi della Casa d'Austria o d'Asburgo, da Carlo I a Carlo II di Spagna. |
Ordini Reali della Casa Reale di Francia o di Borbone. |
Detto
ciò, non vi sarebbero obiezioni nemmeno nel caso in cui un Re
legittimo di Spagna inserisse tra i suoi titoli quello di “Re di
Francia” , con valore nominale e senza pretesa alcuna al Trono ,
similmente ai Re d'Inghilterra che inserirono questo titolo unito
all'espressione della loro sovranità dalla Guerra dei Cento Anni;
tale titolo nominale non subì protesta alcuna, per esempio, da
parte di Luigi XIV , che diede asilo al detronizzato Giacomo II
d'Inghilterra , appoggiandolo nel suo intento di Restaurazione.
L'uso del titolo di “Re di Francia” da parte dei Re cattolici , è atto legittimo fin tanto che non sfoci in maniera alcuna nella pretesa al Trono di Francia , con rispetto dei Re francesi e della legittimità spagnola.
Ritratto equestre di S.M. Cristianissima Enrico V Re di Francia e Navarra |
Molti dicono che la riserva dei diritti in Francia , proclamata da Carlo VII e Giacomo III , impedì l'acquisizione del diritto da parte degli Orleans. E' evidente che se Carlo VII e Giacomo III si limitarono a perorare il legittimo diritto al Trono di Spagna , l'impedimento non sussiste.
Confrontando i problemi dinastici in Spagna e in Francia dal 1887, non potranno non essere presi in considerazione gli atteggiamenti inflessibili e decisi nel primo caso, e responsabili e moderati nel secondo, che osservarono i Capi della Real Casa di Borbone ; atteggiamento seguito dall'attuale Capo della Real Casa S.A.R. Sisto Enrico di Borbone. Alcuni credono causa di illegittimità degli Orleans il loro tacito e costante riconoscimento del ramo liberale spagnolo. A proposito di questo, non può essere considerato l'atteggiamento di Luigi Filippo , usurpatore e escluso, ma quello dei suoi discendenti a partire dalle disposizioni fatte da Enrico V di Francia. E' da ritenersi che non v'è alcuna causa di illegittimità per questo , come non ci fu per Filippo IV quando divenne il primo sovrano d'Europa ad aver riconosciuto gli assassini di Carlo I d'Inghilterra come autorità legittime. Carlo IV di Spagna non smise di essere legittimo per aver riconosciuto la Rivoluzione Francese ; però Ferdinando IV di Napoli si ritrovò sul punto di essere illegittimo per aver fatto l'esatto contrario.
Ovviamente, nel caso degli Orleans si possono vedere alcune circostanze aggravanti: il loro atteggiamento contrario alla fratellanza monarchica che dovrebbe esistere , e il loro persistere nel chiamarsi Capi della Casa di Francia (e questo è il peggiore, anche se non avessero riconosciuto espressamente il ramo liberale spagnolo). Si ricordi , tra le altre cose, che l'uso indebito da parte degli Orleans dei tre gigli nelle loro armi personali , senza etichetta argentata , essendo un privilegio che spetta solo al Capo della Casa di Borbone, è un'altra contravvenzione che questi Principi francesi stanno portando avanti (come l'uso del titolo di Duca d'Anjou).
Da sinistra: Stemma con Armi del Capo della Casa Reale di Francia o di Borbone; Stemma con Armi dei Principi d'Orleans |
Tuttavia, un accordo con questi Principi che riservi al Re Cattolico il suo irrinunciabile diritto alla direzione della Casa di Francia e alla Maestranza degli Ordini Reali francesi, nella forma precedentemente esposta, in cambio di un reciproco e solenne riconoscimento del diritto al Trono di Spagna e di Francia, mantenendo l'esclusione della discendenza di Filippo V al Trono francese, come legge fondamentale spagnola, e realizzando in Francia , alla prima occasione possibile, una legge fondamentale equivalente, rimediando all'omissione intenzionata di Luigi XIV , non è solo possibile, ma è auspicabile.
Relazioni amichevoli tra i Re di Spagna e di Francia sarebbero molto benefiche per ambe due le Monarchie, e soprattutto per quella francese. Il dovere di ogni monarchico spagnolo (legittimista) , come di ogni legittimista francese, dovrebbe essere quello di adoperarsi nei limiti delle sue possibilità a porre fine a questa divisione ancora oggi persistente, nel rispetto della Spagna e della Francia.
Tuttavia, se la maggiore autorità morale del mondo con il pretesto della Monarchia e Legittimità, il Re di Spagna, credesse insufficiente questa considerazione e che la legittimità francese potrà solo essere rappresentata degnamente da un discendente di Filippo V , potrà, come Re , alla prima occasione abilitarlo , con le Cortes , in quanto si tratta di una legge fondamentale, e non potrà essere agli stesso abilitato, perché le Corone di Spagna e Francia devono restare separate, e in nessun modo potrà il Re cattolico rinunciare al Trono di Spagna per quello di Francia. Poiché Dio ha disposto che i Borbone primogeniti siano quelli spagnoli , non è legittimo sovvertire questa eccellenza e preferenza per la Spagna.
Ma soprattutto, a questo riguardo, vi sono le parole di Carlo VII , Capo di tutti i Borbone, nel suo Testamento politico: «Ricordi, comunque, colui che mi succede, che il nostro primogenito corrisponde alla Spagna , la quale, per meritarselo, ha elargito fiumi di sangue e tesori d'amore.»
In conclusione, da ciò che è stato fino ad ora esposto , il legittimo Re di Francia è Enrico VII , Conte di Parigi e Duca d'Orleans ; mentre il Capo della Real Casa di Francia o di Borbone, e possessore della Maestranza degli Ordini Reali di San Luigi , di San Michele e dello Spirito Santo , è S.A.R. Sisto Enrico di Borbone, Duca di Aranjuez.
Il legittimo Re di Francia (a sinistra) e il legittimo Capo della Casa Reale di Francia o di Borbone (a destra). |
Fonti:
¿QUIÉN ES EL REY? - La actual sucesión dinástica en la Monarquía española
di FERNANDO POLO, Capitolo XIV.
Scritto dal Presidente e fondatore A.L.T.A. Amedeo Bellizzi